Il Milan vince anche a Frosinone, realizzando tre gol e confermandosi quale secondo miglior attacco del Campionato, dietro l'Inter, ma specialmente raggiungendo quota 49 punti in classifica, alla ventitreesima giornata e uguagliando i punti conquistati nella splendida stagione poi conclusasi con la vittoria dello Scudetto.

Tutti dati ampiamente positivi. Mi sarebbe bastato non vedere la partita e potrei allinearmi serenamente con tutti i tifosi milanisti felicissimi di questi risultati. Purtroppo così non è stato, poichè ho assistito all'ennesima prestazione, imbarazzante e la gioia per la vittoria è stata ampiamente offuscata dal non gioco espresso dalla squadra allenata da Mister Pioli. Se il solito approccio alla partita, in stile "gita al parco" non ha consegnato il gol alla squadra allenata da Di Francesco è solo per demerito dei suoi giocatori, poichè sia Maignan che Adlì avevano fatto il possibile per confezionare il loro vantaggio. 

Ormai le partite del Milan sono tutte uguali, prive di fluidità e organizzazione di gioco, affidandosi all'improvvisazione, alle giocate dei singoli e a reazioni più nervose che tattiche. Troppi i giocatori schierati fuori posizione, nulli gli automatismi, per poter affrontare gli avversari di turno in controllo della partita. Così al gol del vantaggio realizzato di testa dal giovanotto di 38 anni, Giroud, su assist di Leao, rispondeva pochi minuti dopo il Frosinone, con Soule che trasformava il rigore concesso per un fallo di mano causato proprio dal talento portoghese del Milan. Dopo l'intervallo conclusosi in pareggio il Milan rientrava (per modo di dire) in campo con la medesima formazione, a dimostrazione che sulla lettura delle partite siamo anni luce indietro e con la precisione di un orologio svizzero arrivava il gol dello svantaggio dei padroni di casa. Complice un Maignan che appare svogliato, forse scontento o desideroso di emigrare da questo stato, troppo immobilista agli atteggiamenti razzisti, Mazzitelli lo trafiggeva con un diagonale non irresistibile.

Era il minuto 65 e il Milan decideva di iniziare la sua partita. Il Gol di Gabbia, al minuto 72, su assist di Giroud e quello di Lucas Jovic dopo un minuto dal suo ingresso in campo, avvenuto all'ottantesimo consegnavano la vittoria al Milan, avvicinandolo alla vetta della classifica in attesa del risultato di Inter e Juventus. Merita ancora una citazione Gabbia per l'ottima prestazione esibita, priva di sbavature e perchè il suo gol, il numero 45 su un totale di 46, è il primo realizzato da un giocatore italiano del Milan  La lista di ciò che andrebbe corretto è tanto lunga quanto chiarissima, ma oramai Pioli ha deciso di continuare in questo percorso. Con Adlì e Rejnders, praticamente inutili davanti la difesa e affiancati, con Loftus più in avanti e vicino a Giroud in un 424, privo di distanze, ma specialmente con Leao più uomo assist che realizzatore. Quando poi entrano Okafor e Jovic al grido ormai abituale : " vada come vada ", lo schema Armata Brancaleone proposto in tempi non sospetti da Zardo e da me ampiamente criticato, concretizza le rimonte che entusiasmano le folle milaniste.

A completare questo quadretto, per nulla lusinghiero, la prova esibita dal Bologna, contro il Sassuolo, con giocatori molto meno bravi di quelli a disposizione di Pioli, ha certificato quanto la mano dell'allenatore e quindi di Thiago Motta, possa indirizzare le partite contribuendo a aumentare il valore economico dei giocatori. Leao, Maignan e Theo, sono i tre giocatori più forti e importanti, della rosa a disposizione di Pioli, gioia e dolore per moltissimi tifosi, ma sostituirli, specialmente senza avere un allenatore in grado di ottenere i risultati attraverso un gioco, collaudato e redditizio, non sarebbe una operazione tanto semplice, anche se per i Tifosi Commercialisti, tutto è solo condizionato dai soldi che si potrebbero incassare. Leao ha margini di crescita notevoli, ma al Milan non sta migliorando, anzi. Discorso uguale per Theo, che gioca a sprazzi, spesso trascurando la fase difensiva e Maignan, complice un rinnovo di contratto costantemente rinviato, forse è meglio lasciarlo emigrare. Tutte considerazioni che non possono essere trascurate, perchè il calcio, come tutto lo Sport vive di presente e programmazione e il Milan è in ritardo su entrambi i fronti. Quindi la mia risposta alla domanda iniziale è semplicissima. No, vincere non è sufficiente, serve un'organizzazione di gioco finalizzata al risultato.