NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto. Grazie per continuare a scrivere su VxL.




Poche volte come ieri sera, mi sono sentito dissociato dal contesto di un match del Milan. In una di queste occasioni, alla fine degli anni '80, avevo seguito nel cuore della notte i 120 minuti di Milan-Medellin a Tokio per l'Intercontinentale. Maturana. tecnico del Medellin, aveva disposto i suoi corti e bassi per rendere la sua squadra complementare rispetto al Milan di Sacchi, che il tecnico colombiano attendeva corta e alta. Sacchi, che conosceva e stimava molto Maturana, decise di non cascare nel suo gioco e si schierò basso a sua volta. Ne scaturì un match snervante di esclusiva attesa e destinato ai calci di rigore, se non fosse stato per un calcio di punizione di Evani al 120°. Quel tiro da fermo assegnò la coppa ai rossoneri. Una lieve deviazione da parte della barriera, mal disposta da Higuita, indirizzò la sfera nell'unico spiraglio disponibile.

Per motivi del tutto diversi dal match col Medellin, anche la partita di San Siro contro il Rennes si è rivelata del tutto surreale e, a mio avviso, irripetibile. L'impressione è stata che i bretoni, tecnico Stéphan in primis, abbiano subito in eccesso il fascino di San Siro e del Milan, che resta notevole all'estero nonostante in Italia si cerchi di far passare i rossoneri per una società di medio calibro che... non deve chiedere mai. Del resto, proprio il paginone affittato dal Rennes su una nota testata italiana, rivelava la paura che, talvolta, spinge ad alzare la voce per farsi coraggio. E' stata un'iniziativa simpatica e pienamente nei limiti del buon gusto, ma rivelatrice di un'insicurezza di fondo. Il Milan, dal canto suo, temeva il recente filotto di vittorie dei bretoni che li segnalava come una squadra molto in forma, e tale timore si leggeva nello sguardo di Pioli, raramente così teso contro una squadra di medio calibro come il Rennes.

Diciamolo pure che Milan-Rennes è stato una specie di match della tremarella per entrambe le parti, esagerazione che lo ha dissociato da un contesto del tutto ordinario di metà stagione, come poi si conviene nel surrealismo.
Lo schieramento e l'atteggiamento dei contendenti hanno confermato queste paure, anche se poi si sono rivelate letali per il Rennes, uscito sconfitto per 3-0.

Fin dall'inizio, si è visto il Rennes schierato con un 4-4-2 abbastanza semplice da leggere, raccolto nei sui 20 metri corto e basso per attendere l'avversario. Il Milan, invece, si è attestato con uno schieramento del tutto inusuale nel calcio attuale, una specie di 4-1-5. I 4 della difesa restavano dietro con il solo Reijnders a centrocampo. Tutti gli altri, erano avanti, con Pulisic e Leao larghi, Musah sulla mezza sinistra a supportare Leao, mentre Giroud e Loftus-Cheek giocavano da punte. Di fatto, questi ultimi 5 giocatori erano così schiacciati fra loro, che almeno 4 finivano oltre la linea della palla, per cui si era in presenza di un attacco a 5 o giù di lì, secondo la dottrina Zaccheroni.
I 2 attaccanti francesi Terrier e Kalimuendo, giocavano vicini, ma essendo i più avanzati, costituivano una gabbia sul povero Reijnders isolatissimo davanti alla difesa. E' probabile che avessero avuto l'incombenza di marcare anche il secondo rossonero di mediana, se ci fosse stato, ma in presenza del solo Reijnders marcavano lui.

Al momento di ripartire dal basso, i difensori scambiavano la palla in orizzontale, perché Reijnders era sempre marcato, ma alla fine ovviavano con lanci lunghi ai 5 schierati sul lontano Limes renano. Di fatto, la prima vera impostazione dal basso di Reijnders è stata registrata al 27°. Su uno dei lanci lunghi sparato da Florenzi, una specie di razzo di segnalazioneLeao prendeva la traversa.

Alla mezz'ora, Pioli non era caduto nella trappola di Stéphan, che attendeva dietro, ma Stéphan non si era fatto attirare verso l'area di rigore dei rossoneri. Lo situazione di stallo, quindi, era totale e favoriva il Rennes che aveva tutto l'interesse a rimanere sullo 0-0. Era proprio il 30° quando le telecamere inquadravano Pioli che dava istruzioni in panchina come uno spiritato. Questione di secondi e Reijnders saliva allineandosi con Musah, seguito dalla difesa che si alzava. Sempre questione di secondi e, dalla trequarti destra, Florenzi pescava Loftus-Cheek in area sul palo più vicino per  la deviazione nell'angolo opposto.

Sempre timoroso di cadere in qualche trappola di Stéphan, Pioli provava a tornare all'assetto iniziale del 4-1-5, ma ci pensava il Rennes a ricompattarlo salendo e costringendo tutti i rossoneri a indietreggiare. Il gol aveva infranto lo stallo iniziale, per cui per un po' l'assetto del Milan avrebbe ricordato a tratti il 4-2-3-1 del 2022, con Reijnders e Musah scalati alla maniera di due fra Tonali, Bennacer o Kessie.

