Breve riepilogo degli episodi precedenti
La Juventus, nonostante siano state ormai giocate svariate partite, sia di serie A che di Champions League, continua a perdere, o, se va bene, a pareggiare, seguendo un canovaccio che pare essere sempre lo stesso: giocare bene i primi 15, massimo 20 minuti, segnare, per poi schierarsi in difesa e, immancabilmente, subire il pareggio e spesso anche la sconfitta.
La società, volendo a tutti i costi evitare di ripetere l'inizio-stagione disastroso dell'anno scorso, è subito corsa ai ripari, comprando giocatori del calibro di Paredes, Kostic e Milik. Tutti ottimi giocatori che, sulla carta, avrebbero dovuto col loro ingresso risollevare la situazione. Situazione che risulta invece essere, partita dopo partita, sempre più drammatica. Il valore dei giocatori è indiscutibile, come lo è anche il loro impegno durante la partita. Tutte le analisi portano a individuare come unico, vero responsabile di questo disastro la figura di Allegri, il quale continua, come un disco rotto, a propugnare concetti universalmente ritenuti obsoleti, non più capaci di portare né al bel gioco (cosa, a dire il vero, mai prevista dal credo allegriano) né tantomeno alle famose vittorie striminzite di cortomuso da lui tanto decantate.
Allegri, col suo atteggiamento, non sembra volere (o essere in grado di) adattare i suoi convincimenti tattici ad un calcio che nel giro di due anni ha subito una profonda evoluzione, di cui non si può non tener conto. L'unica soluzione sarebbe quella di esonerare Allegri per puntare su un allenatore giovane, ma di spessore. Esonerare Allegri ora, però, comporterebbe comunque il pagamento di ancora tre anni di stipendio.
La società Juve, che sicuramente non ha intenzione di rimanere in scacco di Allegri per tre anni, ha deciso di mettere in atto una serie di azioni che costringano quest’ultimo ad uscire dalla zona di comfort che si è sfacciatamente ritagliato attorno a sé, e a considerare concretamente la possibilità di dimettersi, rinunciando, così, magari a parte del suo compenso, ma guadagnandoci decisamente in salute! Le azioni adottate dalla società Juventus per rendere quanto più difficile possibile la vita ad Allegri, lo ricordiamo brevemente a beneficio degli smemorati, sono le seguenti: tutte le interviste ad Allegri, pre e post gara, verranno gestite da Lele Adani, feroce mastino del giornalismo sportivo e nemico giurato di Allegri.
Tutte le conferenze stampa con domande gestite in modo completamente trasparente, nella nuova modalità proposta da Ambra Angiolini, vecchia fiamma di Allegri, e cioè senza nessuna possibilità che le domande vengano concordate né che vengano in qualche modo “depotenziate”.
Terzo elemento: l’incarico dato formalmente a Cassano (supportato da Ventola) di tenere le relazioni con la tifoseria organizzata. A questo proposito, nell'episodio precedente, mancava ancora da stabilire, assieme a Cassano, che tipi di interventi sarebbe stato possibile mettere in atto, lato tifoseria, per mettere anche durante la partita alle strette l’allenatore.

