Iperbole: Riferimento metaforico volutamente alterato in quantità sia per eccesso e sia per difetto. Definizione trovata in rete.
Che l'uso delle iperboli faccia ormai parte del linguaggio non solo di noi bloggers ma pure dei commentatori sportivi, è ormai cosa che si legge ogni giorno. L'avvicinarsi alla partita con il PSG era, in un raffronto musicale, una vera marcia funebre di cui bellissimo esempio è offerto dalla terza sinfonia di Beethoven, l'Eroica. Ora si spera, dopo la grande prestazione di ieri sera, che non si ritorni, altrettanto iperbolicamente e sempre in riferimento al primo tempo della stessa sinfonia dove invece si magnifica l'eroe, colui che doveva cambiare il mondo e che poi delude amaramente il grande musicista tedesco. Magari troverei auspicabile più giusto un più sereno approccio, sempre in riferimento musicale, come una Eine Kleine Nachtmusik, di stampo decisamente meno funebre sebbene notturno rimane di leggiadro canto mozartiano.
Francamente il nostro allenatore ieri mi è sembrato più tendente a Beethoven che a Mozart, anche dopo la grande prestazione della sua squadra. Non so se tutti hanno notato le immagini immediatamente successive al fischio finale. Era livido di una rabbia incontenibile, tale pure da respingere in malo modo un ragazzotto della sua panchina che, rapito invece dal nuovo canto della sua squadra, lo ha abbracciato da dietro affettuosamente. Ne viene ricacciato in malo modo, rimanendone mortificato e sconcertato.
Rabbia che traspare dal suo viso anche in conferenza che in buona sostanza esprimeva un bel “vaffa” decisamente a 360 gradi e un poco a tutto quello che appunto iperbolicamente solo poco tempo prima lo aveva circondato.
Pure il popolo dei tifosi, si sa molto ondivago, avendone però pieno diritto, era passato, cosa che deve aver causato molto dolore al nostro condottiero, da un “Pioli on fire”, quindi ottimamente sul pezzo, al “Pioli into fire” cioè subitaneamente caduto sulla graticola.
Del resto pure Beethoven per nei più lunghi e laboriosi tempi della sua composizione passa subitaneamente alla marcia funebre già nel secondo movimento. Il sorriso gli è tornato negli abbracci con i suoi giocatori testimoniando che forse la maretta un po' troppo iperbolicamente montata aveva comunque lasciato forti segni nel suo animo di condottiero.

Così ora mi azzardo a passare in una virtualità con gli amici che mi fanno l'onore di venire a commentare sui miei interventi, sperando di metterla molto ironicamente sul piano di un incontro al Bar di calciomercato.com. E mi si consenta di dire agli amici che di iperbole ne ho viste anche da parte loro oltre che nella stampa ufficiale. Con ironia ripeto, perché l'ironia è sempre stata e sempre lo sarà il sale della mia vita.
Autoironia inclusa, ovviamente. Zardo, di cui nutro profonda stima per la sua competenza, stronca un poco frettolosamente per me il condottiero e gratifica di “dilettantismo” la conduzione dei piani alti in quasi tutte le sue manifestazioni salienti. Velox e Frankie altri bloggers di cui ho profondo rispetto, pure prima e dopo una notte mitica come questa non hanno risparmiato le critiche al nostro condottiero, dando, in linea generale, forse troppo importanza al ruolo dell'allenatore, di quanto invece conti l'atteggiamento dei giocatori come giustamente fa osservare Costacurta sempre con quel suo sorrisetto sornione che dice e non dice, magari.
Magari, così per fare un poco di fantacalcio, magari, non è che i giocatori si sono un poco troppo risparmiati con l'Udinese?
Pure il sorriso di Immobile dopo aspre critiche che lo davano per finito giustifica che il mondo del calcio in fondo è questo. E trova riscontro nell'amico Chiellini, beato lui in quel di Los Angeles. Il calcio vive di iperboli di alti che sono molto alti e di bassi che sono molto bassi. E così per attirare audience, parlo a livello professionale beninteso, e non di noi bloggers, che ci divertiamo a parlare di calcio e comunque non a straparlare di calcio, mettendoci una serietà e onestà intellettuale, come spesso ho letto che è molto vicina ad avere i toni se non l'ufficialità di una critica professionale, non è che da parte “ufficiale” si ami un poco troppo calcare la mano?
Un poco troppo volutamente, creando tensioni che comunque arrivano eccome arrivano visto il livore sul viso di Pioli. Pereira, altro blogger al quale va il mio totale rispetto, mi ha accusato di giravolte di valutazione accompagnandole persino a ipotetiche giravolte in tomba, rimanendo sempre in temi dai risvolti funerei, del mio mito di allenatore per eccellenza, il grande Nereo, di cui ne faccio molto modestamente e quasi ereticamente uso come avatar.
