“Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Ogni atleta però è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile”.
(Dalla lettera I di San Paolo ai Corinzi)


Città del Vaticano, in un anno del Signore
I due prelati camminano lentamente e parlano tra loro, quasi bisbigliando, come se temessero di turbare il silenzio secolare che sovrasta le Stanze di Raffaello, capolavori che fanno parte del Musei Vaticani. Il più alto dei due indossa la veste rosso carminio dei cardinali. Al suo fianco il suo assistente-monsignore.
Il cardinale Olenghi Lambertozzi si ferma e chiede al monsignore?
-Si sa quando inizia la Clericus Cup?
-Eminenza, credo ormai sia  questione di qualche giorno, comunque me ne accerterò e la terrò informata.
- Chieda alla segreteria del  cardinale Bertone. E’ lui il deux ex machina di questo campionato. Peccato sia juventino. Abbiamo fatto insieme il collegio dei Salesiani e giocavamo nella stessa squadra. Era un terzino roccioso, duro da superare. Giocavo all’ala e di pestoni me ne ha dati parecchi.”
- Sua eminenza Bertone è un grande appassionato di calcio…a questo proposito, se mi è consentito, riferire Eminenza Olenghi-Lambertozzi….
-Dica, dica…sa cosa diceva Oscar Wilde c’è solo una cosa peggiore dell’essere vittima di pettegolezzi. ed è non essere vittima di pettegolezzi!

-Il monsignore si guarda intorno e poi bisbiglia
Con Giovanni Paolo II, durante i Mondiali del ’90, tutte le sere si rinchiudevano nell’alloggio papale per seguirli in Tv. Credo non abbiano perso una sola partita…e poi…
-Si…e poi…dica…dica…monsignore non sia reticente….
- Grandi discussioni quando capitava che Italia e Polonia si affrontassero. Ogni volta che Bertone andava in  udienza la prima cosa che Sua Santità chiedeva era: cosa ha fatto la Juventus.Anche con Ratzinger parlavano di calcio.Le udienze si svolgevano il lunedì pomeriggio e quindi bisognava commentare a caldo, prima di ogni cosa, i risultati della domenica. Poi si passava agli argomenti in agenda.

-Senta… ma Ratzinger pare fosse un appassionato di calcio…è vero?
Sì Eminenza, di sport parlava spesso. Anzi ha raccolto in un libro tutte le omelie sullo sport.
-Ma aveva una squadra per cui teneva?
-Certo, il Bayern di Monaco…
-E te pareva….
-Prego Eminenza…
No, mi chiedevo ma il boss…lui ( con un dito indica il cielo)…
-Nostro Signore …Eminenza!
No, monsignore..ma che dice…lui l’inquilino più importante della Domus Sanctae Marthae
-Ah…ho capito. Una squadra argentina, il San Lorenzo. L’anno scorso ha disdetto tutti gli impegni per vedere la finale Argentina-Francia…devo anche dirle. Eminenza, che Francesco usa il calcio come rompighiaccio nei suoi discorsi e nelle sue omelie. Ha incontrato grandi campioni del calcio. In primis, ovviamente i suoi connazionali il povero Maradona e anche Lionel Messi. .
-Eh già figuramose…
Prego…eminenza…
No niente…
Ma lei , mi perdoni dell’ardire, per quale  squadra tifa?
E mo’ stai a chiedè…pa Roma, pa maggica!E che cavoli!

IL CALCIO IN VATICANO
Le 284  colonne del Bernini, spiegano i libri di Storia dell’Arte, costituiscono una struttura che simboleggia le braccia aperte della Chiesa Cattolica sul mondo. L’immagine che offre è accogliente e invitante per  i fedeli. Anche il calcio è sempre stato ben accolto oltre il colonnato di San Pietro. Il rapporto tra foot ball e Santa Sede ha radici lontane. Il 9 marzo del 1513 salì al  Soglio di Pietro Giovanni di Lorenzo de' Medici secondogenito di Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini. Assunse il nome di Leone X Apparteneva a una dinastia  -i Medici – che oltre a fornire alla Chiesa un discreto numero di Pontefici avevano una visione illuminata , colta e raffinata della gestione del  potere. Furono i Papi medicei a portare a Roma  il calcio fiorentino. Proprio nell’anno della sua morte fece disputare una partita con i calcianti – i calciatori si chiamavano così – divisi in due squadre, gagliardi esponenti della maschia gioventù di allora che, naturalmente, destavano l’ammirazione delle signore in tribuna. La FIFA ha precisato, in una nota ufficiale,  che la tradizione calcistica del Vaticano nacque proprio il 7 gennaio 1521, quando l'allora Stato Pontificio "ospitò la celebrazione di una partita di calcio fiorentino – uno sport primitivo che si gioca ancora oggi in Italia e da cui provengono il calcio e il rugby di oggi – sotto l'occhio vigile di Papa Leone X".Più tardi nel ‘700, sempre con le stesse regole del calcio fiorentino, due compagini diedero vita, in un certo senso, ante litteram, al derby Roma-Lazio .Le due squadre erano espressione diretta di due famiglie aristocratiche romane  dell’epoca: i Belvedere e i Rospigliosi. Disputavano i loro incontri una nel cortile del Vaticano, l’altra al Quirinale.

