Breve riepilogo 
Allegri, messo alle strette, nel tentativo di rimanere in sella alla guida della Juventus, si gioca il tutto per tutto in una scommessa da dentro o fuori con Cassano. Pur giocando sporco, Allegri è costretto a capitolare e a lasciare spazio ad un nuovo allenatore. Il tutto, cosa non di secondaria importanza, senza aver più diritto al pagamento della pesantissima penale che la Juve avrebbe dovuto corrispondergli da contratto.
La sera stessa in cui avveniva tutto questo, Cassano aveva adocchiato nello spogliatoio alcuni oggetti di suo interesse, e, convinto com’era che stessero meglio nel salotto di casa sua, piuttosto che in un freddo e anonimo spogliatoio, aveva effettuato il “trasloco” senza essere notato da nessuno.
Intento a portar via ciò che più gli interessava, Cassano, frugando nell’armadietto di Allegri, aveva notato alcuni fogli che parlavano di una fantomatica loggia dei risultatisti, con anche un elenco di nomi cifrati, impossibili da comprendere. Unico elemento facilmente deducibile è la quasi certezza che il primo dei suddetti nomi corrisponda a quello del capo di questa organizzazione, di cui Allegri sembrerebbe egli stesso far parte. Elemento ancora più inquietante, quello del ritrovamento insieme a quei fogli, di una foto raffigurante il volto austero e intransigente di Bielsa.
Bielsa, per i pochi che non lo conoscono, è il fondatore e leader indiscusso del movimento sportivo calcistico denominato dei “Belgiochisti”. Movimento, che nel corso degli anni, ha assunto sempre più i connotati di una vera e propria setta religiosa, di cui Bielsa è la massima autorità: il Gran Sacerdote del Bel Gioco.
La domanda che a tutti sorge spontanea è: cosa c'entra Bielsa con questi Risultatisti, e quali poteri occulti si celano dietro la figura di Allegri, che (a quanto pare) ha lavorato scientemente in questi mesi per portare la Juventus al disfacimento? Nell’episodio odierno, cercheremo di capire se sarà possibile dare risposta a questi quesiti.

“Giovinezzaaaaa, giovinezzaaaa, primavera di belleeeeeezza…“

Andrea Agnelli arriva alla Continassa. Varcati i cancelli e sceso dalla macchina, sente in lontananza cantare. Man mano che si avvicina ai giocatori, che stanno effettuando la sgambata di riscaldamento, nota che le solite tute rosa hanno lasciato posto a delle camicie nere. Ad uno sguardo più attento, si rende conto anche che la nuova tenuta d’allenamento somiglia preoccupantemente alla divisa dei giovani Balilla, con tanto di pantaloncini grigio-verde e di Fez (copricapo nero con frange laterali n.d.r.). A non lasciare più spazio a dubbi, circa il nuovo stile introdotto da Arrivabene, è la tipologia di esercizi ginnici imposti ai giocatori, fatta di sequenze ravvicinate di flessioni, piegamenti, salti della cavallina, esercizi alle parallele e agli anelli, ecc. A completare il quadro, il nuovo repertorio di canzoni, che svaria dal classico, sbarazzino, “Me ne frego, non so se ben mi spiego”, al suggestivo e più che mai attuale “faccetta nera”, cantato con mal celata ironia dal gruppetto composto da Pogba, (detto anche Optì Pobà, dopo la gaffe di Tavecchio n.d.r.), Cuadrado, McKennie, Kean, Danilo, Alex Sandro, e Bremer.
Si tratta senza ombra di dubbio di una vera e propria “svolta autoritaria” che, a dirla tutta, aleggiava già da tempo nei corridoi, come nei campi d’allenamento. Per l’esattezza, da quando EXOR aveva imposto come nuovo CEO il Sior Maurizio Arrivabene, con poteri che somigliavano più a quelli di un commissario speciale che a quelli di un Amministratore delegato.

Notevolmente infastidito da questa evoluzione, Andrea indìce, tanto per cambiare, l’ennesima riunione, da tenersi con priorità massima. Partecipanti, ovviamente, Andrea stesso, John e Lapo, il primo, detentore del potere finanziario, il secondo, detentore del potere di rompere quanto più possibile le scatole ad Andrea (col chiaro intento di cavalcare il malcontento della tifoseria per prenderne il posto), salvo doversi rendere puntualmente conto di avere così tante e tali magagne da nascondere, da fare quasi tenerezza per quanto sia semplice disinnescare ogni suo tentativo di “attacco", nei confronti di chiunque.
