Serate canore in Italia, con il Festival di Sanremo che cerca di ritagliarsi un interesse apparentemente svanito. Non ne sento certo la mancanza, ormai sono già sette anni che vivo all'estero e la televisione nazionale non trasmette certo un Festival Canoro che in passato era in Eurovisione. Non lo guardavo neppure prima, spesso concomitante con il Carnevale, con feste e voglia di divertirsi. Eppure mi capita spesso di canticchiare successi del passato, ma il salto indietro è spesso particolarmente lungo.

Ecco che oggi, proiettando il mio Milan nel futuro e volendo superare un presente non particolarmente brillante, chi meglio delle note musicali di "E se domani" la canzone proposta da Fausto Cigliano e Gene Pitney a Sanremo nel 1964, riescono nell'intento di abbinare tristezza, amore e speranza, conciliandoli con il nostro modo di essere Milanisti ?. La rielaborazione proposta successivamente da Mina, che è diventata un grande classico della musica italiana, quando e lo dico con un velo di tristezza, tutto ciò che era Italiano, aveva un fascino particolare in tutto il Mondo, Milan compreso. Certo, ricordi per "vecchi cuori", quando il calcio non era schiavo del denaro, meno business, stesse chiacchere, ma tanta sana passione.

Nel vittorioso cammino in Coppa dei Campioni, memorabili i cinque gol di Altafini nel 14-0 rifilato al Lussemburgo  credo ancora record di gol segnati in una sola partita di Coppa o Champions. Agli ottavi il Milan superò gli inglesi dell'Ipswich Town, 3-0 in casa e sconfitto per 2-1 in trasferta. Nei quarti di finale e nelle semifinali arrivarono i successi contro i turchi del Galatasaray e gli scozzesi del FC Dundee superati con roboanti risultati complessivi di 8-1 e 5-2.  In finale l'avversario fu il Benfica, Campione delle due edizioni precedenti: allo Stadio di Wembley. Questo l'undici rossonero. per l'occasione in maglia bianca. Ghezzi, David, Trebbi, Benítez, Maldini, Trapattoni, Sani, Rivera, Pivatelli, Altafini e Mora. Allenatore Nereo Rocco. In svantaggio per una rete segnata da Eusébio, "la pantera nera", nel primo tempo, nella ripresa riescono a ribaltare le sorti dell'incontro. Altafini sfrutta gli assist di Gianni Rivera e batte due volte Costa Pereira. Cesare Maldini, con la fascia di capitano al braccio, potè alzare la prima Coppa dei Campioni della storia del Club RossoNero. Il Milan è la prima squadra italiana a conquistare l'Europa e la terza squadra in assoluto a sollevare il trofeo dopo le vittorie di Real Madrid e Benfica nelle prime sette edizioni.

La Coppa del 1963 è l'ultimo trionfo del presidente Andrea Rizzoli che lascia il club a Felice Riva, dopo nove anni e dopo aver vinto anche quattro scudetti e una Coppa Latina ed avere inaugurato, in provincia di Varese, un centro sportivo all'avanguardia, Milanello.  Zagatti e l'allenatore Rocco, che passava al Torino, lasciavano il Milan, ma il Paron sarebbe tornato presto per altre vittorie memorabili. Il quarantennio successivo che ho seguito con più trepidazione e partecipazione è stato un periodo particolarmente travagliato, fatto di tanti bassi e pochi alti, fino all'arrivo del Presidentissimo, il Cavaliere, non il Politico. Quando vincere è diventato sempre più abituale, il Milan ingaggiava i Campioni Italiani e stranieri più forti e conosciuti e San Siro regalava spettacolo e trionfi. Questi i nomi dei Presidenti che si sono succeduti.
1965-1966 Carica vacante (Commissario: Federico Sordillo) 1966-1967  Luigi Carraro  1967-1971  Franco Carraro     1971-1972  Federico Sordillo  1972-1975  Albino Buticchi   1975-1976  Bruno Pardi 1976-1977 Vittorio Duina 1977-1980  Felice Colombo   1980-1982  Gaetano Morazzoni 1982-1986  Giuseppe Farina  1986 Rosario Lo Verde 1986-2008  Silvio Berlusconi 

