Come sicuramente ricorderete, nel corso dell'ultimo vertice spiritico, alla presenza di Giovanni Agnelli, per mezzo della solita Oriana (la mediana), medium di fiducia di casa Agnelli, Allegri, non rendendosi conto della gravità delle sue affermazioni, aveva ammesso candidamente di essere riuscito a farsi riformare ai tempi della visita di leva, e quindi a non prestare servizio militare, sostituendo la boccetta contenente le proprie urine, con quelle di un suo amico, che aveva un solo rene. In seguito a queste affermazioni, la società Juventus, “prendendo in modo netto le distanze dall’operato del proprio tesserato, ha ritenuto di sospendere temporaneamente, in attesa che la magistratura ordinaria si esprima in merito, il rapporto di collaborazione sportiva con il succitato. E, aggiungiamo noi, (sostanzialmente) di iberarsi, senza dover pagare penali, della presenza ingombrante, tracotante e incompetente di Allegri. Il quale Allegri, su iniziativa del giudice (un vecchio juventino, nostalgico del gioco di Lippi) era stato sottoposto a carcerazione preventiva presso Le Vallette, rigettando le richieste dei domiciliari, avendo, il giudice stesso, ravvisato il rischio concreto di reiterazione di quello che a suo dire era considerabile anch’esso un reato: reato di scempio del gioco del calcio.
Ricorderete che nel corso della stessa seduta Giovanni Agnelli aveva “messo in riga” anche Arrivabene, il quale, ci risulta sia tutt’ora in cura presso una clinica svizzera, in attesa di tornare il solito str..zo di sempre, ed essere quindi reintegrato in società nel suo ruolo di CEO/Gerarca – Spia di John Elkann, ruolo svolto ad interim da Andrea Agnelli, coadiuvato da Cherubini.

Sempre nel corso del precedente vertice si era deciso di sostituire Allegri (evidentemente impossibilitato a svolgere dal carcere l’attività di allenatore) con Pirlo. A questo scopo, Andrea Agnelli e Pavel Nedved si erano recati in missione presso la nuova abitazione di Pirlo (nel quartiere popolare della Falchera) per tentare di convincerlo a tornare alla Juve. L'accoglienza riservata ai due, ovviamente, non era stata delle migliori, ma, non ce lo nascondiamo, sarebbe potuta essere ben peggiore se la colubrina del nonno bracconiere, caricata a sale per l’occasione, non si fosse provvidenzialmente inceppata.
Pirlo, memore del trattamento ricevuto, (inutile nasconderselo), mostrava di avere ancora una punta di acredine nei confronti della Famiglia...
A questo proposito, si era rivelato provvidenziale l’intervento del buon Pavel, il quale, pur essendo vicepresidente con incarichi speciali (noti solo a lui), non ha esitato a proporsi anche come secondo di Pirlo ad interim, in modo da essere sempre fisicamente vicino alla squadra, con quindi la possibilità di intervenire tempestivamente, reprimendo sul nascere i soliti atteggiamenti da bullo di Bonucci, attingendo al suo repertorio di mosse, apprese frequentando con profitto l’asilo paramilitare d’infanzia di Praga, ad esempio sferrandogli una terrificante serie di poderosi calci nel deretano. Avendo avuto, Pirlo, rassicurazioni su questo punto, come anche sul fatto di non avere più Tudor tra le scatole a dire ai giocatori l’esatto contrario di quello che diceva lui, e, ultimo, ma non ultimo, la possibilità di mettersi in pari col pagamento delle rette del Country Golf Club di Poirino, e poter quindi congedare i due simpaticissimi signori-armadi a due ante mandati dalla società di riscossione crediti, a cui il Country notoriamente si rivolgeva. Questa notizia, del ritorno di Pirlo, rimbalzata da un'agenzia all'altra, aveva indotto la dirigenza ad organizzare in fretta e furia un nuovo vertice per un veloce allineamento circa i recentissimi accadimenti. Obiettivo principale, quello di definire nel dettaglio il nuovo organigramma, inserendo uomini di fiducia di Pirlo nei ruoli chiave. Dal piglio perentorio con cui Pirlo dava disposizioni, si vedeva bene che, fin dai mesi successivi all’esonero, egli aveva riflettuto non poco per capire quali fossero gli errori che erano stati commessi, e quali lezioni era possibile trarre da ogni singolo errore.

