Se vuoi fare notizia, mettici dentro la Juventus! Così sembra ormai recitare il mantra assoluto del giornalismo sportivo, deciso a colpire sempre la società bianconera e chiunque ne attraversi i destini. 

Sembra una lamentela comune, ormai consolidata, ma qui si consolida il teorema che da tempo si pensa sia più di un sospetto. Ed è che qualcuno o qualcosa, si metta sempre in mezzo alle vicende, sportive e non, della proprietà Agnelli, rivelandone contenuti, e promuovendo pure inchieste giudiziarie. Come non pensare alle prime inchieste portate avanti da Guariniello, acceso tifoso granata, che individua in alcune parole di Zeman la sintesi per iniziare un processo per doping. Il "buon" Zeman aveva fatto sorgere il sospetto su Vialli, indicandone le cosce troppo grandi, a suo dire. Ma è molto strano che si avvii un'indagine quando nessun giocatore viene trovato positivo all'antidoping. E, per giunta, nessuna denuncia seria si possa trovare nelle pieghe si un sospetto rilevante su pratiche antisportive. Il problema di fondo è sempre lo stesso: la Juventus vince troppo. E per giunta in quegli anni novanta, si prende anche il lusso di vincere una Coppa dei campioni. E' troppo!

Ma nonostante la prassi investigativa sia piuttosto non comune,  si arriva ugualmente al processo, e, non potendo dimostrare che i giocatori fossero realmente dopati, si arriva alla condanna del Professor Agricola, reo di avere usato pratiche mediche non conformi alle regole (quali?) che si devono tenere in merito alla gestione fisica e di metodi di allenamento. E tutto ciò, secondo i gusti e le opinioni di giudici, i quali più che essere degli esperti di medicina, sembravano dei soloni dediti alla colpa pervicace. Però, seppure i giudici siano piuttosto imbarazzanti, nessuna condanna viene comminata alla Juventus. Ed il fatto stona ancor di più. Se il committente della truffa non è colpevole, di cosa si sta trattando, se siamo nel caso proprio di un merito sportivo non leale? Il nulla. E si sa, che se fai un simile polverone, a sentenza ci devi andare, salvo poi dimostrare che qualcuno è colpevole, altrimenti come giustifichi milioni di lire spesi per tentare di condannare qualcuno, seppure per antipatia sportiva, reato ormai consolidato nella moderna giurisprudenza calcistica. Una situazione nuova detta "de jure condendo", ovvero si crea il nuovo diritto. 

Saltiamo le vicende successive, e stendiamo un velo pietoso di come si sono svolte le vicende di Calciopoli, seppure anche qui i giornalisti pare avessero più informazioni degli inquirenti.
Arriviamo al caso Suarez!
Suarez, detto il "Dentone", è famosissimo per avere azzannato Chiellini durante il Mondiale del Brasile, dove purtroppo il VAR non era presente e se la cavò con una squalifica successiva, ma non sul campo, dove avrebbe potuto cambiare le sorti di quella nefasta partita. Era Uruguay - Italia e la vittoria di misura dei sudamericani, ci costò praticamente l'eliminazione nei gironi. Ma il buon Blatter si era già organizzato bene, facendoci giocare in Estate, ad un orario impossibile e con un caldo tropicale insopportabile, la partita decisiva contro il Costa Rica. La scusa di quella decisione fu che l'orario permetteva in Europa di non vederla in notturna. E così fu subito notte per gli azzurri e in Italia il problema si risolse del tutto: tornammo a casa in anticipo!
Ebbene, il nostro buon Suarez, omonimo di un altro grande Suarez, morto recentemente, entra nell'orbita della Juventus. La squadra bianconera si attiva per prenderlo a costi non eccessivi, e pensa che sia ancora un ottimo elemento tecnico per la rosa della  squadra. Ma sorge un problema! Lo "slot" da extracomunitario è occupato e, seppure abbia un passaporto comunitario, ovvero di cittadinanza spagnola, per le aberranti leggi della nostra federazione non è sufficiente. Deve affrontare un esame di Italiano, e poi produrre la domanda di cittadinanza. 
Paratici (ne ha fatte di cotte e di crude), si attiva allora presso organi politici, interpellando a titolo amichevole, una ministra del Governo di allora, la quale lo indirizza all'Università per stranieri di Perugia, dove pare siano specializzati in esami di questo tipo. Fortunatamente, la Ministra si attiene solo alle informazioni, e non produce nessuna assicurazione sulla riuscita dell'esame, confidando solo in una buona professionalità dell'Ateneo, ma nessuna raccomandazione o facilitazione da parte sua. E qui i signori giornalisti rimangono scornati e fanno la prima "gaffe". 
L'intercettazione di un ministro e per di più parlamentare, divulgata così selvaggiamente, porta a delle proteste piuttosto vibranti da parte del mondo della politica, sia di una che dall'altra parte. Soprattutto perchè la ministra non compie nessun reato, ma riceve solo una telefonata, nella quale come ad un qualsiasi cittadino comunica un'informazione. Il procuratore Cantone, titolare dell'indagine, fino ad allora segreta, va su tutte le furie e si accanisce contro i giornalisti, minacciando di denunciare ogni ulteriore intromissione negli atti di un indagine che doveva svolgersi in modo tranquillo e senza sussulti, per arrivare alla ricerca di reati di corruzione e falsità in atti pubblici. Naturalmente l'indagine viene a galla e i topi scappano. Nel frattempo, Suarez riesce ugualmente a sostenere l'esame, e pare pure con successo. Ma non serve a nulla! 
I problemi sono duplici. Il primo, che non ci sono i tempi tecnici per tesserare il giocatore, poichè tra esito dell'esame, domanda di cittadinanza e trasmissione degli atti all FIGC, i tempi si dilatano troppo e non si arriva nei termini regolamentari. Il secondo è di carattere cautelativo. Già di suo, la società è sempre in odore di reato per ogni cosa che fa, sia giusta che sbagliata, e l'opinione pubblica viene agitata da organi di stampa sempre più avvelenati contro il club torinese. Per di più, vengono lo stesso diffusi i contenuti dell'esame, sui quali si scatenano le fantasie più accese.
Insomma, Paratici si chiede se non era meglio comprare un altro giocatore!

