Fra Fort Lauderdale il New Jersey, la nazionale azzurra di calcio ha affrontato due delle più classiche sfide da... chissenefrega. Posso vantarmi di non aver visto né l'una e nell'altra. Diciamolo pure che non c'erano ragioni tecniche né agonistiche per organizzare queste amichevoli sul suolo americano contro avversari di levatura non eccelsa. La FIGC ha intascato la borsa, come certi mestieranti del pugilato, e ha fatto un favore a qualche sponsor. Se l'intenzione di Spalletti, tuttavia, era di fare esperimenti, avrebbe potuto comodamente farlo sul suolo italico giocando qualche partitella in famiglia. Di certo, non serviva questa tournée a uso e consumo di qualche spettatore curioso di vedere dal vivo giocatori che, altrimenti, non vedrebbe mai. Le pause per le nazionali, però, non le stabilisce la FIGC che, se può arrotondare lo fa. Del resto, come diceva Totò, chi è che in Italia non arrotonda? 

Volete farvi un'idea di quanto mi sia rotto i chitarrini questa settimana? Citerò Franco Califano: "Tutto il resto è noia. No non ho detto gioia, ma noia noia noia, maledetta noia". E la noia è nemica giurata della scrittura.

Oddio, c'era qualche argomento interessante su cui scrivere. Per esempio, il battibecco fra Acerbi e Juan Jesus, ma mi sono rifiutato di farlo. Cosa avrei potuto dire? Se Acerbi ha davvero detto certe cose, merita 10 giornate di squalifica, mentre se non le ha dette, non le merita.

Si spera solo che, in casi come questi, chi deve giudicare legga bene i labiali e decida con senso di giustizia. È male tanto indulgere nel facile populismo, tanto nel comodo perdonismo.  Stop!

Avrei potuto scrivere qualcosa sull'Inter, che ha chiuso l'ultimo bilancio con -85 milioni di passivo e ha un presidente inseguito per il mondo dai creditori. E non sono dicerie, ma fatti. Anche in questo caso, tuttavia, cosa avrei potuto dire che non sia di pubblico dominio? 

Zhang deve 320 milioni, fra capitale e interessi, a una banca cinese e ciò non solo per la giustizia del suo paese, ma anche per quella italiana. Perché, sapete, non ci sono solo le Procure della Repubblica, ma anche le Corti di Appello, che non chiedono un rinvio a giudizio, ma giudicano.

Il presidente dell'Inter, in sostanza, ha tutti i requisiti per essere classificato come un cattivo pagatore e, di fatto, si presenta come tale sul mercato del credito.

L'Inter va avanti ancora grazie al finanziamento che Oaktree le ha concesso nel 2021. Quel fondo. tuttavia, non sembra intenzionato a ricontrattare il prestito in scadenza a maggio, soprattutto non a un debitore che appare così poco affidabile sulla base di dati oggettivi.

Il prestito di Oaktree, ricordiamolo, è garantito dalle azioni dell'Inter.

Certo, non è stato bello leggere articoli che facevano le pulci al Milan, mentre l'Inter e Zhang versano in una situazione debitoria pesante da almeno 3 anni. In questo periodo i nerazzurri hanno vinto 2 scudetti (compreso quello di questa stagione) e disputato una finale di Champions. I nerazzurri hanno fatto mercato ed elargito stipendi da nababbi ai giocatori, vincendo la concorrenza su Thuram e Taremi, per esempio, grazie alla possibilità di dire sì a qualunque richiesta economica. Non so chi si debba vergognare in questa situazione, ma con tutti i difetti e i limiti della società rossonera, non è certo il Milan a doverlo fare. E non è per il Milan che si deve usare la parola pagare. C'è qualcun altro che, come confermato dalle magistrature di due paesi, non sta pagando, quantomeno i creditori, e vorrebbe ancora soldi per buona misura. IL Diavolo ci sta facendo la figura del cornuto e mazziato.