Nel corso di una riunione tenutasi segretamente alla Continassa, presenti Andrea Agnelli (organizzatore dell'incontro), l’immancabile Avvocato, in collegamento dall’oltretomba grazie al contributo sempre discreto di Oriana (la mediana), lo staff dirigenziale al completo, e per l'appunto, Antonio Cassano e, a suo supporto, Nicola Ventola, questi ultimi hanno illustrato due possibili azioni di protesta, da loro ideate per manifestare tutta la rabbia e la frustrazione sperimentate in queste settimane dai tifosi. La prima proposta prevedeva la raccolta di tutti gli ortaggi e il pesce invenduti al sabato dai banchi del mercato di Bari vecchia, per trasportarlo nottetempo a Torino, e ridistribuirlo, in una zona transennata nei pressi dell’Allianz, in tante cassette di legno, a tutti i tifosi possessori del tagliando d’ingresso allo stadio. Cassette denominate commercialmente come Kit del tifoso incazzato.
Stando a quanto proposto da Cassano, una volta all’interno dello stadio, a rotazione, tutti i tifosi che desiderino nel corso della partita esprimere il proprio dissenso nei confronti di Allegri, potranno recarsi dietro la panchina e lanciare tutti gli ortaggi che in qualche modo, in quel momento rappresenteranno il proprio stato d'animo.
L’altra proposta, sempre del duo Cassano - Ventola, prevede l’utilizzo del terreno di gioco dello Stadium per scopi agricoli. Infatti, conti alla mano (sempre ad opera del duo), la coltivazione intensiva di ortaggi e verdure, grazie agli efficientissimi sistemi di irrigazione di cui il terreno di gioco può beneficiare, darebbe frutto in tempi brevissimi, mettendo addirittura in dubbio la convenienza dell’attuale utilizzo sportivo del terreno, se comparato con quello agricolo.
Cassano e Agnelli si erano quindi lasciati con l’impegno, da parte di quest’ultimo, di decidere e far sapere a stretto giro di posta quale delle due proposte fosse la più appropriata.
Ed è da qui che riparte il racconto dell’episodio odierno.

Pi, pi, pi, pi, pi, pi, pi (suono tipico del cicalino dei camion quando sono impegnati in manovre di retromarcia lenta n.d.r.). Ci troviamo in una zona adiacente all'Allianz Stadium, dove ci sono tre tir con rimorchio impegnati ad effettuare manovre non proprio agevoli, per entrare in un’area delimitata da transenne. In quest’area verrà scaricato il contenuto di ogni rimorchio consistente in vari tipi di verdure, ortaggi e pesce. Si tratta dell'invenduto del sabato dei banchi del mercato di Bari vecchia. La scelta di Andrea Agnelli, alla fine, sembra essere ricaduta sulla proposta di più immediata realizzazione. Riservandosi, immaginiamo, di adottare anche l’altra, più di medio – lungo termine, qualora questa, del kit del tifoso incazzato, non si rivelasse efficace.

Viè, viè, viè, viè, viè. Bò! (vieni, vieni, vieni, vien, bene così! n.d.r.)
Vai, vai, vai, vai. Avàst! (Basta! n.d.r.)
Guardando più attentamente, si scorge, tra i ragazzi impegnati nelle manovre di scarico coi camion, la presenza di Ventola, di Cassano e, a giudicare dalle movenze e dalle modalità comunicative, tracotanti le prime, sguaiate le seconde, del suo famigerato cugino, compagno di mille scippi, ai bei tempi che furono; anche lui, come Antonio, capace nel suo campo - quello delle rapine a mano armata e delle estorsioni 'innocenti' - di costruirsi una carriera di tutto rispetto.
I tre sono ormai arrivati a buon punto: i cumuli di ortaggi e pesci sono ora suddivisi in categorie specifiche. Per completare l’opera, sarà “sufficiente” riempire le circa 10000 cassette, tutte più o meno allo stesso modo. A questo provvederanno i ragazzi del tifo organizzato, che si sobbarcheranno questo duro lavoro. A questo scopo, una numerosissima schiera di tifosi juventini “di Torino”, di seconda, massimo terza generazione, tutti sedicenti torinesi, ma di fatto tutti figli e nipoti di calabresi, siciliani, pugliesi, campani, e lucani era stata “precettata”, come al solito, per svolgere il lavoro più duro; una sorta di rivisitazione in chiave contemporanea di una realtà, quella del cottimo e del caporalato, da cui i loro nonni eran voluti sfuggire emigrando al nord.

Ventola: “Antò, e ccissò chist mò, Mandrache? Che da mò find’a stasera sond’a ign 10000 kit?” (chi sono questi qui, Mandrake? Che da adesso fino a stasera son capaci di riempire 10000 kit? n.d.r.)
Cassano: ”Vid ca chist socciucc da fatij, chist vanno trovando da fatja’ mica so’ comannuj ca nan facim nu cazz dalla mattina alla sera” (Guarda che questi qua sono come bestie da soma, questi se gli dai da spezzarsi la schiena, sono contenti. Non sono mica come noi, che giustamente, avendo l’onere di dirigere i lavori facciamo il minimo indispensabile per rimanere lucidi! n.d.r.).