A proposito di ricattabilità, tra gli invitati non può mancare il vicepresidente Pavel Nedved, che nell’ultimo episodio teneva a precisare, e noi cronisti riportiamo volentieri le sue parole, che “lui, almeno, quando è stato beccato dalle telecamere, palpeggiava c… e seni di donna), conferendo quindi all’ambiente quel tanto di machismo di cui si sentiva il bisogno. Ed infine (in qualità di CEO) il sior Maurizio Arrivabene, ormai completamente, e visibilmente ristabilito nella qualità che di lui più piace agli azionisti: quella di far rigare dritti a suon di calcioni, dall’ultimo dei meccanici fino al più acclamato dei piloti, dal più umile dei magazzinieri fino al più amato dei calciatori: la stronzaggine!
A questi soliti, testé citati, si aggiunge, per meriti “maturati sul campo”, il duo Cassano-Ventola: decisivo per la cacciata di Allegri, nonché per l’essere entrati in possesso delle informazioni circa i Risultatisti e i Belgiochisti, e della foto di Bielsa, di cui risulta ancora tutto da capire il ruolo in questa vicenda, piena di incognite.
Per finire, la presenza di Oriana (la mediana), medium di casa Agnelli, la quale è stata magnanimamente perdonata dalla Famiglia, nonostante la grave insubordinazione di cui si era resa protagonista, pensando di poter ottenere grandi vantaggi dai suoi poteri; cosa che, come vedremo più avanti nel corso del racconto, non si rivelerà possibile. E quando diciamo Oriana (la mediana), ovviamente chiamiamo in causa lo spirito dell'Avvocato, col suo savoir faire, con la sua classe innata, la sua passione per il calcio e per i suoi interpreti, ai quali ogni capriccio va perdonato, in nome delle emozioni che essi sono in grado di suscitare.

Andrea: “In qualità di Presidente di codesta gloriosa società, dichiaro aperto l’incontro. Chiedo a Pavel di fare il punto della situazione, e mi riservo a fine riunione di dire due parole su questa novità delle divise da Balilla che ci riportano indietro nel tempo di circa 90 anni.
Arrivabene - aggressivo come non si era ancora mai visto, evidentemente sollecitato oltremodo dai soci di minoranza di EXOR - : “Per la precisione gli anni passati sono quasi cento! Ad ogni modo, non c’è bisogno di aspettare la fine di questa ennesima pagliacciata di riunione, l’ho detto tante volte, ed è la verità: non capisco un fava di calcio, come non capivo un cippa due anni fa di automobilismo, ma ti posso garantire che coi miei metodi sono sempre riuscito a tirar fuori il meglio da chiunque. Lo sanno bene gli ingegneri Ferrari, che hanno ancora il c... a forma del mio piede, e che ancora mi chiamano perché se non prendono qualche bella pedatona delle mie… non c’è niente da fare… non riescono a carburare!”. Poi, mostrando un foglio di delega plenipotenziaria con la firma di Elkann: “Con la delega che John mi ha dato, io oggi potevo stravincere e mi sono accontentato solo di vincere. Potevo trasformare la Continassa, i suoi campi di allenamento e questo ufficio sordo e grigio in un bivacco di manipoli. Potevo, ma non ho voluto...”.
Andrea, ammutolito si guarda intorno, smarrito, come intontito. Poi si riprende e volge lo sguardo verso John.
Andrea: “John, cosa significa questo discorso farneticante?”.
John, glaciale: “Andrea, mi spiace, ma le tue chance le hai avute… prima mi hai mandato via Allegri, quando era ancora un vincente, per prendere il fratello impresentabile di Mimì Metallurgico (Sarri n.d.r.), poi mi hai preso Pirlo per star dietro ad una scommessa scellerata con Pavel”, rotea la mano, sguaiato come una squillo partenopea: “doveva dimostrare che con la squadra che aveva avuto a disposizione Sarri avrebbe saputo vincere anche l’ultimo arrivato, e sfortuna ha voluto che entrasse Pirlo, che cercava il bagno perché aveva avuto un problema intestinale, e che, pur di togliervi d'avanti, per poter andare in bagno, ha accettato la proposta di allenare la prima squadra, così, senza neanche rendersene conto”. Sempre John: “E infine mi sei andato a riprendere Allegri, che dopo l’esonero si è dedicato, con tutto se stesso, senza soluzione di continuità nell’arte di Parnasso”, tutti in coro, come fosse un riflesso condizionato: “quella di non fare un casso”.
