Riepilogo
Durante i festeggiamenti per la liberazione da Allegri, Cassano aveva rinvenuto alcuni fogli contenuti nell'armadietto del tecnico livornese, che parlavano di una specie di loggia massonica, con un elenco di nomi cifrati indicanti probabilmente i nomi degli iscritti alla loggia. Soprattutto, aveva notato, sempre nell'armadietto di Allegri, la foto di Bielsa. Cosa c'entra Bielsa nelle vicende juventine? E ancora: chi sono queste persone? Cosa c'entrano con la Juve?
Consultato Adani, sempre in contatto con Bielsa, egli spiega ai “nostri” come raggiungere il santuario della Sacra di San Michele, santuario che Bielsa aveva trasformato, coi suoi adepti, nel suo buen retiro.
Bielsa dopo brevi convenevoli si fa spiegare i fatti e, compresa la situazione, non ha dubbi nell'affermare che dietro tutto questo c'è Alexander Ceferin. Ai tempi in cui Andrea Agnelli aveva proposto il progetto della Superlega, le frizioni con Ceferin furono molto accese, ma Agnelli non si sarebbe mai aspettato che quest’ultimo avesse ancora adesso, dopo così tanto tempo, il desiderio di danneggiare, addirittura di annientare, Agnelli e la sua società.
Usando lo spirito dell'Avvocato come una sorta di scanner spazio temporale, Andrea riesce a scoprire che i cospiratori segreti dell'elenco erano gli azionisti di minoranza di EXOR, che, sconfitta dopo sconfitta, avevano ridotto le azioni della Juventus a valere poco più della carta straccia, con l'intento di comprare tutto ad una cifra irrisoria sotto le mentite spoglie di un fondo di investimento internazionale, escludendo Elkann.
Andrea, di fronte a questa evidenza, aveva poi ordinato che venisse fatta una serie di ulteriori indagini che avevano portato a stabilire in modo inequivocabile le responsabilità di ognuno.
John, che aveva scelto come plenipotenziario della Continassa Arrivabene, si rende conto di quanto sia stato poco avveduto nelle sue scelte. E, tra l’altro, di quanto sia stato ingiusto nei confronti di Andrea, il quale aveva fatto davvero del suo meglio, e che non avrebbe potuto davvero fare di più, vista la presenza di Allegri a boicottare tutto quello che di volta in volta si era tentato di fare per risollevare la situazione.
La Juve ha bisogno di un nuovo CEO, ma soprattutto di un nuovo allenatore che coniughi lo spirito di sacrificio, del DNA Juve, con qualcosa che in questi anni, per colpa di Allegri, non si è mai più vista, e cioè la volontà da parte dei giocatori di fare anche un calcio spumeggiante e divertente, che porti di nuovo i tifosi allo stadio e che riporti la società agli antichi fasti.

Vicende relative all’episodio di odierno
Mentre alla Continassa c'è fermento dovuto al clima di cambiamento determinato dalle vicende su descritte, alla Sacra di San Michele il povero Bielsa, vedendo la sua inestimabile collezione messa a repentaglio per colpa del virus che Cassano aveva “inoculato” nel suo PC, aveva avuto un malore che, visti i sintomi, aveva destato non poca preoccupazione tra i suoi discepoli, e solo il pronto intervento di un'ambulanza aveva evitato il peggio. Il riscatto richiesto dal virus per evitare la cancellazione dei dati non era comunque stato inviato in tempo: la leggendaria collezione di reperti storici antichi e recenti sul calcio di Bielsa è ormai persa.
A differenza di Agnelli, che non riuscendo a recuperare i dati relativi ai contratti dei propri dirigenti tutto sommato se ne era fatta una ragione, e ne aveva persino tratto vantaggio nel caso di Cassano, che si era visto convalidare il gol della scommessa. Bielsa, consultati i propri legali, decide di fare causa a Cassano, che inserendo incautamente la chiavetta USB di proprietà di suo cugino Girolamo nel suo PC aveva permesso al virus di diffondersi e distruggere dati di inestimabile valore.
Cassano, su suggerimento dei suoi legali, chiede il rito abbreviato ed il patteggiamento della pena, che risulta essere di due sole settimane di servizi socialmente utili da scontarsi presso la Sacra di San Michele a disposizione dei frati Belgiochisti.
Cassano, che a differenza della volta precedente, in cui per necessità aveva dovuto recarsi presso la Sacra a piedi per compiere il gesto necessario di umiltà richiesto da Bielsa, stavolta si presenta con la Lamborghini, compagna di mille scorribande notturne, percorrendo le autostrade e facendo collezione di multe che non paga, in quanto indirizzate tutte ad un povero Cristo (si fa per dire n.d.r.) che Cassano aveva scoperto possedere una macchina identica alla sua, e con cui, quindi nottetempo, aveva provveduto già da mesi a scambiare la targa.

