Tutto il mondo dello sport e non solo evolve, rapidamente e con andamento esponenziale. Basta considerare come certi strumenti abbiano sostanzialmente cambiato la nostra vita. Lo smartphone ha costituito una svolta epocale modificando radicalmente le nostre abitudini e ponendoci in maniera totalmente diversa e interattiva pure con le Istituzioni.

Ci sono stati cambiamenti importanti e anche radicali nei regolamenti del gioco più bello del mondo. Alcuni importanti e altri discutibili.
L'adozione della tecnologia di riproduzione delle immagini è entrata prepotentemente nello svolgimento del gioco,
con l'adozione di strumenti che sono in grado di accertare due situazioni base: il superamento da parte del pallone della linea della porta e il fuorigioco. E francamente discussioni su questi due aspetti non ce ne sono poi tante, perché una volta fissati i parametri di confronto non possono esserci discussioni, a meno che non ci sia una frode nell'esposizione delle immagini e del loro fermo.

Se arriviamo però a questo livello di sospetto credo che cada concettualmente l'adozione di uno strumento che deve dire se qualcosa c'è oppure non c'è. Non solo ma cade anche l'argomento in discussione se tutto è frode.
Si potrà discutere se, nel caso del fuorigioco, la punta della scarpa oppure i capelli fluenti siano discriminante per definire la presenza o meno di un evento, ma non dovrebbero esserci dubbi sulla univocità della risposta dello strumento che lo determina.
Sull'uso del VAR e in particolare, vero fulcro del problema, si sta dimostrando sempre più, la interazione dei due arbitri, uno in sala, e l'altro in campo. Un' area problematica pure ripresa da incappucciati che tuonano contro un sistema che alla fine così meritocratico non viene affatto dichiarato, oppure descritto.

Anzi risulterebbe, vale assolutamente il condizionale, inquinato da faide e gelosie oppure recriminazioni e favoritismi che gettano un'ombra piuttosto inquietante su come questo strumento, che doveva essere la panacea delle tante discussioni passate con richiami a più o meno velati oppure oscuri complotti, alla fine sembra proprio che le discussioni le incrementi.
Il nostro Calcio ha subito periodi piuttosto bui riguardo la sua regolarità di svolgimento.
Il calcio scommesse che portò in B il Milan. Le vicende della Juve alla quale sono stati tolti meriti ottenuti sul campo.
Quindi interi campionati si sono svolti in maniera più o meno fraudolenta, e francamente rimane altrettanto inquietante la recente abitudine di questi privilegiati lavoratori che sono i giocatori, arrivati alla popolarità, seppure con enormi fatiche e dure selezioni, di navigare nel mondo delle scommesse.

Il fatto che in passato si sia tentato anche uno esperimento con due arbitri in campo come ho appreso dal solito circolo di addetti su SKY, miseramente fallito, non può che sollevare il dubbio che lo stesso funzioni solo perché si usa una tecnologia avanzata. Sempre due uomini sono coinvolti.
Magari pure di situazione gerarchica diversa, visto che il mondo degli arbitri e la loro carriera sembra che abbia, secondo le ultime esternazioni, delle zone d'ombra anche se queste vengono sempre smentite dai vertici in dichiarazioni di situazione idilliaca senza zone oscure.
Qualunque organizzazione però può creare inevitabilmente torti e favori, a meno che non sia veramente legata a risultati misurabili e previamente concordati, ma quali sarebbero poi i risultati che un arbitro dovrebbe presentare a supporto della carriera?
Il numero dei cartellini gialli e rossi, le partite senza contestazione, gli scontri a bordo campo con gli allenatori? Quali sono i misteriosi parametri di giudizio che stabiliscono la meritocrazia in questa casta di persone che per 90 minuti e più assumono una così grande importanza? La risposta mi sembra abbastanza difficile da articolare e i metodi e i giudizi in ambito di carriere non sembrerebbero poi così trasparenti e quindi gli incappucciati possono muoversi a torto o a ragione. Chissà? Sempre il condizionale ovviamente.

Personalmente mi auguro che la partita di calcio con relativi regolamenti evolva verso tre situazioni diverse. Sono solo desideri personali magari condivisibili oppure contestabili?
Il primo riguarda, con duplice considerazione, la sicurezza della persona calciatore, come atleta. Oggi da più parti, anche da persone direttamente coinvolte, come ex giocatori, allenatori e tutti quelli che attengono alla tenuta atletica dei giocatori stessi, mi sembra che si sia abbastanza concordi su un aspetto fondamentale: ed è semplicemente che si gioca troppo.
Si gioca forse al limite delle possibilità atletiche parametrate allo sforzo per ottenere la prestazione? La prestazione poi viene inevitabilmente abbinata allo spettacolo e quindi alla esasperazione delle prestazioni atletiche stesse. Si vuole sempre più spettacolo e più spesso.
Tutto il mondo esterno al calcio è da tempo “business addicted” ancora più che “business oriented” e questo porta poi allo sfruttamento massimo delle prestazioni e agli inevitabili accorciamenti dei tempi di recupero? Domande, domande...

