Se vi venisse in mente di filtrare le ultime due partite dei rossoneri, quelle contro Slavia ed Empoli, gli unici elementi positivi che rimarrebbero nel setaccio sarebbero i risultati. E non sarebbe poco, peraltro, perché il calcio non è sport di prestazione, ma di risultato.

Il Diavolo si presenterà a Praga con due gol di vantaggio, che sono sempre un buon punto di partenza, mentre la vittoria contro l'Empoli permette ai rossoneri di posizionarsi al secondo posto in campionato. Non che la seconda piazza sia un risultato da urlo, anzi è di poca consolazione per una squadra come il Milan. Permette, tuttavia, di intascare qualche soldarello in più. Almeno in questa stagione, poi, il secondo posto nel campionato passato consentiva di partecipare alla Supercoppa Italiana e al relativo montepremi. In tal senso, anche se non siete feudatari arroccati in un munito castello (spesso inclini a dare antipatiche bacchettate al volgo incolto e ai villici del contado) apprezzerete la partecipazione alla Supercoppa come chance di vincere un titolo. Vi ricordate di quelle bizzarrie ormai fuori moda che erano i risultati sportivi? Quelle pinzillacchere di cui non frega più nulla a nessuno? Ecco, una di quelle.

Il Milan che è sceso in campo a San Siro contro l'Empoli, ha visto innanzitutto il normale alternarsi fra due titolari, Reijnders e Adli, per cui questo cambio non lo si potrebbe neanche definire un autentico turnover. Leao andava sostituito e ci ha pensato Okafor, seconda punta abbastanza diversa dal portoghese, che si è impegnato molto e ha reso anche bene, ma facendo cose diverse da quelle di Leao. Jovic, se mai, ha confermato di essere inutile come pivot, ma Giroud è avanti negli anni e deve pure rifiatare ogni tanto. L'errore grave, al limite, è stato quello di credere che Jovic fosse una copia di Giroud, come di scordare che il pur non eccezionale Colombo sarebbe stato tatticamente utile nel riprodurre certi movimenti del francese. E va be'! Quanto a Tomori e Thiaw, inoltre, bisogna dire che i due erano i titolari nel ruolo di centrali prima di infortunarsi. Ormai Thiaw ha già un po' di minuti nelle gambe e Tomori è sembrato aver riacquistato una forma decorosa.

Tirando le somme, il turnover attuato da Pioli non è stato del tutto un turnover e non si può confinare l'ultima formazione rossonera nel novero delle idee meravigliose del tecnico.

Nicola, tecnico dei toscani, doveva aver seguito con molta attenzione Milan-Slavia Praga, perché ha schierato i suoi in modo molto simile ai cechi. La sua squadra era corta e, nel contempo, bassa e alta. Era bassa, perché attendeva il Milan sulla linea del centrocampo, ma era alta, perché manteneva la linea arretrata abbastanza in avanti rispetto all'area di rigore. La linea arretrata si basava su quattro uomini che, in generale, si stringevano al centro quando Gyasi e Cambiaghi retrocedevano seguendo Hernandez e Calabria. Queste due ultime marcature erano a uomo come quella di Dorley dello Slavia su Loftus-Cheek prima e Jovic dopo, ma ovviamente venivano assorbite dalla zona quando Gyasi e Cambiaghi erano ormai sulla linea arretrata.

Nei primissimi minuti, si è visto qualche tentativo rossonero di triplicare le marcature a centrocampo sulla fascia destra dello schieramento rossonero. Non è durato molto, perché non è nel DNA di questo Milan.

Per tutto il primo tempo, gli attacchi rossoneri si sono rivelati sterili e accademici. Anche Parolo, commentatore tecnico di DAZN, notava al 17° che ai rossoneri mancava le giocate del pivot. Non c'era Giroud e, come detto, Jovic non è un pivot. A parte ciò, Jovic è uno che va sul secondo palo e si apposta un po' defilato, mentre Giroud è un giocatore che va sul primo palo o affonda sul portiere.