Ma da qui la Procura di Perugia si attiva per capire (finalmente) chi è la "gola profonda" di tutto questo! E non solo, riesce anche a pervenire ad ulteriori "spiate", illegali e dirette a soggetti di diverso tipo. Ovvero, politici, cantanti famosi, pensanti di destra e di sinistra. E nonostante si metta nel calderone l'interesse nazionale dei servizi segreti, la questione si avvia a diventare un bel boomerang. 
L'uccellino canterino viene individuato, e pare (manco a dirlo) che sia un ufficiale della Guardia di Finanza, proprio come l'Auricchio di calciopoli, protagonista di intercettazioni che venivano tagliate, o sparivano, secondo i casi! 
L'imput è venuto da quelle strane accuse del Ministro della Difesa, Crosetto, che fece un mese fa dichiarazioni poco chiare, facendo insorgere il Parlamento. Ma ora si capisce a cosa stava alludendo. 
Ma qui si potrà aprire un bel vaso di Pandora, e se si arriverà a delle colpe specifiche, i soggetti intercettati potranno ottenere di vedersi riconoscere il danno per la divulgazione di notizie personali. 

E qui vorrei tirare le orecchie alla Juventus ed a John Elkann. Sono ormai trent'anni che la Juventus in un modo o nell'altro subisce critiche e illazioni per notizie giornalistiche o invenzioni di reati cavalcati dai giornalisti che cercano in qualche modo di cambiare il corso dei campionati demolendo la patrimonialità e l'onore della squadra bianconera. E se la prima volta si trattava di coincidenza, le volte successive hanno invece rappresentato una storia sanguinosa di retrocessioni in serie B, penalizzazioni  di classifica, e danni patrimoniali elevati. 
La società, ha sempre usato il suo "aplomb" e ha cercato di non contrattaccare mai. Ma così si è sempre prestata allo sbranamanto dei cani sul "leone"! I fatti che si succedevano erano ormai un sintomo chiaro di una persecuzione in atto, con ramificazioni in ambiti giudiziari, dove inquirenti piuttosto pervicaci si permettevano pure di dire, ad indagine in corso, che odiavano la Juventus.
E l'imparzialità della magistratura dov'era finita? Sotto le scarpe di Gravina o di Chinè? Ed a proposito di Gravina, come la metterà ora che pare che anche lui fosse intercettato, e pare da uno dei suoi più fidati compagni...?
E cosa uscirà ora, che il vaso si apre e tutta la "mer...canzia" viene fuori? E stavolta, speriamo che sia la Juventus a sbranare tutti gli autori di queste nefandezze giornalistiche e giudiziarie. Assumano avvocati, consulenti e investigatori privati. Dovranno cercare e trovare tutti i colpevoli ed i mandanti di quello scempio perpetrato al club degli Agnelli.  

La famiglia Agnelli è sempre sotto attacco e così si è pure arrivati ad istigare l'indagine sull'eredità Agnelli, con una causa di carattere civile, presto trasformata in un caso penale. Sarà proprio un caso?
Assistiamo ad inchieste giornalistiche reiterate e sempre condotte dal buon Sigfrido Ranucci, intraprendente giornalista, per carità, ma che a me puzza un po' di accanimento mediatico a favore di altri... Ed infatti, stranamente, rimane alla RAI, nonostante lo abbiano già criticato in tanti autorevoli politici. Per molto meno conduttori nemmeno schierati sono stati esautorati, vedi Insinna e Fazio! Non dichiaro la mia simpatia per Ranucci, perché la sua indagine su calciopoli è stata inutile e non corrispondente ai nuovi fatti che Moggi gli aveva consegnato con prove e testimonianze. La puntata fu una vera delusione, e sembrava più che una rivoluzione del caso, la conferma di uno status quo!

Forse il giornalismo dovrebbe ricominciare dai Biagi, Montanelli e Zavoli, i quali alla notizia anteponevano la verità! Perché un giornalismo senza verità non è denuncia, ma diffamazione!
E potremmo riportare tanti di casi di soggetti rovinati da scoop giornalistici, inventati per non dire falsi. Il diffamato subì danni, il giornalista una promozione!
Saluti.