Arrivato all'ingresso della Sacra, Cassano, ai frati belgiochisti che erano andati festanti ad accoglierlo, tiene a precisare alcuni punti riguardanti i famosi servizi socialmente utili: ”Ou wagliò, nan v’ mettet' cose strane in testa. Io servizi e servizietti non ne faccio, né socialmente né privatamente. “ij srvz nan ne fazz” (io servizi non ne faccio n.d.r.) “Se nella doccia cade la saponetta per terra, per terra la lascio!”.
Bielsa, che nonostante tutto, essendo una persona estremamente cortese, voleva dare il benvenuto al nuovo ospite, va incontro a Cassano sorridendo: “Caro Cassano, non tema, non sono persona che nutre risentimenti nei confronti di chi ha intenzione di espiare la propria colpa e riscattare così il proprio debito nei confronti della collettività”.
Cassano, nient’affatto conciliante: “Ou Bielsa, mettiamo subito in chiaro una cosa: io la spia non la fazz. Non so se mi sono capito…”.
Bielsa: “ma no, ma quale spia! Stia tranquillo, si troverà bene con noi”
Cassano: “Ou Biè, spia l’hai detto e c’ho i testimoni (indicando le persone che sono presenti), poi se vuoi fare che tiri il sasso e nascondi la mano…”.
Bielsa poco alla volta sta perdendo la sua abituale affabilità: “senta Cassano, io sassi di norma non ne tiro. Anche se in questo momento, se ne avessi uno a portata di mano, non avrei dubbi contro chi scagliarlo.” Sempre Bielsa: "d’altronde, mi metto nei suoi panni e capisco che le sue intenzioni, quando mi ha passato la chiavetta USB - risultata tra l’altro essere di proprietà di un suo parente: tal Girolamo Lacertosa -  non poteva certo sapere che al suo interno ci fosse di che far saltare il sistema informatico del Pentagono."
Cassano: “Ou Bielsa mitt’t’ a sed', che ti devo dire una cosa: mò, secondo te, perché i miei avvocati hanno voluto fare il rito breve?” Bielsa questo non se l’era neanche mai chiesto, figuriamoci se poteva già avere una risposta pronta a questa domanda. Ancora Cassano: “non ti sforzare, Biè, mò te lo dico io: p’ccè la stessa cosa era successa un paio di sere prima, col PC di Agnelli. Di immischiarti i virus sul tuo PC apposta, questo no! Ci mancherebbe! Pazzo com’a mmio cugino Girolamo sicuro non sono. Ma di saperlo, che c’erano i virus dint’alla chiavetta, u sapev' eccom!” (Che all’interno della chiavetta ci fossero dei virus, lo sapevo eccome! n.d.r). Sempre Cassano: “Ma mò che abbiamo fatto il rito abbreviato, la pena stabilita dal giudice, quella è, e quella rimane: nan s’ pot’ cangià cchiù”. “Non so se ti sei capito, ahahahah”.