Elemento impressionante di questa così variegata comunità di tifosi è la fortissima connotazione che accomuna ognuno di essi: un comune registro fonetico, che, incredibile a dirsi, ha perso tutto quello che era il contributo di suoni dato dal dialetto di partenza di ognuno, senza però riuscire ad acquisire il sia pur minimo legame con il piemontese vero, che avrebbe dovuto costituire per ognuno di essi il registro fonetico da raggiungere, per poter vantare la tanto agognata integrazione. Questi poveri ragazzi avevano perso (forse voluto perdere, per affrancarsene) ogni legame culturale col passato, senza però aver saputo o potuto riempirne il conseguente vuoto, con la cultura di quelle terre, ospitali quanto bastava per lavorarci, ma non abbastanza per viverci.
Conclusa la breve digressione sulla questione meridionale, argomento che sicuramente in futuro troverà, a queste latitudini e longitudini, lo spazio adeguato per essere più degnamente discusso, torniamo al racconto di oggi.

Cassano ai presenti: “eccheccazz, pure le unità cinofile sond a ‘bbn? Ca pure che more c ccazz c’n’frec annuj?”
(“Caspita! Anche le unità cinofile abbiamo dovuto coinvolgere? In fondo, dovesse anche morire (Allegri) sepolto dagli ortaggi, che ce ne dovrebbe importare a noi?” n.d.r.).
Ventola: “Antò, qua tutto a norma di legge! T’è piaciuto a fare lo splendido con Elkann? Che giustamente t’aveva chiesto quanto ti doveva per il disturbo?” Cercando di imitare la voce di Cassano quando quest’ultimo cerca di sembrare gentile ed educato: “No John, a posto così! Tu hai già un fratello ricchione, la disgrazia grossa già l’hai avuta…”.

Naturalmente, tutto questo traffico di ortaggi, di pesce, di camion, di cassette, di tifosi intenti a confezionare i “kit”, e di unità cinofile pronte per ogni evenienza, non è passato inosservato ai presenti. A riprova di ciò, ad Allegri giunge subito la chiamata di Giovanni Galeone, il quale era stato a sua volta appena informato, dalla sua talpa, Peppiniello Gargiulo, delle operazioni svolte davanti allo stadio da Cassano e il suo piccolo drappello di armigeri. Lo stesso Peppiniello Gargiulo, detto ‘a Sfinge' per le sue doti di discrezione e riservatezza, che stava per lasciare, ancora una volta e suo malgrado, il segno nella storia di questa società, ma non precorriamo i tempi e gli eventi di questa memorabile giornata.
Galeone al telefono con Allegri: “Max, ma l'è vist che stann a cumbinà in fronte allo stadio? Ti stanno preparann n’accuglienza ‘e chielle che nun si scuordano…”.
Allegri, ancora non del tutto cosciente della pesantezza della contestazione in arrivo: “Ecchellè? Qualche fischio non l’affatto mai male a nessuno, fortifihano lo spirito.”
Galeone: “Qualche fischio? Max, mi sa che c’hanno raggione a dirti che ti sei abbruciat ‘o cerviello: fai che hai capito, ma non eh capito niente! Max, chist ti stann preparann ‘o trappolone (questi ti stanno preparando una enorme trappola n.d.r.). Già me lo vedo al teleggiornale, ‘o servizzio”, e simula l’accento di quelli che leggono il telegiornale turandosi il naso, nella stupida convinzione che basti questo per assumere un accento neutro: “… e passiamo adesso allo sport: in serata, durante la partita di calcio giocata in casa dalla Juventus, ha avuto luogo all’interno dell’Allianz Stadium la contestazione a base di lancio di verdure, ortaggi, uova sode e pesce più veemente che si sia mai vista in un campo di calcio. Oggetto della contestazione pacifica, ma dai toni accesissimi, l’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri, il quale insiste nel non volersi dimettere, nonostante l’inequivocabile volontà dei tifosi di vedere la squadra affidata ad un allenatore in grado di valorizzare i giocatori, giocare in modo dignitoso, e, se possibile, tornare anche a vincere.”
Sempre Galeone: “Max, tu lo sai, je te voglie bbene come a nu figlie. Di contestazioni dure ne ho viste assai, ma come a chist, maje (come questa, mai n.d.r.). Guarda che i tifosi stavolta ce l’hanno cu ‘ttè, solo cu ‘ttè! Mica con quei Giudi Iscarioti dei tuoi giocatori, che sono uno chiù fetente ell’altro. Chist ti remano contro! Siente che ti dico, molla tutto, pienz alla salute!”. 
Ancora Galeone: “Mò ti devo salutare, statte accuorte guaglio’!”

