Nell'andata dell'ottavo di EL, il Milan ha battuto lo Slavia Praga per 4-2. Affronterà, quindi, il ritorno  partendo da un risultato favorevole, anche se niente affatto decisivo. Le note positive del turno di coppa, purtroppo, si fermano qui.

Lo Slavia ha giocato cortissimo in 20 metri, basso e alto nello stesso tempo. Non è un paradosso, perché il blocco ceco era basso, in quanto i suoi uomini più avanzati si attestavano a cavallo della linea di centrocampo. Era anche alto, però, dal momento che la linea più arretrata era di vari metri più avanti dell'area di rigore. Tanto per capirci, due Champions fa il Porto di Conceiçao si schierò su per giù così contro i rossoneri.

Il Milan era schierato con un classico 4-2-3-1 abbastanza ordinato, ma nei 25' iniziali ha mostrato di non sapere da che parte iniziare per aprire quella scatoletta di sardine che era lo Slavia. Poi c'è stata l'espulsione di Diouf per uno di quei cartellini arancioni che in Italia diventano gialli e che in Europa si colorano di rosso. Quell'episodio ha spaccato il match e ha costretto entrambe le squadre a uscire dall'impasse tattica che faceva comodo solo allo Slavia. Alla fine, il risultato di 4-2 ha premiato il Diavolo in vista della qualificazione (la cosa più importante in effetti). Tuttavia, il 4-2 finale ha mostrato che, se anche questo Milan dovesse terminare bene la stagione, rimarrebbe il classico malato che riesce sempre a non morire, ma non guarisce davvero mai.

In superiorità numerica, i rossoneri hanno segnato subito, perché il meccanismo dello Slavia doveva essere riassestato dopo l'espulsione. Ma hanno anche subito il pareggio quasi immediato, perché non riuscivano a far valere in pieno la superiorità numerica, proprio come era accaduto contro la Lazio all'Olimpico. Dopo l'inopinato pareggio, i milanisti hanno sfruttato comunque l'improvvisa zoppia tattica degli avversari e si sono portati sul 3-1. Nella ripresa, però, lo Slavia in 10 uomini dimostrava di essersi riorganizzato e, col passare dei minuti, rubava campo all'avversario in 11. I cechi andavano sul 3-2 e facevano tremare il Diavolo, finché uno spunto isolato di Leao dava a Pulisic la palla del 4-2 liberatorio. Negli ultimi minuti, lo Slavia si era un po' sfilacciato e aveva perso coesione per comprensibile stanchezza.

In certi casi, si usa l'espressione "senza infamia e senza lode", ma in Milan-Slavia qualche infamia si è vista, senza però le lodi.

In fondo, a Pioli non si può rimproverare molto nella contingenza, neanche parlando delle sostituzioni, uno dei suoi tradizionali punti deboli. A inizio ripresa, Tomori per Gabbia e Calabria per Florenzi avevano dato fiato a un Gabbia meno sicuro del solito e tolto di scena Florenzi, pericolosamente ammonito dopo neanche 3 minuti. Jovic al posto di Loftus Cheek non si è distinto molto, ma ha dato la palla smarcante a Leao in occasione del 4° gol. Bennacer, dal canto suo, non à mai un problema. Se mai l'ingresso di Okafor per Giroud è sembrata una mossa dettata dalla paura di terminare il match sullo scomodo 3-2. 

Il vero problema è che il Milan soffre, oltre alle squadre che sanno sfruttare la terra di nessuno, anche le squadre che occupano gli spazi in maniera razionale. L'Inter di Inzaghi è quasi scientifica nel farlo. La filosofia di Pioli, infatti, è quella di aggredire gli spazi. ma non di occuparli, cioè  di renderli inaccessibili agli avversari. Il Milan di Pioli è come l'onda del mare che si ritira regolarmente dopo aver invaso la battigia. Lo Slavia, invece, occupava e intasava gli spazi. Quantomeno nella ripresa, inoltre, Dorley francobollava a uomo prima Loftus Cheek e poi Jovic, per confluire alla fine nella linea di difesa estrema a 6, dove la marcatura diventava a zona. Questa soluzione, forse, ha forse impedito ai cechi di sfruttare al 100% il movimento collettivo per colmare l'inferiorità numerica.

Alla fine, per quanto ben messo in campo come la Lazio, lo Slavia si è rivelato, proprio come la Lazio, un cliente scomodo, ma battibile. Gli stessi aquilotti, incontrando una compagine di prima fascia come il Bayern, sono usciti perdendo il ritorno per 3-0, a testimonanza che puoi essere messo bene in campo quanto vuoi, ma se l'avversario non sbraca, ne subisci la superiore caratura. Lo Slavia è una compagine di livello medio-alto, come lo Sparta, che lo precede di qualche punto nel campionato ceco. E lo Sparta è stato travolto dal Liverpool, altra squadra di prima fascia

Il Milan è una squadra di prima fascia come il Liverpool, non fosse altro perché in Champions ha retto il confronto di punti col Psg, ma ieri ha accusato difficoltà non ammissibili, visto il livello del nemico e la superiorità numerica.

Pioli non va crocifisso per il match di ieri, ma va preso atto che il suo modo di vedere il calcio non è affatto europeo, come sostiene qualche ex-tecnico glorioso transitato nello schieramento degli opinionisti. Lo è quello dello Slavia, corto ed efficiente in rapporto alla cifra tecnica (per usare un'espressione di Sandro Ciotti) della squadra. Il calcio del Milan dà l'aria di essere un progetto innovativo originale, ma poco efficiente, che può regalare anche momenti di spettacolo e belle soddisfazioni, ma a patto di incontrare l'avversario giusto. Il Diavolo va troppo spesso in difficoltà contro gli squatters del prato verde ovvero contro i colonizzatori degli spazi, pronti a impossessarsi anche di quelli che i rossoneri lasciano, quando cercano di invadere il territorio altrui.

Il Milan e Pioli, ora, dovranno evitare di affrontare l'Empoli pensando allo Slavia, come dovranno evitare di affrontare lo Slavia pensando al turno successivo di campionato, perché non ha senso fare turnover massiccio e spesso si deve procedere in apnea. Alternare Bennacer, Adli e Reijnders ci sta, come Calabria e Florenzi, mentre la squalifica di Leao in campionato comporterà variazioni a sinistra. Non avrà senso, tuttavia, rivoltare tutto e mettere in piedi soluzioni fantasiose.

Certo, Maignan andrebbe preso per le orecchie per il primo gol, in quando era fermo sulle gambe, cosa che lo ha costretto a partire in ritardo e senza poter dare spinta. Quella rete è simile al gol preso da Donnarumma contro la Macedonia. Una crisi di rigetto dopo l'esplosione? Sirene di mercato? Difficile dirlo allo stato delle cose, ma non sembra mentalmente sul pezzo.

La giornata di ieri sembra aver ridimensionato il crack De Zerbi, ma in fondo chi lo afferma non va proprio al cuore del problema. Non sono per niente un fan di questo tecnico e del suo calcio, ma De Zerbi allena il Brighton, società storicamente più da seconda serie che da Premier. Il Brighton esce agli ottavi di EL contro la Roma e allora? Dov'è lo scandalo?

Bon, appuntamento a San Siro per Milan-Empoli, sperando nella vittoria, la cosa che conta, ma sperando anche di non vedere scricchiolare il Diavolo, cosa che sarebbe un brutto sengno in vista di Praga.