Nella Storia del Calcio Italiano non esiste solo l'asse MI-TO, oppure il Derby d'Italia, ma invece trova un giusto spazio, pure storico ma molto meno celebrato, anche l'asse BO-FI. Infatti, a conferma di ciò, sembra pensarla così la Rosea, che relega un frettoloso racconto della partita tra le sue ultime pagine. Una occasione persa per evidenziare, come si sarebbe dovuto, una gran bella partita di tasso fisico e tecnico elevato, e seppur di fede diversa cerco di rimediare al poco spazio dato dalla milanese Rosea e descrivere lo spettacolo offerto al Franchi dalle due squadre, magari anche con un pizzico di Amarcord.

Per chi, come me, è nato a cavallo sulla fine della Guerra, penso possa essere difficile astrarsi dalla sensazione indelebile fornita dal Calcio degli anni '60. Un calcio fatto non solo da grandi campioni stranieri, ma soprattutto da grandi campioni italiani. E ogni volta che un protagonista, anche di quel decennio se ne va, come nell'ultimo addio del grande Franz, sussulti di amarcord riaffiorano potenti.
E Bologna e Fiorentina offrono in questa stagione, anche se in Coppa Italia, ai loro vecchi tifosi, forti sentimenti di ritorno ad una appartenenza di qualità che si è persa da troppo tempo fuori dalla solita triade Juve-Milan-Inter.
E se c'è proprio un periodo dove questa egemonia viene rotta è proprio il decennio '60.
Dopo un inizio in alternanza di Juve Inter e Milan del mio amato Nereo, ecco la prima interruzione importantissima su quest'asse calcistico. Bernardini è il primo allenatore italiano che nel '64 vince con il Bologna e, per la prima volta nella storia del Calcio Italiano, un campionato con due squadre diverse. Lo vince in uno spareggio per il titolo, mai più ripetuto, con una Inter stremata dopo il trionfo al Prater. Domina la Beneamata il grande Real di Di Stefano con un calcio difensivo, oggi quasi disprezzato, come se non fosse nel DNA delle prime squadre italiane vincenti nel mondo, Nazionale inclusa, come purtroppo mi tocca di leggere in immemori articoli sull'argomento, e l'Inter umilia con fulminanti ripartenze una squadra di campioni assoluti e superbi.
Sempre nello stesso decennio la Viola di Pesaola e Il Cagliari di Scopigno vincono in Campionato e comunque questo periodo di rottura del predominio della Triade non penso venga più ripetuto considerando anche i secondi e terzi posti conseguiti da altre squadre che non fossero le solite tre.
E ci sono anche figure simbolo delle squadre vincenti, fortunatamente tutti italiani: Giacomino Bulgarelli nei felsinei, Giancarlo De Sisti nella Viola e Gigi Riva negli isolani, giocatori che rimasero a lungo fedeli ai loro colori identificandosi con città e cultura sociale, che avrebbero sicuramente rifiutato sontuose offerte arabe, se allora ci fossero state, per un senso di appartenenza più appagante di maggiori guadagni.
Riva rifiuta offerte importanti per quel periodo e a lungo il Milan insegue Giacomino per fare una coppia monstre con Gianni. Quando si riceve un imprinting da spettatore di questo periodo penso che non si possa fare a meno di considerare il calcio successivo con occhi diversi.

I successi internazionali nel calcio, cosa non certo sorprendente, andarono anche a braccetto con un periodo unico di fervore e di rinascita della nostra storia politica, sociale e soprattutto industriale. Ovviamente non è così per le successive generazioni, giovani e non più giovani e come succedeva a me in quegli anni, quando tra i giovanissimi mi trovavo tra i vecchi, si ricordavano gli altrettanto mitici anni '30 prima della follia della guerra.
Quindi seppure di fede di uno dei tre “dominatori” calcistici, mi è piaciuto moltissimo guardare questa partita in un'ottica di “Rinascita” di squadre che sognano situazioni più sfidanti da troppo tempo. Inoltre si affrontano due allenatori che piacciono molto per il loro calcio di attacco propositivo alla odierna critica calcistica che sembra un poco troppo disdegnare, i valori fondanti iniziali di palmares di un calcio italico vincente internazionalmente in quegli anni basato prima di tutto su difese formidabili, centrocampisti di grande estro e contropiedisti micidiali.