Di nuovo John: “Neanche i tornei di calciobalilla dei bar che frequenta a Livorno, ha voluto seguire!” Ad Arrivabene, nel sentire la parola “balilla” si illuminano gli occhi, quasi quanto a Lapo nel sentire la locuzione “non fare un casso”.
Andrea non può far altro che arrendersi al volere di suo cugino, per cui si alza e se ne va, seguito da tutti, tranne naturalmente da Arrivabene, nuovo plenipotenziario della Continassa, John e Lapo.

Una volta fuori dalla cascina, Andrea e tutti, decidono di proseguire la riunione a casa di Cassano.
Una volta lì, Andrea non può fare a meno di notare una certa familiarità di alcuni oggetti, come impianti hifi, e TV LCD OLED da gaming che gli sembra di aver già visto da qualche parte, ma non si ricorda dove...
Cassano: “Ma lass perd le TV, c’vvo mò? Ca’ te l’iddè ji jiun? Ma vafammocc’ và“ (Ma lascia perdere le TV! Che vuoi adesso? Che te ne dia io una? Ma fammi il piacere, va!)
Sempre Cassano: “parliamo di cose serie: chiamate subito a Lele, ca cur’ ssap’ addo sta Bielsa” (che quello sa dove rintracciare Bielsa n.d.r.).
Trovato Adani, egli descrive a tutti come raggiungere Bielsa, il quale, avendo da tempo ormai smesso di allenare, insieme ai suoi adepti, aveva preso possesso di una abbazia non lontana da Torino, la Sacra di San Michele. “El Loco”, così era soprannominato, aveva fondato, come detto, l’ordine dei Belgiochisti, che aveva come unico scopo quello di diffondere il pensiero e la filosofia del Bel Gioco. Coloro che la mettevano in pratica, mettevano al primo posto il giocar bene, ancor prima del vincere. Questo naturalmente con la ferma, incrollabile convinzione che giocando bene la vittoria diventi una logica, quasi inevitabile conseguenza. Tanti erano coloro che avevano sentito “la chiamata” e si erano trasferiti nell'Abbazia, molti di meno quelli che erano poi riusciti a seguire l'intero, durissimo percorso previsto per arrivare a prendere i voti, e ancor di meno quelli che erano stati ritenuti, dall'Altissimo Abate, pronti per affrontare la realtà, confrontandosi con essa nei vari campionati di tutto il mondo.
Essendo Bielsa un maniaco della conoscenza del calcio, egli è anche proprietario della più sconfinata collezione di filmati, video, foto, e di ogni altro oggetto che abbia a che fare col sapere calcistico. Andando a ritroso, partendo da partite registrate su hard disk allo stato solido, che permettono, quasi in tempo reale, qualsiasi tipo di studio e analisi statistica, per passare ai dvd, ai cd, alle videocassette, a radiocronache registrate su supporto magnetico, ai resoconti vergati con penna e calamaio. Tutto il sapere umano sul calcio era racchiuso tra quelle mura, e Bielsa ne era premuroso e al contempo arcigno custode.
Adani, descrivendo come arrivare alla Sacra, aggiunge un piccolo dettaglio che a molti stava sfuggendo, e cioè che Bielsa riceve solo coloro i quali dimostrano atteggiamento di umiltà, arrivando alla Sacra percorrendo un lungo tratto, tutto in salita, pieno di tornanti, che parte dai laghi di Avigliana e che porta fino in cima al cucuzzolo, su cui è costruita l'abbazia, innalzata agli occhi dell’Altissimo, sfidando quasi le leggi della gravità. Dopo aver preso nota del percorso, i “nostri” si mettono quindi in viaggio per raggiungere i laghi di Avigliana.
Strada facendo Cassano e Ventola provano più volte a chiedere all'Avvocato, tramite Oriana di fare uno sforzo, e cercare di sfornare un risultato di qualche partita, magari anche solo il nome di qualche cavallo che stava per gareggiare… ma niente!
Cassano: “Avvocato! ma com cazz ma ffè ch’vvuj? Mamang n’ test’o’crouc’ daddov’sond appart’ le squadre mi sit nduvinat. Chi temmurt e sramurt!” (Avvocato! Ma come caspita dobbiamo fare con voi? Ma neanche il testa o croce della monetina lanciata ad inizio gara, siete stato in grado di indovinare. Perdiana, e Perbacco!).