Okafor è stato subito autore di una discesa alla Leao, la prima e l'ultima della partita. Il fatto è che, per quanto, valida seconda punta e attaccante esterno, lo svizzero non ha la progressione dei 35-40 metri del portoghese. Le cose migliori, in effetti,  si sono viste quando il giocatore è partito dai 20 metri e, soprattutto, facendo la vera e propria punta.

Non era ancora scoccato il 40° del primo tempo e l'Empoli si è fatto trovare per la prima volta a metà strada, errore che spesso commette lo stesso Milan. Su lancio di Bennacer, Okafor è partito intorno ai 20 metri, sulla linea del fuorigioco, ma in posizione regolare. Ha servito con un traversone rasoterra Pulisic, accentratosi da vera finta ala destra, con la linea difensiva toscana troppo arretrata e allo sbando davanti al portiere Caprile. Forse, per quanto paradossale possa sembrare, l'assenza di un pivot ha mandato in confusione una linea difensiva normale come quella empolese, ben messa in campo, ma pronta alla normale amministrazione e non all'imprevisto. Sta di fatto che il tiro dell'amerikano è venuto fuori un po moscio, ma ha beccato sulla traiettoria un Luperto nel panico, che ha deviato in porta spiazzando Caprile.

Nel secondo tempo, l'Empoli cercava di attaccare, rimanendo corto, alto e basso nello stesso tempo, ma non era così facile e perdeva coesione fino ad allungarsi. Il Milan, però, non riusciva ad approfittarne. Si vedeva qualche spunto interessante, come un sinistro dal limite di Loftus-Cheek e un colpo di testa alto di Calabria da un metro, che dimostrava di avere anche la testa quadrata oltre ai ferri da stiro al posto dei piedi. I cambi Kalulu-Tomori, Musah-Reijnders, Chukwueze-Pulisic, Giroud-Jovic, Adli-Okafor erano scaglionati, quindi, non rivoluzionavano la squadra e, per di più, non alteravano in maniera significativa l'assetto tattico. Lo faceva, forse, l'ultima sostituzione di Adli per Okafor, ma solo per i pochissimi istanti che separavano la partita dal fischio di chiusura.

Destro si ritrovava sulla fronte la chance del pareggio-beffa, ma era un pomeriggio favorevole ai rossoneri che, alla fine, portavano a casa il risultato di 1-0 con il quale, oltre al secondo posto, si guadagnavano la possibilità di giocare a Praga liberi da pensieri e da pericolosi strascichi polemici. Ieri i social erano in rivolta per il gioco dei rossoneri, ma i 3 punti fanno spesso miracoli e tutto si annacquerà nelle prossime ore.

In effetti, come contro lo Slavia, il Milan ha vinto, ma non ha convinto, anche se forse è sempre meglio vincere che convincere. Thiaw sembra in pericolosa crisi di identità, così come Chukwueze, per quanto autore di una bella azione nel finale. Forse, visto il rendimento del nuovo arrivato, non sarebbe stato male confermare Messias e spendere i soldi del cartellino di Chukweze per altro.

Sono tutti problemi, comunque, che esulano dalla contingenza di oggi, come esulavano dalla contingenza di giovedì scorso. Andranno risolti sì, ma nel prossimo mercato, perché ormai è tardi per questa stagione e occorrerà cercare concludere al meglio nonostante gli equivoci, che sono tanti. 

Rebus sic stantibus, in effetti, la partita di oggi è stata brutta, ma non delle peggiori giocate da questo Milan. Di più, in un proverbiale mondo imperfetto, non è lecito chiedere. E' auspicabile solo che la società non cada nell'errore di spacciare per oro il semplice ottone di un buon finale. Gli errori sono stati commessi e bisognerà rimediare, ragionando da grande società e non da squadra simpatia.

Va ricordato, peraltro, che perfino questo mondo sgangherato e ingiusto, per quanto imperfetto, inorridirebbe di fronte a un'eliminazione del Milan in EL. Vediamo di evitarla, cosa ne dite? Al resto ci si penserà dopo.