Continassa, ore 11;00, saletta tattica, dove la squadra si riunisce per visionare spezzoni di partite e per discutere la strategia da adottare con i futuri avversari.

Allegri: “Oooooh llà! Hun capisco perché devono sempre scegliere codesti orari peffare l’analisi tattiha e stabilire le strategie. Con codeste levatacce, ci hredo che poi uno si demotiva. Home dico sempre: quello che l'è scritto l'è scritto. Bisogna esse fathalisti. Il halcio l’èssemplice!  Mi fanno ridere tutti hodesti studiosi, tutti hodesti moduli: 442.3511.343.4231. Ma chellè? La habala? Mi sa che una volta lo sfizzio di hiamare e vedere chill’è he risponde a codesti nummeri, me lo devo togliere, me lo devo!”
Allegri, cercando di dare una smossa al gruppo: “Dai he finora di riffa o di raffo, he manco lo sappiamo noi home habbiam fatto, l’habbiamo sempre sgavignatha, he mmeglio di hosì uncella poteva mandare manco gesuhristo in persona, uncella poteva mandare! Diobono!” Un passettino alla volta, cuesto diho io. L’obiettivo di qualificarsi in Europa League può esse alla nostra portata, l’importante è crederci e remare tutti insieme.
Si sente qualche mugugno provenire dalle retrovie.
Locatelli: “Ma mister, scusi se mi permetto, non mi sembra che nelle gare finora giocate fossimo partiti così male, la pressione che esercitiamo a inizio gara dà sempre i suoi buoni frutti. Certo, se appena facciamo gol ci mettiamo tutti a difendere, prima o poi un gol lo prendiamo…".
Allegri, rivolgendosi, nella penombra, in direzione di dove solitamente si mettono quelli dello staff di neuropsichiatria del J-Medical: “Lohatelli il rihiamo della hura Massimiliano, st’anno anchora hun l’haffatto, mi pare…”.
Il neuropsichiatra conferma: “Effettivamente Locatelli è uno di quelli con la cura Massimiliano in scadenza proprio in questi giorni… dovrà quindi presto ricevere il trattamento di richiamo”.
Allegri: “E hosa aspettiamo a farlo? Codesti che c’hanno ste idee velleitharie, he vanno cianciando di attahhamento alla maglia, e altre bischerate hosì, quelli so ippiù periholosi, maremma majala. Vanno seguiti”.

(La cura Massimiliano, per chi non ha visto “Arancia Meccanica” di Kubrick, consiste (in analogia con la cura Ludovico) nell'essere costretti a vedere scene di giocatori che saltano l'uomo, e nel frattempo nell’essere costretti anche a provare nausea, indotta da farmaci somministrati esattamente a questo scopo. A conclusione del ciclo completo di terapia, se ben somministrata, il giocatore viene ridotto al punto da avere paura di affrontare nell'uno contro uno persino le sagome antropomorfe usate negli allenamenti n.d.r.)

Sempre Allegri, rivolto a Locatelli: “tettù, hun dovresti parlàpproprio, che qualche hasino lo hombini sempre, lo hombini. A codesto punto, a fare le bischerate he ffai te andava benissimo tenersi Bentancur. Ci fosse una volta, una volta soltanto che hun ti fai ammonire! Oh, io ve lo dico hiaro, se codesto grullo arriva alla fine del primo tempo di una partita qualsiasi, anche al calciobalilla, senza farsi ammonire, hun vi fate problemi a darmi un pizzicotto per svegliarmi!
Perin-Castellitto: “Ragazzi, il mister ha ragione, non si può mica attaccare per 90 minuti. Con la Fiorentina, ad esempio (e potrei citarne anche altre) se non ci fossi stato io a parare il rigore, e a togliere sul finale di gara quella palla dalla traversa... qua staremmo a parlare di lotta per non retrocedere”. E così dicendo fa il gesto “del figo”, scuotendo entrambe le braccia coi pollici in su, alla maniera di Fonzie in Happy days. Bremer, che è dietro di lui, infastidito dal comportamento sempre teatrale di Perìn, contando nella penombra di non essere visto, gli molla un ceffone sul coppino, talmente forte da tramortirlo.
De Sciglio e Alex Sandro
, che la cura Massimiliano non l’hanno neanche mai dovuta fare (perché da piccoli erano entrambi caduti nel pentolone dove veniva preparata la sostanza che associa la nausea al pensiero di fare un dribbling), all’unisono: “Perìn ha ragione: una volta che hai fatto un gol bisogna andare giù decisi con le sostituzioni, altro che Miretti! Il baricentro me lo devi portare in area, ma quella del portiere. Come ai vecchi tempi: pullman davanti alla porta e due o tre coccodrilli per i tiri rasoterra. Quella sì, che era una difesa imperforabile!
Allegri: “Ragazzi, hun v’offendete… ma qua, a parte Di Maria e Pogba, siete uno più scarso dell’altro. E chi dopo un’ora c’ha già i hrampi, chi non sa stoppare una palla, neanche da ferma, chi fa i lanci col contagiri, peccato che uno li manda in gradi e l’altro se li aspetta in radianti; Kean, (e sta hosa anchora hun l’hohhapita): l’è l’uniho giocatore al mondo che hun sa nemmeno lui come si chiama: [Ken], [Ki:n], boooh? Se poi mi hompri pure Milik, avendo già Szczesny, dimmi te se hun te la vai a cercare!
E ggratta tu oggi, he ggratto io domani, i hosiddetti s’erano belli he honsumati! Per hom pensare abbiamo dovuto mettere in staff il Talismano Padoin.
Sempre Allegri: “A centrocampo a parte Di Maria (he tecnicamente ll’è bravino, ma che tatticamente l’è un disastro, con codesta smania di fare gol) e Pogba (che manco la sfida dei tiri liberi di basket c’ho potuto fare), ch’abbiamo 7, 8 centrocampisti che insieme hun ne fanno uno bono. In attacco, quando staranno tutti bene, dovranno allargare la tribuna per farceli stare tutti…