Da buon ingegnere e pure ex manager ho sempre avuto un pallino ed era riportare le valutazioni a parametri gestionali di estrema sintesi e lo stesso ho cercato di farlo, per puro divertimento, nella valutazione dei fenomeni calcistici, sperando di contribuire, nel caso di Pioli a stemperare i toni lugubri di una marcia funebre per passare ad una serenità di stampo mozartiano.
E i numeri, giusti o sbagliati che siano, ma ho visto che funzionicchiano abbastanza, dicono che Pioli sicuramente non è un top nell'empireo dei grandi ma nemmeno nel novero dei mediocri, senza alcun riferimento al significato “romano” del termine. Entra in una situazione disastrosa, la raddrizza, vince bene un campionato, e smettiamola di dire che glielo hanno regalato, come ho fatto pure io e me ne pento, e come ho cercato di dimostrare numericamente comunque, per me, è ancora lontano da chi lo giudica in “parabola discendente”.
Per dovere di pignolesca precisione in geometria esiste solamente una parabola che è, se ben ricordo nei miei lontanissimi studi, una figura che ha due rami, questi sì ascendenti o discendenti a seconda che il suo “fuoco” sia sopra oppure sotto il vertice della parabola stessa. E quindi sempre “iperbolicamente” restando in tema di calore si è messo forse un poco frettolosamente Pioli on fire e poi altrettanto frettolosamente into fire.
La cosa che invece che può preoccupare un tifoso non iperbolico quale mi definisco, è che sposo in pieno comunque la linea zardozziana, mi perdoni l'uso magari improprio della sua identità o avatar in questo sito, che l'attuale proprietà francamente mostri una conduzione un poco improvvisata, lui la definisce dilettantistica. Ma subito in secondo ordine la capacità di una critica esterna giusta o sbagliata che sia di penetrare profondamente nelle difese psicologiche e mentali del nostro allenatore come sta ampiamente dimostrando in questi momenti molto altalenanti. Che poi siano momenti così tanto altalenanti, e comunque aspettiamo almeno un poco ancora, francamente non li vedo nella sua conduzione. Molti cedimenti, sicuramente ma anche riprese e questa potrebbe forse anche essere un'altra ripresa.
Personalmente considero tutta la vicenda Ibra un qualcosa di orrido se non quasi grottesco, managerialmente parlando, e mi stupisce che gente uscita da una Business School di livello planetario gestisca situazioni come un elefante in un negozio di cristalli. Rimane una mia personale opinione, e probabilmente dopo aver lasciato il lavoro da tempo tempo, può darsi che certe cose siano profondamente cambiate. Come giustamente citava Costacurta, più che in Pioli il cambio di marcia avviene nell'animo dei giocatori. E aggiungo io anche un poco “stranamente”. Certo Pioli non va allo sbaraglio, come a Parigi. In un certo senso recepisce l'animo dei suoi, oppure di quella che Rocco chiamava la “commissione interna” oppure decisioni prese dalla moglie, altro modo di mettersi su Mozart, e cambiando ancora una volta dimostra, prima di essere un più che discreto allenatore, anche una persona intelligente e capace di recepire le situazioni cosa che un buon manager deve saper fare.
Ora, francamente, il pericolo è che il nostro conductor, seppure leggermente bruciacchiato, torni, altrettanto iperbolicamente, e essere nuovamente on fire invece di cercare una giusta via di mezzo, molto mozartiana, che sembra davvero buona, visto che i suoi tre nuovi, perché bisogna dire che sono suoi, ieri hanno tenuto a bada e bene un fior di centrocampo avversario, magari un poco presuntuoso ma sempre di lignaggio forse un poco superiore decidendo le sorti della partita.

Non ho la brillantezza e nemmeno le capacità tecniche degli amici menzionati, ma ho trovato strano che in molti occasioni il fantastico Leao, non ci sono altri termini, abbia prima seminato gli avversari e poi concluso in tipica posizione di centravanti. E che in molte fasi avessimo un 424 che però, a differenza di Parigi sapeva anche difendere, pure con Leao stesso, mentre Sua Maestà Mbappé, difficilmente torna. Quindi un atteggiamento un po' meno spregiudicato pur di essenza offensiva che lascia ben sperare per occasioni future tutte comunque da conquistare e che danno anche buona dimensione alle scelte di Pioli. Da un punto di vista tecnico Pioli chiede giustamente un difensore, perché non si possono concedere gol come a Skriniar, e aggiungerei modestamente un interditore/costruttore alla Lobotka o alla De Roon di un livello superiore al bosniaco così tanto amato da Pioli.
Perchè “Del doman, vedi Bennacer, non v'è certezza”, di un centravanti non ne abbiamo bisogno, perché Okafor per me è qualcuno, e nemmeno, molto francamente di un ex centravanti.
Mia opinione personale. Così come di un nuovo fiorir di iperboli.