Leggi e smetti di preoccuparti...
Il futuro potrebbe essere molto meno cupo di come lo immagini.

No, non sto parlando di Juventus, di cui continuo a pagare l’abbonamento a DAZN, nonostante nel bel mezzo di ogni sacrosanta partita mi ritrovi puntualmente a chiedermi perché sia ancora disposto a pagare per soffrire così, ma di qualcosa che molto presto entrerà nelle nostre vite, e sarebbe bene, prima di farcene travolgere, di capire cosa possiamo fare per difendercene, facendola diventare nostra amica, a patto di conoscerla.
Sto parlando della famigerata Intelligenza Artificiale.
E’ vero! Molti dei lavori che adesso svolgiamo noi tra non molto saranno svolti in piena autonomia e molto meglio di noi da macchine, rese sempre più intelligenti da algoritmi di intelligenza artificiale sempre più evoluti.
E le persone che verranno rimpiazzate dalle macchine, cosa faranno? Rimarranno disoccupate?

La risposta a questa domanda che tanto ci atterrisce è . Ma l’essere disoccupati ci spaventa così tanto perché associamo a questa terribile parola una condizione di vita molto spiacevole: l’essere privato di mezzi di sussistenza.
Chiunque di noi, se venisse interrogato e gli si chiedesse se volesse rimanere disoccupato, risponderebbe di no. Ma questo semplicemente perché siamo da sempre abituati a veder associato lo stato di disoccupato con l’essere povero, in stato d’indigenza, privo dei soldi per soddisfare anche le esigenze più elementari.
Ma se chi decidesse di sostituire completamente l’intervento dell’uomo, continuasse a pagargli a fine mese lo stesso stipendio completo, con le stesse garanzie, e di non far mancare nulla a lui e alla sua famiglia, non penso ci sarebbe qualcuno che rifiuterebbe. Nessuno, immagino, direbbe di no se gli si proponesse, a parità di garanzia di sussistenza, di passare il resto della propria vita alle Maldive, anziché in città tetre, dove le macchine continuerebbero a fare ciò che un tempo faceva l’uomo.

Disoccupazione è una parola che fa paura semplicemente perché ad essa associamo la mancanza di mezzi di sussistenza. Ma se questo problema non ci fosse più, chi sarebbe così stupido da rinunciarvi?
A tendere, gli unici a dover rimanere ad occuparsi di lavoro sarebbero i politici, quelli a cui toccherebbe il compito di dare alle macchine un indirizzo politico alle decisioni. I problemi continuerebbero ad essere quelli legati alla gestione dell’ambiente. Alla scelta delle fonti a cui affidarci per avere l’energia per sostenere e far funzionare il pianeta Terra. Ma dovrebbero essere decisioni di altissimo livello. Per le decisioni implementative ci si aspetta che le macchine, molto più intelligenti, siano in grado di scegliere nel miglior modo possibile per nostro conto a quali fonti di energia affidarci, e in che percentuale. Quasi tutte le figure professionali sarebbero rimpiazzate, anche quelle che oggi riteniamo le più critiche, come ad esempio i medici. Reti neurali potrebbero disporre di quantità sconfinate di casi da cui apprendere per formulare diagnosi sempre più attendibili.

Immaginiamo addirittura che ogni persona abbia a disposizione una propria macchina in grado di controllare ogni giorno le proprie condizioni di salute, facendo un check-up giornaliero. Eventuali valori anomali dei parametri verrebbero portati all’attenzione di macchine che con esami più approfonditi sarebbero in grado di stabilire gli interventi compiere. Tenuti sotto controllo in modo così puntuale, ogni malattia verrebbe riscontrata immediatamente, con possibilità di essere sempre tempestivi nelle cure, e così di vivere bene e a lungo. Se poi risultasse che per garantire una buona qualità della vita dovessero essere impiantate delle protesi sintetiche, che poco alla volta andassero a sostituire le parti organiche, si potrebbe arrivare “pezzo dopo pezzo” ad avere persone quasi completamente sintetiche, tra l'altro con capacità intellettive arricchite da protesi con capacità anche di interagire con centri dati con cui scambiare informazioni per arricchire un database comune con vantaggio da parte di tutti, e di avere persino la capacità di fare dei backup delle informazioni che nel corso della nostra vita abbiamo accumulato, in modo tale che in caso di danneggiamento sia possibile ripristinare quello che noi siamo.

Concetti come la concorrenza con altri o la sempre maggior efficienza non avrebbero più necessità di esistere. Concorrenza tra chi, e contro chi? Le macchine si occuperebbero di tutto, l’inefficienza dovuta allo scarso rendimento sarebbe una contraddizione in termini: a nessuno verrebbe chiesto di essere maggiormente efficiente: anzi, il sistema inviterebbe le persone ad andare in vacanza e tenersi solo a disposizione per il consueto monitoraggio della salute.
Perché preoccuparsi di fare cost reduction utilizzando materiali peggiori, e processi più economici, a costi inferiori, tipici concetti della concorrenza? Le macchine per definizione farebbero tutto il meglio per farci vivere all’infinito.