Con un sorriso a 32 denti, raramente contento come in questa circostanza, Andrea Agnelli decide di fare uno strappo alla regola, e invece di pronunciare la solita, pomposa tiritera per dichiarare ufficialmente aperto o chiuso il vertice, esordisce con un: “Andrea, due anni fa la tua dipartita ci ha lasciato dentro un vuoto di serietà, di umiltà, di professionalità che senza di te non abbiamo saputo colmare. Grazie per avere accettato, per amore dei colori bianconeri, dei suoi tifosi, e per l’affetto che ci lega personalmente, di riprendere, da dove si era interrotto, il filo che, ne siamo tutti certi, ci regalerà grandi soddisfazioni”.
Presenti in quel momento: Andrea Agnelli, presidente e, ad interim, CEO della società Juve, Pavel Nedved, vicepresidente con incarichi speciali, noti solo a lui, e vice di Pirlo, con mandato, senza limitazioni, di usare le buone o (più spesso) le cattive per indurre Bonucci, coi suoi modi da bullo, ad addivenire a più miti consigli.
Come detto, in attesa di rivedere anche Arrivabene ai suoi standard di stronzagg..e ne fa indegnamente le veci dal punto di vista operativo un Cherubini educato e timoroso, decisamente lontano dal miglior Arrivabene. A concludere, presenti come sempre John e Lapo, oltre all’ormai onnipresente Avvocato, che non manca mai di dare il suo apporto al dibattito.

Anche l’Avvocato, senza gli eccessi da libro cuore di suo nipote Andrea, tramite Oriana, non manca di dare il benvenuto a Pirlo:
“Cavo Pivlo, ci aspettavamo gvandi cose da lei già due anni fa. Conosciamo bene la sevietà e l’ambizione che la animano in tutto quello che fa, valovi che vappvesentano le cavattevistiche, il DNA di questa società. In questi anni ho spesso scomm… ehm… alcuni mie amici, passati come me a migliov vita hanno spesso scommesso sulla squadve che allenava nei tovnei clandestini di subbuteo, e posso affevmave che anche in quello, il suo talento si è sempve dimostvato cvistallino. Un Gvande in bocca al lupo!
-Pirlo, visibilmente commosso, sta per dire qualcosa, quando dal corridoio che porta alla sala delle sedute spiritiche giunge un vociare confuso, che istante dopo istante diventa sempre più forte, fin quando la porta della saletta viene aperta dall’esterno praticamente con una spallata.
-Agnelli paonazzo: “Si può sapere cosa caspita sta succedendo qui? Siamo in piena seduta spiritica, fate allontanare immediatamente questi disturbatori”.
-Allegri, che ancora non era entrato nella sala, pregustando la sorpresa che avrebbe causato a tutti entrando: “Andrea, tettù un sei hontento di vedermi?”
In coro, Tutti: “Max?”
-Allegri: “Ecchellè hodesta reazzione? Un siete hontenti di rivedermi?”.
-Andrea: “Max, scusa l’indelicatezza della domanda: ma non eri in carcere alle Vallette per reato di falso?”.
-Allegri: “Se la magistratura si mettesse accredere a tutto quello che uno ttidice, pure quando scherza, staremmo belli he ffreschi, tutti belli he ffreschi!".
Andrea, sempre più nervoso: “Ma santoddio, ma di che scherzi vai cianciando, Max! Tu, in presenza di mio nonno Giovanni e di tutti noi hai ammesso allegramente di aver evitato di fare il militare scambiando le tue urine con quelle di un moribondo… Non vorrai ora mica dire che questa cosa non l’hai detta!".
-Allegri: “Il tentativo di sgavignarmela con codesto trucco, lo ammetto, in testa celavvevo eccome. Solo che mio cugino, che ll’è pocopoco ritardato, non ti fa hadere la boccetta che si va a rompere? Sta di fatto che gli esami li han fatti sull’urina mia. Questo me l’ha confermato quel rithardatho del mi cugino, e pure confrontando il DNA. Quella pipì l’èmmia, e, tanto per la hronaca, codeste urine sono state giudicate le migliori urine della toschana. Annata 1986”. Così dicendo, solleva la boccetta con le sue urine da record, mostrandola a tutti con orgoglio.
L’Avvocato, che fino a quel momento pur irritato dai modi di fare di Allegri si era limitato ad ascoltare senza intervenire, mosso da curiosità, chiede qualche ragguaglio in più: “Scusi, Allegvi, ma se le uvine analizzate a suo tempo evano sue, se non è tvoppo di distuvbo, potvebbe aveve la compiacenza di svelavci l’avcano?”.
Allegri: “Avvocato, mi meraviglio di lei! Tra Andrea, Lapo e John, se li metti insieme, un grullo normale hun viene, che hun viene! Ma santoddio, mi ha cissono solo le urine che ti possono salvare!”.
Andrea: “Guarda Max, se salta fuori qualche altro trucco o illecito, Parola mia, lo giuro sulla tomba di zia Marella, ti denuncio io stesso, e poi vediamo come te li vuoi guadagnare i prossimi tre anni di stipendio dal carcere, a 7 netti all’anno: ”le analisi del sangue?”.
-Allegri, prendendoci gusto: ”acqua”.
-Andrea, livido, con imminente rottura delle vene del collo: “Si può sapere cosa hai taroccato per non fare questo benedetto servizio militare?
Allegri: “Qua, handrea tidevo da’ rragione, perché quello che l’hè scritto su codesto foglio, io un c’ho hapito una fava”.
-Andrea, leggendo il referto che sinteticamente fotografa la situazione sulla salute della recluta Allegri Massimiliano: ”La recluta, pur ottenendo punteggi eccezionali in quasi tutte le prove di tipo fisico, presenta evidenti deficit cognitivi, uniti a turbe psichiche e fissazioni monomaniacali che lo portano a preferire le vittorie conquistate con punteggio di 1-0, altrimenti denominata come sindrome del  cortomusismo: neurodegenerativa e incurabile".
Allegri, ascoltando dalla voce di Andrea il contenuto del referto (che a lui risultava comunque assolutamente incomprensibile) sentendo parlare di turbe psichiche, decide di togliersi un sassolino nei confronti di Lapo, che nei giorni immediatamente successivi all’arresto di Allegri si era mostrato tutt’altro che contenuto nelle sue manifestazioni di giubilo: “Lapo, tellorihordi il festino annairobi? Quello che avete fatto te e i tu amici? Come, hun tellorihordi? Adesso te lo fò rihordare io, benin  benino, te lo fò rihordare!".
Lapo, letteralmente impietrito, in un bagno di sudore, cerca di buttarla sul ridere: “ Max, quella storia di Nairobi, lo sai pure tu, è tutta un Fake. Figurati! MI sono pure sposato da pochissimo, che motivo avevo io per mettermi in mezzo ai casini come un pivello…".
Allegri, col tipico sorriso satanico che di tanto in tanto sfodera per dimostrare di non guardare in faccia a nessuno: “Tutto un fake dici tu, eh Lapino Lapino”, e così facendo accende il videoproiettore della sala sedute, lo collega in pochi secondi tramite WiFi al suo smartphone, e, dimostrando una insospettabile (e al contempo sospetta) dimestichezza con l’utilizzo di dispositivi elettronici, spegne la luce principale e fa partire a un buon livello di volume.
Sempre Allegri: “E quel culone bianco lì, di chi eh? Hun sei tu quello lì, Lapino? E codesto ramo d’ebano, a cui ti aggrappi per hun cadere, nun ll’è di qualche tua vecchia conoscenza? Avvederlo così pare il tu amiho. Homm’è che si chiama il tu amiho? La prima lettera l’è la M e le altre so’ Andingo, mi paaare".

