Il 23 maggio del 1968 è una bella serata a Rotterdam e io e mio padre siamo davanti al nostro televisore in bianco e nero a vedere uno stadio stracolmo di gente.

Folla pure stipata e seduta ai bordi del campo, cosa impensabile oggidì.  Frotte di fotografi si assiepano attorno alle squadre al centro del campo pure davanti all'impettito arbitro spagnolo Ortiz de Mendibil, fiero di arbitrare questa finale di Coppa delle Coppe, evento importante che chiude una stagione milanista con un Milan dominante in campionato con ben 9 punti di distacco sul Napoli.

Milan, è anche secondo in Coppa Italia dove vince il Torino di Fabbri con il nostro ex Trebbi e il futuro centravanti milanista  Combin. E' un Torino tosto in Agroppi e Ferrini.

Un Milan spettacolo che chiude con ben 29 reti di differenza sulle 30 partite giocate. E' il mio Milan di sempre, In quel Milan c'è anche il “passerotto” l'uccelino arrivato al Milan dopo aver incantato a Firenze.

Molti storsero un poco la bocca quando arriva proprio in quel campionato Kurt Hamrin, a 33 anni appena da compiere.

Magari è il solito pallino del Paron che lo aveva avuto nel suo Padova dei Miracoli dove il passerotto fa un campionato monstre con 30 presenze e 20 gol, mica male per un'aletta di 70 chili per 1,70 di altezza.

Kurt Hambrin, il “Grande Piccolo Uccellino” arriva in Italia  dalla Svezia nel 56 dall'AIK di Solna. Niente male il biglietto di presentazione per la  Juve alla quale approda. E' capocannoniere in patria magari superando tosti vichinghi molto più dotati fisicamente  ma non lo sarà mai in Italia, nonostante gol a raffica sempre segnati.

Oggi ci ha lasciato, e così in triste amarcord è bello ricordarlo prima contro il Milan e poi in ultimo in quella bella serata di Rotterdam.

Non gli va bene il debutto contro di noi con la Juve proprio al Comunale dove un altro nordico, il norvegese razzente Bredesen, il “Varechina” dai bei capelli biondi ci fa vincere quasi allo scadere.

Trova un altro Milan stellare che vince sulla Viola con 6 punti. Il Milan di Buffon di Fontana, Bergamaschi e Zagatti e del Pepe Schiaffino. Non c'è più al ritorno dove il Milan del compatriota Liddas e di Varechina le suona alla Juve di Boniperti. I suoi 8 gol non convincono, ma non il Paron che lo prende al Padova l'anno successivo.

E qui comincia davvero a volteggiare con i suoi passetti rapidi, i tunnel, la posizione intelligente sul campo a sbucare dove non te lo aspetti, silenzioso come il frullare delle ali di un passerotto, ma letale come un cobra.

Ci castiga subito il Kurt, proprio a Capodanno del 58, giocata in un recupero. E per la seconda volta lo vidi con un panettone mangiato in fretta per andare allo stadio. E mi sa che Liddas lo manda al diavolo a San Siro contro quel Padova tosto in catenaccio dei Blason e Scagnellato e del rude Azzini a spazzare tutto. Rimedia il Pepe solo allo scadere, ma Hamrin è già in primo piano.

Ci castiga ancora il Paron alla seconda di ritorno ma Hamrin non entra in tabellino.

Troppo forte quest'aletta dal passo rapido che quasi lo fa volare leggero sul prato , e non sfugge alla Viola dove fa 152 gol in 9 anni. Noi e i suoi tifosi viola insieme lo ricordiamo oggi come un grande campione.

Nel 58 non gli va molto bene contro di noi perché è il Milan stellare del 58 a dominare. Arriva José dal Brasile vincitore mondiale  proprio contro la Svezia.

Kurt è comunque in una Svezia stratosferica che gioca a 3 in difesa ma assemblata male e forse troppo in attacco con Hamrin Liddas, Gren e Skoglund. Il 442 bailado, forse del più grande Brasile di sempre, ne fa strame nella finale proprio nello stadio che ha visto il primo Kurt.

E se la Svezia era una grande squadra di campioni formidabili si può solo pensare che cosa fosse il Brasile del giovanissimo Pelé, di Garrincha, di Zito il cervellone della squadra.

La Viola becca a San Siro in quell'anno scudettato per noi e di brutto pure a Firenze, ma Kurt ci mette lo zampino accorciando. Partita al cardiopalmo che allora si sentiva alla radiolina con una Viola che arremba e Danova la stende solo agli ultimi minuti.

