Ero certo che sarebbe successo, ma facciamo il punto.

Sabato, contro il Bologna, il Milan ha perso 2 punti già virtualmente suoi, quando Stefano Pioli da Parma ha deciso che Terracciano valeva Pulisic nel fare possesso di palla in attacco e congelare la partita. Già Okafor era una seconda punta finalizzatrice, più che un esterno che si porta dietro gli avversari come Leao. Il pur bravo Terracciano, tuttavia, sta a Pulisic come un motocarro a 3 ruote sta a una Harley Davidson, però Pioli aveva deciso che doveva giostrare da novello Donadoni o Seedorf. Il ragazzo avrebbe fatto leggendari giochi di prestigio per ammaliare i Bolognesi e, con sinistra puntualità, il Milan è franato proprio nella zona presidiata da Terracciano e per opera sua.

Come mai per mesi ci è stato detto che i giovani o nuovi arrivati devono affrontare percorsi di crescita, mentre Terracciano è arrivato ed è stato subito giudicato pronto per un ruolo non suo? Ah già, dimenticavo, Pioli li segue in allenamento e sa bene se sono pronti o no. Si è visto sabato sera quanto è attendibile il suo giudizio.

Ora, dopo che, per l'ennesima volta, Pioli ha sbracato sul più bello, non spunta fuori per l'altrettanto ennesima volta il nome di Conte? Ero certo che sarebbe saltato fuori, ed è successo.

Eh sì, perché Antonio Conte è sempre una bella dose di Valium accompagnata dalle corde di un'arpa che esegue la ninna-nanna di Brahms. Come addormenta i tifosi il nome di Conte non lo fa nessuno. Si sa, infatti, che Conte preferisce non prendere una squadra a campionato in corso, per cui il suo arrivo richiede che le cose restino come sono fino al termine della stagione. Una buona ragione per non decidere e guadagnare tempo, insomma, perché decidere costa e comporta l'assunzione di responsabilità.

Del resto, se Cardinale si lamenta che è stressante investire in una squadra di calcio italiana, gli si può rispondere che lo stress è compensato dalla prospettiva di comprare a 50 una società e rivenderla a 100 con il progetto del nuovo stadio approvato. Se ne faccia una ragione il signor Cardinale e non ci propini la geremiade dello stress! I tifosi del Milan guardano i trofei in bacheca e pretendono. Lo sport americano è più legato all'immagine delle squadre, al look e al brand. mentre quello nostrano è legato, per suo innato cattivo gusto, a quella cosa vile che sono i risultati.

Il nome di Conte dovrebbe rilassare tutti in attesa dell'anno che verrà, del venditore leopardiano di almanacchi in attesa della prossima stagione, fino a che non sia chiaro se il presidente americano riuscirà o no di vendere il Milan. Non ai cinesi, a quanto pare, quelli sono stra-passati di moda.
La proprietà rossonera cerca di glissare, facendo credere di non aver bisogno di soldi, ma solo di partner. Questo, tuttavia, non può trarre in inganno gli acquirenti specialisti, che tendono a essere piuttosto sgamati e hanno capito che Cardinale ha le stesse potenzialità di un Giussy Farina negli anni '80, con le dovute proporzione per i tempi ormai mutati.

Il sottoscritto ha l'impressione che Cardinale non possa rimborsare Elliott e contemporaneamente costruire lo stadio, ma non credo trovi chi gli dia una mano. E' più facile che trovi chi si voglia pappare la torta da solo. Poi si sa che tutto può succedere, ma in questo caso non è facile che succeda. Vedremo.
Si cercherà di tenere la trattativa al caldo delle salutari sabbiature, ma per Redbird sarà più facile tenerle segrete che portarle a termine facendo man bassa. La controparte può ritirarsi quando vuole, perché i suoi soldi può spenderli altrove, mentre Gerry rossonero non può liquidare il suo investimento con la stessa facilità, specie considerando il debito con Elliott. Comanda chi ha i liquidi, a meno che il venditore non abbia da vendere il c.d. paltò di Napoleone. Davvero non ci sono altre squadra da comprare?

La cosa più grave, però, è che sta diventando sempre più difficile spiegare perché il mercato sia fermo, con tutto il rispetto per chi è arrivato o c'è già. Si pensi al serissimo Gabbia o al sempiterno Giroud.
Il mercato non è finito, è vero, però la sensazione è che si facciano nomi irraggiungibili proprio perché... irraggiungibili.
Non è rischioso andare su Buongiorno, perché sai già che Cairo non è uno che ha bisogno né fretta di vendere e può permettersi di lasciare che l'affare lieviti. Se poi ti rivolgi agli sceicchi miliardari e chiedi Demiral, che peraltro prende un ingaggio stratosferico, sai già che stai trattando il niente, perché è improbabile che la proposta di prestito sia accettata e poi dovresti vedertela per l'ingaggio.

E dal momento che non  hai un sostituto di Giroud, puoi inventarti che lo sia Jovic, ma poi il serbo frana contro il Bologna cercando di fare ciò per cui non è portato (tranne che nella testa di Pioli, ma si sa che per Pioli Giroud può giocare in porta e Maignan in attacco, se ce la mettono tutta, come Karate Kid).
Qui poi viene fuori tutta l'anomalia, non certo virtuosa, del contesto rossonero. Non vuoi investire e fin qui è ok, dal momento che i soldi non si grattano dai muri e sei uscito dalla Champions. Ci si chiede, però, perché Simic sia stato improvvisamente messo da parte, col rischio che se lo porti via il Barcellona. E volendo ti chiedi anche perché Chaka Traoré debba andare in prestito dopo aver dimostrato di essere all'altezza. E' vero che in quel settore non c'è penuria di elementi, ma gli infortuni fioccano e la Primavera è stata indebolita per spedire quei ragazzi in prima squadra. Ci si chiede pure in cosa Bartesaghi sia meno bravo di Terracciano. Con tutto il rispetto, ribadisco, per Terracciano.

In un certo senso, è come se, al di là della volontà di non esporsi, lasciando tutto congelato, ci sia anche parecchia confusione, quella in cui cadono i dilettanti nei momenti difficili. In questo contesto, Pioli mostra la sua inadeguatezza a essere un Ferguson, perché appare preoccupato solo di mantenere il Milan diviso in caste: i suoi (Terracciano, a quanto pare, lo è) e gli altri (di solito i giovani, vedi Simic, Bartesaghi e Traoré).

Tutto questo è un gran peccato, perché nonostante le fesserie commesse in questa stagione, il Diavolo è ancora in una coppa internazionale e non sarebbe neanche estromesso del tutto dalla lotta Scudetto. L'Inter, infatti, ha molti punti in più, ma sembra godere, mettiamola così, della benevolenza degli dei. Dà l'idea di essere solo un avversario forte, non invincibile. La stessa Juventus sembra forte, ma non imbattibile.

Poi sta anche a te metterti in condizione di batterli.

Sì, il Milan non sarebbe estromesso dalla lotta per il titolo, ma.. "sarebbe" è condizionale e col condizionale non si va da nessuna parte. La società ha creato una squadra di eccellenti elementi, ma assortiti in maniera disomogenea ed è in mano a un tecnico che segue logiche astratte tutte sue. Il Milan, inoltre. non ha voglia di ritoccare il gruppo e non vuole farlo neanche con i giovani già suoi, in una sorta impasse senza scampo.

Si va avanti alla sperindio, aspettando il Godot di Beckett o i Tartari di Buzzati, che non arrivano mai o arrivano tardi.

Tant'è.