Un po' di tempo fa, nello spirito di divertimento e di passione che anima i tanti partecipanti nei loro appassionati articoli, scrissi che la stampa professionale e molti bloggers  stavano valutando male le prestazioni di Inzaghi e che il suo lavoro non era certo da metterlo in discussione  nonostante soffiassero venti molto forti di esonero anticipato.
Ora, come ho scritto in un post difendendo Maldini per me, come nel caso di Inzaghi solo in minima parte responsabile delle mediocri prestazioni rossonere, sono un poco incerto nel valutare un vero rischio di esonero di Pioli. 
E cerco di spiegare il perché.
Guardiamo in estrema sintesi la sua carriera. A parte gli anni di B e il periodo milanista, Pioli ha avuto una crescita costante di permanenza nelle squadre allenate 12 mesi con il Sassuolo, 12 mesi con il Chievo, 14 mesi con Il Palermo, 15 mesi con il Bologna, 22 mesi con la Lazio. Poi crollo con Inter, 6 mesi, ma poi 22 mesi con la Fiorentina. Lascia con il Sassuolo, lascia con il Chievo, esonerato con il Palermo, esonerato con il Bologna, esonerato con la Lazio, esonerato con l'Inter e lascia con la Fiorentina in un periodo di forte emotività personale per la disgrazia di Astori. È indubbio che una delle sue caratteristiche personali, cosa negativa per me in un allenatore, è il forte legame affettivo che riesce a instaurare con i giocatori. Il fatto poi che lasci dimostra anche una forte autostima quando le cose non vanno bene. Quindi in termini di mesi, a parte l'anomalia Inter la curva di "mantenimento" è in crescita costante. Il crollo Inter poi assomiglia in parte a quello nostro. Quarto posto non raggiunto e solo 2 punti in 7 partite.
Con il Milan Pioli ha un deciso picco. È in sella dal 9 ottobre 2019. Raggiunge un secondo posto e poi vince meritatamente. Al picco negativo corrisponde un picco positivo con l'unico vero importante successo della sua rispettabilissima carriera. Oggi assistiamo ad un nuovo crollo, non del livello Inter, si intende, ma di crollo si tratta. E i numeri parlano chiaro. Pur in presenza di partite di Champions, e con la stessa squadra Pioli fa 2 punti di media a partita nel girone di andata e fin qui solo 1,44 nel girone di ritorno. Quindi quasi il 30 per cento meno. A maggior ragione quindi confermo la difesa di Maldini. La Champions del girone di qualificazione  dopo essere stati eliminati nella edizione precedente non avrà sicuramente  la stessa valenza tecnica delle fasi successive ma ne ha uguale valenza emotiva e di impegno, non potendosi la Società permettere, sia per prestigio e sia per necessità economiche, di essere eliminati due volte consecutivamente.
E quindi non si spiega questo crollo se non con un calo delle prestazioni dell'allenatore. Il raggiungimento del quarto posto, per me ancora in discussione sul campo, oppure raggiunto per esclusione extra campo avrebbero poi la stessa valenza?
Personalmente anche se pragmaticamente potrebbe essere remunerativo ed essenziale per la Società, nel proseguire una strategia di continuità, non sarebbe poi così esaltante dal punto di vista sportivo. Un risultato sportivo raggiunto sul campo è altra cosa di uno piovuto dal cielo. D'altro canto Pioli, che non è certo vecchio a 57 anni, con noi ha raggiunto il massimo di carriera mai prima ottenuto in termini di risultati è di continuità di permanenza.
Quanto può contare, pur in una situazione di non raggiungimento del fatidico quarto posto, la prestazione precedente, pure impreziosita da un record mai raggiunto nella storia milanista di numero di vittorie consecutive (13) con 2 gol almeno  per partita?
Il calcio vive solo di qui e ora oppure ha anche risvolti di valutazione differenti? Questo crollo del girone di ritorno è un momento di caduta momentaneo dell'allenatore, oppure qualcosa di definitivo in una curva di picco e poi discendente?
Per me le liti sul campo hanno poco valore. Ho visto Guardiola prendersi di brutto con il suo fuoriclasse De Bruyne, perché non smistava veloce, e quindi non credo che ci sia una caduta di feeling tra lui e la squadra a parte certe esclusioni, e insisto su Adli, incomprensibili e qui record negativo. Non mi ricordo di aver mai visto lasciare in panca praticamente una intera stagione un neo acquisto come si è fatto con il francese. Piuttosto mi sembra che si sia forse un poco incrinato il rapporto con Maldini. E poi quando un presidente parla molto bene di un allenatore non è un bel segnale.

Personalmente mi espongo e faccio una previsione. Anche se non si raggiunge il quarto posto per me Pioli rimane. La sua storia spingerebbe ad avere ancora fiducia. Gli alti e i bassi se posti in un trend in salita vanno valutati. Il suo crollo nel girone di ritorno può essere fisiologico ma momentaneo, e a parte le emozioni subitanee non abbiamo elementi per fare ulteriori  valutazioni se non le prestazioni e questi dicono per me che Pioli quest'anno è andato male. Quest'anno.
Sono quindi tante le componenti da valutare in una decisione di esonero. La sua storia, i risultati, i vantaggi economici, e magari certi suoi ravvedimento in decisioni francamente poco comprensibili, almeno dall'esterno.