L’infinita discussione sull’importanza di un allenatore, di quanto può o non può dare, di quanto siano importanti i giocatori oppure no, avrà mai una fine? Arriveremo mai ad un compromesso che possa mettere tutti d’accordo?

No, non credo sia possibile.

Per prima cosa nessuno può avere l’assoluta verità senza poter essere contraddetto in un qualche modo, poi esistono le simpatie e le antipatie, il tifo, e quindi arrivare ad un punto d’incontro e’ impossibile. 

E’ certo che quando una squadra va male, o non gira come ci si aspettava e i risultati sperati non arrivano, a pagare e’ sempre (o quasi) l’allenatore, a volte pagano anche quando vincono, figuriamoci quando non lo fanno. Ma questa è una regola certa? e’ sempre quella la decisione giusta, l’unica?

Bhe in certi casi bisogna ammettere che il cambio in panchina, per una società, a stagione in corso o ad inizio stagione ha portato a risultati positivi, ma in altre circostanze questa scelta non ha pagato in alcun modo.

Poi ci sono allenatori che per qualche ragione vengono sempre criticati e altri che al contrario sembrano avere una sorta di immunità alle critiche. 

Massimiliano Allegri impersona l’allenatore che da sempre viene criticato per vari motivi. Lo veniva quando vinceva figuriamoci ora. Su di lui il tifoso, gli opinionisti e i media si spaccano a metà. Anzi diciamo che la maggioranza lo critica e ne chiede l’allontanamento. Giusto? Sbagliato?

Da casa, sul divano o dietro una tastiera siamo tutti bravi e maestri, ma poi c’è la realtà, quella che nessuno di noi conosce, e quelli che si vantano di saperla mentono. La realtà è fatta di mille sfumature, dinamiche e dettagli che sfuggono a tutti noi. Che colpe ha, o potrebbe avere Allegri? Sicuramente a suo sfavore c’è un atteggiamento in campo della squadra lontano anni luce da quel dna che da sempre ha contraddistinto la Juve. Il dna juventino parla di una squadra magari non sempre bella e tecnica, ma grintosa, determinata, non a caso il suo motto è sempre stato “ fino alla fine”, e onestamente vedere questa squadra, tutto ti fa venire in mente tranne quel dna.  Il calcio è semplice, ma è anche cambiato nel corso degli anni, e a mio modesto parere un allenatore dovrebbe riuscire ad incarnare nella sua squadra due concetti fondamentali. Moduli di gioco, e carattere, almeno uno dei due. Una squadra che per caratteristiche dei giocatori non può competere sul piano tecnico ad un certo livello, dovrebbe almeno sul piano della grinta, corsa, sacrificio mettere tutto quello che ha. Questa Juve cosa riesce a mettere in campo? 

Io sono un sostenitore del fatto che la differenza in campo la fanno i giocatori. Lo stesso Guardiola ha umilmente ammesso che le sue vittorie hanno avuto come principale protagonista ( oltre ai miliardi spesi) Messi, Iniesta, Lewandoski, Haaland ecc.. per far capire che anche un allenatore come lui alla fine necessita dei campioni che fanno la differenza in campo. 

Ma comunque un allenatore a questi livelli, oltre alla gestione della rosa, con tutto quello che vuol dire, dovrebbe, a mio avviso, riuscire a portare un’idea di gioco in grado di far uscire il livello della squadra se non contro la squadra più forte, almeno con il resto. 

Quello che voglio dire è che nonostante tutto il bene e il rispetto che ho nei confronti di Allegri, posso capire il livello tecnico mediocre/scarso/sopravalutato della squadra, posso anche capire che nel confronto con una squadra come l’Inter si possa soccombere sotto il piano tecnico, ma contro il resto della serie A, contro squadre come Salernitana, Verona, Lecce, Empoli ecc mi aspetto e pretendo che la Juve metta in campo un atteggiamento e una voglia che faccia capire la differenza che ci dovrebbe essere. Questo almeno lo pretendo. Poi si può anche non vincere, ma la sensazione che ci dovrebbe essere è che la Juventus ha messo in campo tutto, che ha dimostrato il suo dna e la sua storia. 