Andando a vedere di persona allo Stadium cosa Cassano e i suoi ragazzi stanno mettendo su per accoglierlo con tutti gli onori, Allegri capisce che così di sicuro non potrà andare avanti a lungo. Il piano ordito da Nedved e messo in atto dalla società sta funzionando. La mazzata che la tifoseria sta per dargli in testa è troppo forte, persino per una testa di coccio come la sua. Sta ormai per prendere il telefono per comunicare ufficialmente ad Andrea Agnelli di volersi dimettere quando gli viene un’idea, una sorta di ‘o la va o la spacca’ da giocarsi con la dirigenza. Invece di chiamare Agnelli, si avvicina a Cassano, che lo riconosce, e con la deferenza che nel calcio ti insegnano ad avere nei confronti di un mister, anche dimissionario, anche in pensione, lo saluta.
Cassano: “Uè, mister Allegri, sei venuto a vedere il saluto che ti stiamo preparando?“ E parte subito la solita risata sguaiata: ” Uha uha uha uha uha uha…”.
Allegri a Cassano: “Ciao Antonio, hun ti puoi allontanare un attimo, oh! Hun ti puoi prende manco un giorno di mutua per andartene al bar con gli amici a Livorno, he ti ritrovi le chiappe sotto attacco”.
Cassano: “ma vattinn, và, c’hai poco da lamentarti Mister, mò te lo dico bello schietto, senza peli sulla lingua, come piace a me: una squadra che fa cagare peggio della tua, io non l’ho mai vista!”.
Allegri
: “ti ringrazio per la schiettezza! Tu e quell’altro bischero di Adani sapete solo riempirvi la bocca di numeri e ddi parole senza signifihato. Oltre apparlare, sarebbe bello vedere hosa sei capace anche affare!. Oggi c’è il PSG, che ci prenderà a pallonate: invece di fare queste bischerate del Kit del tifoso, mettiti in panchina al posto mio, e se riesci a fare anche solo un gol, mi dimetto e non pretendo nulla dalla società. Ma se non riuscite a fare neanche un gol, allora vi togliete di mezzo, tu, i tuoi pomodori San Marzano e Ambra con le sue conferenze stampa, accompagnata da Adani e le sue interviste di hodesta cippa. E riprendiamo il cammino dei passetti, ogni sconfitta un passetto verso il pareggio, e hosì via! Chiama il presidente e vvediamo se cci sta…”
Cassano si allontana un attimo, poi torna con un foglio dove c’è scritto quello che Allegri aveva detto, e cioè che rinuncerà a tutto, se la squadra riuscirà a fare almeno un gol al PSG.
Allegri lo firma.

Cassano convoca i giocatori per comunicargli che stavolta a guidare la squadra ci sarà lui. Basterà fare anche solo un gol per togliersi dalle scatole Allegri, senza che abbia nulla a pretendere da loro e dalla società.
Arriva la sera. I kit sono pronti, ma la coreografia al pomodoro San Marzano è al momento sospesa, sempre pronta però, ad attivarsi, in caso di necessità.
Una persona, che mai indovinereste, è e sarà il protagonista di questi momenti, esaltanti e tragici allo stesso tempo. Si tratta di Peppiniello Gargiulo, detto ‘a Sfinge, al quale Allegri affida un compito decisivo: aggiungere ad ogni bottiglietta d’acqua, destinata ai giocatori della Juventus, 3 gocce di Rivotril: non di meno (non sarebbero efficaci a sufficienza) né di più (i giocatori rischierebbero di addormentarsi).