Non avevo voglia di mestare nel fango, ma quando c'è, ti inzaccheri comunque.

Ieri pomeriggio, in ogni caso, ho fatto due passi in spiaggia. Nei week-end di primavera, infatti, le spiagge non sono frequentate da bagnanti, ma da passeggiatori.

Per ingannare l'astinenza da calcio, pensavo a quando, tempo fa, composi versi in spiaggia in una giornata di autunno. Li affidai al vento, che li portò con sé. Li sciolsi nelle gocce della pioggia, che li seppellì nella sabbia. Erano versi alati, ma li ho dimenticati senza aver mai messo nero su bianco. E da allora, quando faccio due passi in riva al mare, cerco di ricordare quei versi. Ma... cribbio, non c'è verso di trovarli nel dimenticatoio. A volte penso, in effetti, di non aver mai fatto quella passeggiata in quella giornata di autonno. A volte penso di aver composto i versi in qualche sogno che, come tutti i sogni, lascia solo rimembranze incerte. So solo che quei versi sono svaniti, come tutte le parole affidate al vento o sciolte nelle gocce dell'acqua mandata giù da Giove Pluvio..

Forse non erano versi, ma solo appunti. Vedete, però, quali effetti malefici produce l'astinenza dal calcio?

E per evitare di pensare ancora a quei versi mai scritti, oggi pomeriggio ho deciso di fare spazio in garage e ripulirlo da tutta la rumenta che il tempo e la pigrizia accumulano negli spazi vacanti.

Philip K. Dick, grande della fantascienza, teorizzava che gli oggetti inutili, se non vengono buttati, si moltiplicano. Ecco, il mio garage era pieno di quelle quisquiglie stregate. Un po' come le lavatrici e le asciugatrici, che sono piene di calzini spaiati. Perché si sa che i calzini sono appaiati solo se appena comprati,  ma non resistono mai al primo lavaggio. Puoi essere un re, ma alla fine avrai solo i calzini di Arlecchino.

E poi tutto il garage era stregato. Infatti, per ogni sacco immondizia che riempivo, quando mi voltavo, scoprivo che altra immondizia si era materializzata alle mie spalle. Un incubo peggiore delle ricadute di Pioli ovvero quei crolli che si verificano proprio quando sembra che il tecnico abbia trovato la quadra e risolto i  problemi endemici. Ce ne saranno ancora nelle prossime settimane?

Gli antichi parlavano della fatica di Sisifo, un personaggio del mito condannato  a sforzarsi in eterno per ritrovarsi sempre al punto di partenza. Ma qualora Don Sisifo si fosse trovato al posto mio nel garage... avrebbe rifiutato di fare a cambio col sottoscritto, preferendo la terribile pena impostagli dagli dei. Ho la schiena a pezzi e cammino come un papero, mannaggia!

Ma da domani, per fortuna, ricomincia il conto alla rovescia per il ritorno al grande circo del calcio ufficiale, quello in cui contano i punti e le vittorie (o le sconfitte).
Torneremo a chiederci se Pioli verrà confermato o se lo sarà solo in caso di qualificazione alla Champions oppure vincendo anche il derby o, magari, alzando al cielo pure l'Europa League (in aggiunta a tutto il pacchetto descritto).
Potremmo anche cullarci sul sogno Conte o sulla suggestione Klopp, come potremmo tremare pensando all'arrivo  Lopetegui ecc. . Ma comunque sia, torneremo al sano stress da calcio vero, quello che distrugge le coronarie.

Come diceva Nietszche, tutto quello che non ci uccide ci rende più forti. Quindi, ogni volta che superiamo le soste per le amichevoli della nazionale, dovremmo ritrovarci di granito.
Di granito sì, ma anche con gli zebedei in frantumi e i totani fumanti. Ne sa qualcosa il sottoscritto, alla fine di questa interminabile sosta da poeta e sgomberatore di garage.