Ora, dopo il casus belli, prodotto dalla mela con attori primari il duo Eva-serpente, con comprimario l'ingenuo Adamo, abbiamo la rivincita della pesca.

Ormai è la pesca della discordia! Anche se buona e leggermente esotica, seppure di origine autoctona, la pesca è un frutto che ha qualche distinguo in pectore. Ad esempio, il sottoscritto, pur amandola molto e attratto dai suoi profumi, non può mangiarla, perché ne sono allergico. E non sono il solo, perché la pesca è veramente un frutto che non è per tutti. E così, oggi produce un'altra allergia, di tipo politico, sociale, culturale e pure religioso. 

Tutto nasce da uno spot che ora conoscono "anche monaci di Tibet" , come direbbe Mourinho. La Esselunga, una catena di supermercati con sede lombarda, ha azzeccato lo spot dell'anno. Altro che "Mulino Bianco", qui siamo alla pressione sanguigna che stimolavano i migliori caroselli televisivi.
Una bambina con il visino dolce e gli occhi tristi, diventa l'arma venatoria della prode Meloni, la quale senza indugio parte in quarta e bacchetta la sinistra antifamiglia e abortista, in più la sinistra è anche amica dei gay e dei depravati. Per non parlare dell'ateismo sinistro e di sinistra che la Giorgia agita ad ogni comizio, autoreferendosi difensore di Dio e della Patria. E pure la nostra amata Italia, sembra bistrattata dai "comunisti" che guardano ancora all'URSS, anche se ormai non esiste più. 

Il tutto, grazie ad una pesca, che una bambina triste compra per donare al suo papà. Compra, o meglio prende senza permesso della mamma, la quale si muove a compassione e, con occhio severo, la accontenta. Lei non lo sa, ma la bambina sta tramando ai suoi danni! 
E quando arriva il momento in cui il papà, separato dalla famiglia, suona alla porta dal citofono (non lo fanno nemmeno salire in casa), la bambina viene spedita al genitore, che l'abbraccia teneramente, mentre anche lui, per nulla severo, la accoglie con gioia. E' il suo momento di affidamento della bambina, la quale appena può gli dice una bugìa: "Questa pesca te la manda la mamma!" E gli porge il frutto in questione che teneva nascosto nello zainetto. Il papà sembra capire che la mamma, più che una pesca, forse gli avrebbe tirato una bomba a mano, ma accetta il "cadeau" e con fare dolce gli dice: "Bene, poi la chiamerò per ringraziarla!". E se ne vanno insieme. 

Quello che colpisce è la bambina, di non più di quattro anni, massimo cinque, con gli occhi sognanti. Sogna una famiglia dove la sera viene messa a letto da entrambi i suoi genitori. Ed invece li vede a turno, separati, con la tristezza nel cuore che i bambini sanno sopportare, ma mai celare.
Da genitore e nonno, non riesco a trattenere qualche lacrima. Io amo moltissimo i bambini e gli animali, e spesso vivo anche pericolosamente questo mio amore. Infatti se vedo bambini che mi guardano, non resisto e li saluto, raccogliendo spesso lo sguardo preoccupato dei genitori. E se vedo in giro gatti e cani, rischio spesso di essere morso o graffiato, tentando un qualche approccio, ma non mi interessa, l'amore ha qualche costo!
Ma anche la separazione ha un costo! Separarsi comporta una straziante sofferenza che, se appartiene ad una coppia senza figli, rimane circoscritta ai responsabili dell'atto che compiono, ma se ci sono minori, ovvero figli, siano infanti o adolescenti, allargano il parterre di sofferenze e di cuori spezzati. La pesca è il simbolo di questi cuori, dove l'egoismo personale e un eccesso di amor proprio, buttano alle ortiche sentimenti, anni di vita comune, sacrifici e spesso mutui e debiti ancora da pagare. Sì, perché nelle separazioni, o divorzi, i costi non sono pochi. Intanto si deve vedere dove si va a vivere. E normalmente la giurisprudenza ha sempre preteso di consegnare alla moglie la casa, i figli minori in tenera età, ed un appannaggio, detto alimenti che il partner maschile deve corrispondere.
E qui nasce il grande problema del papà che per pagare il mutuo della casa, e gli alimenti, se va bene dorme in macchina, o trova un'amica con casa e buon stipendio. Spesso finiscono invece, sotto i ponti, coloro che alla fine non hanno un posto o un legame stabile con un'altra donna. 

