Chi mi conosce sa benissimo quanto io sia un estimatore di Massimiliano Allegri come persona e come professionista. Sono sempre stato dalla sua parte, sempre convinto che le sue idee di gestione di una squadra top, siano eccellenti. E di questo ne sono convinto ancora. Ma una mia personale opinione non può e non deve essere una presa di posizione a prescindere da tutto. Un conto è l’idea che si ha di un allenatore un conto è riuscire ad essere obiettivi e coerenti nel cercare di capire se questa idea ha ancora senso oppure no. 

Quello che cerco di capire è se Allegri è l’allenatore giusto in questo momento storico della Juventus. Quando lui arrivò a Torino dopo la fuga di Conte, Allegri adottò una Juventus vincente pregna in primis di uomini dal forte dna juventino, poi di campioni, e anno dopo anno quella squadra ha sempre aumentato il suo livello tecnico, non a caso dominando per nove anni in Italia e comunque assestandosi tra le migliori d’Europa. Allegri ha gestito molto bene quella che era una squadra che metteva paura agli avversari, era superiore in tutto e lo dimostrava sempre. 

Come sono andate le cose negli ultimi anni lo sappiamo bene tutti, di quella squadra non c’è più traccia, si è azzerato tutto. Il carisma degli ex non c’è più, i leader non ci sono, e il livello tecnico è sceso drasticamente, ci sono dei giovani interessanti ma questa Juve è una lontana parente della Juventus dei primi cinque anni di Allegri, quindi Allegri è ancora l’uomo giusto per questa nuova ricostruzione? 
Sono juventino da oltre cinquant’anni e di Juventus ne ho viste molte, non tutte gloriose e dominanti, ma ciò che i giocatori che indossano questa maglia e chi la allena devono tenere sempre in mente e’ che la Juventus non è nata per “sopravvivere” per la “mediocrità”. In qualsiasi contesto in qualsiasi campo in qualsiasi città che la maglia bianconera entra in campo, ci dovrebbe essere la certezza che gli avversari difronte troveranno undici leoni pronti a morire per la vittoria anche quando non c’è una superiorità tecnica e tattica. Si può perdere si può pareggiare, il tifoso questo lo sa e lo accetta, ciò che non accettiamo è la mediocrità, la resa in partenza, la rassegnazione, il giocare per non perdere, questo no! Non è da Juve.
Partite come quella di oggi a Bergamo ne abbiamo assistite parecchie negli ultimi anni, e se molti vedono un “buon punto” io ho visto per l’ennesima volta una squadra che ha semplicemente cercato di non perdere. Sono consapevole di tutto quello che ho scritto in precedenza, cioè che il livello della squadra è quello che è, ma se la JUVENTUS tutta, giocatori, allenatore, staff ecc non crede di poter scendere in campo a Bergamo, con tutto il rispetto, e di poter lottare per la vittoria, allora c’è qualcosa che non va, e quel qualcosa e’ da trovare in chi non riesce ad imprimere questa mentalità nella squadra e nell’ambiente.

La prima Juve di Conte non era superiore a questa, non era superiore alle altre top squadre in quella stagione, ma in ogni partita c’era lo spirito bianconero c’era il dna c’era il marchio di fabbrica. Possiamo perdere e pareggiare possiamo anche giocare tecnicamente non partite eccelse, ma porca miseria se davano l’anima... ed è questo che manca oggi. Quando sai che non hai una squadra all’altezza per poter vincere tranquillamente un campionato e competere con le migliori, le partite a “non perdere” non servono a niente. Non siamo a fine stagione quando magari ti trovi a gestire un vantaggio e quindi puoi anche fare dei calcoli, ma oggi no! Ci sono di giovani che in teoria dovrebbero essere il nostro futuro e cosa stanno imparando? Come si stanno forgiando? Non ci sono Buffon, Chiellini, Barzagli, Marchisio, Delpiero, più tutti i campioni stranieri che abbiamo avuto he hanno sempre dimostrato un dna bianconero, come Mandzukic o Tevez. Se in campo non c’è carisma e questo non arriva dalla panchina, allora non c’è molto da fare. Io non sto dicendo che un’altro allenatore con questa squadra farebbe faville e giocherebbe un calcio moderno, ma forse è arrivato il momento per un cambio di rotta e di mentalità. 

Certamente non sto parlando di un allenatore “teorico” alla De Zerbi,  speriamo di risparmiarcelo, ma ci vorrebbe un Conte o un qualcosa di simile. 
Abbiamo vissuto i Del Neri, i Ferrara, i Zaccheroni, ma non hanno durato. Alla Juve non si può durare se non si riesce a dare un’anima alla squadra. Allegri è un grande e un vincente, ma probabilmente questa realtà, questa situazione non è per lui, o comunque il suo modo di gestire non è da Juve.
Non pretendo vittorie, non pretendo scudetti, ma credo di poter pretendere quella rabbia quel dna che da ha fatto la differenza e la storia di questo club. Un noto radiocronista un tempo disse “signori la Juventus è una squadra incredibile la Juventus non muore letteralmente mai”

Questo è quello che voglio e che non sono più sicuro che Allegri possa darci.