Più volte ho letto che certe preparazioni affrettate per fare giri nel mondo al solo evidente scopo di lucro oppure di marketing possono essere la causa di tanti infortuni. Rimango perplesso sul fatto che oggigiorno con la pervasiva disponibilità di informazioni ed esperienze uno staff medico/fisiatrico composto da decine di persone possa essere responsabile in maniera rilevante rispetto ad una media, di una maggiore o minore gravità degli infortuni visto che poi gli stessi costituiscono alla fine danni economici notevoli.
Molti bloggers e no hanno decisamente puntato il dito su Pioli e il suo staff per l'anomalo numero di infortuni al Milan. Si è arrivati a stabilirne una qualche causa plausibile? Non mi sembra. Le domande sulla numerosità degli infortuni al Milan sono tuttora senza alcuna risposta. Puntare il dito è facile . Dare risposte scientifiche un poco meno.

Un aspetto forse, a mio modesto avviso, si è forse trascurato. La mente può ordinare al fisico di superare i propri limiti? E lo stress ad esempio che ne può derivare, per esempio in uno sforzo abbinato di mente e fisico per raggiungere un risultato totalmente insperato, può avere ripercussioni successive anche a distanza di tempo? Domande, domande...
Se abbiamo anche un Proprietario stressato non vedo perché non dovrebbero essere stressati pure i giocatori con ripercussioni ritardate nello specifico. E' una battuta...ma il Gerry stressato mi ha francamente sorpreso, anche perché risulterebbe stressato da tempo.
Se ci fosse una responsabilità nello spingere le preparazioni oltre determinati limiti, questo sarebbe una violazione inquietante di fondamentali diritti e un ritorno a prestazioni di tipo gladiatorio retrocedendo alle arene dei tempi romani.

Insomma quello che mi auguro come modifica è la totale eliminazione dei tempi supplementari in tutte le gare in cui sono chiamati in causa.
Oltre tutto sarebbe una questione di equità quando, ad esempio, in una finale arrivano due squadre in cui una ha fatto due tempi supplementari e una no. Se proprio non se ne può fare a meno per ragioni storiche, perché due e non uno solo come si fa nel basket, quando si deve decidere un dentro o fuori e poi subito i calci di rigore?.

Un altro elemento di regolarità su un discorso temporale più lungo sempre per quanto riguarda lo sforzo è per me l'adozione del tempo effettivo di gioco. Non tanto per evitare le odiose gherminelle dei ritardi e tutti i trucchetti relativi, qualche volta arbitrariamente oppure non totalmente compensati, quanto proprio per assicurare una regolarità temporale degli sforzi. Qualche minuto in più o in meno su 50 e più partite fanno ore di sforzo non sempre parametrato sulla univocità temporale in cui viene svolto.

In conclusione se si ritiene che la stragrande maggioranza degli infortuni, come molto plausibile, sia dovuta a una richiesta di prestazione al limite delle possibilità atletiche, qualunque mezzo per ridurre oppure regolare meglio gli sforzi penso sia molto importante. Invece di trovare sempre nuovi confini atletici forse sarebbe meglio vedere come meglio definirli.
Il secondo desiderio è dato dalla totale modifica del VAR. Penso sia venuto il momento di prendere atto che questo strumento ha per me fallito nella sua missione: quello di assicurare la riduzione radicale delle contestazioni e quindi tutto il retroterra complottistico che le alimentava, a parte gli scandali passati. Direi che sia abbastanza evidente che le contestazioni sono addirittura aumentate e quindi, inutile nascondersi dietro ad un dito. Lo strumento ha fallito e sta fallendo. Le discussioni sono ancora più feroci e compaiono anche i cappucci.
L'unica modifica che mi sembra logica, anche se radicale, è quella che sia usato solo come challenge e solo dagli allenatori in numero limitato per ogni tempo. Come nel tennis e in altri sport. E' strano notare come il Calcio sia sempre stato  così conservativo nella introduzione delle novità e dei correttivi rispetto ad altri sport di squadra.

Il terzo desiderio è quello della sostituzione del giocatore espulso. Sono diversi i motivi per cui riterrei augurabile una modifica in questo senso, utilizzabile nel computo delle sostituzioni. Rientra inevitabilmente anche nel discorso del VAR. Anche qui quanto giusta o ingiusta può essere una espulsione, quanto di gradazione può esserci tra il giallo e il rosso, oppure tra due gialli di colore pallido?

Contestazioni anche qui. Tante. E poi esiste, a mio avviso, un motivo fondamentale che è alla base del mio desiderio, ed è che in una competizione sportiva a squadre la parità dei componenti in certi limiti, computo delle sostituzioni, deve essere salvaguardata.
Data la scientificità che il gioco ha assunto, una espulsione soprattutto in ambito internazionale, che sta sempre più diventando prevalente rispetto a quello nazionale, può voler dire anche un anno di sforzi atletici ed economici buttato per un qualcosa che chiunque e sempre potrà definire non giusto.

Il mondo cambia in maniera impressionante e con una tendenza esponenziale data dal progresso tecnologico. Personalmente penso che il gioco del Calcio e l'insieme delle sue regole sia rimasto uno dei più retrogradi rispetto a questo progresso. Che sia giusto modificarlo come sono i miei desideri non so ma mi piacerebbe vederlo diverso.
Ed è comunque certa una cosa: ed è che tra dieci o venti anni avremo comunque, per me inevitabilmente, prima o poi un gioco totalmente diverso da quello attuale.


RED: ci scusiamo per il ritardo nella pubblicazione