Insomma, questa pesca rischia di andarci di traverso. Ma sembra andata di traverso anche alla nostra politica.
La nostra premier ha anticipato la sinistra e, con grande sagacia, ha riproposto i temi a lei cari sulla famiglia e i bambini, anticipando l'opposizione, la quale ci casca come una pera matura e risponde.
Il fatto saliente è che la risposta poteva essere più intelligente a mio avviso, ed invece di entrare nel panorama composito delle famiglie, con gay, genitori uno, due e così via, si potevano laconicamente fermare ad un semplice commento senza cadere nell'imboscata elettorale che oggi pare sia stata invece lanciata sul versante dell'aborto.
Pare infatti che in tutte le chiese, dopo la messa, stiano leggendo un comunicato che invita ad una sottoscrizione di legge per cambiare alcuni punti della legge 194, che regola appunto l'aborto. La premier tenta così in tutti i modi di screditare il popolo della sinistra, tirando per la giacchetta i cattolici, indicando la famiglia non tradizionale e l'aborto come prodotti perversi della parte avversa. 

Qualcuno, come Calenda, ha risposto bene, dicendo che non si può correre dietro ad uno spot elettorale per fare politica e mischiare le carte della vita sociale, facendola sembrare un sistema politico, anziché una situazione sociale sempre più in itinere e che i tempi cambiano, come invece non succede alla politica. La quale è sempre a caccia di sciocchezze e pretese paternità come l'appartenenza a Dio, come se fosse un patrimonio di pochi giusti e da difendere a tutti i costi.
Mi dispiace signora Meloni e compagnia bella, ma Dio si sa difendere da solo, e le famiglie cambiano senza l'ausilio della politica, i genitori si separano e la politica non ci azzecca per nulla. I bambini sono molto più intelligenti e sanno trovare risorse meglio di tanti adulti e aggiungerei onorevoli che siedono sullo scranno parlamentare. 

Tornando a Dio, vorrei fare notare che usare il suo nome per fare politica vuol dire peccare! Sì, il secondo comandamento, dice espressamente di non usare il "Suo" nome invano, cioè per scopi che non hanno la finalità religiosa, ma facendola diventare, come disse Von Bauer (e non Marx) "religione oppio dei popoli". Ma nel Vangelo c'è un'altra espressione che oggi è ancora molto in voga: "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra!".

E di pietroni in casa ne avete a volontà. Tanto per cominciare, lei non è sposata, mi pare nemmeno civilmente, ma sicuramente non in Chiesa e ha una bellissima bambina. La sua situazione si chiama "More uxorio", rapporto non regolare secondo il codice civile, e comunque di fatto. Il prode Salvini cambia compagna come il vestito della festa. E tra le sue fila ci sono molti separati, divorziati e sicuramente gay e drogati, i quali fanno moralismo, ma dovrebbero fare "coming out".
Mi fa sorridere, quando Berlusconi, pluriseparato e chiacchierato per le notti ad Arcore, indicava Prodi come l'abortista, il quale tutte le domeniche usciva da messa con la moglie sottobraccio, moglie che solo Dio gli ha separato portandola in cielo. 

Il Vangelo di ieri diceva: "Le prostitute ed i pubblicani vi passeranno avanti nel regno dei cieli!" Parole di Gesù, il quale bacchettava i farisei per la loro ipocrisia e la loro dottrina fasulla, tendente a occupare spazi di interesse, invece di aiutare la povera gente e tradire così il volere di Dio. 

Insomma chi ha fatto "Bingo" è la Esselunga. Il pubblicitario che ha inventato questo spot andrebbe insignito di un premio speciale, per la semplicità ed il messaggio che ha trasmesso, e soprattutto per avere fatto parlare tutti, anche chi doveva stare zitto, un po' come i miracoli nei quali anche il muto parla. 
Ma qui parlano i bambini, con la loro innocenza, il loro bisogno di dare e ricevere amore e magari di essere circondati da adulti più intelligenti. Un bacio, a questi piccoli, da un nonno seriale!