C'è un dato statistico che fotografa perfettamente quanto un singolo giocatore possa essere fondamentale nei meccanismi di una squadra e nel nostro caso, del Milan. 

Dal 13 gennaio 2020 giorno del suo arrivo, acquistato dall'Atalanta, con Kjaer in campo, la squadra rossonera ha vinto il 75% delle partite disputate. Eppure Simon Thorup Kjaer, difensore danese, nato ill 26 marzo 1989 a Horsens, eletto giocatore dell'anno del suo Stato due volte, nel 2009 e nel 2021, nonostante una carriera più che positiva, capitano della sua Nazionale e senza mai avere pretese economiche altisonanti, è stato spesso sottovalutato da molti tifosi, milanisti e non. Quando Mister Pioli lo scorso anno, lo aveva emarginato dalle rotazioni difensive, il danese, sempre riservato e taciturno, aveva dato voce alle sue lamentele e le prestazioni di Champions ne avevano ampiamente giustificato le pretese.

Che Kjaer fosse in rotta di collisione con Mister Pioli, non è certo un segreto. La difesa altissima non era la soluzione migliore per un trentaquattrenne insuperabile in area di rigore, ma in difficoltà su spazi fin troppo aperti, obbligando tutto il reparto difensivo ad un lavoro estenuante, oltretutto senza il conforto di risultati accettabili. Così il danese ha iniziato a defilarsi. I tempi di recupero, dagli acciacchi sempre più frequenti, si sono improvvisamente allungati, come mai in passato, preferendo lasciare ad altri, a quelli "bravi" il compito di soddisfare le esigenze dell'allenatore, più teoriche che pratiche. Per chi non facesse attenzione alle sfumature segnalo l'episodio che ha dato una svolta alla stagione del Milan. Quando si infortuna Tomori, a Salerno, ultimo di una lista il cui termine, "VERGOGNOSA" non è sufficiente a descriverne colpe e gravità, il difensore esce dal campo, scuro in volto, rifiutando di stringere la mano protesa del tecnico.
Il ritorno del "principe danese" al centro della difesa non ha solo coinciso con l'abbandono della difesa altissima, ma ha segnato un nuovo inizio, abbassando il numero dei gol subiti e innalzando la media punti. In ogni inquadratura nel tunnel di San Siro, si vedeva Kjaer parlare con i compagni di reparto, sempre con la mano davanti la bocca, per celare quale segreto? Si è preso la squadra sulle spalle, allenatore in campo, guida di un reparto che improvvisamente ha migliorato le sue prestazioni. Nel suo, solo apparente, andamento lento c'è tutta l'esperienza di una carriera, ci sono i tempi giusti per proporsi in attacco e confezionare l'assist per il gol di Giroud o il posizionamento difensivo, sempre perfetto e raramente falloso.
Il contratto di Kjaer scade fra pochi mesi, a giugno 2024, insieme a quello di Caldara e conoscendo la dirigenza attuale appare molto difficile che gli venga proposto un altro anno di contratto, secondo me sbagliando perchè è un professionista serio, un esempio per i giovani e la sua presenza, anche in panchina o in allenamento, potrebbe essere da stimolo per tutti, alzando la competitività per conquistare la titolarità.

Il reparto difensivo, è composto da otto giocatori per due maglie centrali. I bravissimi Tomori, Thiaw e Kalulu, ora infortunati, ma recuperabili nella peggiore delle ipotesi per fine Marzo. Oltre a Kjaer, il giovanissimo Simic, dal sicuro valore tecnico e dimostratosi già pronto per essere utilizzato in prima squadra. Poi Gabbia, rientrato dal prestito al Villareal, molto sottovalutato e gli inutilizzabili per motivi diversi, Pellegrino e Caldara, anche se l'Argentino ha solo bisogno di minutaggio per maturare l'esperienza necessaria, magari andando a giocare in prestito. Cosa spinge quindi la dirigenza del Milan ad un investimento a gennaio, senza accontentarsi di un prestito per superare una emergenza che è destinata a finire?.  Perdendo Kjaer, privandosi di Caldara e Pellegrino e volendo rinunciare anche a Kalulu, utilizzandolo da terzino o, più probabilmente, come ottima plusvalenza, ecco che l'acquisto di un centrale, di piede sinistro, per completare con Simic e Gabbia il reparto difensivo, riserve dei titolarissimi Tomori e Thiaw, sarebbe una scelta necessaria e comprensibile, ma a giugno.                             

Sarebbe totalmente assurdo privarsi di uno dei due titolari, solo per flussi di cassa, tanto redditizi    quanto sportivamente inutili. Se c'è una cosa che al Milan non manca quella sono i SOLDI, ma non possono giocare a calcio.
Quindi, perchè il nome di Alessandro Buongiorno, difensore di talento del Torino, viene accostato al Milan con un'insistenza che appare ingiustificata? Il presidente Cairo chiede almeno 30 Milioni e considerato quanto il Tottenham ha recentemente pagato Dragusin al Genoa, diventa difficile dargli torto, ma il Milan non vuole spendere più di 10 Milioni, nel suo percorso poco logico e sportivamente nullo. Fortunatamente  è il procuratore di Bongiorno, che cura gli interessi anche di Colombo, a cercare una soluzione altamente remunerativa. Solo una forzatura del difensore del Torino, sotto contratto fino al 2028, potrebbe obbligare Cairo a sedersi ad un tavolo delle trattative, ma dubito molto che ciò possa succedere. Il Milan solo con una proposta irrinunciabile potrebbe sorprendere tutti. Esempio mettere sul tavolo i cartellini di Pobega, tanto gradito a Mister Juric, quello del giovane Colombo e un conguaglio pari a quei 10 Milioni che il Milan sarebbe disposto a spendere.               

Il giocatore granata verrebbe così valutato 37 Milioni, ma la spesa per quanto eccessiva sarebbe ampiamente ammortizzata dalla plusvalenza ottenuta dalle cessioni. FANTACALCIO? Sì, ma solo così qualche certezza del Presidente Cairo potrebbe vacillare.

Il problema più importante del Milan, il primo da affrontare e risolvere, riguarda la scelta dell'allenatore. Dato per scontato che Coach Pioli concluda il suo ciclo rossonero a giugno, chi sarà il sostituto ? Tutti indicano Conte o Motta quali probabili sostituti. Personalmente sono molto scettico nel credere che Antonio Conte possa essere il prescelto. Le sue richieste economiche, quelle tecniche e un carattere non certo propenso a quella collegialità tanto sbandierata a Casa Milan, gli dovrebbero sbarrare il percorso verso Milanello. Molto dipenderà se Cardinale sarà riuscito a liquidare Elliott, potendo decidere senza dover transitare da Furlani. Se viceversa la scelta ricadesse su Motta, ora tecnico del Bologna, sarei ugualmente felicissimo. Mi spaventa pensare che si tentenni per una decisioni così importante, magari venendo sorpassati da altre squadre e dovendo poi ripiegare su una terza alternativa. Se poi per sostituire Pioli, si pensasse ad un allenatore straniero ed emergente, spero che Ibra, conoscitore del campionato italiano, possa azzerare ogni rischio. 

Il Milan è sempre stato concepito come una squadra internazionale, ma la panchina è sempre stata saldamente in mani italiane.
Rocco, Sacchi, Capello, Ancellotti, così come Trappattoni, Cesare Maldini, Zaccheroni e molti altri, senza dimenticare il "Barone" Liedholm, svedese di passaporto, ma italianissimo per il calcio.