Inizia la partita, la temperatura, per essere sera, è decisamente elevata!
Ad ogni occasione i giocatori di entrambe le squadre vanno a bordo campo per dissetarsi. Gli Juventini, dopo l’entusiasmo iniziale, per la possibilità concreta di liberarsi di Allegri, sono, almeno quelli in campo, tutti storditi. Arriva il primo cooling break, ma nonostante la tanta acqua bevuta, le gambe diventano sempre più pesanti. Arrivano i gol, ovviamente tutti di marca PSG.
La Juventus deve segnare solo un gol, e sembra una missione tutto sommato sostenibile, ma niente: i gol ci sono, ma sono tutti di marca parigina.
I tempi regolari sono ormai finiti, Cassano è una belva: “L’murt di chivemmurt e stramuurt” “Moccammamt” “Figgh d’ndrocchj”. Ad un certo punto, però gli viene in mente una cosa, ne parla con Ventola, e dopo pochi secondi parte una corsa contro il tempo: Cassano prende un foglio, con l’aiuto di Ventola lo compila. Si tratta di un contratto con cui si impegna, oltre che ad allenare, anche a giocare per la Juve nei pochi minuti che restano, prima della fine. Lo firma e lo consegna nelle mani di Andrea: si tratta di un contratto che regola i rapporti tra la Juventus e un suo tesserato. Cassano può quindi adesso formalmente indossare la divisa della Juve. Prendono quella di Di Maria, dopo aver cancellato con un pennarello il suo nome e numero e scrivendoci sopra quelli di Cassano. Di Maria, infatti, essendo magro, è stato uno dei primi a cedere al caldo, ma soprattutto all'effetto delle gocce. In preda ad un sonno invincibile, senza neanche aspettare di essere sostituito, era andato a stendersi in un angolino più tranquillo del campo, assumendo la tipica posizione fetale del neonato.
Cassano entra in campo. Si fa passare la palla da Perin, che resta in piedi solo perché appoggiato contro il palo, si fa una sgroppata in cui mette tutto quello che ha. Arriva sotto la porta del PSG, chiude gli occhi e tira più forte che può.
Cassano ha fatto gol. Un istante dopo l’arbitro fischia la fine delle ostilità.
Agnelli può cercarsi un nuovo allenatore: Allegri come da accordi se ne deve andare!

