La partita di Supercoppa insegna, a mio avviso, che l'unico modo per fermare l'Inter, o almeno quello molto prevalente se non essenziale, è di mettersi a specchio e fermare le sue fondamentali soluzioni di gioco offensive, che avvengono molto sugli esterni, ora chiamati quinti.
Solo l'arbitro, purtroppo con un repentino e piuttosto inspiegabile cambio di conduzione della regolarità della partita, ha in fondo deciso uno scontro in cui, a parte una certa imprecisione alla conclusione, alla fine l'Inter non ha mai potuto - tranne appunto in qualche occasione - sviluppare il suo gioco con la completezza e continuità mostrata quest'anno.
Inoltre, gli avanti del Napoli agivano in pressing sui difensori interisti e così indirettamente impedivano la caratteristica fondamentale della costruzione interista, cioè il movimento rapido a uscire del centrale e l'appoggio al costruttore della manovra e quelli del centrocampo dell'Inter sono tutti e tre capaci di farlo: elemento distintivo di forza, che nessuna altra squadra possiede, anche se Calha è quello più delegato a svolgerne il compito.
Dopo di che, le distanze automatiche tra gli altri due e pure i ritorni in appoggio delle punta permettono in velocità la creazione degli spazi su cui si fiondano gli esterni, uno formidabile, Di Marco, uno eccellente, Bastoni, addirittura in aggiunta pur non essendo di ruolo quinto, e due ottimi, Darmian e Dumnfries. E uno in tuttora fase di apprendimento, Carlos di buona qualità.
Questa formidabile batteria di esterni, dove pure compaiono Acerbi e Pavard, grande acquisto, sono la base del gioco interista di offesa in velocità, che è il grimaldello che apre le soluzioni per le punte e per il vero campione assoluto che è diventato Lautaro.

Sicuramente anche quando l'azione dal basso non viene contrastata cominciano i guai, ma di certo si fanno più grandi se riconquistano palla soprattutto nella propria trequarti.
Lobotka come puro centromediano metodista ha aiutato splendidamente le chiusure dei centrali e quando ha lasciato la posizione in cerca di avventura ha creato guai, mettendo subito in minoranza una difesa che non ha di sicuro sostituito la qualità di Kim.
Mazzarri non aveva una qualità sugli esterni capace di tenere botta al gioco di attacco interista e quindi ha dovuto ricorrere ai raddoppi sulle fasce e addirittura a triplicare a destra
con Politano, Di Lorenzo e Zerbin per contenere la coppia Di Marco e Acerbi, anche se Acerbi non ha le stesse caratteristiche di Bastoni. Politano inoltre doveva servire anche come interno e punta per tenere su MHK e pure andare sull'esterno sinistro di difesa interista (orribile la parola braccetto!) e si è sfiancato riducendo e di molto le sue potenzialità offensive.

Il 343 napoletano era quindi totalmente insufficiente, forse mancando un altro centrocampista, a contenere i tre draghi del perfetto centrocampo interista e quindi anche Kvara doveva dare il suo contributo difensivo e pure limitare il mismatch evidente di qualità a sinistra della sua squadra.
Il Napoli aveva, in questa occasione, una sua obbligata, e purtroppo per i partenopei, solo rabberciata identità tattica quasi totalmente difensiva, perché gli mancavano i due giocatori fondamentali del centrocampo, Anguissa e Zielinski, dato però in uscita e Cajuste è un buon cursone non del livello di Anguissa e al posto di Zielinski in fase creativa di attacco Mazzarri non aveva alcuno.

Ha potuto solo proporre una melassa difensiva di contenimento che, se avesse avuto un altro arbitro invece di quello che lo ha azzoppato, avrebbe potuto con molta probabilità portare la corazzata Inter alla giostra dei rigori. Quindi la soluzione che avrebbe adottato, con gli uomini giusti, sarebbe stata molto probabilmente un uguale 352 interista, e forse già virerà su questa soluzione più congeniale agli uomini che ha, valorizzando un notevole Ostigard, finora trascurato.
E' ovvio quindi che la tattica di Mazzarri rinunciava praticamente all'attacco, puntava ai rigori per vincere e le sue erano solo speranze, con qualche invenzione, di prevalere in partita regolare, pure senza supplementari.
Perdere la punta centrale ha lasciato al solo Lobotka e a uno stanco Cajuste il contenimento della fase centrale del gioco interista che alla fine ha sfondato con le giuste sostituzioni di Inzaghi abilissimo in questo.
Il fatto che Mazzarri abbia quindi così bene limitato lo strapotere mostrato contro la Lazio, e sarebbe stato interessante vederlo a parità di organico, deve più suonare a campanello di allarme interista, che a demerito di Mazzarri, che ha potuto solo fare una gran bella partita a metà e pure con qualità inferiore all'avversario.

