Mi ricordo quando lavoravo in banca che ogni tanto arrivava qualche cliente e si lamentava di qualche calcolo, oppure di alcune operazioni poco chiare o meglio non bene comprensibili. 

Qualcuno dei miei colleghi diceva la battuta più stupida che si possa dire:"Il computer non sbaglia!" Così il povero cliente, si sentiva non solo danneggiato, ma pure deriso, lasciando la banca con forte disappunto. 

Personalmente, invece, cercavo di indagare, mi mettevo nei panni del cliente e, memore di esperienze passate, cercavo di capire cosa potesse essere successo. E spesso, il computer si confermava come fosse il meno imputabile di errori, ma l'errore c'era ugualmente: era umano! Ricordiamo sempre che il computer non estrapola dati di sua sponte, ma riceve imput da esseri umani, i quali immettono dati e cifre, spesso non congrue, e se sbagliate, non corrette dal computer stesso. 
E da questo mi rendo conto che l'avere usato la tecnologia nel calcio senza avere istruito adeguatamente gli uomini, è un fattore di ampia discussione. E non è la tecnologia che si discute, ma la sua applicazione. Come la legge! Non è sbagliata o giusta, ma diventa inesorabile o clemente secondo l'uso che ne fa l'interpretazione del giudice. 

E tutto questo si riflette su quanto accaduto a Torino, in quel Juventus Verona che la Juventus ha vinto all'ultimo secondo, perché un VAR birichino ed un arbitro confusionario stavano per condannare alla beffa di "tanto gioco per nulla." Il salotto di Dazn era scandaloso, con tanti ex giocatori che sembravano ex tifosi antijuventini, e che hanno detto la frase maledetta prima accennata: "la tecnologia o la accetti o non l'accetti! Io l'accetto!". La frase è di Montolivo, ex giocatore mai considerato dalla Juventus (ed infatti non ci ha mai giocato). 

Io invece non l'accetto, perché per accettarla si deve avere la certezza della sua infallibilità, cosa ormai accertata che non esiste. E non esiste perché soggetta alla insindacabile governance degli uomini. E finchè chi interpreta è l'uomo, l'errore è sempre presente, seppure in buona fede. Ma la buona fede non giustifica due cose: l'incompetenza e la mancanza di carattere. 

Domenica, l'arbitro Feliciano, "infelicemente" ha commesso diversi errori. Il primo, quello di avere valutato male alcune azioni di gioco, ad esempio almeno due corner negati ai bianconeri, dove la cecità è stata multipla, ovvero sua e dei  suoi collaboratori. Anche per questo ha bisogno del VAR? Sui due gol negati, devo parzialmente assolverlo. Parzialmente perché se nel fuorigioco automatico, il VAR non si discute.
Sul secondo gol, relativamente alla sbracciata di Kean, lo devo biasimare eccome! In campo era vicino all'azione ed ha visto benissimo la simulazione del buon Faraoni, e quindi se il VAR lo richiama (non si sa cosa avessero visto) avrebbe dovuto confermare la propria valutazione sul campo. Forse sarebbe stato criticato, ma avrebbe dimostrato carattere ed onestà intellettuale. La sua direzione di gara è sembrata oltremodo, casalinga. Solo che ha confuso dove stava, magari per il caso che le stazioni di Torino e di Verona si chiamano entrambe Porta Nuova.  E ci è venuto in mente l'errore dell'anno scorso sul gol di Di Maria al Napoli, regolare in campo per l'arbitro e irregolare per il VAR, da Lissone. E se il Var è così attento ad ogni azione, non si capisce perché non venga chiamato l'arbitro sul fallo, piuttosto evidente, di Folorunso su Chiesa.
Forse perché così, l'invito porta ad un rigore "automatico"? 

Il dubbio è forte, e l'incertezza della capacità arbitrale di questo momento lascia più di una perplessità. Arbitri come Feliciano, Sozza, Pairetto e Marchetti li vedo al massimo ad arbitrare un campionato provinciale allievi, non certo la serie A. Esibiscono sempre molta incertezza, incompetenze, incertezza di gestione delle regole del calcio. Si va da un eccesso all'altro, uno spintone non si considera fallo, oppure una spinta leggera lo diventa, con l'aggiunta di cartellino giallo. Entrate a martello sulle gambe non si puniscono più con il rosso, ma sono convinto che se il reo fosse con la maglia bianconera, il rosso esce di tasca da solo, senza mani: "et voilà le jeu est fait". Incoerenza a tutto tondo!

Non vorrei che in ambito arbitrale si cerchi di coltivare un gruppo con il culto della personalità. Ovvero obbedienza a certi canoni e accondiscendenza a taluni presidenti di società calcistiche. E chi siano questi presidenti, si vede bene ogni domenica, vedendo come chi possiede una maglia di un certo colore abbia una specie di salvacondotto, mentre per altri la mannaia scende vigorosamente. Ieri mi è capitato di vedere anche Cagliari - Frosinone. Ebbene, lodi al Cagliari per il miracolo, ma dal decimo minuto del secondo tempo, al Cagliari non è stato più fischiato un fallo contro. E questo ha permesso ai cagliaritani di accendersi, mentre il Frosinone, colpevolmente, si è spento. Ed anche qui il fuorigioco di Pavoletti sul quarto gol mi sembra abbastanza evidente, magari di un ginocchio o di un ciuffo di capelli, come dice Allegri, rimarcando che chi ti marca è calvo! 

Per chi come me, ha visto arbitrare i Lo Bello e i Collina, lo scempio di questa categoria arbitrale è indecoroso. E più indecoroso è che la stampa ed i media specializzati spingano gli arbitri a dirigere in base ad opinioni preventive ed a sicure critiche successive, nel caso  si sia favorito o sfavorito una squadra o l'altra. 
E cari arbitri, sarete sempre criticati, come è sempre avvenuto. L'arbitro è sempre "cornuto", e mi si perdoni l'epiteto, ma non c'entrano le vostre mogli, ma l'incoscienza di chi soprattutto più incompetente di voi, giudica senza avere mai giocato al calcio, in preda alle proprie depressioni e difficoltà esistenziali. Quindi, il coraggio di sbagliare non può mancare, purchè sia un atteggiamento di carattere e di buona coscienza, senza pensare a cosa pensa chi vi comanda, perché essere comandati in questo modo, non potete accettarlo. 

Ieri si è visto lo scempio di Marsiglia, dove un gruppo di teppisti travestiti da tifosi, ha devastato a colpi di pietre l'autobus del Lione, come e  peggio dell'intifada palestinese. E il nostro Grosso, campione del Mondo del 2006, era una maschera di sangue. Ecco, pensate a costoro, a chi siano quelli che vi giudicano, ma non per tifo, ma solo per fare del danno. E pensate che questa prassi dei sassi contro il pullman della Juventus per anni sia stata una consuetudine, tra l'indifferenza generale della Lega e dei nostri politici. 
Signori arbitri, il calcio potete ancora salvarlo voi, anche se sembra strano.
Ma siete gli unici che potete gestire un potere autonomo senza condizionamenti. Almeno si spera!