Il pragmatico Mazzarri finalmente si rende conto che il Napoli di Spalletti è solo un bel ricordo da mettere in bacheca e dopo la batosta con il Torino e la sofferta vittoria con la Salernitana sorprende tutti, abiurando le tradizioni tattiche napoletane che erano cominciate anni fa con Sarri.
Fa due cose molto sagge: la prima stringe la difesa a tre dove Di Lorenzo perde, sì, suoi soliti movimenti ma che però ritrova alla grande quando Mazzarri si rimette a 5 stabilmente e sfrutta meglio i suoi centrali in particolare Jesus. La seconda fa di necessità virtù, cercando, come dice lui, di adattare il vestito ai giocatori e non viceversa. Italiano d'altro canto parla di inefficienza offensiva, pur con un 60 per cento di possesso palla e l'unico tiro in porta di una certa pericolosità. Guarderei francamente in questa partita molto di più alla sua efficienza difensiva.
Certo, può recriminare sul rigore che lo sciagurato Ikoné spedisce nello squallido vuoto della curva in un clima irreale, che pone una domanda semplice alla quale rispondono evidentemente solo i dollari del petrolio. Che ci fa il calcio italiano a disputare la sua Supercoppa ricca solo appunto di soldi e niente più, nella pur splendida Riyad, e tra tifosi fasulli giusto per dare un minimo di colore?

Non si preoccupa il tecnico toscano del sacrilegio tattico di anni, aspetta con pazienza il vuoto ruminare calcio della Viola e la punisce forse oltre i suoi demeriti che, al contrario di quanto dice Italiano, non difende bene come pensa di attaccare magari con attaccanti che non ha. Con buona pace dei tanti estimatori del suo calcio offensivo. Manda, magari invece di Quarta, il legnoso Milenkovic sullo sgusciante Kvara che, una volta saltato il malmesso 1 su 1 dietro, innesca Jesus, molto più a suo agio con questo sistema che gli permette di mettere a frutto insospettate doti di centrale difensivo avanzante con piedi buoni, Jesus infatti, inusuale in questo ruolo, a sua volta, offre un assist letale tra i larghi e unici accorrenti Quarta e Biraghi. Si divincola benissimo, da quel bel centravanti mobile che è, il Cholito, che in grande stile e perfetta coordinazione esplode a rete un diagonale su cui Terracciano nulla può, Nel frattempo mi sembra che ben 6 giocatori viola siano oltre le linea della metà campo e che assistano alla partenza del Napoli, che nessun centrocampista vada a coprire al centro e quindi, superato in agilità Milenkovic, niente, se non un perfetto assist di Jesus in percussione, come Gasp predica da anni con questo modulo, può ostacolare la puntata letale di Simeone.
E infine mi sembra che il restante due contro uno sia purtroppo molto largo a coprire su Simeone che comunque non fa sicuramente una cosa banale andando in gol. Tutt'altro, e dice anche a Mazzarri che oltre al Nigeriano esistono ben altre soluzioni in attacco pure con Raspadori in panca.
Che il nuovo modulo a 3 sia un poco sbilenco lo rivela bene Di Lorenzo che non ha più i suoi riferimenti nel dai e vai e pure il gioco di centrocampo dove Cajuste corre come un disperato e poi si strappa; Lobotka gli sta abbastanza lontano più a protezione del fortino di Mazzarri.
Sulla destra Biraghi risulta sempre troppo libero e il Napoli soffre pure anche sulla sinistra dove Ikoné non si muove male, a parte il rigore, e infatti se lo procura. Rui, che non è più il magnifico esterno decisivo nella cavalcata scudettata del '22, fatica parecchio sull'arrembante ma molto confusionario Kayode, della nuova nidiata di colore italiana sulla orme di quella francese, che dimostra grandi doti balistiche per ora solo con le... mani, e su Ikoné che continua a fare malissimo al tiro, ma è vivace. Deve infatti addirittura andare a chiudere su di lui Simeone, su una sua percussione all'8'.
Penso che rimanga misterioso anche al più sfegatato tifoso della Viola del perché Italiano insista su Brekalo anche ieri non pervenuto. Si consoli però, perché anche noi abbiamo assistito all'epoca dell'insostituibile Krunic, poi improvvisamente escluso, ma sono cose che solo gli allenatori possono sapere.

