Con sinistra puntualità, dopo la solita serie di buoni risultati, Stefano Pioli da Parma è tornato ad affossare il Milan con decisioni senza capo né coda. Lo ha fatto tanto nello schierare la formazione iniziale quanto nei cambi in corsa, ma anche nella gestione tattica del finale dopo il 2-2. I tifosi avversari, tanto VIP che anonimi, stravedono per questo signore che riesce sempre a non farsi buttare fuori a pedate, ma una volta rafforzata la sua posizione, non fa altro che affossare la squadra rossonera. A ogni disastro, si ritrova quel passo indietro che i suoi non possono più recuperare e che decide la classifica.

Tutti i tifosi avversari levano i calici in onore del grande Pioli, l'uomo dei miracoli... sì, come no? I miracoli favore delle squadre avversarie! Il grido fra i nemici è unanime: "Pioli forever! Long live Pioli!"
Quelli della sua clacque, che a mio avviso dovrebbero vergognarsi dal primo all'ultimo, hanno ragione nel dire che non hanno senso i #Pioliout. La lingua inglese è il nobile idioma di Shakespeare
 come l'italiano è il nobile idioma di Dante, i due massimi esponenti della cultura occidentale con Omero. No, per il tecnico del Milan sarebbe opportuno usare un più plebeo, ma decisamente virile, "Pioli vattinn!", in uso fra i rudi contadini e pescatori di Barletta.
Pioli è una brava persona? Ok, ma se tutte le brave persone dovessero allenare il Milan, staremmo freschi!

Monza-Milan era solo terza partita di un ciclo appena iniziato, ma Pioli ha messo in pratica un turnover estremo e scriteriato. Il tecnico ha lasciato contemporaneamente fuori il trio Pulisic-Giroud-Leao per Chukwueze-Jovic-Okafor. Insomma, ha sostituito un reparto intero con il parco riserve. Non solo, ma 2 di quelle riserve su 3 non erano esatti succedanei dei titolari. Okafor, infatti, è un attaccante esterno che, se parte da molto lontano, non ha la stessa efficacia di Leao, avendo uno spunto interessante solo negli ultimi 15 metri. E poi non tiene palla a centrocampo. Jovic, a sua volta, è una seconda punta vecchio stile, di quelle che giocano molto vicini al centravanti per poi inserirsi negli spazi creati da questi o attaccare il secondo palo se il centrattacco va sul primo. Se non c'è il centravanti, come può rendere?

Pioli era stato elogiato a sproposito per un banale filotto di partite, delle quali ne aveva comunque pareggiata una in casa contro il Bologna e aveva perso l'incontro di Coppa Italia contro l'Atalanta. Aveva battuto per 3-0 gli onesti professionisti del Rennes? Gli osannah si sono levati al cielo come se avesse strapazzato il City. Il risultato? E' puntualmente sparito il prudente Pioli-Jeckyll per lasciare il posto al malefico Pioli-Hyde. Palladino, tecnico del Monza, ha ringraziato e portato a casa i 3 punti.

Nei precedenti incontri, Palladino aveva affrontato il Milan in maniera morbida, finendo per perdere, perché il confronto si era sviluppato sul filo della tecnica. Ieri ha schierato un assetto speculare a quello del Milan titolare, con Djuric in un ruolo alla Giroud oppure Pessina e Gagliardini in posizione simile a Reijnders e Adli. Palladino, tuttavia, teneva la squadra corta a ridosso della linea di centrocampo, pronto a colpire di incontro il Milan prendendolo in controtempo. Quando si avventavano in queste ripartenze, i brianzoli si allargavano sulle fasce aggirando gli avversari. Avevano gli uomini adatti a questo gioco.

Per mezz'ora il Milan, ha evidenziato un certo onanismo offensivo, ruminando azioni di attacco prive di incisività, salvo qualche lampo isolato dei singoli senza esito. Come mercoledì contro il Rennes, alla mezz'ora c'è stato l'evento che ha spaccato il match, solo che... lo ha fatto a favore degli avversari. Birindelli e Di Gregorio sono rimasti infortunati in uno scontro casuale e la partita è stata interrotta per 7 minuti. In questi 7 minuti i rossoneri sono usciti dal match, anche perché, se il tuo tecnico schiera un attacco di riserve, non ti sta certo incentivando a tenere alta la soglia dell'attenzione. Quindi, l'unico contendente che non si è deconcentrato negli interminabili minuti di interruzione è stato il Monza, anche e soprattutto perché Palladino aveva preparato bene il match sotto l'aspetto psicologico. Alla ripresa del gioco, i brianzoli segnavano su rigore con Pessina e, nei minuti di recupero, con Mota.

