Sono amareggiato, deluso e stufo nel commentare l'ennesima prestazione deludente del Milan e l'eliminazione da quella Coppa Italia, che non era solo uno degli obiettivi stagionali a cui ambire, ma la concreta possibilità di arrivare alla finale e magari tornare a vincerla dopo ben 21 anni.
Niente di tutto ciò. Non è stato sufficiente affrontare l'Atalanta in una partita unica fra le mura amiche di San Siro, sempre affollatissime. Neppure lo splendido gol del momentaneo vantaggio, realizzato da Leao dopo una rapida azione partita dalle mani di Maignan per Rejnders, filtrante per Leao che serviva Theo, tutto in rapidità e ad un tocco, il terzino chiudeva il triangolo restituendo palla al portoghese che scaraventava un destro in gol con un preciso diagonale all'angolino basso alla sinistra del portiere. La squadra allenata da Mister Gasperini non si è minimamente scomposta, ci ha impiegato due minuti per trovare il pareggio e poi ha continuato il suo piano partita, aspettando il Milan nella sua metà campo e indirizzando l'incontro a suo favore in uno spartito fin troppo chiaro e semplice.

Il Milan non "coglie l'attimo", come mi ero augurato con l'articolo di ieri, preferendo continuare nel suo percorso anonimo, fatto più di presenze che di vittorie, dove le eliminazioni, anche se per i tifosi sono dolorose e umilianti, sono talmente ripetitive da non stupire più nessuno al punto di diventare fin troppo sopportabili. Basta un piazzamento nelle prime quattro posizioni della classifica del Campionato, un sostanzioso premio UEFA e tutto il resto passa in secondo piano.
Mi ricorda tanto una vecchia pubblicità, FALQUI, "basta la parola", sapete che prodotto promozionava? Un lassativo. Il Milan riesce nell'impresa di essere eliminato dalla Coppa Italia con entrambe le formazioni, Prima squadra e Primavera, nella stessa giornata a dimostrazione di quanto la nostra dirigenza sia attenta nel gestire nel migliore dei modi ogni situazione e smarrendosi alla prima difficoltà.
La squadra allenata da Mister Abate ha perso 4 a 2 contro la Fiorentina. Non è bastato il rapido doppio vantaggio, troppe le assenze e troppo importanti per resistere ad un avversario così impegnativo. Zeroli, Traore, Bartesaghi, Jimenez e Simic erano tutti aggregati alla prima squadra di Mister Pioli, dimostrando una totale incapacità nel saper valutare la loro necessaria utilità.
Riflessioni utili per capire in quali mani è il Milan, anche se Moncada, scout di professione, è l'ultimo dei colpevoli. Vogliamo citare Scaroni, il Nostro Presidente, sempre assente ad ogni riunione in federazione e i risultati mostrano chiaramente il peso specifico della squadra rossonera? La sua dichiarazione: "mi chiedo se la Coppa Italia sia necessaria?", penso che basti e avanzi per chiederne l'allontanamento. Un riccio nelle mutande è meno fastidioso, INSOPPORTABILE.

Il Milan saluta anche la Coppa Italia, la nota positiva è che Pioli non potrà essere paragonato a Rocco o Ancellotti, unici allenatori a vincere sia lo Scudetto che la Coppa Nazionale, con l'aggiunta, non così insignificante, di due Coppe dei Campioni.                

Il tecnico parmense ancora una volta ha voluto proporre le sue "strategie fantasiose", stravolgere quelle poche certezze su cui poggia la squadra e, nel tentativo di sorprendere l'avversario di turno, ha consegnato il Milan a Gasperini e all'eliminazione. Alla squadra bergamasca è stato sufficiente aspettare l'avversario nella propria metà campo per ripartire nelle solite "praterie" e creare occasioni da gol.
Le colpe di Pioli sono troppe e talmente grossolane da lasciare basiti.
Dal MODULO un 4141 totalmente illogico, con Musah posizionato sulla fascia destra, Pulisic spostato al centro, tanto per essere certi di intasare quella zona, Rejnders, solitario, davanti alla difesa, per perderne gran parte del valore e Loftus a camminare sul centro destra, senza un compito, una indicazione precisa, incapace di trovare uno spazio utile per mettersi in movimento ed estraneo a tutto il gioco, stazionando inutilmente fra Musah e Calabria sulla fascia destra, Pulisic a sinistra e Jovic davanti. 
GIOCATORI, se un allenatore, che segue giornalmente gli allenamenti, non riesce a vedere che Simic è il ragazzo più pronto a sua disposizione fra quelli prelevati dalla squadra primavera e che Theo, può momentaneamente occupare il ruolo di centrale, ma non per marcare attaccanti bravi ed esperti, allora sulla panchina del Milan posso sedermi anch'io, facendo sicuramente meno danni. Preferire Jimenez a Bartesaghi, a Terraciano o allo stesso Simic, spostando Theo nel suo ruolo naturale era il minimo che doveva fare sapendo perfettamente le qualità di Koopmeiners. Oltretutto il giovane difensore spagnolo dopo un primo tempo positivo e faticoso era in difficoltà, ma il tecnico ha dovuto aspettare il fallo di rigore per sostituirlo, in un gesto oltretutto privo di sensibilità che può influire tantissimo sulla sua crescita. Musah dopo un mese di assenza non poteva avere una condizione fisica in grado di reggere i novanta minuti, viceversa è stato in campo fino al triplice fischio finale. Una squadra non certo costruita sull'applicazione di un gioco chiaro e lineare, ma affidata alla giocata dei singoli.
Cose dette e ridette, senza vedere miglioramenti ed infatti i risultati sono sotto i nostri occhi.

Il Milan perde, nulla di nuovo all'orizzonte, non è bastato Ibra, non sono bastati i tifosi, mentre i nostri sogni svaniscono e i fischi fanno da colonna sonora.
Cardinale e Scaroni potranno essere contenti, il Milan almeno giocherà meno partite.