A poco a poco il Napoli si aggiusta e, dopo l'avvio viola, sviluppa una sua classica azione a rientrare al tiro, di Politano. Lobotka e Cajuste si coordinano bene e innescano Mazzocchi a destra su Politano; solito spostamento a rientrare e bel tiro messo in angolo da Terracciano. Sul corner parte bene Ikoné che viene però chiuso in angolo. Sul tiro per destinazione la palla arriva, come quasi sempre, sul libero Biraghi che chiude a lato. Dopo il gran gol del Cholito cerca di rispondere bene la Viola, dove Arthur dimostra ottime doti di palleggio e impostazione ma non trova molta corrispondenza in avanti, a parte i movimenti di Bonaventura. Prevale ovviamente la Viola a centrocampo dove si vede spesso Quarta e Duncan mette fisicità, anche se assiste colpevolmente al gol del Napoli. In questa fase comunque Brekalo si fa vedere perché nella bella azione della Viola al 27' aziona Biraghi chiuso in corner. Sul corner va in gol la Fiorentina con il solito avanzante Quarta, non chiuso, che la gira benissimo di testa sul palo. Bonaventura, in fuorigioco, la riprende dandola bene a Beltran che la chiude a rete. Il VAR, in una delle sue poche giuste applicazioni, proprio perché è automatica, annulla.
Al 31' azione fotocopia del Napoli-gol, con Viola tutta avanti. Superato con Cajuste l'uno su uno, si ripete la stessa situazione del primo gol. Da Politano a Simeone in uguale situazione però fermato alla disperata da Quarta. Coperture preventive cercasi. Scricchiola ancora il bunker di Mazzarri con cattivi posizionamenti. Cajuste esce male su Bonaventura che va forse troppo presto al tiro sballandolo al 41'. E subito dopo la Viola confeziona la sua azione migliore. Gran lancio di Duncan su Ikoné che si beve Rui che lo stende. Il rigore va come detto e magari qui Italiano ha ragione a recriminare e tanto, ma le occasioni le ha avute il Napoli sulle ripartenze e non certo perché la Viola ha attaccato come può. Piuttosto il Napoli ha anche difeso bene.

L'inizio del secondo tempo vede una Viola che arremba per il pareggio. Il troppo trascurato Biraghi a sinistra, schema difensivo napoletano da sistemare, va ad un cross pericoloso in area ma nessuno della Viola ne approfitta. Kayode si distingue per i suoi lancioni a due mani da rimesse laterali che creano, per la loro singolarità, qualche grattacapo alla difesa napoletana.
Nonostante il rigore e il fuorigioco, la Viola, stante il possesso palla, giunge al primo vero tiro pericoloso solo al 51' con Bertran, sempre innescato dalle potenti braccia di Kayode, meno efficiente con i piedi, ma è giovane il ragazzo, e può molto migliorare. Al 57' finalmente Italiano si accorge che con Brekalo gioca in 10 e lo sostituisce con Sottil. Cerca di dare consistenza, avendo ben poco da perdere in gara secca, sostituendo il demoralizzato Ikoné con Nzola, un altro però che la porta la vede poco e in fondo questo rimane comunque per Italiano il suo grande problema. Strano però che la Viola in campionato abbia 7 gol in più rispetto allo scorso anno e per mio modesto pensiero, se sta lì dov'è, forse, lo deve di più ai 5 gol incassati in meno.
Al 52' il Napoli spreca con Cajuste che sballa alta una bella azione azionata da un errore di Martinez. Classico movimento Politano/Kvara con inserimento di Rui che manda al tiro lo svedese. Al 61' il Napoli spreca molto con una palla molto malamente appoggiata da Kvara ai liberissimi Politano e Mazzocchi che, insieme a Mazzarri, non credono allo svarione da uno che i piedi li ha buonissimi. La Viola insiste solo con affannoso forcing mai più seriamente impegnando il Napoli. Italiano toglie Biraghi per Parisi e Mazzarri passa al vecchio e amato catenaccio d'antan pur con schemi diversi. Si rinforza con Ostigard per Rui e cerca contributo con uno svagato Zielinski che la testa ce l'ha altrove per Kvara per un bel 541. Toglie pure Politano per Lindstrom. Cajuste si stira, non si stirano solo i nostri, ed entra Gaetano a rinforzare il bunker per l'assalto finale viola. Di Lorenzo ritrova le sue belle giocate usuali e il Napoli tiene il confuso forcing viola con qualche fiammata di Nzola spenta senza problemi.

E qui il calcio ci offre un'altra delle sue stupende favole. Mazzarri mette forze fresche con Zerbin, che rileva Mazzocchi e su una Viola piuttosto sulle gambe in generoso attacco. Lo stesso Zerbin, prima la stordisce pure stordendo se stesso con gran zuccata sul palo, su ottima sponda di un ritrovato Di Lorenzo e poi la “mata” con tipico contropiede e gran gol da centravanti. Il giovane che, ragazzo non è più, si prende un inusuale 8 dal votante gazzettiano, eccessivo per quanto di buono comunque fatto.
I cambi con Barak e Faraoni non dicono più nulla. Mazzarri ricorre al vecchio gioco all'italiana, che oggi è passato nel dimenticatoio, contro una Viola che sballa una grande occasione ma che viene anche ingenerosamente punita nel finale. Troppo frequentemente ha lasciato spazi e ripartenze che, comunque, come si vede dai dati, Italiano in questa particolare occasione sballa, ma comunque sta molto di più curando in campionato.

Non so se Mazzarri andrà a riproporre, contro l'Inter, mettendosi a specchio, il suo schema a 3 dietro dove i suoi centrali si muovono meglio ma trova un Di Lorenzo ancora in adattamento, probabile Inter, ovviamente, ma poi non tanto, a mio avviso, superfavorita nello scontro contro Sarri. Soluzione che sembra indispensabile per contenerla. Perde il motorino Cajuste e Zielinski è apparso molto svagato.
Comunque traghettatore o no, il tecnico toscano vince con sano pragmatismo con il vecchio detto, ormai in totale disuso, che per prima cosa è meglio non prenderle e ci riesce.
E lunedì è comunque un altro giorno e in finale ci va lui.