Ricordo che quando le cosiddette “provinciali” giocavano contro la Juve, soprattutto a Torino, avevano quasi un timore referenziale nei nostri confronti, perché comunque al di là del valore della rosa, si sapeva che la Juve in campo era “cattiva” cinica e spietata. Ora tutte le squadre si prendono quello che vogliono e vengono ( giustamente) ad imporre il loro gioco e anche il loro potere fisico contro di noi, e questo il tifoso juventino non può accettarlo. Ripeto, il discorso va al di là del risultato, delle vittorie. Si può anche perdere o pareggiare una partita, ma c’è modo e modo. 

Ciò che che probabilmente più si imputa ad Allegri è proprio questo. Il tifoso, soprattutto quello di una certa età come il sottoscritto (52anni) che hanno vissuto e visto varie fasi della storia bianconera, riesce a capire che l’attuale rosa della squadra non può far sognare chissà quale gioco maestoso, ma che però pretende che dal punto di vista caratteriale, la squadra riesca a mettere in campo qualcosa di più. 

Quando sento Allegri parlare di equilibrio e prudenza alla vigilia di partite come contro il Verona o Udinese, penso che se io sono la Juventus, e posso contare su giocatori come Milik, Vlahovic, Chiesa, Yldiz ecc forse dovrebbero essere gli avversari a preoccuparsi di quelle cose, perché credo che la Juve entrerà in campo con il sangue agli occhi. Invece no! 

Allegri ha dimostrato che con i campioni in campo oltre a vincere riusciva a far giocare anche bene la squadra. Il problema è che ora che dovrebbe mettere qualcosa di più qualcosa di diverso per sopperire la mediocrità tecnica non ci riesce. Lo scorso anno ha fatto un mezzo miracolo a tenere il timone della squadra da solo in mezzo alla tempesta che si era abbattuta sulla squadra, alla fine lui il risultato lo aveva portato a compimento, ma quest’anno ci si aspettava un cambiamento più deciso. L’illusione fino alla sfida contro l’Inter e puramente “fittizia” perché figlia di alcune vittorie sofferte e fortunate ottenute all’ultimo respiro contro squadre nettamente inferiori, poi la sfida contro i nerazzurri ha fatto capire l’enorme gap tecnico e fisico che c’è tra le due squadre. 

Credo che per caratteristiche Allegri abbia concluso il suo percorso con la Juve, soprattutto per la dimensione della squadra attuale e per quello che verrà. Allegri è un fenomeno nel gestire una rosa importante, come era la Juve dal 2015 al 2018, ma con questa squadra a mio parere serve un’altro tipo di allenatore. 

La società ha una dimensione finanziaria attuale che non può essere ignorata, la squadra deve tornare ad essere sostenibile e a diminuire i debiti nel più breve tempo possibile. E’ come se fossimo tornati al 2011, un nuovo inizio, e serve un allenatore che sappia valorizzare al massimo La Rosa che la società sta costruendo. Una rosa fatta da giovani, da alcuni sconosciuti, da qualche certezza, una squadra che sicuramente vedrà partire almeno un paio di giocatori importanti per far cassa, tra Soule’, Chiesa, Bremer, Vlahovic, insomma ci vuole qualcosa di diverso. Non faccio nomi perché credo che la società abbia già un progetto in testa e quindi non serve a nulla il toto allenatore. L’importante è che Giuntoli &Co abbiano in testa un percorso chiaro e che sappiano ricreare ciò che Marotta creò con Conte, e che sta facendo altrettanto bene all’Inter con Inzaghi.

Insomma chiunque siederà il prossimo anno su questa panchina deve fare tornare quel dna a cui tutti noi teniamo in modo forte.

FinoAllaFine