“L’uso che in certi casi le dittature fanno del calcio
non invalida il gioco, la forza magica della sua bellezza
e della sua emozione, che continuano a prevalere.
Perché il calcio, come la letteratura,
se ben praticato, è forza di popolo
I dittatori passano. Passeranno sempre.
Ma un gol di Garrincha è un momento eterno
(Edilberto Coutinho , regista e giornalista brasiliano)

Barrio Raval è un quartiere di Barcellona. Una zona vibrante, storica, viva e multiculturale. Un quartiere di tendenza perché ospita tantissimi studi d’arte, gallerie e librerie di moda. Ovviamente c’è anche una grande varietà di caffè, ristoranti e bar.
In uno di questi, anni fa, Eduardo Galeano, scrittore uruguaiano, mentre aspettava la sua consumazione, trovò sulla sedia accanto alla sua un giornale dove una mano anonima aveva lasciato scritto, a mano, sul bordo bianco del quotidiano un messaggio. C’era scritto: Il tuo Dio è ebreo, la tua musica è nera, la tua macchina è giapponese, la tua pizza è italiana, il tuo gas è algerino, il tuo caffè è brasiliano, la tua democrazia è greca, i tuoi numeri sono arabi, le tue lettere sono latine. Io sono il tuo vicino. E tu mi chiami straniero?
Galeano scrisse che, in quelle poche righe, aveva trovato la risposta universale ai suoi dubbi e ai suoi tormenti.
Autore di grande sensibilità, amava, come tanti scrittori latino-americani, il calcio. Il Fùtbol, in Sudamerica, continente percorso da laceranti contraddizioni, è decisamente una metafora della vita. E’ la struttura portante di una narrazione, spesso dolorosa, che racconta sentimenti, ribellioni e le pene del quotidiano attraverso un dribbling, un grande goal o una emozionante partita.
Di questo tormentato racconto troviamo un illuminante riscontro in quel grande libro che è Splendori e miserie del gioco del calcio, pubblicato nel 1997. Forse il più bel libro mai scritto sul calcio. Abbiamo estrapolato alcune riflessioni di Galeano sull’immortale fùtbol.
Se vi capita di leggerlo vi verrà voglia di andare su Youtube a cercare i video dei goal che descrive.
- Sono passati anni e finalmente ho imparato
ad accettarmi per quello che sono:
un mendicante di buon calcio.
Vado per il mondo, mano tesa, e negli stadi imploro:
Bella mossa, per l'amor di Dio”.
-Nella sua vita un uomo può cambiare moglie, partito politico o religione, ma non può cambiare la squadra per cui tifa
- In cosa è simile il calcio  a Dio? Nella devozione che i molti credenti hanno e nella miscredenza che hanno invece molti intellettuali

-Il calcio è l’unica religione che non conosce atei
-Giocare senza tifosi è come ballare senza musica
- In cosa è simile il calcio a Dio? Nella devozione che i molti credenti hanno e nella miscredenza che hanno invece molti intellettuali.
-Ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una chiesa, ma non ne esiste neanche uno senza un campo di calcio.
-Pepe Schiaffino coi suoi passaggi magistrali orchestrava il gioco di squadra come se stesse osservando il campo dal punto più alto della torre dello stadio, ed El Pardo Abbadie faceva scorrere la palla sulla linea bianca laterale e si lanciava con gli stivali delle sette leghe distendendosi senza sfiorare il pallone né toccare i propri avversari:  e io non avevo altro rimedio che ammirarli, avevo addirittura voglia di applaudirli

TRISTE SOLITARIO Y FINAL
Confessiamo: abbiamo scippato il titolo a Osvaldo Soriano, scrittore argentino, autore di quel bellissimo libro che è appunto Triste solitario y final. Ma, siamo certi del suo perdono, perché abbiamo un amore in comune: i gatti che appaiono spesso nei suoi libri, diceva che gli portavano fortuna.(Posso un giorno fare apparire il mio persiano Meo su un post ? Jea dimmi di si… ndr).
Soriano era un irriducibile tifoso del San Lorenzo, un amore viscerale che svela in una lettera, dai tratti onirici e fantastici,  proprio a Eduardo Galeano. Pietre miliari della narrazione di Soriano sul calcio sono i libri Ribelli, sognatori e fuggitivi, un’antologia di racconti e Fùtbol che è una pregevole raccolta di scritti sull’arte pedatoria. Racconti che sono percorsi dell’anima, scritti con sobrietà e brevità e che vedono protagonisti personaggi che vagano per le strade di un’Argentina sospesa  tra il reale e il fantastico.
-Il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce
- Il calcio è l’arte di comprimere la storia universale in 90 minuti.
- Il calcio è dubbio costante e decisione rapida.