Il Diavolo diventava più logico, mentre il Rennes perdeva compattezza e trebisonda. Non solo i Francesi non si rendevano pericolosi, ma prima del 10° minuto della ripresa, i rossoneri andavano sul 3-0. Loftus-Cheek attaccava il secondo palo su azione d'angolo e insaccava di testa dopo una respinta di Mandanda su colpo, sempre di testa, di Kjaer. Leao dava vita al solito duetto con Theo, che gliela serviva tesa rasoterra dal fondo: raddoppio del portoghese con tocco sul palo opposto.

Il Rennes si era sbriciolato come un cracker, dimostrando di essere sceso in campo come il famoso cavaliere inesistente del romanzo omonimo di Italo Calvino: una corazza vuota, senza anima né raziocinio. In un certo senso, solo l'eccessiva paura rossonera aveva tenuto in piedi per una mezz'ora abbondante i bretoni. Questi ragazzi e il loro tecnico sono scesi in campo  intimiditi, se non atterriti, all'idea di confrontarsi contro il Milan a San Siro. L'emozione ha giocato loro un brutto tiro.

Quanto ai cambi, si può considerare corretto l'ingresso di Thiaw per Kjaer al proverbiale quarto d'ora della ripresa... di Pioli, ma l'uscita di Leao per Okafor è stata prematura. Da lontano Leao è più letale di Okafor. Rimanendo un'altro quarto d'ora in campo, il portoghese avrebbe potuto confezionare il contropiede del 4-0. L'unica ripartenza letale del Milan è stata a metà della ripresa, quando Pulisic creava una superiorità numerica virtuale in contropiede. pur trovandosi in una situazione effettiva di 2 rossoneri contro 4 bretoni. Mandanda respingeva sia la prima conclusione di Pulisic che la seconda di Okafor, forse un cincinin troppo prevedibile e centrale.

Tornando ai cambi, la sostituzione dello stanco Florenzi con Terracciano si è rivelata, tutto sommato, neutra. Terracciano ha compensato con la freschezza la maggiore esperienza di Florenzi.
L'ingresso di Bennacer e Adli, al posto di due giocatori offensivi come Loftus-Cheek e Pulisic, ha permesso di creare con Reijnders e Musah uno sbarramento più efficace di quelli precedenti, più improvvisati e raffazzonati. Nel frattempo, senza creare occasioni clamorose, i bretoni si erano un po' scossi e, piano piano, stavano chiamando in causa Maignan.

Spesso chi ha paura ritrova coraggio quando pensa di non avere più niente da perdere e solo da guadagnare. Sul 3-0 il Rennes si è scosso e ha disputato un finale di partita dignitoso. In realtà, il quarto gol del Diavolo sarebbe stato letale, ma anche il gol del Rennes avrebbe restituito fiducia ai bretoni per il ritorno. Tutto finiva, comunque, con il Milan sulla difensiva, ma in grado di non vedere le streghe.

Ho scritto al'inizio che è stata una partita irripetibile, perché non sarà facile che si ricreino le condizioni per quel bizzarro 4-1-5 rossonero, visto ieri con chiarezza fino al vantaggio rossonero e poi più a sprazzi quando il Rennes rifiatava. Delle pochissime cose che ho mai condiviso del verbo di Gianni Brera, ce ne sta una che invece sposo in toto ovvero che la cultura calcistica non si improvvisa. Il Rennes, inesperto, tremava dalla paura e il Milan gliene ha fatti 3 quasi per forza di inerzia. La maniera in cui si à sbriciolata la squadra bretone all'inizio della ripresa la dice lunga sulla sua mancanza di sicurezza.

Ma sarebbe stato meglio che fosse rimasto in campo Leao, almeno fino al 35°, per punire ancora gli avversari. La mancanza di cultura calcistica ha fregato il Rennes nel tempio di San Siro, ma scomparirà in Bretagna. Lì conterà il pubblico, che il Milan non potrà obbligare a uscire dallo stadio, e non ci sarà la vista delle torri di San Siro a intimidire i parvenu provinciali della Francia settentrionale. Ricordo un 3-0 a Bordeaux subito dal Milan di Capello nel 1996, come il 4-0 subito dai rossoneri dal Deportivo in Galizia nel 2003. Anzi, se torniamo al 1971, ricordo Dundee Milan della prima Coppa UEFA dopo un 3-0 a San Siro dell'andata. Il Diavolo andò sotto di due gol e solo la serata epica di Fabio Cudicini lo salvò dalla clamorosa débacle. Ricordo Martellini commentare che gli scozzesi avevano gridato al gol, ma Cudicini aveva detto di no.

Ci sarà da fare attenzione, perché i proverbiali 5 minuti del fesso sono sempre in agguato e, se anche fossero 90', sarebbero sempre i minuti del fesso.