Penitenziagite!
Agite facendo penitenza: questa era l’esortazione di frate Dolcino da Novara, nato e vissuto a cavallo del XIII secolo, fatta propria da Allegri, che la ripeteva fino all’ossessione.

«Fate penitenza, e non agite con superbia ché il regno dei cieli è vicino»

La prudenza, si sa, non è mai troppa, e i cali di concentrazione nell’arco di una stagione sono praticamente inevitabili, ma alzi la mano chi non ha trovato almeno una volta quanto meno eccessive e fuori luogo certe dichiarazioni di Allegri che invitavano tutti a maggior equilibrio, anche di fronte a vittorie schiaccianti ottenute, udite udite, persino con sprazzi di bel gioco.
Questo continuo rispedire sgarbatamente al mittente considerazioni di più ampio respiro, che contemplassero anche qualcosa in più del semplice quarto posto, sembrava più uno stucchevole gioco delle parti, che non una reale percezione di un pericolo incombente.

Penitenziagite!

Agite facendo penitenza, e soprattutto, aggiungo io, non alzate mai lo sguardo verso l’altissimo con protervia e presunzione, ma solo con umiltà; per rendere grazie dei doni che ci sono stati concessi. Mai paragonabili ai doni elargiti a profusione all’Inter, questo no! Ma anche considerando le iniquità che il VAR quest’anno, spudoratamente, senza lesinare, ha dispensato, mai ci si dovrebbe dimenticare che nelle decisioni arbitrali, come nella vita, le cose potrebbero sempre andare peggio. Ne sapeva qualcosa persino San Francesco d’Assisi, che nel suo cantico delle creature ringraziava il Padre Celeste persino della sorella morte corporale. Ebbene sì, persino di fronte a cotanta paventata possibile eventualità una grattata nelle parti basse e un ringraziamento non sarebbero dovute suonare, in ogni caso fuori luogo, bensì sempre e comunque necessarie ed opportune!

Agite con prudenza e sempre con umiltà.

Queste parole ed esortazioni, invece, erano parse a tutti noi, almeno fino a ieri sera, un eccessivo ed insopportabile mettere le mani avanti, questo voler sempre riferirsi al quarto posto, come obiettivo da raggiungere, risultava alle mie orecchie un monito inutile ed irritante. Come si fa, mi chiedevo, a convincere sé stessi a vedere le cose in modo così diverso dalla realtà, riuscendo ad autoconvincersi che davvero il livello di questa squadra sia così inferiore a quello che i nostri occhi ci davano l’impressione di intravedere?

Noi siamo la Juventus, mi dicevo, e lo scudetto è l’unico obiettivo possibile. Questo era per molti di noi l’unico modo possibile di vedere le cose.
Questo però solo fino a ieri sera, perché dopo la partita di ieri con l’Inter, sento prepotente e improcrastinabile l’esigenza di dover chiedere umilmente scusa a mister Allegri.
Mister Allegri, Max, avevi ragione tu! Avevi ragione, Max. Avevi ragione, dieci, cento, mille volte! Ed io, piccolo essere ridicolo e supponente, cosa potevo aggiungere per dimostrare il mio pentimento; se non aggiungere che se tu avevi ragione, io avevo torto. Dieci, cento, mille volte torto, e non lo capivo. I miei occhi erano chiusi, la mia mente, soprattutto, era chiusa. E c’era voluta la partita con l’Inter, una squadra priva di qualità sportive, a farci capire i nostri limiti.

Un’Inter, come detto, priva di grossi meriti sportivi, ma forte della sua situazione finanziaria fortemente debitoria. Una Inter forte solo dei suoi debiti! E su questo punto permettetemi di aprire un inciso che ci aiuterà a spiegarci tantissime cose che quest’anno ci è toccato coi nostri occhi di veder accadere.
Probabilmente vi starete chiedendo di cosa stia parlando, e se la mia salute mentale non debba essere messa in discussione. No, signori. No. Se dico che la forza principale dell’Inter deriva non tanto da meriti sportivi, quanto, invece, dai suoi debiti, i suoi immensi debiti, non faccio altro che considerare le conseguenze, gli scenari, di un suo eventuale fallimento. Il debito contratto dall’Inter verso tutti i più grandi istituti di credito, la rende invincibile, perché il nostro sistema non potrebbe mai sostenerne un eventuale Default. Un suo fallimento (che in un sistema sano sarebbe da considerare più che probabile) porterebbe ad un effetto a catena più devastante di un’esplosione atomica. Dopo un eventuale fallimento dell’Inter, non rimarrebbe di lei, e del mondo del calcio in generale, pietra su pietra. Talmente gravi e irreversibili, i danni che ne deriverebbero, da indurci, dopo breve riflessione, a capire che persino per la Juve, persino per il Milan, persino per il Roccacannuccia e per la Pergolettese, un eventuale Default dell’Inter significherebbe l’inizio della fine. Di cosa? Semplicemente, di tutto. Effetti non immediati, magari, ma, coi dovuti tempi, tutto, poco alla volta non sarebbe più lo stesso. Le conseguenze nefaste del fallimento dell’Inter sarebbero non solo devastanti, ma probabilmente irreversibili. Un fenomeno finanziario che in natura non troverebbe un’eventuale corrispondenza nemmeno nello scioglimento dei ghiacciai: l’innalzamento delle acque, con conseguente perdita di intere aree come quella di Venezia, e di tante altre, altrettanto preziose, sarebbero da considerare insignificanti se paragonate al fallimento dell’Inter.