Erano ancora tutti in saletta tattica, quando arriva a sorpresa il presidente Andrea Agnelli, il quale, particolarmente accigliato, con fare sbrigativo chiede ad Allegri di seguirlo nel suo ufficio presidenziale.
Allegri intuisce che qualcosa bolle in pentola, ma mai potrebbe arrivare, col solo intuito a capire cosa lo attende...

Una volta in ufficio, Andrea, dopo aver pronunciato le ormai note frasi di rito, ed essersi assicurato della presenza dell’Avvocato tramite Oriana (la mediana) e dei presenti, John e Lapo Elkann, quest’ultimo ancora visibilmente provato dopo le recenti vicissitudini che lo hanno riguardato, Pavel Nedved nel suo ruolo di vicepresidente con incarichi speciali solo a lui noti e Maurizio Arrivabene, la cui verve di stronzagg..e è parsa a tutti in ottima ripresa, dichiara aperta la seduta spiritica.
Allegri
: “Andrea, cos’è codesta novità? Che hun lo sai he a quest’ora facciamo la riunione tattiha?"
Andrea, glaciale: “Non ti preoccupare Max, questa seduta sarà brevissima. Avremmo potuto farla anche senza coinvolgerti, ma ho tenuto io, personalmente, a renderti edotto di una serie di novità nei rapporti tra la società Juventus, la stampa e la tifoseria”.
Allegri
: “Mediatichamente, hun mi sembra che abbiamo mai avuto problemi…”.
Avvocato: “Ed è pvopvio questo il pvoblema, cavo Allegvi. Fin quando le magagne le si tengono segvete e non si avviva mai a discutevne, i nodi non avvivano mai al pettine!
Allegri, cercando di buttarla in caciara: “Nel haso mio, i nodi al pettine l’è difficile”.
Andrea: “Max, qua la situazione è drammatica, con questi risultati e con questo gioco tu, tra una battuta e una risata, ci stai portando al fallimento. Non so se basterà, ma da adesso i problemi internamente, ma se necessario anche esternamente, verranno affrontati con la dovuta serietà, senza fare sconti e senza farci sconti.
Arrivabene, tanto per dar prova della sua pressoché totale guarigione, e di essere quindi tornato lo str..zo di sempre, non si lascia sfuggire il piacere di comunicare ad Allegri che il nuovo direttore di Sky Sport 24 non sarà più l’amico Fabio Caressa (quest’ultimo infatti, insieme a sua moglie Benedetta Parodi, sarà protagonista di casa Caressa, una sorta di riedizione dello storico casa Vianello), bensì Lele Adani, estimatore di Allegri come allenatore, come potrebbe esserlo Mao Tse Tung di Hitler.
Allegri incassa la notizia con un inquietante sorriso paresico.
Nedved decide di dare un senso al suo stipendio da vicepresidente con incarichi speciali, noti solo a lui, aggiungendo alla notizia il carico da 90: “Max, non è finita ancora…”.
Allegri, che evidentemente ha temporaneamente perso l’uso della parola, lo guarda come per dire: “e cos’altro ci può essere, peggio di avere a che fare con Adani ogni pre e ogni post gara?”.
Nedved: “Max, il nuovo direttore dell’ufficio che gestisce i rapporti con la stampa è una tua cara vecchia conoscenza... è Ambra.”
Allegri, che evidentemente non considera possibile che si tratti proprio di lei, sempre senza riuscire a parlare, scuote la testa per chiedere a Nedved di ripetere, stavolta scandendo meglio le lettere del nome.
Nedved: “A M B R A, la tua ex compagna… Sì sì, Ambra, Ambra Angiolini!”.
Nedved: “E a curare i rapporti con la tifoseria organizzata, abbiamo messo Cassano! Vedrai che coreografie, che cori…
Allegri non si regge: lo fanno stendere sul divanetto, in attesa che arrivi l'ambulanza del 118 a prestare i primi soccorsi.
Una volta tradotto in ambulanza, inserendo i dati su Google, il centro medico più vicino risulta essere il J-Medical, ma chiesto ad Allegri se andasse bene, con le ultime energie residue, nel bel mezzo di una gravissima crisi cardiaca, anche lui, come aveva fatto l’Avvocato la settimana prima, trova la forza, facendo un vigoroso gesto dell'ombrello, di manifestare in modo chiaro ed inequivocabile tutta la stima e la fiducia per la summenzionata struttura sanitaria.

Senza stampa amica, per salvarsi ad Allegri non resta che vincere...
Ce la farà?

Lo scopriremo insieme nel prossimo episodio.
To Be Continued

Per gli episodi precedenti, cliccate qui:

I  Summit in casa Juve a 7 giorni dalla prima di campionato

II Vertice Juve: Giovanni Agnelli asfalta la dirigenza

III Terremoto alla Juve: Pirlo torna in sella! 

IV Pirlo ci ripensa! In casa Juve c'è aria di restaurazione!

V Allegri è tornato, ma la Famiglia ha un piano!