Ho selezionato tre pezzi musicali per abbinarli a questo lungo periodo. Enzo Jannacci, Gianna Nannini e Vasco Rossi, gli interpreti. Logicamente cantanti italiani di canzoni  che ho spesso cantato sotto la doccia.
Si inizia con Jannacci, con una Milano da "bere e da vivere" e con il suo isterico Vengo anch'io, NO tu no
Il primo abbozzo della canzone era nato nel 1965: “Lavoravo in un cabaret torinese. Una sera ho suonato il motivo a Pupo De Luca, il musicista  Suonando l'ho allargato, mi sono scaldato, ed è venuto fuori questa versione. La frase c'era già; e anche la musica”. In pochi lo avranno mai notato, ma è evidente il legame con un altro  successo di Jannacci datato 1964 “El portava i scarp del tennis”, che nel parlato centrale propone un dialogo tra un milanese benestante, che chiede la strada per l'Idroscalo ed un barbone: “Sì, l'Idroscalo al so in dua l'e', al meni mi all'Idroscalo, vengo su anch'io sulla macchina, è forte questa, è forte la macchina".“Lasa sta la machina barbon".  “No, signore, vengo anch'io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina io”.

Nel ripensare al racconto di Jannacci su come prese forma la canzone con l'aiuto di Dario Fò, mi è venuto spontaneo pensare ai Presidenti che in quegli anni ricoprirono un ruolo così importante. Specialmente Albino Buticchi, Vittorio Duina, Felice Colombo e Giuseppe Farina detto Gjussy, nel loro disperato grido: "VENGO ANCH'IO" a cui rispondevano in coro, Jannacci, Cochi, Renato e il duo da crociera "Silvio e Federico", " NO TU NO".
Fu proprio Silvio a raccogliere il testimone da Farina e dare inizio ad un ventennio di successi. Quale canzone meglio di Notti Magiche, creata per i Mondiali Italiani, rovinati più da Zenga, che dall'arbitro, Caniggia e Maradona, fotografa le vittorie serali in Champion League. La voce di Gianna Nannini e le corse di Arrigo Sacchi, l'esultanza di Galliani, con il Milan al vertice del calcio Mondiale.
Mentre spetta a Vasco Rossi sulle note di Vado al massimo, accompagnare i trionfi di Capello e Ancellotti di un Milan, INVINCIBILE e IMMORTALE, ma non più primario interesse di un Presidente, in altre cose affacendato.   

2008-2017 Carica vacante (Vicepresidente vicario: Adriano Galliani) 
2017-2018 Li Yonghong 2018- ? Paolo Scaroni 
Chi meglio di Giorgio Gaber e ancora Renzo Jannacci, si adattano quale colonna sonora per l'ultimo periodo rossonero? Allora Champo e Vivere, più per cogliere quei risvolti raffinati racchiusi nei testi, senza rimpianti e con infinita fiducia nel futuro, che per descrivere un lungo periodo dove scelte illogiche e lotte famigliari hanno dominato la scena. Cantare Champo, pensando a Galliani, è sufficientemente difficile, ma le giornate piatte descritte da Gaber assomigliano fin troppo ai tanti acquisti, incomprensibili, portati a Milano. mentre Barbara progettava lo stadio e sognava l'inizio di una presidenza mai realizzata.

Così con Vivere, cantandola stonando appositamente, si arriva al presente, alla proprietà straniera, ad un calcio trasformato in altro. Ad una Storia di 125 anni di cui non ne conoscono gli interpreti, dimenticandosi di Rocco, Rivera e molti altri, oltre a Paolo Maldini, per una ripicca di bassissimo livello.
Vivere, senza malinconia,
vivere senza più schiavitù
perchè la vita è bella e la voglio vivere sempre più ...............

FORZA MILAN.
Anche se forse Conte, si adatterebbe fin troppo bene a Scaroni e Furlani, o forse sbaglio?
Accenno l'inizio: "Con l'espressione un po’ così, con quella faccia un po’ così che avete voi
..........."