Allegri però non è d’accordo: “Andrea, mi dispiace, ma hodesto gol di hassano un lo possiamo conteggiare mica, un lo possiamo.”
Agnelli: “ma di cosa vai cianciando? Che cavillo sei capace di inventarti stavolta?”
Allegri: “un l’è miha un cavillo da poho, Hassano un l’avete assunto home dirigente?”
Agnelli: “Certo, noi facciamo tutto perfettamente in regola! I contratti di tutti i dirigenti sono tutti belli stampabili e visualizzabili dal mio laptop. Ecco qua, ti faccio vedere…”
Allegri: “C’è un problemuccio, Haro Andrea delli miei stivali, he tu sei un grullo!”
Poi, (sempre Allegri) strappando di mano il laptop di Agnelli, lo accende”
Allegri: Dimostrando conoscenze giuridiche insospettabili: “Dovresti saperlo bene anche te: se sei assunto con regolare contratto come dirigente, non puoi anche firmare un altro contratto che ti lega alla medesima società anche come giocatore. Quindi, siccome sul tuo laptop c’è nella cartella dei dirigenti il contratto da dirigente di Hassano, allora il contratto che ha sottoscritto durante la partita non può essere considerato valido né tantomeno il gol he ha segnato. Grullone!”.
Il Laptop di Andrea, nel frattempo, ha fatto tutte le solite, interminabili, operazioni di partenza e di caricamento di quello che serve per funzionare, ma ad un certo punto si ripresenta la stessa grafica rossa inquietante del giorno prima, quella del virus RansomWare, ricevuto "in regalo" dal cugino di Cassano che aveva infettato tutto. Come sicuramente ricorderete, il virus dava 24 ore di tempo per pagare un milione di euro. Cifra più che abbordabile per Andrea Agnelli, ma tra la partita da giocare, e altri mille pensieri, Andrea si era completamente dimenticato di pagare entro il termine indicato il “riscatto previsto dal virus”.
Dopo la grafica, il countdown riprende, ed è, manco a farlo apposta agli ultimissimi rintocchi:
00:00:04 – 00:00:03 – 00:00:02 – 00:00:01 – 00:00:00
Esaurito il countdown parte una musichetta tipica da game over dei videogiochi anni ’80: titiiiiii!
Un istante dopo, su schermo, viene data conferma che, non avendo pagato entro il termine delle 24 ore dall'inizio del countdown, tutti i file sono stati cancellati senza possibilità di recupero. Anche il contratto da dirigente di Cassano è stato quindi cancellato, e non ne esistono ulteriori copie. Questo fa sì che il contratto da tesserato, scritto su un pezzo di carta e firmato da Cassano, torni ad essere valido, così come torna ad essere valido il suo gol!

Scene di esultanza da vittoria della coppa del mondo. I giocatori (quelli svegli) esultano, anche se, molti di loro, parzialmente rintontiti dal Rivotril, non hanno ancora ben capito perché. Si esulta sulla fiducia! Soprattutto esultano i tifosi che possono tornare a sperare in un gioco migliore e di non rivedere per un bel po' di tempo l'insopportabile sorriso beffardo di Allegri.
Quest’ultimo (Allegri n.d.r.) non ha retto al colpo, e torna, per l'ennesima volta in questi giorni, in tachicardia pre infarto, ma stavolta, a differenza dalle altre, non può permettersi il solito ricovero al San Camillo: deve riprendersi subito, infatti, un istante prima di svenire è riuscito a sentire che Peppiniello Gargiulo (a’Sfinge), essendosi fatto beccare col Rivotril in mano, ha fornito piena e dettagliata confessione. Stavolta si va sul penale spinto! Sole a scacchi garantito!
Allegri fa finta di niente, e cerca, con la sua sfacciataggine senza confini, di guadagnare l'uscita, con la sua filosofia del poco alla volta, e del passetto dopo passetto. “Che ore sono? Haspità! S’èffatto tardi, s’èffatto! A hasa mi aspettano i nuovi episodi di Hasa Caressa. Devono ancora decidere se comprare un’auto ibrida o una full electric. Chissà hosa decideranno... devo proprio scappare, ci si vede!”.

Tutto si è concluso secondo il piano congegnato da Nedved.
La Juventus non dovrà sborsare un euro in più di quanto già speso. E ad Allegri, come si dice, "andrà di lusso", se si deciderà di non procedere per la lunga lista di reati da lui commessi.
Chi sarà il futuro allenatore della Juventus?
Fate un pronostico. Chi avrà avuto ragione verrà citato nel pezzo che verrà.

Per gli episodi precedenti, clicca qui: 
La Juve sta per riappropriarsi della sua Storia (Ep. IX)
Juve, una conferenza stampa che verrà ricordata a lungo: tu che domanda faresti? (VIII)
Terremoto Juve. L'onda lunga è appena cominciata (episodio VII)
Allegri contro tutti (La saga, episodio VI)
Allegri è tornato, ma la Famiglia ha un piano! (episodio V, continua la saga...) 
Pirlo ci ripensa! In casa Juve c'è aria di restaurazione! (IV)
Terremoto alla Juve: Pirlo torna in sella!  (III)

Vertice Juve: Giovanni Agnelli asfalta la dirigenza  (II)
Summit in casa Juve a 7 giorni dalla prima di campionato  (I)