Questo articolo, pur inserendosi in una serie di articoli di taglio umoristico, in cui si prendono in giro (bonariamente e in modo estremamente fantasioso) alcuni dei personaggi più noti e importanti che giornalmente frequentano la Continassa, parte stavolta con una premessa molto seria. Il tono niente affatto scherzoso di questo pezzo è dovuto all'importanza dell'argomento in esso trattato, e cioè l'informazione.
In questo caso si tratta dell'informazione nel mondo del calcio, ma ci vuole poco, una volta compresa l'importanza che l'informazione ha in questo ambito, per poterla estendere anche al mondo politico e dell'economia. Capirete quindi l'importanza del ruolo che svolge l'informazione, ad esempio, nella determinazione di un esito elettorale, come di certe scelte, come quella di affidarsi a certe fonti di energia piuttosto che ad altre, sulla base di quanto l'informazione sia stata efficace nel descrivere tutte le implicazioni, positive e negative, di ognuna delle possibili scelte.
Conclusa questa breve ma doverosa premessa torniamo pure nel mondo semiserio della Juve e del suo nuovo direttore dell'ufficio stampa: Ambra Angiolini.

Quante volte ci è capitato, assistendo alle conferenze stampa di Allegri di avere l'impressione che tutte quelle persone, provenienti da tutta Italia, tutte, o quanto meno quasi tutte, abbiano come unico fine non quello di scoprire, apprendere, capire, per poi comunicare, riferire, informare, spiegare, approfondire, rendere chiaro e comprensibile a tutti ciò che magari all'inizio della conferenza stampa necessitava di essere comunicato o chiarito, bensì quello di espletare senza emozioni una pratica, consumare un rito svuotato di tutte le implicazioni più nobili, celebrare una sorta di messa laica, sempre nuova, ma sempre uguale a se stessa.
La scaletta, il tristissimo, immutabile canovaccio, con sempre le stesse domande sullo stato di salute degli infortunati, domanda che potrebbe benissimo essere posta al responsabile del J-Medical prima della conferenza stampa, o magari non essere proprio posta, perché riguardante un’informazione data in automatico a tutti via email, in modo da permettere a tutti di preparare in anticipo le vere domande, quelle che, tenendo (appunto) conto della reale disponibilità dei giocatori, consentirebbero ad Allegri di spiegare quali siano le soluzioni tecniche che ha in mente per far fronte all'eventuale indisponibilità di alcuni dei suoi giocatori. Il tutto fatto per poter utilizzare nel modo più proficuo i pochi minuti disponibili, per parlare di tattica, di approccio alla partita, di cosa si è sbagliato finora, e che dalla prossima partita si cercherà di non sbagliare più.

Perché, che ci sia qualcosa che non va in questa Juve, anche solo a volerlo giudicare dal numero di vittorie e di punti, dal numero di gol fatti e subiti, dal possesso palla e da altri parametri numerici incontrovertibili, lo si dovrebbe poter dire. Dovrebbe poter essere considerato un dato di fatto innegabile su cui ognuno dovrebbe poter basare i propri ragionamenti, i giornalisti per formulare domande coerenti con la realtà, e Allegri per dirci come quella realtà intende affrontarla.
Non si tratta di opinioni: se la Juventus, che nella sua storia ha avuto da sempre l’obiettivo di vincere, si trova ad essere nel lato destro della classifica, e qualcuno abbozza una domanda partendo da questo dato, nessuno può fare l’offeso e non rispondere, farneticando di onestà intellettuale; perché affermare (persino passando indenne la prova della macchina della verità) che l’obiettivo della qualificazione alla Europa League sia coerente con la storia di questo club, affermare (persino passando indenne la prova della macchina della verità) che l'attuale situazione di classifica della Juventus sia coerente con la rosa a disposizione, affermare che pretendere più di questo sia disonesto intellettualmente significherebbe, questo sì, non guardare in faccia la realtà, questo sì, essere intellettualmente disonesti, questo sì, l'aver perso i riferimenti: pensare di trovarsi in Norvegia e invece essere nella Terra del Fuoco.