La risata sguaiata di Cassano risuona impietosa nella stanza. Bielsa torna blu, come l’altra volta, ma stavolta il colorito è meno uniforme, e sono presenti su tutto il corpo delle nuance con una leggera tendenza al violaceo, che non promettono niente di buono.
Ancora Cassano: “Mi sa che si è capito… ahahahah”.

In casa Juve sono giorni di fermento, ma anche di incertezza. Unica cosa certa è il “depotenziamento” del Sior Maurizio Arrivabene, il quale, pur non essendo mai stato al corrente del complotto che i soci di minoranza EXOR stavano ordendo nei confronti della Juve, aveva dimostrato tendenze autoritarie inaccettabili in una società come la Juventus.
Andrea Agnelli, riappacificatosi con John, che adesso è proprietario della totalità delle azioni della Juventus, viene ovviamente riconfermato presidente della società. I terribili risultati recenti non possono certo essere addebitati ad Andrea, su cui, a voler essere onesti, grava un'unica grande colpa: quella di aver riportato Allegri sulla panchina della Juve, ed essersi fidato ciecamente di lui, senza rendersi conto che le sue scelte e il suo comportamento erano dettati da accordi presi con Ceferin e con i soci minoritari di Exor per mettere in ginocchio la società e renderne possibile l'acquisto per un piatto di lenticchie, o, come direbbe l’Avvocato, “per un tozzo di pane” da parte dei soci minoritari di Exor stessi. Chiuso (per il momento) l’argomento EXOR/Ceferin.

Dopo mille consultazioni senza esito, finalmente arriva la fumata bianca per il nome del nuovo allenatore, scelto per qualità tecniche, ma soprattutto per le sue doti affabulatorie, quasi da profeta del calcio: Lele Adani. Certo, chi non ha la memoria corta dovrebbe ricordare che una scelta analoga, quella di Pirlo, anch’esso privo di esperienza sul campo, aveva portato a risultati disastrosi. Rispetto a Pirlo, però, Adani ha forse dalla sua un elemento in più, che Pirlo non aveva: l'assenza di dubbi.
L'intelligenza, qualità di cui Pirlo certamente non difettava, porta spesso a dubitare di sé. Non sempre si rivela essere una qualità che può farti vincere. A volte, un po’ di “sana inconsapevole incoscienza” può portare, se accompagnata da atteggiamenti di grande fiducia nei propri mezzi, un gruppo di campioni e di giovani promesse a gettarsi tra le fiamme, pur di seguirne i dettami. Adani, aveva questa qualità, l’inconsapevole incoscienza, unita ad una incrollabile fiducia nelle proprie, a dire il vero, non sempre chiarissime idee.
Per Adani il calcio è tattica.
Su sua indicazione, quindi, ogni angolo, compreso il bar, compresi i corridoi, compreso ogni metro quadrato della Continassa, deve essere luogo di discussione tattica. Questa, che interpretata col buon senso, potrebbe essere una buona idea, se interpretata letteralmente diventa follia pura.

Ne sa qualcosa Vlahovic, che si trovava nei bagni della Continassa per fare pipì. Il Serbo, persona timida e riservata, aveva scelto l’ultimo orinatoio della fila, sperando di poter espletare le sue funzioni fisiologiche in tutta tranquillità. Stava per portare a termine l’operazione, quando vede entrare nei bagni Adani, che scorgendolo, a rapide e ampie falcate lo raggiunge, inibendolo.
Adani a Vlahovic: “quando Danilo esce palla al piede e Cuadrado lo affianca sulla fascia, accentrandosi, tu cosa devi fare?”
Vlahovic: “devo fare la diagonale per portarmi dietro uno dei due centrali avversari e permettere a Cuadrado, alleggerito da una marcatura, di mettersi in condizioni di ricevere in area la palla”.
Adani: “no!”. Pausa
Vlahovic: “devo andare sul secondo palo, per ricevere l’eventuale cross da parte di Cuadrado”
Adani: “NO!”. Pausa
Vlahovic: “devo andare verso il primo palo, per fare un dai e vai con Cuadrado”.
Adani: “NOO!”. pausa
Vlahovic: che si rende conto solo in quel momento di essere lì, davanti ad un orinatoio, bloccato dalla presenza di una persona che lo inibisce e gli impedisce di portare a termine le “operazioni”, protagonista di una scena a dir poco grottesca: “Mister, m’arrendo. Che devo fare?”
Adani, cercando di controllarsi, rosso come un peperone: “Ma santo Dio, quante volte ancora lo devo ripetere? Devi aggredire la profondità! Cazzarola! La profondità!”