LA CLERICUS CUP
Qualcuno lo ha definito l’equivalente clericale della Coppa del Mondo di calcio. La Clericus Cup in realtà è è un torneo annuale di calcio associativo disputato da squadre dei Collegi Romani, seminari della Chiesa Cattolica con sede a Roma. E’ stato fermo due anni causa pandemia, ma nel marzo del 2022 è ripartito con la quattordicesima edizione. E’ stato istituito nel 2007, grazie a un’idea del cardinale Tarcisio Bertone. E’organizzato dal Centro Sportivo Italiano. Coinvolge, circa 16 scuole e giocatori di circa 65 paesi. I giocatori provengono, per la maggior parte, da Brasile ,Stati Uniti, Messico e, naturalmente, Italia.Obiettivo della Chiesa era quello di offrire un esempio di calcio emancipato dall’intenso agonismo che, come sappiamo, è parte integrante di questa amatissima disciplina. In realtà, l’obiettivo del torneo è quello di rinvigorire la tradizione dello sport nella comunità cristiana...
Poi sul campo, si sa, il calcio è sempre il calcio. Vero è che i calciatori sono tutti seminaristi e sacerdoti e ci si aspetta che il comportamento in campo sia conforme al più corretto dei fair play, ma smessa la veste talare e indossati maglietta e pantaloncini i futuri ‘don’, in campo, diventano delle furie scatenate. Spesso gli arbitri tirano fuori cartellini rossi e gialli, o anche azzurri che rappresenta l’espulsione temporanea. A questo proposito giusto rilevare che il regolamento di questo particolarissimo torneo ha delle regole rimodulate rispetto a quelle cui siamo abituati. E’ stato introdotto qualche piccolo ‘aggiustamento’. I tempi, intanto, non sono di 45’, ma di 30’. Le sostituzioni possibili sono cinque.
Nelle norme disciplinari del torneo si specifica che sono vietati gli sgambetti, le trattenute e tutte le altre illecite azioni usate per fermare un avversario. E’obbligatorio l’uso di parastinchi.

CLAMORE MEDIATICO
Clericus Cup è il più classico dei tornei amatoriali – roba da dopolavoro direbbero i più disincantati tra noi, quasi a sfiorare la blasfemia -  eppure quando cominciò nel 2007 attirò subito l’attenzione di gran parte della stampa italiana e delle maggiori organizzazioni calcistiche L’UEFA definì l’avvio del torneo come una “prova di successo del campionato”. I maggiori giornali italiani dedicarono ampio spazio all’iniziativa. I media internazionali invece sottolinearono il grande entusiasmo dei tifosi. Quelli del Redemptoris Mater (pensate un po’…) si fecero notare per i cori e le urla che accompagnavano le prodezze dei loro giocatori.
Viene spontaneo immaginare il volto della Madre del Redentore che osserva perplessa questi suoi indiavolati figli. Stendiamo poi un pietosissimo velo sui supporter del Pontificio Collegio Nordamericano che per tutto il tempo della partita hanno amplificato il loro entusiasmo con un megafono che ha infastidito sia i giocatori avversari che i tifosi dell’altra squadra. Si sa gli americani a qualunque età sono sempre dei bambinoni.
Episodi questi, comunque, che hanno indotto gli organizzatori a vietare l'uso di tamburelli, strumenti a percussione e altoparlanti durante le ore mattutine, quando si gioca la maggior parte delle partite del campionato. L’inaspettata, grande, attenzione dei media, non solo nazionali, ha dato un forte risalto alla competizione. Tra le altre cose, molti scout di varie squadre, pare abbiano intravisto tra i sacerdoti in campo qualche prospetto interessante. Ma, su questo, vige un religioso silenzio. I giornali inglesi hanno sottolineato l’uso del cartellino blu – quello della espulsione temporanea del giocatore – e lo hanno definito il contenitore del peccato”.
Diamo un’occhiata veloce ai nomi della squadre e ai risultati.
Nella divisione B figuravano il Collegio Messicano, il Pontificio Seminario Romano, l'Urbanianum (che schierava giocatori principalmente dall'Africa e dall'Asia orientale), nonché gli istituti religiosi Augustinianum, Sedes Sapientiae, Redemptoris Mater e Guanelliani Internazionale (I Servi della Carità). Due scuole, Almo Collegio Capranica e Pio Latino si sono fuse per schierare la squadra Almo-PioLa prima stagione è stata giocata da febbraio a maggio 2007.
La seconda stagione è iniziata nel novembre del 2007 e si è conclusa il 3 maggio 2008. Le partite della stagione regolare si sono giocate all'Oratorio San Pietro, in Via di Santa Maria Mediatrice, 24.
La terza stagione si è giocata da febbraio a maggio 2009 con la vittoria del campionato del Redemptoris Mater contro il Pontificio Collegio Nordamericano.
La quarta stagione si è disputata da febbraio a maggio 2010 con la partita di campionato composta nuovamente dal Redemptoris Mater contro il Pontificio Collegio Nordamericano. Il Redemptoris Mater ha vinto la partita di campionato, 1–0, contro il North American College, lo stesso punteggio del 2009.