Questo modo (o meglio, quello che fino a ieri era in auge) di condurre una conferenza stampa, come fosse una commedia di avanspettacolo, fatta di siparietti, gag e battute da cabaret, anziché di risposte vere a domande vere, è una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi e dei pochi giornalisti che partecipano pensando di poter chiedere e di poter avere risposte, e che invece a volte, per l'aver fatto la domanda sbagliata, vengono derisi e stigmatizzati dagli stessi altri giornalisti presenti, che vigliaccamente si rendono complici di questo insopportabile clima di sudditanza, o peggio: di compiacenza.
A ridare dignità a questo, della conferenza stampa, che sembrava essere ormai diventato un rito inutile, le nuove regole introdotte da Ambra Angiolini, la nuova responsabile dell'ufficio stampa della Juve: innanzitutto niente più domande sullo stato di salute dei giocatori infortunati, informazione diramata dall'ufficio stampa, ed eventualmente aggiornata in tempo reale, e invece, possibilità da parte di chiunque di fare domande, via web, con l'unico vincolo di farle con un minimo anticipo, in modo da permettere ad algoritmi di intelligenza artificiale di raggrupparle per tema. Finalmente domande che rispecchiano quello che la gente vuole sapere! Finalmente domande fresche, libere da ogni censura, fatte per conoscere e per capire, ed eventualmente per mettere con le spalle al muro chi si dimostra reticente, o incompetente.

Ambra: “Buongiorno a tutti, io sono Ambra Angiolini. In un modo o nell'altro sono convinta che tutti voi mi conosciate già, per cui passerei direttamente a parlare di Juventus. Come saprete, le regole con cui si selezionano le domande che vengono poste a mister Allegri sono cambiate. Direi di non indugiare oltre, e di passare alla lettura delle domande che sono state ritenute dall'algoritmo di intelligenza artificiale le più gettonate tra i partecipanti che, lo ricordiamo, non sono più solo giornalisti ma anche tifosi”.
Scritte su un maxi tabellone, alle spalle di Ambra e di Allegri, ci sono tutte le domande che al momento sono state selezionate dall'algoritmo di intelligenza artificiale:

(Le seguenti domande sono plausibili, per cui se siete curiosi di vedere se tra queste c’è anche la domanda che avreste posto voi ad Allegri, leggetele. Se le domande che volevate porre non sono tra quelle elencate, allora scrivetele nei commenti ed io (Piccio delle 8 e 25) le farò giungere ad Allegri):

