L’undicesima giornata ha segnato l’ora fatale per Stefano Pioli: i suoi primi fischi, la sua prima vera crisi. L’Udinese torva giovamento dalla cura Cioffi. Il Bologna è realtà, la Lazio di Sarri un sogno irrealizzabile. Pippo Inzaghi s’é andato a cacciare in un bel guaio, il Napoli lo inguaia per benino. L’Inter frena la ninfa più veloce dell’Olimpo e corre, corre e non si ferma più. 
La rincorre la Juve, che non prende gol neppure sotto tortura e uno lo fa sempre: della serie: Max docet. La Viola casca giù per terra, in un girotondo di attaccanti che non fanno gol neppure sotto tortura e uno lo prende sempre: della serie, Maremma buc… vabbè, lasciamo stare, ché poi mi censurano. 
La Roma vince all’ultimo secondo dell’ultima azione dell’ultimo Lukaku, quello in versione leader. E a Lecce ci rimangono davvero male. Per il Verona ora è crisi, per il Monza è di nuovo sogno europeo. Il Cagliari ci ha preso gusto, il Genoa perde ancora. Il Frosinone è la bella gioventù, l’Empoli è arrugginita. Il Toro vince, il Sassuolo perde, entrambi sono l’altalena di questo campionato. 

La mia squadra dei migliori  4-2-3-1
Silvestri (Udinese): voto 8 Vola Silvestri. Vola sulla pioggia di San Siro e le sue luci spente, sui fischi della gente. Vola sul gelo che cala inesorabile. Vola sulle ali d’un entusiasmo che a Udine avevano dimenticato. Sono le 22.50 quando accende l’aliante e vola su Giroud e poi su Florenzi. Prima è bravo su Calabria e su Musah. Aliante.

BREMER (Juventus): voto 8 Che sia Beltran o che sia Nzola, per lui poco cambia: li annulla entrambi. Usa molto bene il corpo e la testa, vince tutti i duelli, non lo saltano mai.  È la cintura di sicurezza di questa bella utilitaria, d’allegriana fattura, che è la Juve. E che non sfigura affatto al cospetto delle presunte fuoriserie; anzi, le sorpassa quasi tutte. Sicurezza.

RUGANI (Juventus): voto 9 Il miglior voto della giornata al mio eroe. Sì perché è un eroe chi attraversa gli anni più bui senza perdere mai la luce, chi oltrepassa i mugugni, supera i fischi, accetta le panchine come quotidiani inverni, gioca le sue partite in settimana consapevole che saranno le uniche, che non svirgola mai e se gli capita di farlo in campo “testa bassa e pedalare”; che è un concentrato di serietà, senso d’appartenenza e professionalità e che quando viene chiamato in causa sfodera prestazioni praticamente perfette come quella contro la Fiorentina; che non è esattamente la Bacigalupo e neppure una delle tante squadrette che gli capita di incontrare in estate; e non è esattamente un attaccante cicciotto da torneo di bar quello che si trova davanti, bensì Nico Gonzalez.  Solido, concerto. Marca, chiude, raddoppia e, ciliegiona sulla torta, un buon intervento verso la fine del match. Chapeau.

EBOSELE (Udinese): voto 8 Ha una marcia in più rispetto a Florenzi; anzi due e si vede. È costante, il migliore in campo per ognuno dei maledetti minuti rossoneri, lenti come il suo dirimpettaio. Cambia la partita con lo sprint del rigore. Nero e galoppino come il cavallo del west, verde come la sua Irlanda e le facce dei milanisti.  Qui c’è il sospetto che siamo di fronte all’ennesima scoperta in casa friulana. Freccia nera.

DOSSENA (Cagliari): voto 7 È dappertutto, autore di grandi chiusure, costruttore di una arcigna difesa, quella su cui s’infrangono le scorribande (a sprazzi) di un Genoa non propriamente in giornata, ma che davanti schiera pur sempre uno dei migliori del campionato, quel Gudmundsson che segna anche questa volta.  Nessuna colpa sul gol dell’islandese, nessuna sbavatura, nessun errore.  La rivolta dei sardi parte da lui: dalla strenua difesa delle mura amiche.  Guerriero. VIOLA (Cagliari): voto 7,5 Se porta la 10 non è un caso. Ranieri lo preferisce da subentrante, lui accetta di buon grado e risponde sempre alla grande. Sulla seconda vittoria dei sardi c’è la sua firma, vergata con un bel gol.  E’ il talismano del Cagliari: tre gol (uno in coppa), entra e dà sempre la svolta con un piede delizioso. Sembra sempre atterrato quasi per caso sul terreno di gioco e invece si sintonizza subito sulla frequenza giusta e mette il timbro.  Eroe per caso. 

