Allegri out, basta con Allegri, salviamoci da Allegri.
Questi sono soltanto alcuni titoli che campeggiano su ogni sito web, social ecc…

Nel mondo del calcio come ho spesso detto, tutti parlano, tutti sanno tutto e di conseguenza tutti si sentono in diritto di dire qualsiasi cosa. Questo ci sta, è anche giusto, perché il calcio rappresenta il classico pentolone dove dentro c’è ci tutto e ci sono tutti. Esprimere le proprie idee è un diritto sacrosanto per tutti, l’importante sarebbe, però, avere sempre rispetto del lavoro altrui e non avere quella arroganza e presunzione di mettersi dalla parte di chi si sente superiore a dei professionisti. 
Non è certo mia intenzione di far cambiare idea a qualcuno, ci mancherebbe altro, non sono un portatore di verità assoluta. Sono un appassionato di calcio e lo segue da oltre cinquant’anni, posso avere le mie idee create da una certa esperienza, ho il mio modo di vedere il calcio ma certamente non mi sento superiore a nessuno, figuriamoci se credo di poter dare consigli a chi realmente lavora sul campo.

Il sottoscritto non è né pro Allegri né contro Allegri, ma è pro a chi lavora con passione e impegno.
Di moduli tattici o filosofie astratte me ne frega meno di niente, perché il mio credo calcistico si basa su principi diversi, quelli in cui a fare la differenza sono i calciatori e le società. Oggi ci sono due allenatori come Inzaghi e Pioli in semifinale di Champion’s e, con tutto il rispetto per il loro lavoro, non credo che il loro calcio a livello teorico abbia qualcosa di particolare. 
A questi livelli non penso si possa insegnare niente ai giocatori a livello tecnico o tattico, ma molto a livello pratico e umano. Tutto quello che un allenatore deve gestire in un top club, molti non ne hanno la minima idea, soprattutto se alle spalle non hai una società presente. Gestire uno spogliatoio fatto da ragazzi che provengono da ogni parte del mondo con culture diverse, età diverse, procuratori, media ecc non è semplice, e più un club è prestigioso e più è difficile.

Senza divagare, torniamo mettere il focus su Allegri e la Juventus e cerchiamo di analizzare la situazione. 
La Juventus, in mano a dirigenti che ne hanno dilapidato il vantaggio economico e tecnico in pochi anni, è ad oggi una rosa di scarso valore tecnico, con giocatori in fotocopia e con un attacco che è il più scarso degli ultimi quindici anni. Se a tutto questo aggiungiamo tutto ciò che è successo extra campo, e quello che capita quotidianamente, il quadro è fatto. 
Ora una accusa che spesso viene mossa nei confronti del livornese è quella di essere il responsabile della rosa attuale, cioè che i giocatori alla Juventus li abbia voluti tutti lui.
Ora, io non so con quale certezza queste persone possono affermare una cosa del genere, visto che non credo partecipino alle riunioni societarie, e visto che il declino è iniziato quando nemmeno c’era Allegri in panchina. Onestamente non credo che Allegri abbia deciso di perdere Ronaldo dopo la prima giornata dello scorso anno e averlo sostituito con Kean, non credo nemmeno non abbia voluto De Bruyne o Benzema. Allegri è un aziendalista, come più ha ribadito lui stesso, lui non fa la lista della spesa, lui gestisce ciò che la società gli mette a disposizione, certamente cercando di ascoltare anche il suo parere.
Personalmente dal punto di vista umano non vorrei nessun’altro alla guida tecnica della Juventus. Allegri è un professionista serio e ci tiene alla Juventus e lavora seriamente per la Juventus, e come pochi conosce l’ambiente, e vi posso assicurare che in questi due anni di buio assoluto, se ci fosse stato qualcun altro alla guida le cose sarebbero andate molto ma molto peggio, e probabilmente qualcun altro se ne sarebbe anche andato. Lui no!
Ora risparmiatemi la facile risposta del genere “eh con i nove milioni di stipendio chi lo schioda?”.
Se pensate questo non conoscete Allegri. È tornato sapendo benissimo le difficoltà in cui versava la squadra, a quelle tecniche di sono aggiunte quelle giudiziarie, eppure nonostante le diverse difficolta sta tenendo a galla una squadra in mezzo alla tempesta, ed è solo, tifosi della Juventus, tifosi avversari, giornalisti e guru da salotto, tutti contro, ma lui è la a lavorare per la nostra Juventus con la voglia matta di togliersi delle soddisfazioni, che arriveranno……..perché arriveranno!!! 

Sembra che per molti nello sport soprattutto nel calcio non sia contemplato il tempo, il lavoro, il costruire: o è vittoria o è fallimento.
A tal proposito mi viene in aiuto l’ultima intervista post partita di Giannis Antetokounmpo, cestista NBA, che al termine del match e della eliminazione dei suoi Milwaukee nei play off, rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva se considerasse un fallimento questa stagione, lui ha dato una risposta che è una lezione di sport per molti. Ha risposto chiedendo al giornalista se lui ogni anno riceve una promozione nel suo lavoro? Il giornalista ha risposto di no, allora lui ha chiesto se per questo motivo giudicasse il suo lavoro un fallimento. Ha ribadito il concetto che lo sport è soprattutto fallimento, che si lavora ogni giorno e ogni anno per mettere un tassello per arrivare ad un successo, che leggende come Jordan hanno giocato per quindici anni e vinto per sei, può voler dire che gli altri anni sono stati fallimenti??
Ogni anno senza vittorie sono uno step per arrivare al successo. 

Allegri è arrivato, ha vinto tanto, è tornato e sta lavorando, se per voi è un fallimento probabilmente le vostre vite lo sono di più.