L’uomo potrebbe dedicarsi all’arte, alla musica, ma senza obblighi, solo per divertimento. Qualcuno potrebbe dire che affidando tutto, salute, e scelte di altissimo livello alle macchine, esse potrebbero essere contro l’uomo. Ma questo non avrebbe senso, perché, e questo passaggio è fondamentale, le macchine sarebbero programmate in modo da non avere l’esigenza di essere in competizione tra loro e con l’uomo, avendo come unico scopo quello di fare del proprio meglio per rendere la vita dell’uomo piacevole e lunga.
Le macchine sarebbero costantemente impegnate, senza stancarsi mai, a produrre beni di consumo per noi umani e a progettare, sempre più intelligenti,  nuove macchine in grado di utilizzare processi sempre meno inquinanti. Tutto sarebbe uomo-centrico o meglio pianeta -Terra – centrico, nel senso che verrebbero utilizzate le fonti di energia rinnovabili, sempre più efficienti, sempre più capaci di produrre energia partendo da materie prime rinnovabili con l'obiettivo di inquinare sempre meno, e quindi di garantire un ambiente il più possibile salubre.
L'obiettivo finale sarebbe quello di avere delle macchine completamente autonome a cui venga dato come imprinting quello di fare sempre cose che siano a vantaggio dell'uomo, il quale per mezzo dei politici eletti che sarebbero gli unici a doversi occupare di qualcosa che riguarda l'umano dovrebbero semplicemente fornire degli indirizzi di altissimo livello. Il resto dovrebbe essere sempre affidato a macchine che abbiano la capacità di fare tutto quello che facciamo noi ma molto molto molto meglio, in tempi enormemente più brevi, con un dispendio di Energia sempre inferiore.

La priorità che andrebbe a condizionare le scelte dei politici sarebbe, come detto, quella di tutelare al meglio l’ambiente. D’altronde, le macchine, sempre più intelligenti troveranno il modo di produrre energia in modi per noi incomprensibili, esattamente come succede già adesso con gli algoritmi di Deep learning, in grado di risolvere problemi, di vincere a scacchi con il campione mondiale, e di fare tante altre cose che da soli non saremmo più in grado di fare, ma di cui beneficiamo, senza sapere in che modo ci si sia arrivati, che vengono ottenute, come nel deep learning da algoritmi all'interno dei quali (e questo effettivamente desta preoccupazione) non siamo in grado di entrare,  per conoscerne i meccanismi più elementari, sulla base dei quali avvengono poi le elaborazioni che portano ai risultati che sono già ora evidentemente migliori di quanto possa produrre l'essere umano.
Ma a beneficiarne saremmo noi, a patto di aver saputo formulare regole chiare, stabilite in modo che le macchine non possano mai trasgredirle. Un po’ come le leggi stabilite a suo tempo da Asimov nei suoi romanzi di fantascienza, leggi fondamentali necessarie per regolare le scelte quotidiane che le macchine devono effettuare.

Le leggi etiche per le macchine, pensate da Asimov erano le seguenti:
1. Un robot non può recar danno ad un essere umano, né permettere che, a causa di un suo mancato intervento, un essere umano possa subire un danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini degli esseri umani, purché essi non siano in conflitto con la prima legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza purché ciò non sia inconflitto con la prima o con la seconda legge.

Tali leggi, in apparenza chiare e univoche, contengono molte ambiguità. In seguito, venne aggiunta la Legge Zero, di maggior importanza rispetto alle altre: “Una macchina non può recar danno all’umanità, né permettere che, a causa di un suo mancato intervento, l’umanità possa subire un danno”.
Quindi, se un folle minacciasse di distruggere l’umanità, la Legge Zero autorizzerebbe la macchina ad eliminarlo, cioè lo autorizzerebbe ad infrangere la Prima Legge.
Si aprirebbe a questo punto un problema di valutazione quantitativa dei danni: l’uccisione di molti è più grave dell’uccisione di un singolo. Viceversa, il salvataggio di molti è meglio che il salvataggio di un singolo. Tuttavia, codificare tali regole in una macchina potrebbe causare grossi problemi in alcune situazioni. Ad esempio, un robot programmato per massimizzare la felicità umana, potrebbe decidere di prelevare gli organi da un uomo sano per salvarne cinque!
Si deve concludere che i problemi etici sono troppo complessi e non possono essere condensati in regole sintetiche.

Tornando invece al discorso legato ai processi produttivi, sempre più efficienti, e che quindi permetterebbero di comprare le cose a un prezzo inferiore, sarebbero del tutto obsoleti e ampiamente superati.
Ognuno, grazie alle macchine, senza chiedere nulla a nessuno, avrà modo di usufruire di quello che la terra può offrire. Non ci sarà più bisogno di essere né ricchi né poveri, chiunque per il solo fatto di essere un essere umano che vive su questo pianeta potrà beneficiare di tutto quello che il pianeta è in grado di offrire: nessuno avrebbe motivo di compiere crimini per appropriarsi di beni che gli spettano di diritto.

Quando Adamo ed Eva mangiarono il frutto del peccato, furono cacciati dal giardino dell’Eden e costretti da Dio a vivere del sudore della propria fronte. l'intelligenza artificiale sembra essere ciò che libererà l'uomo dalla schiavitù del lavoro a cui Dio l'aveva condannato.
Man mano che le macchine guidate dall'intelligenza artificiale diventeranno sempre più complesse, e capaci, l'uomo potrà dedicare sempre più tempo a sé stesso e a fare ciò che più lo appassiona, libero da altri pensieri o preoccupazioni. Potrà persino decidere, se lo vorrà, di diventare più intelligente grazie all’impianto di chip, ma questo mai a danno di altri uomini.

Affinché tutto questo funzioni, è importante che le macchine NON siano simili all'uomo per quanto riguarda la parte emotiva.
Se l’uomo sarà in grado di:

  • inibire nelle macchine la nostra (umana e incorreggibile) tendenza a prevaricare gli altri esseri umani, e a dimostrare attraverso l’ostentazione di ciò che si possiede di essere migliori dei nostri simili
  • far sì che le macchine operino solo per soddisfare i nostri bisogni, e per proteggerci, eventualmente anche da noi stessi

non correremo nessun rischio e potremo sfamarci dei loro frutti senza timori.
Per sempre.