E venne il giorno dell'Iran, espressione che ricorda il titolo di un drammone a tinte fosche di qualche anno fa, "Il giorno dell'ira" (interpretato fra gli altri da Christopher Lambert e Brian Blessed). Il dies irae di un requiem ha seppellito, in senso calcistico, il Galles.

Galles-Iran è apparso tanto il momento in cui la nazionale iraniana si è ripresa dopo il pessimo inizio contro l'Inghilterra quanto molto altro. E' apparsa una vendetta rabbiosa dei discendenti di Ciro il Grande contro il resto del mondo, in generale ostile a un gruppo di atleti colpevoli solo di rappresentare un paese dove i diritti umani sono sì poco considerati, ma come del resto accade in molti altri paesi del pianeta. La conferenza stampa che ha preceduto il match è stata emblematica dell'ostilità manifesta verso persone che hanno famiglie, parenti e amici in patria e non sono nella condizione di esprimersi in libertà, qualunque sia il loro pensiero. Quando ha visto che si stava esagerando, il tecnico Queiroz è intervenuto a difendere i suoi. Siamo tutti bravi, in effetti, a fare i fustigatori dei costumi, se poi a rischiare il carcere duro o la vita sono altre persone al ritorno in patria, qualora si lascino scappare una parola di troppo.

Nel calcio conta solo il risultato e non la prestazione, ma questo è un discorso generale, perché l'eccezione conferma la regola, in quanto proprio come eccezione presuppone una regola. Per l'Iran non contava solo fare risultato, ma farlo giocando una grande partita. Un successo per suicidio avversario sarebbe passato per l'ennesimo episodio che si verifica una volta ogni 100 anni (anche se poi si verifica molto più spesso). Arabia Saudita e Giappone potevano permettersi la vittoria by hook or by crook, di riffa o di raffa insomma, l'Iran no. E ciò valeva anche considerando la rabbia agonistica con cui l'Inghilterra aveva cercato di umiliare la nazionale asiatica all'esordio. L'Iran, in tal senso, ha vinto con una prestazione perfetta dal punto di vista tattico e tecnico. Il fatto che i gol siano arrivati fra il 99° e il 101° minuto, significa poco, perché gli iraniani hanno avuto sempre (e sottolneo sempre) il controllo del match.