ÇALHANOGLU (Inter): voto 8 Un'imbucata fantastica, per precisione e imprevedibilità. Una sentenza su rigore (in nerazzurro 10 su 10). Sfiora il raddoppio e salva nella sua area in scivolata. Semplicemente monumentale. E un quarto d’ora di gloria, l’ultimo del primo tempo.  Il suo quasi omonimo pirandelliano ha scoperto la luna; lui lo è. È la luna, le stelle, il sole, i pianeti, il mondo. Tutto.  A Inzaghi, toglietegli tutto, ma non il suo Chala. Immenso.

IBRAHIMOVIC (Frosinone): voto 8 Il nome è tutto un programma, la sua prestazione un’evocazione di quel nome. È il primo 2005 a segnare in Serie A, dopo il gol al Torino in Coppa. Ma non si accontenta, l’omonimia che si porta dietro evidentemente chiede di più. Fornisce, perciò, pure l’assist a Cuni, proprio come il più bravo dei trequartisti. È la meglio gioventù di questa banda di ragazzini terribili, che sta facendo divertire come matti tutti, Di Francesco per primo. Nomen omen.

RASPADORI (Napoli): voto 7,5 Il suo problema è uno solo e si chiama Osimhen, parola di Garcia. Che dovrà però trovare il modo di farli coesistere, sti due benedetti ragazzi.  Sigla la sua terza rete consecutiva e il fatto che ci sia fuorigioco non scalfisce i suoi meriti (semmai quelli del guardalinee, che chissà dove diavolo guardava); il diagonale del gol è perfetto. Al di là della rete, è un pericolo costante per la difesa avversaria, non a caso va vicino al raddoppio.  Il ruolo di vice Osimhen gli sta stretto, ma lui lo interpreta che è nu’ babà. Viceré 

COLOMBO (Monza): voto 8,5 Io le logiche del calciomercato proprio non le capirò mai. Prego, spiegatemi perché quest’estate si è dato il foglio di via (da Milano) a questo ragazzo, a cui sono stati preferiti tali Jovic e Okafor. Boh! Colombo è un portento. Stende il Verona, rilancia gli ardori europei del suo Monza, fa una partita splendida, segna una doppietta.  A Milano hanno aperto un’indagine contro i dirigenti rossoneri per esterofilia e italiani-cidio. Il tenente Colombo ha  pensato bene ad incastrarli. Impietoso.

DYBALA (Roma): voto 7,5 È un Dybala versione tanghero: danza sulla palla, dribbla, sterza, fa i sombreri e le rabone, serve i compagni. Serve a questa Roma come l’aria, perché è soprattutto determinante: si procura il rigore e fa l'assist del vantaggio. Mancava da un mese, che Joya rivederlo in campo!  Gioioso.

Sopra la panca: Mourinho (Roma)
Giocando sul filo dei nervi, nessuno è meglio di lui. Una squadra che sbaglia un calcio di rigore, va sotto e non riesce a trovare il bandolo della matassa contro un avversario oggettivamente più scarso è una squadra che non può non risentirne; se tutto questo succede all’Olimpico, quella squadra nove volte su dieci si dissolve. E invece la Roma rimane solida, come i nervi del suo condottiero e alla fine vince la partita. La vince con la tenacia, la vince con la voglia, la vince col carattere. La vince con dos Santos Mourinho Félix. Speciale.


La mia squadra dei peggiori 4-3-3
MUSSO (Atalanta): voto 3 Basta un errore, un solo misero errore perché un portiere subisca l’onta del peggiore in campo. È quanto succede a Musso, perché il suo errore incide pesantemente su una partita che l'Atalanta stava guidando. Poteva accompagnare Darmian, che era in ritardo, e invece decide di tuffarsi, ma non becca la palla e fa rigore.  Combina guai. TOUBA (Lecce): voto 3 Fa acqua da tutte le parti. Entra quando la difesa passa a tre e non ci capisce un tubo. Sopperisce nel corpo a corpo decisivo con Lukaku. E il Lecce perde. Idraulico gelato.