Apriamo una parentesi e facciamo notare che è stato Thiaw a procurare il rigore, così come a farsi dribblare nell'azione decisiva di Colpani su raddoppio, ma Thiaw era reduce da un lungo infortunio ed è stato mandato allo sbaraglio come i 3 in attacco.

Gli errori più gravi di Pioli, però, iniziano dopo il vantaggio del Monza.

Il primo, gravissimo, lo ha fatto chiamando subito un esercito di panchinari a scaldarsi mentre, se consideriamo il recupero. mancava quasi un quarto d'ora. In questa maniera, chi era in campo si è sentito precocemente scaricato e si è innervosito. Il secondo, gravissimo a sua volta, è consistito nel far entrare Leao e Pulisic a inizio ripresa, ma lasciando in panca Giroud. Il gioco migliorava sulle fasce, ma al centro c'era sempre e solo la seconda punta Jovic che faceva i movimenti errati. Non solo, Giroud continuava a scaldarsi e Jovic si innervosiva ancora di più sapendo di essere un dead man walking, la cui esecuzione era fissata al quarto d'ora della ripresa. Izzo, mestierante di lungo corso, intuiva che era il momento di mettere in difficoltà l'avversario prima che uscisse. Accelerava e appesantiva le solite provocazioni d'ordinanza e Jovic ci cascava come un allocco. Espulso, come da manuale.
I buoi erano scappati, per cui Pioli poteva finalmente chiudere la stalla inserendo Giroud. Il Milan titolare, tuttavia, era talmente forte che, pur con l'uomo in meno, recuperava il pareggio con due bei gol di Giroud e Pulisic. Mancava una manciata di minuti alla fine  e il Diavolo avrebbe dovuto mantenere la testa sul collo.

Ora, se sei un allenatore mentalmente in partita, approfitti del minuto che trascorre fra gol del 2-2 e il calcio di inizio per dare istruzioni e risistemare la squadra. Mancano pochissimi minuti, è vero, ma ti prepari lo stesso a cercare di vincere senza rischiare di perdere. Pioli, invece, era paralizzato e del tutto avulso dal contesto. Il Milan rimaneva, quindi, abbandonato a sé stesso, un po' a metà strada fra difesa e attacco. 
I due pugni finali, quelli del KO,
 erano i gol di Bondo (trattato a lungo da Maldini Paolo due anni fa) su passaggio di Maldini Daniel, e di Colombo, sbolognato come un paria l'ultimo giorno del mercato estivo. Erano i due ganci di incontro che avrebbero steso anche un campione del mondo dei massimi.

Lasciamo perdere le dichiarazioni finali di Pioli, più che altro per carità cristiana. E' andata così e buonanotte. E' andata così, ribadiamo, e andrà ancora così, sarà solo questione di tempo.
Alla luce di questa débacle, comunque, suonano ridicole le parole con cui Cardinale aveva commentato la permanenza di Pioli con un "non cambio tanto per cambiare". Ma signor Cardinale, sulla base di cosa valuta un allenatore? Non le dicono nulla l'eliminazione dalla Champions, la mancata qualidicazione al mondiale e partite come quella di ieri? Lei lo sa che il Milan è una squadra di calcio e non una casa di moda o una ditta di formaggini?

E Cardinale non venga a dire che il Milan non è in vendita, perché lo è eccome! Il problema è che Cardinale vuole la luna ovvero un pacco di soldi e tenersi la maggioranza delle azioni. Purtroppo la Ditta Allocchi è fallita da tempo. Se qualcuno dovesse entrare in minoranza lo farebbe solo come prima tappa di un acquisto totale o quasi totale, non certo per fare da partner passivo.
Del resto, se Cardinale è così facoltoso, perché è tornato a chiedere all'Inter di costruire lo stadio in società? E perché l'Inter ha rifiutato? Con ogni probabilità, mettendo insieme i soldi che possono racimolare le proprietà di Milan e Inter, non si mette insieme un... soggetto facoltoso. E ciò al di là della situazione contabile o di bilancio.

Le tifoserie avversarie cantano gli osannah a Pioli e Cadinale e le capisco, ma noi milanisti chiediamo ai suddetti Pioli e Cardinale di farci un santo piacere: sciatavinn! Che equivale al vattinn, ma alla prima persona plurale.