Punto sulla ventesima di campionato, prima di ritorno

INTRO
Nel ripercorrere gli eventi più significativi (sponda juventina) di questa prima giornata di ritorno, partiamo dall’ultimo match, giocato martedì sera nella cornice di un’Allianz Stadium, che dopo anni vissuti nella versione “deserto dei tartari” (Buzzati mi perdoni l’improvvida citazione) finalmente è tornato ad essere popolato come ai bei tempi dei sold out a ripetizione di Agnelliana memoria, in ogni suo ordine e grado.
Adesso che le cose stanno andando decisamente meglio, come per incanto i tifosi, di cui si era persa traccia, sono tornati, più affettuosi ed amorevoli che mai, a sospingere i loro beniamini, intonando cori addirittura (udite-udite) dedicati, con mio sommo imbarazzo, all’ex esonerando, ora genio della panchina, Allegri sor Massimiliano.

IL RETROSCENA DELLO STADIUM
Come accennato, gli spalti sono tornati ad essere gremiti in ogni loro ordine e grado, e questo, beninteso, non può che farmi piacere. Quello che però pochi sanno è che, nonostante le richieste sempre più numerose di poter accedere allo Stadium per assistere alle partite, quest’ultimo abbia seriamente rischiato, proprio adesso, di rimanere a lungo inaccessibile al pubblico. Le voci sempre più insistenti secondo cui lo Stadium sarebbe stato dichiarato inagibile, non erano affatto prive di fondamento, e solo pochi giorni fa, scongiuratene finalmente le potenziali motivazioni, se ne è potuto sapere il perché.
Sembra infatti che, come spesso capita quando una costruzione viene lasciata per lungo tempo in abbandono, la flora e la fauna (come a Cernobyl, dove la fanno da padroni orsi e lupi), si sia, poco alla volta, riappropriata di ciò che le era stato indebitamente sottratto.

Ora però che lo stadio necessitava di essere (per così dire) rimesso a nuovo per poter garantire il maggior numero possibile di tifosi presenti, gli addetti alla manutenzione si erano dovuti addentrare, armati di machete, di siero antivipera, e di cartucce narcotizzanti, in caso di attacchi di cinghiali o altri mammiferi di stazza pari o superiore, in zone impervie dello Stadium, rese inaccessibili da una vera e propria jungla, che nel frattempo si era andata testardamente, caparbiamente sviluppando, persino sul cemento.
L’inagibilità,
paventata dalle autorità competenti della regione Piemonte, era dovuta alla necessità di studiare e quanto meno catalogare le specie vegetali che avevano trovato in quell’area, terreno fertile per prosperare, prima di essere abbattute.
Operazione compiuta in tempi record da una task force di botanici, coadiuvati da ragazzi della next gen, che potranno utilizzare queste attività per ottemperare a scuola quanto previsto dal decreto sull’alternanza scuola lavoro, e con la possibilità da parte della Juventus di utilizzare, a partire già da questa partita col Sassuolo quelle aree, di cui molti neanche conoscevano l’esistenza.        

L’ALTERNANZA SZCZESNY– PERIN NON FUNZIONA PIU’
Cominciamo subito col parlare di Szczesny: portiere tra i migliori al mondo, ma che alterna parate miracolose ad errori quasi comici, evidentemente dovuti a mancanza di concentrazione. L’alternanza con Perin, di sicuro quest'anno non gli sta giovando. L’anno scorso entrambi avevano un numero molto maggiore di occasioni di giocare, mettersi in mostra, e far vedere a tutti ciò che valevano. Quest'anno, invece, Perin, per esempio, in più occasioni ha compiuto scelte che non stavano né in cielo né in terra. Che non avevano la minima possibilità di portare ad un reale vantaggio. Vere e proprie pazzie, come quella di arrivare a centrocampo palla al piede per poi, una volta passata la palla ad uno dei suoi compagni, tornare in fretta in porta.
Ormai, per dimostrare di valere quanto Szczesny, l'ultima frontiera sarà quella di tentare una parata alla Higuita, ovvero mani a terra e piedi volanti. Capisco che questo non sia certo colpa di qualcuno, se non dell'amato Ceferin, che invece di metterci in prima fascia in Champions League ha fatto sì che fossimo estromessi a calci nel didietro dall'Europa che conta.
Ma qualcosa bisognerà pur fare, perché: dagli oggi, e dagli domani, qualche cavolata il buon Perìn la combinerà, e se non lo farà lui, ci penserà Szczesny: Scoppiati!