Nella penombra si sente un tonfo, le luci vengono immediatamente riaccese. Riverso per terra c’è l’Avvocato che ha appena avuto (da defunto n.d.r.) un infarto. Viene immediatamente chiamato il 118, mentre John sorregge suo fratello Lapo, il quale, a giudicare dalla fissità dello sguardo, è evidentemente in stato di shock. L’infermiera del 118 prontamente accorso fa presente che il signor Agnelli ha la tessera sanitaria scaduta da 20 anni, ma che magnanimamente accompagneranno l’infartuato presso il più vicino nosocomio. Cercando su google, la struttura medica più vicina risulta essere il J-Medical.
Il povevo Avvocato, sentendo nominave il J-Medical, ha un sussulto: “Pev cavità di Dio! Piuttosto vipovtatemi al cimitevo di Villav Pevosa, ma al J -Medical neanche movto”.

In tutta questa baraonda di emozioni, ci siamo completamente dimenticati di Pirlo, il quale avrebbe voluto ringraziare di cuore chi aveva deciso di fornirgli una seconda chance. Ma dopo aver visto e sentito tutto quello è stato detto e fatto vedere, considerandosi fortunato nel poter ancora declinare, non avendo ancora firmato nessun contratto, contando sul fatto che nella confusione nessuno lo noti, prende il discorso che si era scritto lo rimette in tasca, insieme a tutto il resto, e quatto quatto, se ne va...