PRAY AND PLAY
Gioca e prega è stato il motto che ha fatto da viatico a una delle edizioni del torneo. Per tradizione, quando manca una settimana alla fine della Clericus Cup, il Santo Padre, dopo l’udienza generale, riceve una delegazione dei rappresentanti delle 16 squadre. Benedice il pallone e la coppa di questa attesissima gara.
Papa Francesco ha incontrato una delegazione sul sagrato di San Pietro e ha firmato numerose magliette. Uno dei giocatori gli ha fatto dono della sua fascia di capitano dicendogli “Santità lei è il nostro capitano”. Francesco ha sempre rilevato e sottolineato l’importanza della pratica sportiva. “Le associazioni sportive – ha detto – sono chiamate a favorire una mentalità che, attraverso lo sport, promuova lo sviluppo integrale della persona. il Santo Padre ha anche sottolineato come lo sport sia “un canale davvero speciale per promuovere la pace e l’unità”. Disciplina, lavoro di squadra, ricerca dell’eccellenza, ma soprattutto il rispetto dell’altro e l’inclusione. Questo è il servizio che lo sport deve rendere all'umanità.”
A Giugno del 2019 ha ricevuto i membri del Centro Sportivo Italiano, in occasione dei 75 anni della fondazione e Francesco ha ricordato come lo sport migliori le persone. Quindi l’augurio ai più giovani di diventare, attraverso lo sport, missionari negli ambienti che frequentano, “trasmettendo la gioia di migliorarsi ogni giorno. Ovviamente media partner del torneo è Radio Vaticana Italia che all’interno della rubrica Non solo sport, in onda ogni lunedì, presenta risultati, commenti e storie dei protagonisti. Il supporto mediatico è completato dal Web. Clericus Cup ha ovviamente un suo sito clericuscup.it integrato da foto, video ,classifiche, calendari e tutte le news dai campi.
Non mancano i social: hashtag#CericusCup che racconta il vissuto quotidiano dei partecipanti.

THE HOLY GAME
Il sacro gioco è il titolo di un documentario, dei registi Brent Hodge e Chris Kelly, dedicato al singolare torneo Clericus Cup. Il film, distribuito da Gravitas Ventures, è una narrazione dettagliata di un evento che i media hanno definito la Coppa del Mondo della Chiesa. La FIFA dedicò al torneo un lungo articolo pubblicato sul suo sito. Ma, non è un film che si limita alla rappresentazione della manifestazione nei suoi passaggi essenziali, scava nella psicologia dei partecipanti, giovani seminaristi che amano follemente il calcio, ma si accingono ad affrontare le sfide cui saranno chiamati come sacerdoti. Il pregio del film è il tocco delicato con il quale si sofferma sulle storie di giovani sacerdoti che dovranno, una volta lasciato il collegio, affrontare un mondo secolare dove non sarà possibile, per loro, sposarsi, fondare una famiglia e non sanno quale percezione avrà di loro questo mondo. Ne è venuto fuori un documentario sportivo affascinante.
Il film è stato presentato al Kicking and Screening Soccer Film (rassegna dedicata ai film sul calcio). Hodge, nel corso della conferenza stampa di presentazione, ha detto: ”Volevamo solo trovare persone oneste. Persone disposte a parlare di tutti i diversi strati della ‘cipolla’ del cattolicesimo, dallo sport alla fede, al futuro, a tutto. Il film fa proprio questo, dandoci una visione senza filtri della vita di diversi seminaristi, tra cui due americani del North American College di Roma, e del duro lavoro, degli anni di studio e di sacrificio che occorrono per diventare prete.”