Arrivati ai laghi di Avigliana, la comitiva si mette in cammino.
L’Abbazia, sopra il suo cucuzzolo, campeggia su tutta la valle. Il tratto da compiere, in linea d’aria non è lunghissimo, ma il dislivello non è esattamente quello di una passeggiata di salute. Andrea e Oriana non sono certo avvezzi a sfacchinate di questo tipo. Andrea in particolare, solitamente compassato, finché può, cerca di mantenere un contegno dignitoso, ma ad un certo punto sente le forze venire meno. Con un filo di voce, praticamente impercettibile: “Pavel! Pavel!” ma essendo gli altri molto più avanti, nessuno lo sente. Quando a Cassano viene ad un certo punto la curiosità di vedere quanto Agnelli sia rimasto indietro, (beninteso, non certo per aiutarlo, ma piuttosto per “sfotterlo), si gira, per cercarlo con lo sguardo, ma senza successo. Andrea risulta ufficialmente nell’elenco dei dispersi.
Cassano: “Ou! E Agnelli addostà?”
Ventola, solitamente garbato, ma in quell’istante in piena dinamica da branco: “Ahahahah eccheccazz n’ sacc’ ij? Quello è capace che è rotolato giù dalla scarpata, ahahahahah mi sa che ce lo siamo persi”
Cassano gli fa da controcanto: “ahahahahah”
Nedved, che ai suoi tempi, in Repubblica Ceca, quando ancora si chiamava Cecoslovacchia, ha fatto, partendo dalla materna, tutte scuole con orientamento paramilitare, non si fa certo intimorire da due Bari vecchia come Cassano e Ventola: ”adesso lo andate a cercare, e di corsa pure, se no ve la faccio fare tutta a calci nel culo a voi due”.
Cassano tenta una reazione: “Ou, co’cchi t’ crid’d’ste’pp…” (oh, con chi credi di parl… n.d.r.) che viene immediatamente sedata con una fulminea, violentissima scarica di calci in culo da parte di Nedved.
Cassano: “ou, e mica c’è bisogno di incazzarsi così… Andrea, Andreaaa. Nico’, e vvieni pure tu a cercare Andrea. Poverino, sarà caduto giù dal dirupo. Andreaaa…”
Cerca che ti cerca, alla fine lo trovano dentro un cespuglio di ortiche che silenziosamente piange, per l’effetto congiunto della fatica, e delle ortiche che gli hanno lasciato sul volto, nonostante la barba, un rossore diffuso.
Cassano: “Andrea, moccammamt, ci hai fatto spaventare. Come ti senti? Eddai, mo! Basta piangere! Mo c’è lo zio Antonio che ci pensa lui a te”.
Nedved, da dietro, non visto da Agnelli, molla una pedata fortissima a Cassano, sollevandolo da terra. Poi, a voce bassa gli dice: “meno, fai di meno, se no si capisce che lo stai prendendo per il culo, capito?”
Cassano ad Andrea: “Meh dai vabbù, un po’ ti sei riposato. Mo ci possiamo rimettere in viaggio, dai!”
Arrivati alla sacra, vengono ricevuti dai monaci Belgiochisti, che offrono loro riposo e ristoro. Una volta riposati, i “nostri” vengono ricevuti da Bielsa, che appena sente che a mandarli da lui era stato Adani, diventa, se possibile, ancor più gentile e disponibile.
Andrea: “Caro dottor Bielsa, si starà chiedendo il motivo della nostra venuta qui da lei... “.
Bielsa: “chiamatemi pure padre.”
Andrea: “Padre, come le dicevo, immagino che si starà chiedendo il motivo della nostra venuta. E’ presto detto: abbiamo motivo di credere che ci sia un’organizzazione che, sotto traccia, lavora per boicottarci, per farci fallire”. Abbiamo motivo di pensare che sia una vera e propria setta, chiamata dei Risultatisti, e sappiamo anche che questa setta è contrapposta al vostro ordine che è quello dei Belgiochisti. Chi potrebbe essere secondo lei a capo di questa organizzazione, che ha interesse a far fallire la società Juventus?”
