La vera felicità del dono è tutta nell'immaginazione
della felicità del destinatario: e ciò significa scegliere,
impiegare tempo, uscire dai propri binari, pensare
l'altro come un soggetto: il contrario della smemoratezza.
Di tutto ciò quasi nessuno è più capace.
(Theodor Adorno Minima Moralia)

Riesco ad immaginare le perplessità di chi si avventura nella lettura di questo post.
La correlazione tra l’antico detto meneghino e l’aforisma tratto dai Minima Moralia del filosofo tedesco Adorno condurrà inevitabilmente l’incauto lettore a pensare tra sé: Pereira è bello che andato, nell’ipotesi più indulgente e caritatevole. In quella meno clemente: è fuori come un balcone. Andateci piano e concedetemi i termini a difesa, come dicono gi esperti di diritto processuale. Il post,la correlazione con Adorno e la lettura di un quotidiano scaturiscono da una banalissima faccenda domestica: il riordino della libreria. Operazione che ho rinviato a lungo, con le scuse più banali e infantili, ma, la minaccia di divorzio oltre a un’intemerata che somigliava a un ultimatum mi hanno indotto a firmare l’atto di resa. Durante le operazioni di riordino mi capita tra le mani questo libretto di Adorno, con le sue meditazioni sulla vita offesa, e mi siedo per sfogliarlo e bere un caffè. Leggiucchiarlo mi ha riportato indietro nel tempo, all’epoca delle grandi ribellioni studentesche, alle occupazioni e quasi d’istinto mi sono toccato la spalla sinistra dove si posò, sospinta da una certa energia, una manganellata di un signore che lavorava per un’organizzazione statale che allora si chiamava Celere.
Scusate sto divagando, deve essere colpa dell’età. Sul tavolo c’era anche il quotidiano. Da Adorno passo al giornale, il mio breviario personale, la preghiera laica del mattino. E che ti trovo sul giornale? Vent’anni di Fondazione Milan, dall’Africa al Covid più di 200 progetti di solidarietà. 200 interventi a favore di vite offese. Ovviamente, collego la notizia a quanto aveva appena letto sul testo di Adorno: La vita è offesa, violata, repressa, tradita da un’organizzazione economica e sociale repressiva, che riduce l’individuo a macchina di produzione e consumo. Ne scandisce il tempo, i respiri, gli aspetti più intimi e privati. Approfondendo, dopo, on line le iniziative della Fondazione Rossonera confesso che, come tifoso rossonero ho provato un moto di orgoglio e di soddisfazione. La Public Charity milanista ha anche una bella storia.

LEONARDO, BARESI E MALDINI
Sono stati loro nel febbraio 2003 a volere fortissimamente questa Public Charity che è legata alla  mission di Responsabilità e Sostenibilità del Gruppo AC Milan. Ma, per dirla con il cuore, e mettendo da parte la terminologia societaria, le intenzioni dei tre grandi giocatori rossoneri erano volte a realizzare, in maniera concreta, qualcosa di buono per la collettività ed esprimere solidarietà con chi si trova in condizioni di disagio. Il raggio d’azione della Fondazione rossonera è ampio. Interviene, infatti,  in Italia e all’Estero. Supportano tanti giovani nella difficile partita della vita. Sono esattamente 230 i progetti portati a compimento in questi 20 anni. Sono stati rac colti 12 milioni di euro ed effettuati interventi in collaborazione con 170 organizzazioni a Milano, in Italia e in 23 paesi di tutto il mondo. Vediamo più da vicino alcuni di questi progetti. Il programma Sport for Change è nato per aiutare bambini e ragazzi che si trovano in una condizione di estrema fragilità e grave disagio, non solo economico, ma sociale ed educativo. Sono situazioni che favoriscono l’abbandono scolastico, ma, ancora più grave,  espongono anche al rischio di essere attirati da attività criminali. Il programma, in buona sostanza, punta a porre un argine alla povertà educativa ed economica e contemporaneamente favorire l’interazione e l’inclusione sociale. Franco Baresi, che è in qualche modo, l’ambasciatore del cuore rossonero, ha parlato, nel corso di un’intervista, dei progetti di cui si sente più orgoglioso.” Siamo stati in Libano, in una struttura di accoglienza – ha detto Baresi -  per i profughi siriani. Ma anche in Kenya per promuovere inclusione e aggregazione. La Fondazione milanista ha profuso anche un grandissimo impegno nella distribuzione di cibo nel corso degli anni terribili del Covid.