Sarebbe possibile riportare di situazioni paradossali come questa, andando avanti per ore e ore.
Ad esempio, che dire della nutrita guarnigione di frati belgiochisti, fatta arrivare direttamente dalla Sacra di San Michele da Bielsa a supporto dell’Azione di Prevenzione e Controllo APC? Una sorta di polizia istituita per controllare la conformità dello stile di vita di ognuno dei componenti della rosa, familiari compresi, allo stile di totale dedizione alla causa del bel gioco.
Ogni giocatore per poter essere meglio controllato è stato costretto a trasferirsi con la famiglia all’interno delle mura della Continassa, dove in tanti piccoli appartamentini monolocali (simili a celle di un monastero) ogni giocatore, finito l’allenamento (che dura l’intera giornata) dopo i vespri, può spendere le residue ore, prima della compieta, pregando e meditando sui movimenti che ogni giocatore deve tenere in funzione della posizione dei suoi compagni.
La mattina, prima della colazione, studiata meticolosamente per dare l’apporto corretto di ogni componente nutrizionale, ci sono le lodi, una sorta di briefing dell’intera giornata, in cui Adani, grazie a presentazioni mirabolanti realizzate da lui stesso durante la notte, spiega il programma della giornata.
Le lodi sono anche il momento in cui - dopo aver avuto l’intera notte per riflettere su ciò che si è fatto bene, ma soprattutto su ciò che si è sbagliato, in particolare su eventuali comportamenti da risultatista, come un passaggio in orizzontale, o peggio, un passaggio verso il proprio portiere - viene stabilita una vera e propria sanzione, che ogni giocatore riceve dal suo frate confessore belgiochista personale.

Sono passati solo un paio di giorni dall’insediamento del nuovo mister, ma la lista degli “scontenti” si allunga di ora in ora, coinvolgendo, a vario titolo, un po’ tutti. Probabilmente, persino Chiellini, che quando Conte annunciava la doppia seduta era contento come un cane quando il padrone prende in mano il guinzaglio e da quello manifesta la sua intenzione di portarlo a fare una passeggiatina extra.
Dicevamo: persino lui avrebbe trovato di che protestare.
Adani sembra un’anima in pena che vorrebbe portare nel suo mondo perfetto, popolato da esseri perfetti, esseri umani, per definizione imperfetti.
Nessuno, sentendolo enunciare i suoi teoremi, è in grado di capire se si tratti di un pittore visionario che vede i suoi paesaggi dipinti, prima ancora che essi si concretizzino su una tela, o di un folle.

Presto la prova del campo dirà se tutto questo sarà stato il frutto di un colossale equivoco, o se invece ci troviamo di fronte ad una rivoluzione copernicana calcistica, di proporzioni incommensurabilmente maggiori di quella che il Milan di Arrigo Sacchi aveva portato nel mondo del calcio.
Il prossimo episodio ci permetterà di capirlo.

Per gli episodi precedenti, clicca qui: 
Juve: sventato complotto internazionale (Ep.XII)
Juve: spuntano nuovi interrogativi e un nome: Bielsa! (XI)
Juve: Cassano da batticuore. Finale incredibile (Ep. X)
La Juve sta per riappropriarsi della sua Storia (Ep. IX)
Juve, una conferenza stampa che verrà ricordata a lungo: tu che domanda faresti? (VIII)
Terremoto Juve. L'onda lunga è appena cominciata (episodio VII)
Allegri contro tutti (La saga, episodio VI)