Bielsa rimane in silenzio per un po', poi girandosi verso Andrea gli dice: ”non ho dubbi: la persona che cercate, colui che ha finora operato affinché la Juventus andasse in fallimento ha un nome e un cognome Aleksander Ceferin. Indagate su di lui e sicuramente troverete il modo di individuare tutti i componenti di questa organizzazione.”
Andrea: “Ne ero sicuro, quel figlio di n’drocchia! Eh sì che gli avevo anche offerto un ramoscello d'ulivo per tentare di ricucire lo strappo della SuperLega. Vuole distruggermi completamente quel maledetto! E come possiamo fare per conoscere i nomi degli altri che hanno tramato nell'ombra contro la Juve?”
Bielsa, notando la presenza di Oriana e ben sapendo quali siano le sue qualità di medium sa anche che una medium è capace di mettere in contatto i vivi con lo spirito di un defunto. Questo spirito ha la possibilità di essere nello stesso momento in più posti diversi, in altri termini possiede il dono dell'ubiquità spaziale, e può vivere più epoche contemporaneamente, ma con un orizzonte temporale solo verso il passato e il presente, non il futuro, in quanto esso non è ancora accaduto.
Ventola: “Ah, ecco perché l'Avvocato non riusciva mai a dire nulla che ci aiutasse a vincere qualche scommessa, qualche schedina, qualsiasi cosa che dipendesse dal futuro. Perché uno spirito ti può dire cosa succede adesso in tanti posti diversi, ma non può dirti cosa succederà in quei posti, nel futuro...".
Bielsa ha un'idea: “se è vero che uno spirito ha il dono dell'ubiquità, possiamo cercare di capire dov’è Ceferin adesso, e cosa sta facendo. Prima o poi da quell'ufficio passerà qualcuno che fa parte dell'organizzazione, si tratta solo di avere pazienza…”.
Andrea a Oriana: Oriana, per favore chieda allo Zio se può cercare l'ufficio di Ceferin a Lugano e vedere cosa sta facendo e chi sta incontrando adesso. Oriana, cioè l’Avvocato si "sintonizza" subito sull’ufficio di Ceferin, e per un puro, insperato colpo di fortuna, a parlare con Ceferin a Lugano nel suo ufficio chi ci troviamo? Ma certo, giustissimo, proprio lui: Allegri!, che aveva detto di voler passare "dopo l'esonero, qualche giorno di vacanza a Livorno. E invece lo si ritrova proprio negli uffici di Ceferin. Oriana riporta fedelmente il dialogo che le manda l’Avvocato:
Ceferin: “caro Max, il suo apporto al nostro piano è stato utilissimo. Peccato che sia dovuto andare via, ma stia tranquillo: ciò che non ha percepito dalla Juve glielo daremo noi. Gli azionisti di minoranza di EXOR le sono enormemente grati per aver contribuito in modo così efficace al (quasi) fallimento della Juventus. Potranno così comprarla per un tozzo di pane sotto le mentite spoglie di un fondo d'investimento internazionale.”
Andrea ne ha a sufficienza per fare incriminare entrambi di sabotaggio, frode e tante altre belle cosine. In fretta e furia la comitiva saluta tutti, ringrazia Padre Bielsa per l’aiuto e parte alla volta di Torino.
Prima di partire, però, Cassano, sapendo della collezione fantastica di Bielsa, gli chiede, con la consueta tracotanza, di copiare sulla chiavetta USB di suo cugino il file di una partita in cui lui stesso segnava un gol fantastico, ma di cui non riusciva a trovare il video. Bielsa gli mostra il suo PC e gli dice di prendere tutti i file che vuole. Cassano copia sulla chiavetta la partita che gli interessa, ma appena sfila la chiavetta dal PC di Bielsa, la solita schermata rossa, inquietantissima: quella del virus Ransomware anticipa come sempre la successiva scritta; quella che invita a pagare un milione di euro di riscatto per poter riavere, non infettati i file contenuti nel PC.
Scaduto il termine delle 24 ore, tutti i file verranno cancellati irrimediabilmente.
Detto questo, parte il solito conteggio, che ben conosciamo:
23:59:59… 23:59:58… 23:59:57… eccetera
Bielsa, prima diventa blu, e poi si accascia per terra. Alcuni dei suoi adepti provano a farlo rinvenire con dei sali, ma invano. Ad occhio e croce, sta lottando tra la vita e la morte…
Nel frattempo, Ventola: “ou ragà, s’è ffatto tardi! se dobbiamo arrivare ai laghi di Avigliana a piedi e poi andare fino a Torino, ci conviene avviarci” se no non arriviamo più…“.