I TRE TENORI
I tre centrali Bremer, Rugani e Danilo, rappresentano un'ottima contraerea per tutte le palle alte che arrivano in area.
Danilo
, con quelle facce che fa, dà sempre l'idea di essere al limite, salvo poi tirare fuori dal cilindro l’ennesimo tackle da raggelamento sangue nelle vene. Danilo sembra incarnare lo spirito di Chiellini, poco a suo agio nel costruire ma sempre nel posto giusto quando si tratta di fermare l'azione dell'avversario. Per l’espressività: Danilo Sette pose.
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Di Rugani non si può che dire ciò che già ribadito in più occasioni e cioè che quest'anno si sta dimostrando il miglior centrale panchinaro della stagione. Dai modi sempre pacati, qualche settimana fa su specifica domanda dell'intervistatore, dopo l'ennesima sua prova maiuscola, Rugani aveva ammesso di provare una certa rabbia quando deve constatare di essere sempre considerato l'ultima scelta nel ruolo del centrale, dopo quella dichiarazione, oltre a non essere quasi mai più stato convocato titolare, adesso c’ha anche Allegri che ad ogni piè sospinto gli dà addosso a più non posso: Umiliato e offeso!
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Bremer
migliore centrale della serie A: ha una faccia da pacioccone che somiglia a quella di Bud Spencer: nei contrasti non si fa fregare quasi mai. Ispira fiducia: gigante buono!

IL CENTROCAMPO PENSANTE

A centrocampo col numero 5 c'è l’immancabile Locatelli, che comincia ahimè a somigliare sempre più a quel Khedira che tutti quelli che capiscono di calcio apprezzavano alla follia, affermando che sia stato uno dei giocatori tatticamente più intelligenti di tutti i tempi. Io, invece, dato che di calcio (detto con la massima sincerità) me ne intendo pochissimo, non apprezzavo per nulla già allora, e per coerenza, continuo a non apprezzare in Locatelli. Entrambi, infatti, incarnano alla perfezione lo spirito allegriano del passaggio all'indietro come prima opzione.
Badate bene: non è che io non capisca che non si possa sempre verticalizzare, perché ogni verticalizzazione sbagliata vale mezzo gol subito, ma passarla sempre indietro è davvero avvilente, e andrebbe fatto solo quando stai correndo il rischio di perdere la palla. Eccheccazz! il troppo stroppia: un po’ meno intelligente non guasterebbe. Troppo intelligente.
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Come sappiamo, a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre: è molto probabile che Cambiaso abbiano intenzione di venderlo! Allegri quando si mette in testa di farti migliorare te ne accorgi subito. L'effetto deleterio sulle tue capacità tecniche di giocatore è immediato. Gli basta una sola settimana. Nel giro di 7 giorni fa ciò che deve, e da quel momento parte la fase discendente della tua parabola di giocatore.
Dopo una settimana di cura intensiva neanche Maradona avrebbe saputo salvarsi: dopo una settimana di cura Massimiliano, per permettere a Maradona di continuare a fare i suoi famosi palleggi con qualsiasi cosa gli capitasse tra i piedi (arance e mandarini compresi), gli avrebbero dovuto comprare dei palloncini gonfiati con elio misto aria per non farli volare via del tutto, altro che mandarini o arance.