Leggo che Inzaghi ha imparato ad attaccare. E', a mio avviso, la usuale considerazione in pregiudizio offensivo. Nel senso che se Inzaghi attacca continuamente si indebolisce. La sua forza sta nella ripartenza, che nasce da una sontuosa costruzione dal basso e dal rabbioso recupero palla con un centrocampo di valore mondiale e dal gioco perfetto a elastico delle due punte, altro reparto di valore assoluto, completato da un esterno sinistro, Di Marco, tra i migliori se non il migliore del campionato e anche tra i migliori in Europa.

Non è quindi facile contrastare una forza simile e rimane pertanto da ammirare la grande partita di Mazzarri che comunque, a parte lo zibaldone tattico difensivo che serve da studio di come si può fermare l'Inter di quest'anno, messo in campo, deve trovare soluzioni che portino le sue punte nelle condizioni di arrivare al tiro non sfiancate.

Con il Napoli infatti l'Inter vince di un solo gol con il 65 per cento di possesso palla, il che significa che chi lo ha contenuto con il 35 per cento e finisce per cedere nel finale in 10 uomini, è stato più bravo tecnicamente, solo difendendosi ovviamente con un solo tiro in porta, e quindi con quello che aveva, ha fatto il massimo, mentre Inzaghi no.

Se l'Inter deve sempre attaccare diventa infatti più debole e non più forte. Il Napoli con uomini di maggior qualità sugli esterni, gli manca tremendamente il Rui straripante dello scorso anno, avrebbe potuto cercare di più l'uomo su uomo difensivo e sviluppare di più la sua azione offensiva. Quindi se Inzaghi, come viene invitato a fare, attacca prepotentemente la Juve, perde quasi sicuramente. La partita decisiva tra Inzaghi e Allegri e poi non tanto decisiva, diventerà comunque quindi una partita a scacchi tra due grandi contendenti, perché entrambi hanno lo stesso atteggiamento e se Inzaghi lo cambia va, a mio avviso, incontro ai guai.
Più avanti poi si farà sentire sicuramente anche il peso dell'usura mentale della Champions.

Tutti temono la prossima partita a Firenze senza Calha e Barella. Se Italiano manda all'attacco i suoi, come è uso fare, fa il gioco dell'Inter, e anche con Asslani e Frattesi l'Inter vince con grande probabilità. Se invece la Viola la aspetta, mette in evidenza la inevitabile differenza nel gioco di costruzione e può colpirla.
Indubbiamente per l'Inter è un test interessante e piuttosto cruciale e quindi una partita da osservare con attenzione, sia per la capacità vera dei sostituti e sia per la pressione che comincia a essere forte su Inzaghi per cambiare il suo fondamentale gioco di rimessa, come le sirene offensiviste hanno da tempo intonato e l'Ulisse dei nerazzurri quanto saprà resistere?

Se passo al mio Milan, penso che la domanda fondamentale che, più che Pioli, Ibra debba porsi nella sua “anomala” consulenza operativa, sia quale assetto tattico debba tenere il Milan per competere ai vertici, e non solo sulla tenuta del terzo posto.
Risulta evidente che sia la Juve e sia l'Inter sono squadre che meritano ampiamente le due posizioni di vertice. Ma risulta per me altrettanto evidente che la differenza attuale è eccessiva rispetto alla qualità della rose e quindi la questione diviene tattica, a parte la anomalia, che per me tale rimane, degli infortuni.
E risulta altrettanto evidente che se la nuova Proprietà vuole essere veramente credibile non può, per blasone e storia, fare la ruota di scorta solo Champions a nessuno.
Se è solo speculativa c'è solo da sperare che il lucro fornito da un nuovo entrante, che tenga al Milan per quello che è, e non come veicolo di guadagno, sia tale da indurli a levare le tende. Snobbare le manifestazioni italiane come la Coppa Italia è per me inaccettabile.
Fortunatamente l'Algeria è stata eliminata e si ha un ritorno anticipato del giocatore che rimane fondamentale nell'attuale ondivago centrocampo milanista. Non c'è nessuno infatti che in questa rosa sia oggi capace di riproporre il gioco di Bennacer di contenimento e di costruzione e recentemente pure in chiave offensiva dell'algerino.
Adli e Reijnders sono due debolezze difensive che non fanno una forza e le abbinate capacità di visione di gioco e di costruzione messe insieme fanno una somma tecnica che non compensa la debolezza difensiva globale. Quindi il Milan ha nel centrocampo senza Bennacer una debolezza e non una forza. E quindi se un giocatore deve essere acquistato, a mio avviso, è un elemento alla Lobotka, tanto per chiarire.
Luftus, e sono d'accordo con Velox, è un gran giocatore, salvo il fatto che dovrebbe trovare, nella sua travagliata carriera, qualcuno che gli spieghi bene dove deve stare senza girovagare in uno dei tre ruoli fondamentali del centrocampo. Non mi sembra che anche Pioli, dopo allenatori ben più titolati, tra cui lo stesso Conte, mi sembra, abbiano risolto un quesito tecnico importante per questo giocatore, attore importante in cerca di una parte rilevante e continuativa.