Queiroz, esperto capitano di ventura, aveva studiato la partita nei minimi particolari e ha stravinto il confronto col suo collega britannico. Si è visto subito che, pronti-via, il tecnico portoghese aveva pensato di sorprendere la difesa a 3 dei Gallesi, sperando che tardasse a compattarsi e fosse ancora un po' aperta. Nei primi 4 minuti, l'Iran tentava il lancio lungo ad Azmoun e Taremi per vie centrali, anche se il pacchetto difensivo gallese non si faceva sorprendere. Queiroz, con quel buon senso che a volte manca al vulcanico Pioli, specie quando tenta la sorpresa, non ha insistito in questa soluzione oltre l'incipit del match. Era conscio che la sorpresa dura pochi minuti, poi non ha più effetto.
Al 6° minuto l'inquadratura mostrava l'assetto del Galles che saliva, alto e corto in 20 metri
, raccolto in una specie di cerchio e non in linee parallele, in quanto la difesa a 3 creava una specie di curva che seguiva la curvatura del cerchio di centrocampo. Era una soluzione interessante e bella dal punto di vista estetico che, tuttavia, avrebbe fatto solo il solletico agli avversari.
Il problema per il Galles è stato che l'assetto di Queiroz era semplice, ma efficiente, con una difesa a 4 che retrocedeva ordinata e con il centrocampista che scalava sulla linea arretrata quando il gioco arrivava nell'area asiatica. Trascorsi i primi minuti, dalla posizione iniziale di seconda punta vicina ad Azmoun, Taremi è retrocesso a formare una linea elastica di 3 centrocampisti avanzati con Ezatolahi e Hajisafi, in grado a turno di ricompattare il centrocampo di fronte alla difesa. Il babau dell'Iran era, com''è ovvio, Gareth Bale, marcato quasi a uomo da Mohamadi, anche a costo di qualche sbracciata di troppo. E qui forse stava il punto debole dell'Iran, perché in qualche caso Mohamadi, esterno sinistro di difesa, usciva per andare a francobollare alto il fuoriclasse gallese soffocandone la proverbiale progressione. Il mediocre tecnico gallese non ha mai pensato di mettere un uomo in posizione idonea ad aggirare Mohamadi, infilandosi nell'angolo lasciato scoperto.
Alla fine del primo tempo, il Galles scopriva di aver creato una sola palla gol, con Moore di testa, ma Hosseini si era fatto trovare ben piazzato e il macchinoso gallese lo aveva centrato come un bersaglio nel gioco delle freccette. Dal momento che il calcio è cosa diversa dalle freccette, con quel centro il Galles avrebbe potuto farci la birra.
Nel secondo tempo, l'Iran saliva in cattedra macinando gioco e costruendo occasioni, alcune solo potenziali, perché murate al momento decisivo, ma altre clamorose. Come si può non definire clamoroso un doppio palo con miracolo finale  di Hennessy? Azmoun, lanciato a rete sulla destra a bucare l'area britannica, centrava il primo palo a portiere battuto. Sulla ribattuta, Hezatolahi prendeva il palo opposto con un tiraggir mancino. Infine, sul prosieguo dell'azione, ancora Azmoun imitava il collega Moore del primo tempo, mandando una freccetta di testa a bersaglio su Hennessy. Due pali consecutivi e un portiere colpito non facevano un gol e il risultato restava di reti bianche. Il calcio è questo, bellezze!
Queiroz immetteva forze fresche, ma alla spicciolata, dando tempo ai suoi di assestarsi, per cui il copione non cambiava. Si finiva comunque in 10, per due espulsioni in pochi minuti, una per squadra, di cui quella gallese era tutta colpa di Hennessy. L'estremo difensore gallese, preso da sindrome di Terraciano, usciva come un folle dalla porta senza averne necessità, t
ravolgeva con durezza un poveraccio in maglietta bianca che attraversava la strada sulle strisce pedonali e con il verde per i pedoni. Forse si sarebbe salvato dall'espulsione per aver interrotto una chiara occasione da gol, in quanto il poveraccio investito aveva accennato a un movimento laterale. 
Tuttavia, non si può andare dritti con la forza d'urto di un TIR su chiunque si avvicini alla propria area. L'arbitro Escobar, poco incline a favorire l'Iran, aveva bisogno del VAR per evitare lo scandalo, ma alla fine si piegava al fato. A voler essere pignoli, si può dire che Hennessy sia stato espulso per somma di cartellini arancioni
Al 99° il Galles
(non l'lran, ma il Galles...) credeva di avercela fatta a prendere il punto che avrebbe lo avrebbe, tutto sommato, tenuto in corsa per la qualificazione, a patto di battere l'Inghilterra. Il neoentrato Chesmi, però, la metteva dentro nell'angoletto di collo pieno da 25 metri. E questo signore era una riserva appena entrata, cribbio!
E sempre Chesmi, uomo ovunque, liberava di testa con raziocinio sull'ultimo contrattacco gallese. Innescava così il contropiede dell'ottimo Taremi che la faceva scorrere per il terzino Razaeian. Si era al dominio assoluto e l'Iran si permetteva di mandare in rete anche il reparto arretrato con un coast to coast.

Quella dell'Iran è stata la partita perfetta rapportata alle proprie possibilità, nel senso che è stato dato il massimo senza commettere errori. Raramente accade, per cui è stato il giorno dell'Iran,  il giorno dell'ira e quindi il dies irae.
Classifica alla mano, dopo il pari fra Gran Bretagna e USA, l'Iran può giocarsi tutto da una posizione vantaggiosa, perché se riesce a non perdere con gli USA, passa.
Alla vigilia, i discendenti di Ciro il Grande ci avrebbero messo la firma e, in ogni caso, dopo il brutto esordio, ora potrebbero tornare a casa con onore anche se non arrivassero agli ottavi.
A dimostrazione che un Qatar non lo si nega a nessuno, il Senegal si è rimesso in corsa per la qualificazione battendo i padroni di casa. Ora dovrà battere l'Ecuador, una squadra di tutto rispetto, per andare avanti, ma è già qualcosa che trovarsi eliminati dopo due partite.


qui per gli episodi precedenti: 
Guida per autostoppisti senza mondiale (V)
Guida per autostoppisti senza mondiale (IV): recuperi, suicidi sportivi e tanto altro