LA NAZIONALE DEL PAPA
Si chiama Rappresentativa Calcistica Dipendenti Vaticani e, a livello calcistico, è la squadra di calcio che rappresenta lo Stato della Città del Vaticano. Insomma, per dirla alla buona, è la Nazionale del Santo Padre. E’ gestita dall’Attività Calcistica Dipendenti Vaticani cui è demandata l’organizzazione di tutta l’attività calcistica nello Stato del Vaticano. E’ stata istituita nel 1972 su iniziativa di Sergio Valci ( dirigente del FAS il fondo assistenza saitaria dei dipendenti del Vaticano) che l’ha presieduta fino alla sua scomparsa La Città del Vaticano è uno degli otto stati indipendenti la cui nazionale di calcio non è riconosciuta dalla FIFA. Gli altri stati sono Monaco,Tuwalu, Kiribati, Stati Federati di Micronesia, Nauru, Isole Marshall e Palau. D’altronde, alla squadra del Vaticano non può essere attribuito lo status di nazionale in quanto i suoi calciatori non praticano il calcio come professionisti. Tanto più poi che, a far parte dalla squadra, possono essere chiamati sia laici che religiosi.
Nel 2010 CT della squadra vaticana è stato Giovanni Trapattoni. Ovviamente c’è un campionato che si svolge in Vaticano ed è fatto dalle squadre che rappresentano i vari dipartimenti della cittadella. Ovvero Poste Vaticane, Radio Vaticana, Governatorato, Gendarmeria, Guardie Svizzere. Al torneo prendono parte 9 squadre. La prima è nata nel 1966 e si chiamava Hermes. I suoi componenti lavoravano nel cortile ottagono del Museo Pio Clementino dove c’è una copia della statua di Prassitele che rappresenta il dio greco omonimo.

LA SQUADRA FEMMINILE
L’ha voluta fortissimamente Papa Francesco. Più della metà delle componenti della squadra è composto da personale che lavora all’interno del Vaticano e anche da mogli e figlie dei dipendenti. Nel corso di un’intervista al Guardian, Danilo Zennaro, dirigente di Sport in Vaticano – associazione che organizza lo sport nel piccolo statoha dichiarato che Papa Francesco ha dato un notevole impulso alle donne in Vaticano quindi questa iniziativa ne è un’estensione. Abbiamo una squadra maschile da 48 anni quindi era giusto offrire la possibilità anche alle donne che lavorano in Vaticano  di praticare questo sport.
La maggior parte delle calciatrici sono di livello amatoriale, anche se tre hanno giocato in squadre più esperte, come la capitana e attaccante Eugene Teheuigoue del Camerun. Ma ecco la rosa completa: Cristina Albini, Chiara Armenti, Claudia Bassetti, Barbara De Filippi, Federica Di Lorenzo, Orietta Ferretti, Francesca Folino, Francesca Martinelli, Desire Pallotta Nardi, Rita Pietringa, Laura Pucciarmati, Eugenie Tcheugoue, Elisa Tomassini, Maura Turoli e Ilaria Valentini. La squadra è diretta da Susan Volpini, segretaria dell'Associazione Donne in Vaticano.

AMARCORD, PEPPONE E DON CAMILLO
L’argomento del post ha, per una serie infinita di riferimenti, riportato alla mia memoria una delle più belle pagine di Giovanni Guareschi del suo Peppone e Don Camillo. Una pagina straordinaria che racconta la sfida tra due avversari politici, il curato e il sindaco comunista di un  immaginario paesello del Parmigiano, che si affrontano alla testa delle rispettive squadre di calcio: la cattolica Gagliarda e la comunista Dynamo.

«Il primo goal lo segnò la ”Gagliarda” e si levò un urlo che fece tremare il campanile.
Peppone con la faccia stravolta si volse verso don Camillo stringendo i pugni per buttarglisi addosso. Don Camillo rispose mettendosi in guardia. Mancava un millimetro al cozzo, ma don Camillo vide con la coda dell’occhio che la gente s’era improvvisamente immobilizzata e tutti gli occhi erano fissi su di lui e su Peppone.
”Se ci picchiamo noi, qui succede la battaglia di Maclodio”, disse a denti stretti don Camillo.
”Va bene: lo faccio per il popolo”, rispose Peppone ricomponendosi.
"E io per la cristianità”, disse don Camillo.
Non accadde niente.
Però Peppone, finito dopo pochi istanti il primo tempo, radunò la ”Dynamo“.
”Fascisti!”, disse con voce piena di disgusto ».