L'altro quesito del tutto personale, visti anche i timidi tentativi fatti, è che se anche per il Milan non sia adeguato passare decisamente ad una difesa a tre, cosa in cui non mi avventuro più di tanto, per me sì comunque, ma non ho competenze di invenzione, ma solo di attento, quando posso, osservatore.
Pertanto la composizione del settore cruciale del gioco per il Milan, rappresenta ancora una sorta di happening oppure un puzzle di non facile soluzione.

L'ultima considerazione è che con la doppia punta, più vicina a quella centrale, il gioco offensivo del Milan mi sembra decisamente più efficace, come insegna il pareggio e la vittoria contro l'Udinese, sfruttando le sponde del formidabile Giroud al quale bisognerebbe portare indietro l'orologio del tempo.


Indipendentemente dal valore di questo intervento mi permetto di rivolgere a Jea, gentilissima, la domanda se questa formattazione risulti più adeguata.
Avendo poi espresso una nota in cui non giustificavo i voti ai giocatori, non vedo perché non si debba essere altrettanto coerenti rinunciando da subito pure ai voti per i miei interventi.
Per i voti mi permetto un suggerimento, evitando la fatica dichiarata da Jea, in interventi così mal costruiti formalmente, è che il voto, se debba rimanere, lo diano i lettori in una soluzione software che ne dia la unicità e il tempo. Non penso sia difficile adottarla.
Mi scuso ancora con Jea quindi per la mia “esternazione”, dettata solo da una percezione, giusta o sbagliata che sia, di una sostanziale differenza, senza alcuna presunzione, ce ne sono qui tanti bravissimi pure molto più di me, di eccessiva differenza data tra la freddezza di un voto e la gratificante e riconosciuta fatica di scrivere con un certo contenuto e impegno.
Ho inserito qui anche il grassetto e se l'ho fatto in maniera arbitraria chiedo scusa ancora.

Hic manebimus optime quindi, per due motivi fondamentali soprattutto, perché in questo forum ho trovato un gruppo di amici sulla stessa lunghezza d'onda se non d'età...
Il primo è che il mio desiderio - penso di non essere il solo - è quello di vedere, cosa che non scorgo nella nuova Proprietà, il Milan con un futuro sportivo adeguato e non solo speculativo, vendita della Famiglia Berlusconi inclusa, pur dopo tanta gloria, e, quindi come vecchio tifoso regolarmente presente in serie B, ci tengo almeno a far sentire una voce; e il secondo è per tenere vivo un Milan di tanti anni fa, con il quale, sia per dirigenza e sia per conduzione tecnica e valore, totalmente mi riconosco da tifoso di vecchio stampo.

Grazie ancora a chi mi ha rivolto le tante parole di apprezzamento e grazie ancora a Jea per le sue davvero inaspettate parole di incoraggiamento. A un vecchietto certe cose fanno bene quando le celluline grigie declinano.



Jea: Gentilissimo Rocco, sono felicissima che lei abbia subito colto con il giusto spirito i miei suggerimenti, e che dire...? Davvero un buon lavoro per essere la prima volta: non c'è paragone con la forma degli scritti precedenti, e sono certa che lei per primo se ne rende conto... per cui mi permetta di dare con gioia un bel 8,75 al suo pezzo...!!!
Penso che questa sarà una delle ultime volte, siamo infatti sempre più orientati a levare del tutto i voti e anche noi della redazione, come molti di voi, ne siamo sollevati, in quanto nel tempo è diventato sempre più difficile assegnare dei 'freddi' voti, tra l'altro facilmente fraintendibili quando non si conoscono le ragioni di chi è dall'altra parte... per cui bene così!!
Ma almeno per oggi, si porti via con orgoglio questo bel voto: complimenti!!! 
E grazie per le sue gentili parole a me rivolte, 
a presto.