Ma nel calcio e non solo per ogni situazione sportiva dove campeggiano sentimenti molto forti, la memoria risulta sempre un poco distorta. I derby dell'Appennino di quell'anno della vittoria del Bologna vedono in campionato una vittoria del Bologna, pure con una rete un poco coast to coast di Giacomino, e un pareggio a Firenze. E in quell'anno particolare la Viola guidata dal ritorno di una sua icona calcistica, Chiappella, cede proprio ai rigori contro la Roma in semifinale di Coppa Italia.
I cannonieri di Coppa Italia di quell'anno furono viola: Hamrin e tale Seminario, attaccante peruviano di buona classe che poco si distinse in viola e che però ha segnato parecchio in Spagna e Portogallo. Cattivo ricordo per la Fiorentina che questa Coppa la insegue? Non lo è, perché questa volta la Viola supera un Bologna migliore, però solo tecnicamente sul campo, che può recriminare su errori e sfortuna.
Se allora contro la Roma soccombe 6 a 2 sbagliando parecchio mira nei rigori decisivi, questa volta i rigoristi di Italiano non sbagliano mai e alla fine solo l'errore di Posch, protagonista purtroppo negativo in questa sfida, consegna la squadra di Italiano ad un'altra semifinale che si prospetta tesa e combattuta con la vincente di MilanAtalanta. Italiano mostra grande flessibilità nella gestione tattica di questa partita giocata a ritmi sempre sostenuti. Il suo 3412 con Barak alto sulla trequarti ma sempre sulle tracce dei centrocampisti di Motta, Lopez e Duncan più bassi e il razzente Kayode esterno destro e un poco efficace, stranamente, Biraghi a sinistra forse in spazi per lui troppo angusti, mettono subito una bella pressione sul classico 4231 di Motta. Preme molto inizialmente la Viola che va al tiro in azione prolungata con Kayode che impegna Skorupski. Per la verità Freuler e Aebischer coordinati da Ferguson, dopo questa fiammata iniziale della Viola cominciano a comandare gioco. Bertran in una delle sue migliori partite   tiene palla quasi sempre ma trova raramente nel fumoso Ikoné appoggi validi. Tenta anche su errore di disimpegno di Saele un'azione solitaria al 19' ma la conclude male. Zikzee sembra galleggiare pur con la sua statura con la leggerezza di un ballerino con tocchi di grande eleganza. Con i suoi calzettoni bassi e il suo elegante caracollo che poggia su piedi dolcissimi mi ricorda un altro “Cabezon”, un Sivori ma di una ventina di centimetri più alto che pure lui da campione raramente si guardava le sue scarpette da ballo.
Così al 27' buca per troppo sicurezza una palla magistrale di Ferguson che lo pesca colpevolmente lontano dal mastino viola e manca una occasione importante.
Pure Bertran che oggi si ricorda di essere un argentino di scuola rilevante regala preziosità in appoggio su Barak, ma la bella giocata viene sprecata da Lopez, che oscuramente però si danna sul tosto e geometrico centrocampo felsineo.
Pure Kayode molto dinamico in lotta con Kristiansen sbaglia su errore di Lucumi. Al 34' Zikzee ci regala una perla da prestigiatore. Contropiede ben congegnato del Bologna con Aebischer che poggia su Orsolini che pesca il Bolle del Bologna. Finta di destro che manda per le lande il suo tank di controllo che sulla finta prosegue digrignando per l'offesa, per un 2 metri buoni, colpo alla Sivori, ma direi anche alla Rivera, giravolta oplà sul sinistro, con coniglio tirato fuori dal cilindro e staffilata rapida che scheggia la traversa, uscendo alta.
Applausi comunque! A questo punto sembra proprio questione di poco per veder capitolare la Viola. Ci va ancora vicinissimo il Bologna nella ripresa. Bellissima giocata di sponda del Bologna con Ferguson e Kristiansen protagonisti. Cambio campo su Posch che va su Aebischer e poi su Orsolini che va al cross, respinto. Riprende Freuler oggi sempre ben posizionato sulle seconde palle che mette lesto su Orsolini. Orso fa partire il suo notevole sinistro maligno che sbatte sul palo a portiere battuto!