Per Cambiaso, davvero non riesco più a trovare aggettivi sufficienti per far capire quanto lo apprezzi.
Pensateci bene: questo qui riesce a giocare bene e a non indispettire, e indisporre più di tanto Allegri, che continua a rilanciarlo come titolare! Come questo sia possibile è difficile da capire, fatto sta che la medaglia al valor civile per meriti di resistenza all'oppressore tattico (Allegri) non gliela toglie nessuno: Capo della resistenza al cortomusismo: Eroico! 
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Sì, avete capito bene, ad Allegri per rovinare un giocatore basta una settimana, chiedere ad Iling junior che quando è arrivato e ha fatto la sua prima partita in Europa ci è sembrato il messia che era venuto a darci la buona novella della terra promessa
e invece adesso non ne azzecca una neanche a promettergli di farlo accoppiare con un fauno femmina: Depresso.
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Miretti
fino a poco tempo fa lo giudicavo un bambacione; adesso devo dire che ha imparato a non farsi fregare più tanto facilmente e anche fisicamente mi sembra più prestante e quindi capace di assorbire l'onda d'urto dei contrasti di centrocampo. Difficile tenerlo fuori, staremo a vedere quando torna Fagioli, ma ad averne di problemi così! Da bambacione a figlio d’indrocchia il passaggio è quasi completato. Scaltro.
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Rabiot
, da un po’ di tempo a questa parte lo vedo e non lo vedo. Nei contrasti dà una grossa mano perché fisicamente è una roccia, ma ha ripreso a sbagliare come ai brutti vecchi tempi e a salvarlo sono spesso i giovani che mettono una pezza agli errori tecnici che ormai combina quasi sempre. Da quando se n'è uscito con l'annuncio della Juve come alternativa dell'Inter allo scudetto ha perso lucidità, probabilmente Allegri l'avrà bastonato a sufficienza per fargli solo aspettare che arrivi l'anno prossimo per andarsene. In partenza.
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Kostic è il solito rullo compressore, stavolta forse più efficace nella fase difensiva dove, spesso, è tornato per raddoppiare in soccorso a Danilo. La precisione dei suoi cross è andata scemando, nel corso della partita, così come in generale nel corso della stagione, dove sta avendo un andamento identico a quello dell'anno scorso: partito benissimo è finito malissimo. Speriamo che magari l'alternanza con Chiesa possa dargli modo di rifiatare ma... attenzione: se lo fai rifiatare, ma si deprime, è meglio non farlo rifiatare, perché quando ti si intristisce... non ti si risolleva più. Intristito! 

L’ATTACCO IMPREVEDIBILE… CHE NON TI ASPETTAVI
Vlahovic
: da lui ormai non mi aspetto davvero più nulla. Quando sbaglia a porta vuota non mi arrabbio più, quando gli va bene e fa gol... non esulto più.
Facciamocene una ragione: non è il bomber a cui affidare le chiavi dell'attacco bianconero. Non è uno scarsone, questo no, ma nemmeno un campione. E quando segna dovrebbe avere il buon gusto di esultare in modo più sobrio. Non sa rimanere calmo, si agita, litiga con l’arbitro, coi compagni, con tutti, tranne che con se stesso. Così facendo perde lucidità e combina poco.
Col Sassuolo, bisogna essere onesti, ha giocato bene e ha fatto quel che doveva, ma sono troppe le volte in cui gli errori commessi gridano vendetta. Chissà, magari col tempo… Rivedibile… o, se possibile… rivendibile!
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Come i campioni di Tetris, che decidono la propria mossa prima ancora che il pezzo successivo sia stato visualizzato, Yildiz ancor prima di aver toccato palla sa già quale sia l’opzione migliore. Il suo corpo è sempre in movimento, e i suoi stop sono sempre a seguire.
Nei movimenti senza palla quasi si trascina: va in modalità risparmio energetico, sempre un po’ chino, con le braccia sempre leggermente protese in avanti.
Il suo modo di correre ricorda quello di Tuco Ramirez: il cattivo de “il Buono, il Brutto e il Cattivo” nella scena del cimitero, con migliaia di bare tra cui Tuco corre, alla ricerca di quella dove è sepolto l’oro che renderà ricco chi saprà appropriarsene.
Scherzi a parte, siamo di fronte ad un predestinato, ma di quelli veri. Tra un paio d'anni sarà senza dubbi tra i primi tre al mondo.
Giuntoli fai subito quel che devi: manda via tutti, se necessario, ma questo non te lo perdere, oppure passerai la vita a rimpiangerlo.
Yildiz fa rima con Tetri(z).