RACIC (Sassuolo): voto 2 Dionigi lo fa entrare nella ripresa: non l’avesse mai fatto! Due errori gravi portano al raddoppio e alla chance di Zapata. Disastro.

PATRIC (Lazio): voto 3 Commette non uno, bensì due errori in uno sul gol di Ferguson: lo tiene in gioco e non riesce a chiudere su di lui. Poco attivo nella fase di impostazione. Siamo sicuri che meriti una maglia da titolare?Sopravvalutato.

LEGOWSKI (Salernitana): voto 3 Una prestazione già di per sé negativa, perché non riesce ad emergere in nessuna delle due fasi. Se poi ci aggiungi il grave errore che consente a Lobotka di mandare in gol Raspadori … la frittata è fatta. Ovo sodo.

STROOTMAN (Genoa): voto 4 Che ne è stato di quel campione ammirato alla Roma? Un infortunio troppo grave se l’è mangiato per sempre. E di lui non è rimasta che l’ombra.  Torna da ex, dimenticato. Un lancio sbagliato genera il primo gol. Va a due a l’ora, il mister lo spedisce repentinamente in panchina. Andamento lento. 

RAEIJNDERS (Milan) voto 4 Si fa presto a dire stella, basta contare fino a tre, magari cantilenando un po’. E noi forse abbiam fatto troppo presto a dirlo, con questo ragazzo olandese. Contro l’Udinese un’altra prestazione opaca. Un solo raggio di sole: la gran palla per il taglio di Calabria. Poi è notte fonda e nel cielo niente stelle. Piove a Milano.  Stella cadente.

BOVE (Roma): voto 4,5 T’amo, o pio Bove. Ma se giochi cosi, t’amo un po’ meno.Troppo falloso e impreciso. Spoetizzante.

PINAMONTI (Sassuolo): voto 4 Non segna dal 23 settembre, che per un attaccante è un secolo. Ha molte difficoltà nel liberarsi di Buongiorno e poi di Zima. Ma quel che preoccupa è il fatto che nello scontro fisico - una delle sue peculiarità - spesso soccombe. Abulico. 

JOVIC- OKAFOR (Milan): voto2 Bocciatura in staffetta per questi due attaccanti comprati al mercato dell’usato insicuro.  Non vedono mai la porta, non vedo come possano indossare la maglia rossonera. La coppia più brutta del mondo.

BELTRAN (Fiorentina): voto 4 Le colpe di questa Fiorentina sono da ricercare nella sterilità dei suoi attaccanti. L’argentino non è in serata giusta e non è la prima volta.  Colpa sua o merito dei difensori bianconeri? A Italiano l’ardua sentenza: condannato, esce dopo un tempo. Colpevole.

Sotto la panca: Pioli (Milan) Raddoppia le punte, dimezza l’efficacia: partitaccia. Cento errori tecnici, ma nessuna delle sue idee paga. La squadra appare slegata, senz’anima, involuta. A fuoco! 

Arbitri: il fischio maschio e quello col raschio 

Il fischio maschio: Collu (Verona-Monza) Pollice in su per per Giuseppe Collu - sezione di Cagliari. L’esordio in Serie A è promettente. Lascia giocare, fischia il giusto e riesce a mantenere sempre lo stesso metro di giudizio (che per un arbitro non è pregio da poco). Tiene sempre in pugno la gara, solo tre ammonizioni, tra cui quella, un tantino esagerata, a D’Ambrosio.

Il fischio col raschio: Guida (Cagliari-Udinese) Cartellino rosso per Marco Guida - sezione di Torre Annunziata. Lasciar correre e non fischiare mai non paga e genera nervosismo; su Luvumbo c’era rigore; e non vede neppure un fallo di Jankto sull’azione che porta al 2-1. Troppo buono poi con Malinovskyi.

Lo striscioneChi tocca il nostro capitano ha contro tutti i romanisti!!” Così i tifosi della Roma hanno difeso il capitano Lorenzo Pellegrini dalle critiche.