Avendo speso così tanti soldi per comprare Vlahovic, non è un po’ un controsenso che a fine gara, volendo contare i suoi tocchi di palla, si scopra che sono poco più di una decina?
Se i tocchi di palla di Vlahovic sono così pochi, probabilmente questo dovrebbe facilitare il gioco di Milik (o comunque dell'altro attaccante che affianca Vlahovic), ma anche guardando il suo numero di tocchi si vede che molto basso, come mai?
Questa palla, alla fine, c'è qualcuno che la tocca?
I tocchi sono tutti in laterale e all'indietro: in avanti chi li fa? Come pensa di gestire un centrocampo così ingolfato di giocatori? Non sarebbe stato il caso di cedere anche Rabiot (anche a poco) visto che regala una prestazione positiva ogni 10 gare, percentuale un po’ esigua considerato il suo stipendio.
Non le sembra che affermare che noi non abbiamo l'obiettivo di vincere neanche lo scudetto e quindi ritenere positiva la situazione attuale di classifica, sia qualcosa che un tifoso juventino è giusto non accetti?
Il discorso del DNA Juve, e quindi del conseguente teorema, secondo cui non si può vincere se non passando attraverso la sofferenza, sembra non funzionare. Non sarebbe meglio quindi a questo punto non fare più discorsi conservativi, ma piuttosto di essere più aggressivi sfruttando magari le caratteristiche dei giocatori che si hanno?
Finora abbiamo visto una Juve che parte sempre bene, ma poi dopo aver segnato si chiude in difesa, e immancabilmente prende gol. C'è qualche speranza di riuscire a modificare questo andamento della partita?
Visto il tasso di infortuni che costellano il cielo della Continassa, non sarebbe il caso di rivedere il ruolo della struttura del J-Medical?
Anni fa Alex Sandro fu comprato perché era un giocatore che riusciva a coprire bene, in fase difensiva e anche a saltare spesso l'uomo in fase offensiva. Ora sembra aver smarrito la capacità di fare e l'uno e l'altro, a chi dobbiamo questa trasformazione in negativo del giocatore? Qualcuno definisce De Sciglio uno dei giocatori italiani più tecnici. La domanda è: l'oculista presso cui vanno a farsi vedere quelli che dicono questa cosa, sono per caso sempre appartenente allo staff del J-Medical?
Ogni anno si spendono tanti soldi ma poi alla fine i giocatori di qualità continuiamo a dirci che non ci sono. Ma se i giocatori di qualità non si riesce a prenderli, allora che senso ha stare a fare tutti questi acquisti? Un'eccezione in questo senso è quella di Di Maria, il quale però ha una certa età, e quindi la sua classe sopraffina non possiamo certo pretendere venga sfruttata in tutte le partite. Dando per scontato che tutte le partite di sicuro non possa giocarle, avete stilato col giocatore, e naturalmente con lo staff del J-Medical, una specie di piano di utilizzo di Di Maria nell'arco dell'anno?
Pogba è arrivato da infortunato e ha una storia di infortuni muscolari molto variegata. È arrivato alla Juve e invece di cedere su quelli che erano i suoi punti deboli, ha deciso di allargare ulteriormente gli ambiti in cui avrà problemi. Non siamo decisamente fortunati con gli infortuni. Come si esprime a questo riguardo la struttura del J-Medical?
Qualche settimana fa lei (Allegri) ha detto che contro gli infortuni muscolari non c'è niente da fare: siamo sicuri che non ci sia proprio nulla che possa essere fatto per prevenire almeno gli infortuni muscolari? Qual è la posizione a questo proposito del J-Medical?
Come tutti noi sappiamo lei Allegri non ama esprimere in termini numerici la disposizione tattica dei suoi giocatori, e questo possiamo capirlo, l'importante è che ognuno in campo sappia quello che deve fare, sia durante la fase offensiva, sia durante la fase difensiva.
Guardando però ciò che fanno i giocatori, non sembra che essi sappiano sempre cosa fare durante la partita. In percentuale saprebbe dirci quanto tempo dedicate a studiare le situazioni e a mettere a punto degli schemi da cui trarre vantaggio?
Stando alle dichiarazioni di chi è stato alla Juve, ma adesso si è trasferito altrove, si sente spesso dire che gli allenamenti della Juve non siano particolarmente intensi. Non le sembra che questo sia contraddittorio col fatto che le vittorie della Juve debbano passare attraverso la sofferenza e il sacrificio?

Ad un certo punto qualcuno nota che Allegri non c’è più. Cercalo qua e cercalo là, ad un certo punto si vede che qualcuno si è chiuso in bagno. Aprendo col Passe-partout la porta del bagno, si vede che alcuni asciugamani sono stati annodati, e che qualcuno, presumibilmente Allegri, è riuscito a calarsi giù dal primo piano in pieno stile “Fuga da Alcatraz”, e a dileguarsi.
La conferenza stampa viene annullata per fuga dell’intervistato. L’operazione trasparenza voluta da Ambra, però, lo speriamo tutti, è solo rimandata!
Allegri si è dato alla macchia, ma la partita è vicina, e Cassano, nuovo responsabile delle relazioni col tifo organizzato, lo aspetta al varco.

Per gli episodi precedenti, cliccate qui:
I  Summit in casa Juve a 7 giorni dalla prima di campionato
II Vertice Juve: Giovanni Agnelli asfalta la dirigenza
III Terremoto alla Juve: Pirlo torna in sella! 
IV Pirlo ci ripensa! In casa Juve c'è aria di restaurazione!
V Allegri è tornato, ma la Famiglia ha un piano!
VI Allegri contro tutti (La saga, episodio VI)