Andrea: “Nicola, non hai tutti i torti, facciamo così, quando il Padre si riprende (se si riprende), salutatelo tanto caramente da parte nostra” “Adesso, però, dobbiamo davvero scappare…”.

Dopo un viaggio di ritorno veloce e tranquillo, la comitiva arriva alla Continassa, che nel frattempo ha cambiato nome: adesso si chiama Gradisca, ed è diventato (ancora per poco) un postribolo. Non è certo il posto migliore per mettere a punto la strategia per ribaltare la situazione, sfruttando le nuove informazioni…
Decidono allora di ritrovarsi ancora da Cassano, dove convocano anche John, a cui spiegano ciò che hanno scoperto, ascoltando Ceferin che parlava nel suo studio di Lugano con Allegri. Gli azionisti di minoranza di EXOR, ossia tutti gli azionisti non facenti parte della Famiglia, stanchi dei continui aumenti di capitale per coprire i rossi dei vari bilanci semestrali della società, hanno deciso di comune accordo (ovviamente tenendo John all’oscuro di tutto), di boicottare la squadra, in modo da costringerla a spendere sempre di più per risolvere problemi che in realtà non ci sono. Problemi creati ad arte da Allegri e da alcuni suoi complici, all’interno della Continassa, per scoraggiare la Famiglia e indurla a vendere. L’obiettivo di questa fronda minoritaria, infatti, era di portare la squadra sempre più in basso, moralmente, sportivamente, e finanziariamente, questo per far sì che il valore stimato della società arrivi quasi a zero, per poi presentarsi, sotto le mentite spoglie di un fondo d'investimento, a comprare praticamente a zero una società che, tolti i freni a mano e i bastoni tra le ruote, ci metterebbe pochissimo a ritornare ai suoi consueti standard.
John, conoscendo adesso la strategia dei soci di minoranza di EXOR, gioca d’anticipo, facendo esattamente quello che avevano in mente di fare loro: fa scorporare e valutare allo stato attuale la sola società Juventus FC (praticamente il valore di un cheeseburger), e la compra, soffiandola al finto fondo, che rimane con un palmo di naso. John, che doveva essere suonato, ha lui suonato i suoi "soci" di minoranza! A rendere epica questa operazione finanziaria, il fatto che essi non potranno mai manifestare apertamente la loro rabbia per l’essere rimasti fregati. E questo, per evitare di essere accusati di reati molto gravi come il sabotaggio, la frode, ecc. ecc. Insomma, saranno costretti a fare buon viso a cattivo gioco: congratularsi con John e augurargli lunga vita...

Finalmente la Juventus torna al 100% nelle mani degli Agnelli! Finalmente, potendo giocare senza freni a mano tirati, senza bastoni tra le ruote, e senza tanti altri impedimenti piccoli o grandi, studiati da Allegri per rendere ai giocatori la vita impossibile, le vittorie torneranno presto a fioccare, ma soprattutto potremo davvero sperare di veder giocare la nostra squadra bene, con un gioco corale, fatto di tecnica e velocità. Nel giro di pochissimo potremo tornare agli antichi fasti. Questo, va da sé, non certo sotto la guida di Arrivabene, che verrà silurato alla velocità della luce, bensì di un nuovo allenatore.
Non c'è tempo da perdere, le gare si succedono ad un ritmo di una ogni tre giorni.
Chi sarà il fortunato, futuro allenatore della rinascita? Fatecelo sapere!

Per gli episodi precedenti, clicca qui: 
Juve: spuntano nuovi interrogativi e un nome: Bielsa! (XI)
Juve: Cassano da batticuore. Finale incredibile (Ep. X)
La Juve sta per riappropriarsi della sua Storia (Ep. IX)
Juve, una conferenza stampa che verrà ricordata a lungo: tu che domanda faresti? (VIII)
Terremoto Juve. L'onda lunga è appena cominciata (episodio VII)
Allegri contro tutti (La saga, episodio VI)
Allegri è tornato, ma la Famiglia ha un piano! (episodio V, continua la saga...) 
Pirlo ci ripensa! In casa Juve c'è aria di restaurazione! (IV)
Terremoto alla Juve: Pirlo torna in sella!  (III)
Vertice Juve: Giovanni Agnelli asfalta la dirigenza (II)
Summit in casa Juve a 7 giorni dalla prima di campionato (I)