LEGGENDE ROSSONERE PER LA SLA
La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una rara malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni del sistema nervoso centrale.  E’ una condizione estremamente debilitante e dall'esito drammatico: prima di morire, infatti, chi ne è affetto perde gradualmente il controllo di funzioni come respirare, deglutire, parlare e camminare, e necessita di un supporto per la respirazione e l'alimentazione, di dispositivi elettronici per la comunicazione e della sedia a rotelle. La Public Charity rossonera da ormai quattro anni affianca la  Fondazione Stefano Borgonovo nel sostegno alla ricerca scientifica volta a  scoprire quali sono le cause che scatenano la SLA. Patologia che ha colpito, peraltro, diversi calciatori. Si guarda, con qualche speranza, alla sperimentazione del trapianto di cellule staminali cerebrali umane in persone colpite dalla malattia. La Onlus che ha ottenuto, dalla commissione competente dell’Istituto Superiore di Sanità, il via libera, alla sperimentazione delle staminali,  è la Neuthon che è stata fortemente sostenuta dalla Fondazione Milan.
Grazie agli sforzi congiunti è stato possibile realizzare, presso l’azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, il laboratorio di Cellule Staminali Cell Factory e Biobanca. Il progetto è nella sua fase di avvio, ma può essere il primo promettente passo per arrivare a sconfiggere questa terribile patologia.
Per la raccolta dei fondi, la fondazione rossonera, ha organizzato partite, in molte capitali estere, con la squadra delle leggende rossonere del 2008. ATeheran, 70 mila spettatori, a Londra pure, a Buenos Aires 40 mila. Poi, giusto menzionare, anche i tornei di golf organizzati da Daniele Massaro.

MILAN PER LA PACE
Ovviamente, il conflitto in Ucraina, con gli inevitabili e drammatici risvolti umani e sociali, è stato subito al centro di una iniziativa specifica e mirata della Fondazione Rossonera. Il Presidente Paolo Scaroni, nella lettera inviata agli stakeholsers, ha spiegato l’operazione AC Milan for Peace. L’iniziativa che Fondazione Milan e Milan hanno intrapreso con la campagna “AC Milan for Peace” è stata la nostra prima risposta a quanto stava accadendo. Continueremo sostenere lo sforzo di quanti stanno contribuendo alla ricostruzione in Ucraina, così come saremo vicini a tutte le ragazze e i ragazzi coinvolti nei programmi di Fondazione Milan in Italia e nel Mondo. Lo sport e i suoi valori sono un formidabile strumento di inclusione e integrazione e quindi anche di dialogo e di pace. Abbiamo il compito di amplificare questo messaggio e renderlo attuale ogni giorno in ogni ambito in cui ci troviamo ad operare, oltre a coinvolgere tutti i nostri stakeholder in questo impegno che sentiamo sempre più necessario e del quale avvertiamo tutta la responsabilità”.
Stasera, intanto, allo Sheraton ci sarà la festa di compleanno della Fondazione.

Ci saranno tutti, ma proprio tutti, dal presidente Scaroni all’Ad Giorgio Furlani, Paolo Maldini, gli allenatori Pioli e Ganz. I giocatori di ieri e di oggi. Si svolgeranno delle Aste e raccolta fondi. Testimonial della serata Andrey Shechenko che, naturalmente, racconterà quanto sta accadendo nel suo paese.
La Fondazione tra l’altro sta realizzando a Irpin, vicino Kiev, uno spazio sportivo.


RED: ci scusiamo vivamente per aver tardato nella pubblicazione dell'articolo, realizzato nella giornata del 23 febbraio. 
Gentili saluti