"al cuor non si comanda" 

Il calcio, lo sport nazionale ed europeo più praticato, parlato, amato. Anche il calcio, come tutto del resto, non è immune ai cambiamenti, al progresso, e come spesso accade, il progresso non tiene mai conto dei sentimenti, dei ricordi. Il calcio è diventato un'industria mondiale e le squadre sono diventate vere e proprie società, con tanto di consiglio di amministrazione, quotazioni in borsa, amministratori delegati ecc..

Per chi come me, ha qualche annetto sulle spalle, e porta il primo ricordo importante, legato al calcio, il mondiale del'82, sa di aver vissuto un calcio ormai scomparso. Un calcio di uomini, prima di tutto, di allenatori che erano come padri, che potevano fumare in panchina e urlarti in faccia che avevi fatto una ca...ta, senza il problema delle telecamere che ti leggono il labiale e che si devono pure scusare. Di giocatori che potevano fumare prima e dopo un partita o un allenamento, avere più fidanzate, litigare tra loro, e nessuno polemizzava via social per una settimana. Anni in cui se avevi la fortuna di avere un fuoriclasse in squadra potevi stare tranquillo che non se ne sarebbe mai andato, in cerca di un'altra esperienza di vita, nuovo modo di chiamare un contratto più importante. Ora non fai in tempo a trovare la figurina sull'album che se ne è già andato. I giocatori avevano i peli sulle gambe, i baffi e a fine partita sembrano stravolti, ora nemmeno escono spettinati.

In tutto questo cambiamento, ci sono ancora dei punti fermi, ma anche quelli stanno vacillando sotto i colpi del futuro. Uno di questi riguarda senz'altro lo stadio Meazza di San Siro, al centro di una discussione senza fine e senza sentimento.
Inter e Milan dall'alto della loro storia, GIUSTAMENTE, pretendono uno stadio di proprietà. Passaggio obbligato per chi vuole stare al passo con il gotha del calcio europeo. E tra le varie ipotesi c'è quella di demolirlo o abbandonarlo proprio. Io non ho le competenze tecniche per entrare in merito a questa discussione sotto il profilo tecnico e finanziario, ma non posso non sentirmi ancora una volta deluso da tutto questo. 

San Siro rappresenta per tutti, anche per me juventino, una parte di vita, di storia. Chiunque ha un ricordo legato a questo meraviglioso stadio. La scala del calcio. Uno stadio che ancora oggi è tra i più belli e caldi del mondo. Uno stadio che ha ospitato importanti gare, e uno stadio calpestato da tutti i più forti e famosi giocatori del passato e del presente. 

Immagino che nelle riunioni che si stanno tenendo e si terranno, di tutto questo non interesserà a nessuno. In questo mondo c'è bisogno di numeri, investimenti ed introiti, punto. 

Sembra strano che non basti un bel restyling di questo impianto per portarlo agli standard attuali. 
Sicuramente un problema è "acquistare" lo stadio dal comune di Milano, ma mi auguro che qualcuno si metta una mano sulla coscienza.

Qualcuno, dei più progressisti, mi farà notare che io, da juventino, ho il mio bello stadio nuovo e di proprietà, nato sulle ceneri del Delle Alpi, e che anche Milan e Inter hanno diritto ad uno stadio di proprietà. A questi rispondo che, ovviamente è un diritto delle milanesi, ma mi auguro arrivino ad acquistare San Siro, non farne un altro. E per quanto riguarda la storia, volete paragonare San Siro al Delle Alpi? il Delle Alpi non aveva nessuna storia, ed era di una bruttezza orrenda, e la sua demolizione è stato un gesto di buon gusto. San Siro nonostante l'età e ad oggi magnifico, con qualche accorgimento sarebbe perfetto, e come storia, bhe... parla da solo.

In questo calcio che guarda al futuro, con milionari sponsor e diritti tv, campionati europei dove le grandi squadre andranno a giocare abbandonando i rispettivi campionati nazionali, se togliamo anche la storia di un monumento come San Siro, perdiamo tutti.

Se squadre come Barcellona e Real Madrid giocano ancora nei loro storici stadi, perché Inter e Milan non possono?