CALCIO, UNA RELIGIONE IN CERCA DEL SUO DIO
“Il pallone… quando urtò la rete avversaria, la sollevò come una gonna, come i migliori venti sollevano le gonne alle ragazze in fiore…” Bellissimo! E’ di Manuel Vazquez Montalban e quelle ragazze in fiore evocano il Proust delle fanciulle in fiore.Lo scrittore di Barcellona ha sempre avuto un rapporto particolare con il calcio e,soprattutto, con il suo amatissimo Barca. Diceva che tifare per i blaugrana era una scelta politica, un atto di fede verso la democrazia e la libertà.
Concepiva il calcio come una branca della filosofia. Fra tutte le discipline sportive è quella più meditata con maggiore vocazione alla dialettica che non si sottrae al fascino del barocco che la pervade. Discendenza dalla filosofia, ma con una direzione opposta. “Se la disciplina che fu di Platone e Aristotele conobbe il passaggio dal mito alla ragione, il calcio giocato da Pelè e Maradona transitò dalla ragione al mito.”
Forse è questo il motivo che ha indotto tanti scrittori europei e latino-americani a raccontare il futbol come una sorta di epos suggestivo dove l’eleganza di un dribbling si accorda con la ruvida forza di un tackle.
Tutte riflessioni che si trovano tra le pagine del suo bellissimo saggio Calcio, una religione alla ricerca del suo Dio.
Il calcio – ha scritto Montalbansi  sta trasformando in una religione sostitutiva di tipo laico, con una sua ritualità, i suoi simboli, le sue cattedrali, le sue sette. Uno sport che si trasforma in proposta di alienazione collettiva su scala planetaria, fondata sulla contrapposizione tra Nord e Sud del mondo, tra Paesi che importano giocatori e altri che li esportano. Anche se tutto questo, fortunatamente, ha un contrappeso molto positivo nel carattere multirazziale del calcio contemporaneo”.
Montalban sosteneva che il calcio crede in un solo Dio per volta. Non tollera il conflitto e non ammette lo scisma. Un Dio che a seconda delle epoche s’incarna in una figura.
Negli anni ’50 fu Di Stefano, poi Pelè, seguì Johan Cruyff. Poi Maradona e Ronaldo.
Ma l’asso portoghese è condannato a rappresentare il calcio della postmodernità. Cioè il calcio che è insieme religione per le masse e affare multinazionale.

ZIBALDONE FINALE
Sul calcio si sono espressi personaggi di fama mondiale.
L’arte pedatoria si può amare, odiare ma, diciamolo, non la si può ignorare.
-Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada lì ricomincia la storia del calcio.
(Jorge Luis Borges)
-Il football può andare benissimo per delle ragazze turbolente, ma è assai poco adatto a dei ragazzi delicati.
(Oscar Wilde)
Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio
(Albert Camus)
-Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore... o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione.
(Bob Marley)
- Tutte le mattine, in ogni angolo del mondo, dalla praterie dell’Islanda ai confini della Terra del Fuoco, dalla Siberia più orientale al Brasile, il calcio abbraccia i cuori di miliardi di uomini che si svegliano.
(René Frégni)

-Il calcio è più semplice della teoria di Einstein e più difficile che fare due più due.
(Jacques Tibert)

-Quella del calcio è l'unica forma di amore eterno che esiste al mondo. Chi è tifoso di una squadra lo resterà per tutta la vita.
Potrà cambiare moglie, amante e partito politico, ma mai la squadra del cuore.

(Luciano De Crescenzo)

- Fede è andare allo stadio quando puoi vedere la partita in televisione.
(Dino Risi)

- L'italiano ha un solo vero nemico: l'arbitro di calcio, perché emette un giudizio.
(Ennio Flaiano)

(P.S.) Il video è su Garrincha, piccola antologia dei suoi 30 migliori dribblings. Lustratevi gli occhi!
(Sostiene Pereira )
FINE


qui per la prima parte:
Zibaldone semiserio: Endorfine, aforismi e calcio