Ma chiuso (per il momento) l’inciso sull’aspetto finanziario e tornando invece a parlare di sport, torno a rivolgermi al nostro caro amico Max: “caro Max, sento di dovertelo: faccio umilmente atto di contrizione. Ammetto che mi sbagliavo, praticamente su tutto! Caro Max, inutile girarci intorno: in questi anni ho più volte sottolineato quelli che mi sembravano essere evidenti tuoi errori. Questo tuo costante minimalismo, questo nichilismo cosmico, sfociante nel classico basso profilo, a volte talmente basso da indurci a chiederci cosa ci stessimo a fare in serie A, se davvero ogni volta avessimo dovuto considerarci una squadra così debole e fragile, da non poter ambire praticamente a nulla.
E questo, anche quando quest'anno le cose sembravano aver preso una piega migliore rispetto agli anni scorsi.
Più volte ho deriso le tue scelte
, e altre volte mi hanno fatto arrabbiare ma la partita di ieri con l'Inter mi ha aperto gli occhi su tutta una serie di questioni che fino ad ora, pur evidenti mi erano comunque sfuggite.

Partiamo dal caso più eclatante, e cioè da chi fino a ieri sera ho difeso a spada tratta, attaccandoti, caro amico Max perché, pur diciottenne non gli conferivi pieni poteri; perché, pur essendo un ragazzino, non gli avevi ancora consegnato le chiavi della squadra, e, naturalmente, un attimo dopo, anche le tue dimissioni. Sto parlando di Yildiz, che aveva dimostrato un potenziale devastante, soprattutto in occasione delle partite di Coppa Italia, dove in area saltava avversari su avversari, come fossero birilli. Ma quali erano questi famosi atteggiamenti fuori luogo che avevano spinto Allegri a dargli una lezione? A ben vedere, (cosa che prima di ieri non ero riuscito a fare in modo distaccato), effettivamente degli atteggiamenti fuori luogo anche nel corso di questa partita li ho visti, e li ho visti in maniera molto chiara. Tanto per cominciare ho notato che ovunque sia la palla Yildiz non c'è, e, che, al contrario, ovunque ci sia Yildiz non c'è la palla. Sembra quasi che non voglia mai essere coinvolto, forse per paura. Ieri abbiamo dovuto aspettare davvero tantissimo prima di vedergli toccare una palla. Il compito dell'attaccante è quello di smarcarsi, ricevere palla con un controllo rapido e preciso, fornire assist al proprio compagno, oppure fare gol direttamente. Yldiz non può rimanere fermo, o andare in giro per il campo al piccolo trotto senza una meta precisa, senza un’idea di cosa si vorrà fare di questa benedetta palla quando e se arriverà.

La partita con l'Inter di ieri mi ha aperto letteralmente gli occhi. Finalmente ho capito di aver sbagliato di non aver saputo comprendere la tua capacità di lettura delle partite neanche il tuo prudente gioco fatto di passaggi spesso all'indietro che io tanto Ho criticato in questi anni non mi rendevo conto che questa squadra se ha una speranza di andare avanti e di vincere qualcosa non può prescindere dal doverlo fare con un profilo bassissimo con passaggi all'indietro fino a quando non si apre un varco per poter verticalizzare. Questa squadra non è fatta per attaccare a testa bassa, per provare continuamente a verticalizzare: perderebbe le gare 6 a 0.

Ciò che forse ha dato più fastidio, tra i vari atteggiamenti che nel corso della partita Yildiz ha tenuto, c'è quello di pretendere sempre che gli altri, appena possono, la passino a lui. Manco fosse Maradona. Peccato che lui si faccia sempre trovare fermo e quindi facilmente anticipabile dai difensori avversari che non stanno di certo lì per leggere il giornale, o per dare un'occhiata ai cantieri ma stanno lì per leggere le situazioni e prevenire le sue mosse.
Un altro che ormai ha stancato tutti è Vlahovic, il quale entra in campo già palesemente incavolato. Dopo un minuto comincia la sua personale guerra contro l'arbitro, il quale all'inizio sorvola, ma ad un certo punto capisce che l'unico modo per calmarlo è quello di ammonirlo. Neanche così ci riesce, ma, bontà sua, riesce anche a non espellerlo, cosa che forse avrebbe meritato in più di una occasione. Vlahovic: hai rotto davvero i cosiddetti. Chiesa nella mezz’ora finale è riuscito a dare alla squadra tutta la concretezza di cui aveva bisogno, e in tanti avranno pensato che se Inter se lo avesse avuto contro per tutta l'ora e mezza di gara sicuramente non avrebbe vinto. Allegri disfiamoci di Yildiz e di Vlahovic, e facciamo firmare un contratto a vita a Chiesa, che altrimenti, prima o poi, si stancherà di dover sempre partire da sinistra, quando vuole fare qualcosa di pericoloso.

Ed infine il solito appello a Giuntoli, persona saggia e giusta:
Giuntoli, tu che sei una persona saggia e giusta, offri ad Allegri, ribattezzato nel frattempo: ‘Maxunodinoi’ un contratto a 15M all’anno a vita. E soprattutto, dopo la figura barbina rimediata ieri, mettendo in campo i famigerati giovani, manda per qualche mesetto Yildiz e Vlahovic a raccogliere, nelle zone cespugliose della Continassa la cicoria e la rucoletta selvatica da vendere al banco riservato ai contadini del mercato ortofrutticollo di Venaria.

Yldiz, Vlahovich, seguite con umiltà le indicazioni di mister Allegri: Penitenziagite!