C'è il Kurt in un altro 1 gennaio del '61 pieno di neve dove la Viola viene travolta su un campo imbiancato. C'ero pure io a rabbrividire sugli spalti e con me i tanti tifosi viola a vedere le ruzzolate di tale Antoninho dal Brasile che la neve non l'aveva mai vista. Si vendica la Viola al ritorno. Kurt c'è ma non segna.

Proprio nel primo anno del Paron, il grande Nereo vede una disfatta 2 a 5 a Firenze e qui ritrova il suo passerotto che ci castiga per ben due volte. E' l'anno di Greaves, dell'inglese triste, che pure segna due gol, dei dubbi di Rocco e della svolta con l'arrivo di Sani.

Punteggio ribaltato al ritorno. E Hamrin c'è sempre. Ancora lui nel 63 al Comunale dà la vittoria alla Viola contro il Milan di un altro campione del mondo Amarildo.

Hamrin non manca mai contro di noi neppure nel 64. l'anno delle bizze del Josè e della grande rimonta dell'Inter. E così nel 66 dove i Viola passano a San Siro con un grande centrocampista forse dimenticato, Merlo, che ci fa due gol.

Nel suo ultimo anno Viola Kurt ci stende ancora a San Siro e chiude con Firenze sempre presente contro di noi con un'altra vittoria Viola al Comunale.

Ritorna il Paron nel '67 e non è certo un caso che si vada a riprendere il suo uccellino svolazzante sulla fascia destra. Altro Milan stellare e lo svedese finalmente non ci è più contro a castigare. E' già in gol alla prima del '67 contro la Spal. E subito alla seconda non deve essere stato facile per lui ritrovare la sua Viola.

Si ripete con il Napoli alla terza e sugli spalti cominciamo a capire che il Kurt non è venuto a svernare da campione alla fine di carriera. E' fondamentale da subito nel magnifico Milan di Rocco. Intesa naturale con Sormani e con Rivera con linguaggio tecnico comune.

Il Milan si scopre via via squadra perfetta e trova in Hamrin un cursore ancora infaticabile che arretra e spesso imposta la manovra e che si trova puntuale a chiudere sempre leggero con i calzettoni abbassati a volare di passetti corti e continui pure con la palla al piede.

Sono le ultime fiammate dello sfortunato Bruno Mora e sale prepotente il nostro bomber Pierno Prati di Cinisello Balsamo, periferia di Milano da cui viene il Trap da Cusano Milanino e l'Anquilletti da San Donato Milanese, un Milan davvero “Caciavit”.

Suoi due gol stendono il furioso Toro di Bolchi, Ferrini e Agroppi al Comunale. Vince ancora con la sua Viola dove Prati bombarda. Stende la Samp sul 3 a 0 in una splendida giornata di sole il 10 di marzo al Ferraris dove c'ero pure in scampagnata di famiglia, tutti allo stadio, altri tempi.

Si ripete la domenica successiva con la mitica “Lane Rossi”, E lo ritroviamo sul finale di stagione a stendere il Cagliari del Gigi che se ne è andato da poco prima di lui. Ci mette lo zampino pure in un derby di Coppa Italia contro l'Inter, il 26 giugno del '68.

Ma la sua apoteosi, la sua frullata magica, anzi le sue due frullate magiche le fa proprio a Rotterdam. Due volteggi da Kurt Hamrin il Grande Piccolo passerotto svedese. In poco meno di 20 minuti l'Hamburger del potente Seeler viene mangiato dalle beccate dell'uccelino.

La prima su un movimento alla Pulisic di Sormani in fascia destra che appoggia all'accorrente Trapattoni che serve in veloce percussione Hamrin che sbuca magicamente tra i difensori e anticipa il disperato tentativo di chiusura di uno di questi mettendo beffardamente in rete.

E la seconda è il suo capolavoro, due pennellate di un artista della palla. Da una rimessa per destinazione riceve, corica in tunnel, con leggiadro tocco d'ala il primo difensore in tunnel, ne scarta un altro sempre in tunnel con la grazia di un ballerino e alla fine della sua corsetta veloce e incontenibile, ma a piccoli passi, infila il portierone tedesco un poco goffo all'uscita, questo forse sì, ma il fato calcistico non poteva privare il Kurt di una tale preziosità.

Il piccolo schermo in bianco e nero e pure il condominio capì definitivamente che io e mio padre eravamo milanisti.

Tu e il grande Gigi vi siete incrociati tante volte sul campo, tu a destra e lui a sinistra. Sicuramente vi convocano per una selezione di campioni, da qualche parte lassù nel cielo.

Grazie Kurt.