Non è serata di Dea Fortuna per Motta, fin qui decisamente superiore! Ancora sullo slancio, e sembra quasi un brutto presagio, è Posch che prima ciabatta dopo eccellente incursione in area con dribbling secco da ala, addirittura sulla rimessa laterale opposta. E poi, dopo fallo di Milenkovic sul folletto olandese e altra bella combinazione Aebischer Orsolini è ancora lui a sballare il cross. Non è serata per l'austriaco. Il Bologna straripa comunque sulla fascia di destra mal tenuta da Biraghi e Ranieri e Italiano rimedia. Esce l'evanescente Ikoné che al tiro di sostanza proprio non ci va mai anche se sembra avere buona tecnica di base per Nzola, più tosto anche se in conclusione pure lui ci va poco, che si affianca a Beltran e Barak che prevalentemente si è speso più sui controllo che in fase creativa, quindi senza però guizzi pari alla sua caratura, per Bonaventura.
La Viola si assesta meglio, mentre Motta rimane con i suoi iniziali. Quarta, al 66 perde una palla velenosa e innesca un immediato scambio Saele Zikzee che mette una palla deliziosa a Ferguson in area, però chiuso benissimo alla grande da Christensen. Bertran lotta a sportellate pesanti con i centrali bolognesi, esce malconcio da un coraggioso duello aereo ma rimane in campo. Italiano vuole forse evitare i supplementari e cambia ancora al 72', Entra Mandragora per Duncan e Parisi per Biraghi stranamente il peggiore dei sui. Quando Bertran, gran prova la sua, alza bandiera bianca Italiano inserisce Arthur ora in deciso 352 con Bonaventura ad affiancare Nzola.
Il Bologna ora trova una Viola decisamente più equilibrata e i toscani potrebbero andare in vantaggio se, su uno dei pochi errori di Ferguson, Kayode non sballasse la conclusione. E' comunque un 19enne italiano di quelli che mi auguro di vedere sempre di più giocare senza legioni straniere.
I supplementari sono alle porte e pure Motta cambia. Entra Moro per Aebischer e la rivelazione Calafiori per Lucumi. Ferguson stende Parisi con giallo negli ultimi concitati minuti di questa bellissima partita, lanciato da una bella combinazione Arthur e di un vivacissimo Bonaventura, cambio azzeccato. Non ne esce niente dalla punizione, anzi su doppia scivolata di Arthur e di Martinez si riscatta Ferguson con palla deliziosa a Saele. Provvidenziale Ranieri in gran crescendo che intercetta alla disperata davanti a ben tre bolognesi pronti alla chiusura. Non molla la Viola in avanti. Moro anticipa di un pelo su Quarta scatenato. Ed è lo stesso argentino che sul corner e su un rimpallo di spalla di Nzola si trova a colpire a colpo sicuro e Skorupski si supera sventando la più grande occasione viola finora della partita.

Non meno vibranti sono i tempi supplementari. Avanti ancora il Bologna.
Zikzee dà una gran palla a Orsolini ma un Ranieri anche lui in crescita lo anticipa. Calafiori fa una percussione delle sue superando Bonaventura. Mette su Saele che innesca benissimo il Cabezon felsineo che la spara sul palo comunque coperto dal danese della Viola. Ed è il terzo. Protestano molto senza esito i bolognesi su un corpo a corpo in area viola tra lo splendido Kayode e Ferguson. Va ancora il Bologna vicino al gol in questi combattuti supplementari su una spizzata di Zirkzee che trova al tiro centrale il danese del Bologna ma quello della Viola nega. Gara entusiasmante con capovolgimenti di fronte. Bonaventura va centrale di testa bloccata. Vicinissima al gol ancora la Viola su corner e i calci da fermo diventano ora quasi tutte occasioni per concludere a rete. Sulla ribattuta della difesa va Bonaventura al cross con flipper al centro area felsinea. Si avventa ancora Quarta che strozza sciaguratamente la chiusura a colpo sicuro.
La Viola ci crede e si ripete Milenkovic, strozzando pure lui la palla in conclusione su una ribattuta nata da una punizione calciata da Lopez. Il secondo tempo supplementare vede ancora il Bologna in avanti, ma è la Fiorentina ancora vicino al gol voluto con tenacia di squadra mai doma. Zirkzee perde il contrasto con il suo implacabile marcatore. Ne approfittano Parisi e Arthur e Parisi con una genialata no look pesca Mandragora liberato a sinistra. Cross bellissimo su cui vola Kayode che cicca malamente lo specchio della porta con grande capocciata che va al fallo laterale opposto.
Italiano mette il sesto uomo con Mina, che subito si fa sentire pesante con l'olandese che protesta. Non si impressione il geniale Cabezon che poco dopo regala un'altra perla del proprio repertorio di tocchi e lanci preziosi. Orsolini sul suo lancio a un tocco e via vola arrivando in area, ma è bravissimo Christensen a chiudergli lo specchio della porta. Assistiamo ancora ad una incredibile sgroppata di Kayode sventata in corner prima della girandola dei rigori. Stanno spalla a spalla anche qui fino all'errore di Posch e la gelida conclusione di Lopez che manda la Viola alla semifinale e così se la gioca ancora ricordando quella persa ai rigori nel 64.
Corsi e ricorsi del calcio.
Si chiude una partita bellissima giocata alla pari. Il Bologna con una certa superiorità tecnica e la Viola con cuore e tenacia. Le occasioni sprecate dalla Fiorentina, alcune clamorose, ne hanno alla fine legittimato la bella vittoria.
Il Bologna ha in Zirkzee un fuoriclasse che può crescere ancora, una grande solidità a centrocampo e un Calafiori altro gioiello. Ferguson ne è il motore indispensabile.
Nella Viola grande partita di Ranieri e Quarta e del giovane inesauribile Kayode. Bene Bertran e Bonaventura a dare quel gas che avrebbe potuto evitare i supplementari, ma anche il Bologna può recriminare sui pali presi.
Tra Fiorentina e la vincente tra Milan e Dea vedremo sicuramente un'altra partita degna di essere ricordata, ammesso che il Milan tenga veramente a questa competizione...