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Oggi, sabato 25 novembre 2023, noi maschietti, dovremmo cominciare a riflettere. Oggi,infatti, si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne ed è una ricorrenza che ci mette in qualche modo sul banco degli imputati. Non fingiamo, non nascondiamoci dietro la sdegnata autodifesa “ Non  bisogna generalizzare, io queste cose non le ho mai fatte”. Siamo tutti figli di una cultura maschilista, patriarcale che è un termine che, in questi giorni gira molto sulle pagine dei giornali, e riecheggia anche nei talk show televisivi. Il potere, nel nostro paese, come anche in molti altri, è nelle mani degli uomini. I posti apicali, quelli che contano, sono occupati da uomini. Solo da meno di un anno, in Italia,  c’è un premier donna. Che poi piaccia o meno, in relazione alla sua appartenenza politica,,  è un altro paio di maniche. Non è di questo che dobbiamo discutere. Insomma, visto che qui, sulla nostra community,  il pane quotidiano è il calcio,  evitiamo di buttare la palla in tribuna. Così ci capiamo meglio, credo. E’ stata scelta la data del 25novembre per ricordare il coraggio di tre sorelle – Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal –che hanno combattuto per la libertà del loro paese: la Repubblica Dominicana al tempo della  spietata dittatura del generale Rafael Trujilo.
Le tre donne scelsero di impegnarsi nell’attivismo politico. Lo fecero con l’impeto e la passione che, quasi sempre, le donne mettono nelle cose in cui credono. Senza riserve, come quando amano. Furono soprannominate “mariposas”, farfalle che smisero di volare il 25 novembre 1960. Un volo spezzato dai sicari del generale Trujilo: furono barbaramente uccise.

Il titolo che ho scelto per questo post è in spagnolo. Solo si es si, ovvero solo si è si. Non è stata una scelta bizzarra. Si chiama così la legge spagnola di garanzia integrale della libertà sessuale. La legge non distingue tra abuso sessuale e stupro. Il reato è unico. Anche un bacio, dato contro la volontà di chi lo riceve o, meglio, lo subisce è considerato abuso sessuale. Ricorderete, a questo proposito, la clamorosa vicenda dell’ex-presidente della Federazione Calcistica spagnola Luis Rublales che scippò un bacio alla calciatrice Jerni Hermoso. Il fatto suscitò scalpore e indignazione. Era stata violata, pubblicamente, la libertà sessuale di una giovane atleta.
Simone de Beauvoir – scrittrice e filosofa francese – scomparsa nel 1986 è stata il punto di riferimento del femminismo contemporaneo... La sua opera è tutta incentrata sull’analisi delle cause della condizione di inferiorità in cui si trova storicamente la donna.
Nel suo libro “Il secondo sesso” c’è un passo in cui si legge: ”La donna? E’ semplicissimo - dice chi ama le formule semplici - :  è una matrice, un’ovaia, è una femmina, ciò basta a definirla. In bocca all’uomo la parola “femmina” suona come un insulto, eppure l’uomo non si vergogna della propria animalità, anzi è orgoglioso se si dice di lui: “E’un maschio!”.

In Italia da gennaio ad oggi 25 novembre 2023 sono state uccise 87 donne. L’ultima, sperando che sia davvero l’ultima, è stata Giulia Cecchettin, 22 anni, una gran voglia di vivere “andare a prendere il largo per andarsi a cercare” come ha ben scritto un giornale stamattina. Tocca a noi uomini, da oggi, fare la nostra parte. Non possiamo continuare ad essere prigionieri di un sogno maschilista, per noi un sogno, ma per loro, in alcuni casi, è un incubo. Le donne devono essere libere di poter scegliere. Solo si è si.

Vorrei chiudere con i versi di una bellissima poesia di Cristina Torre Cáceres.
E’ stata scritta,
nel 2011, dopo la morte di Mara Castilla, 19 anni, uccisa da un autista che avrebbe dovuto riportarla a casa dopo una festa. La poesia, il simbolo della lotta contro la violenza di genere, in particolare nelle manifestazioni del movimento Ni una menos (Non una di meno).

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare. Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana). Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucía).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l'alcool nel sangue. Ti diranno che era giusto, che ero da sola. Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana. Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella. Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti. Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia. Sono loro, saranno sempre loro.
Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me. Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto...
Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima.