La decima giornata è andata in soffitta e probabilmente la polvere col tempo sommergerà quanto è accaduto. Ma qualcosa negli annali della memoria resterà.  Resterà sicuramente la grande rimonta del Cagliari sul frastornato Sassuolo, un 4-3 (da 0-3) che ha fatto impazzire i tifosi sardi e mandato al manicomio quelli del Frosinone. Resterà a lungo, nelle notti di Pioli, la rimonta del Napoli sul Milan, un 2-2 (da 0-2) che chissà per quanto tempo ronzerà attorno al letto del mister come una zanzara fastidiosissima. È rimasta solo un giorno la dolce illusione juventina di un primo posto che mancava da tanto, tanto tempo. Resteranno nella memoria dei nerazzurri i fischi a Lukaku. Resterà nella memoria della Roma l’allenatore che guida la sua squadra dalla tribuna stampa dello stadio che fu suo, fortissimamente suo. Resta a secco di vittorie l’Udinese, resta l’amaro in bocca ai brianzoli, per un pareggio che sa poco di Europa e molto di rammarico. Resterà poco o niente dello scialbo pareggio tra Sassuolo e Bologna; così come del Toro ch’espugna Lecce. E, ne sono certo, resterà per sempre nei cuori dei genovesi genoani Albert Gudmundsson, questo islandese fenomenale che molto probabilmente presto lascerà la provincia del calcio per giocare in qualche ricca quotata metropoli. Resterà nella mente di Scamacca una gran partita, i suoi due gol, l’assist, la vittoria dell’Atalanta che inguaia l’Empoli. Alla Lazio, invece, restava solo Immobile per sbloccare la partita con la Fiorentina. 

E sì, anche se non c’entra niente con la decima giornata del campionato italiano, resterà impressa, confitta come un chiodo arrugginito nella memoria e nelle coscienze di tutti noi la faccia sanguinante di Fabio Grosso. E l’amara consapevolezza che alla vergogna non c’è mai fine. Proprio così: non c’entra niente col nostro campionato e non c’entra niente col nostro calcio ideale.  I latini dicevano: de rustica progenie, semper villana fuit, che è un po’ come il nostro “chi nasce tondo non può morire quadrato”… I rozzi rimarranno sempre rozzi, le bestie sempre bestie e noi non ci possiamo fare niente; solo assistere, impotenti, a tale stoltezza.

E buttarla in latino.. 

La mia squadra dei migliori  4-3-3

SOMMER (Inter): voto 8 Lo svizzero entra di nuovo nella mia top -eleven grazie all’ennesima prestazione in totale sicurezza, ma soprattutto grazie a quella che un tempo si definiva “paratona”: colpo di testa di Cristante e parata con la punta delle dita.  Una parata che, siamo ancora sullo 0-0, vale un gol, vale i tre punti per la sua squadra e la testa della classifica. Delenda porta non est

CALAFIORI (Bologna): voto 7,5 Se la difesa felsinea è tra le migliori di questo campionato ci sarà un perché … e non lo scopriamo certo stasera. Un primo tempo praticamente senza errori. Il secondo, pure.  Lo spumeggiante attacco neroverde si cheta come acqua di rubinetto e non scalfisce neanche un po’ la rocciosa difesa che nel roccioso Calafiori ha il suo pilastro. Gutta non cavat lapidem.

BUONGIORNO (Torino): voto 8 Il Buongiorno si vede dal Torino, che torna alla vittoria grazie al gol del suo monumentale difensore, al rientro. E con questo fanno 3. Tre gol in A, tutti in trasferta e a sbloccare il risultato. E in difesa è di una sicurezza disarmante. Alessandro gratias

DI MARCO (Inter): voto 7,5 Avere Dimarco di fronte è una bella rogna, vero Kristensen?  Con una Roma che scende al Meazza con due pullman messi davanti alla propria area di rigore, lui può scorrazzare felice come un bambino in fascia, senza preoccuparsi più di tanto di difendere. E alla fine risulta, come spesso accade, decisivo, fornendo l’assist del vantaggio nerazzurro. La maledizione del terzino sinistro in casa Inter è finita. Habemus terzinum 

CARBONI (Monza): voto 7 È cresciuto tantissimo con la palla: avvia l’azione del gol con un passaggio in verticale, si inserisce e chiude in area. Il Centrale di sinistra, presidia la sua zona di difesa con fisicità e sicurezza.  È incolpevole sul pareggio degli avversari.  Il jujitsu gli ha insegnato il valore della difesa personale (e dell’autocontrollo), il calcio quello della difesa della propria area. È un cane mite che azzanna con rabbia le gambe degli attaccanti avversari. Un cane nero, come il colore della sua cintura.  Il nazionale Under 21 si sta imponendo alla grande e la partita contro l’Udinese lo testimonia. Cane Nero, cane! 

BARELLA (Inter): voto 7,5 Non esibisce le giocate strappa applausi che l’hanno reso un top player, ma appare in netta ripresa, dopo l’opacità degli ultimi tempi. Sfodera una continuità impressionante, certificata da 86 palloni toccati in tutte le zone del campo. Sfianca il giovane Bove, non si ferma mai, è l'anima di questa inter.  Fundamentum nerazzurrorum 

BOLOCA (Sassuolo): voto 7 È il regista perfetto d’un derby perfettamente equilibrato. Se la sua partita fosse un film, s’intitolerebbe Un giorno di ordinaria follia. Lavora con costanza e forza, come il più ordinato dei metronomi, mettendoci, però, quel pizzico di folle imprevedibilità che lo porta a segnare. Fa gol, sì, come un regista che è pure attore protagonista del suo film e lo fa con una rasoiata intelligentissima. Mens sana.

DEROON (Atalanta): voto 7 Contate fino a 250 e poi andate a cercare una sua partita, dico una, diversa dalle altre 249. Ci mette sempre la faccia, le gambe e il cuore. Quando poi ci mette anche quel qualcosa in più, la sua partita diventa da incorniciare. È onnipresente, vedi il recupero che porta al 3-0. Ha qualità e quantità. Se il centrocampo orobico gira alla perfezione, e Koopmeiners può permettersi di giocherellare nella metà campo empolese senza fare troppa fatica, è grazie al lui. Virtus in medio stat 

PAVOLETTI (Cagliari): voto 9 Peccato per la sua fragilità, che gli ha impedito di essere l’attaccante italiano più forte del decennio. È così fragile che si spezza sempre come un grissino, ma quando sta bene è una mattanza! Fa secchi i portieri come tonni, apre le difese come scatolette, per il suo Cagliari fila tutto liscio come l’olio. La rimonta dei sardi è strepitosa, proprio come il suo attaccante. Turris sarda 

GUDMUNDSSON (Genoa): voto 9 Come gioca questo Gudmundsson! È il Kwara dello scorso anno, la scoperta più bella del nostro campionato. È un campione! Folletto imprendibile, regala al Genoa la solita magia, che dà il vantaggio. Ritmi sempre alti, testa sempre alta. Rendimento sempre altissimo. Anche quando pecca di egoismo, che nel caso dei campioni non è mai colpa grave.  Venit, vidit, vicit. 

SCAMACCA (Atalanta): voto 8,5 La sua gara è uno show: due gol, un assist e tre punti per la sua Atalanta. L’eroe mancato di Wembley, stavolta eroe lo è per davvero. Prende anche un palo, spacca la traversa, gli annullano un altro gol; menomale che la partita dura un’ora e mezza, menomale per i toscani.  La Dea vola al quarto posto,  lui vola sul pianeta dei super bomber. Super

Sopra la panca: Claudio Ranieri (Cagliari).
Sono lontane le favole inglesi, ma il decano degli allenatori italiani è ancora in sella e vede la sua squadra galoppare sulle immense praterie della metà campo frusinate. E scrive un’altra pagina incredibile della storia del calcio. La squadra, la società, l’ambiente, il pecorino, il mare…tutta la Sardegna è con lui. Ave Claudio

 

La mia squadra dei peggiori (senza latino, ch'é lingua aulica). 4-3-3

TURATI (Frosinone): voto 4 Nessuna papera, solo qualche incertezza e 4 gol subiti. Solo… Frastornato 

FARAONI (Verona): voto 0 A Faraoni zero in condotta, perché quello che commina sul secondo gol (annullato) di Kean è da bocciatura: al 53' l’attaccante bianconero conquista palla sbracciando proprio su Faraoni, poi scambia con McKennie e va a realizzare di testa; l'arbitro, su segnalazione del Var, annulla per il fallo subito dal capitano del Verona. Rivedendo le immagini, però, si nota il numero 5 gialloblù osservare lo sviluppo dell'azione e poi ributtarsi a terra.  Pierino triste.

GALLO (Lecce): voto 4 Tanti passaggi sbagliati, molti cross sbagliati e soprattutto la lettura sbagliata dell’inserimento decisivo di Ricci.  Sul lancio di Linetty si fa sorprendere e così nasce il gol. Sbagliato! 

Erlic (Sassuolo): voto 3 Non è la prima volta che entra nella mia flop eleven. Non ce l’ho con lui, è solo che inanella l’ennesima partita disastrosa, perché un difensore che si fa letteralmente mangiare, come lui nello 0-1, è un difensore disastroso. D’accordo, Zirkzee è forte. Ma lui dovrebbe essere all’altezza e non lo è nemmeno lontanamente. Disastro.

RRAHMANI (Napoli): voto 2 Una serataccia da horror, anticipa Halloween ma non anticipa quasi mai Giroud, che gli fa gol due volte di testa.  Fantasma.

ZALEWSKI (Roma): voto 4 Dumfries, al suo cospetto, sembra fare un altro sport. Il primo Zalewski sembrava l'esterno del futuro, tanto da mettere in discussione il posto di Spinazzola,  quando questi tornò dal grave infortunio. Oggi è invece un calciatore un po' impacciato, che sembra non avere più le forze per solcare tutta la fascia e le idee per andare in area. A sua parziale discolpa il periodo non facile suo piano personale. Involuto.

ELMAS (Napoli): voto 4 Viene schierato mezz’ala destra, la sua è una partita da mezzo giocatore. Gira a vuoto, il Milan in mezzo comanda e lui obbedisce. Viene cambiato e senza di lui cambia anche la partita. Impalpabile.

SAELEMAEKERS (Bologna): voto 4,5 L’ex Milan appare in confusione, perde palloni e contrasti. E poi non copre Boloca sull’1-1. Gira a vuoto e non incide come dovrebbe e potrebbe. Trottolino.

LEAO (Milan): voto 4 Caro Rafa, sono un tuo sostenitore, ma la palla non data a Romero, e il cincischiare conseguente, è un erroraccio imperdonabile. Ti accendi solo a momenti, lo sappiamo, ma quando lo fai devi andare a dama. Sennò Sacchi, chi lo sente? Egoista. 

CASTELLANOS (Lazio): voto 4,5 L’impegno c’è, soprattutto quando deve andare a tamponare la costruzione dal basso. Ma il gol - comunque in fuorigioco - che sbaglia su appoggio di Zaccagni è clamoroso. Deve passarne, di acqua sotto i ponti, per togliere il posto a Ciro il grande!  Minuscolo.

LUKAKU (Roma): voto 3 Forse passerà alla storia del pallone come Big Rom o forse come l’uomo dei trentamila fischietti. Di sicuro non passerà alla storia per la partita disputata contro la sua ex squadra nel suo ex stadio. Fa poco. Sbaglia tutto. Fischi e fiasco.

Sotto la panca: Di Francesco (Frosinone)
E no, Eusebio, non ci siamo! Va bene che la palla è rotonda, va bene che il calcio non è una scienza esatta, va bene che partita finisce quando arbitro fischia tre volte (avrebbe detto Boskov), va bene tutto. Ma se la tua squadra si fa ribaltare da 3-0, delle due una: o è venuto un colpo di sonno a tutti o s’é addormentato l’allenatore. Buona notte.   


Arbitri: il fischio maschio e quello col raschio 
Il fischio maschio
: Orsato (Napoli - Milan). Pollice in su per Daniele Orsato, che tiene benissimo una partita non facile e lo fa distribuendo i cartellini giusti, compreso quello che lascia il Napoli in dieci uomini.
Il fischio col raschio: Feliciani (Juve-Verona) Cartellino rosso per Ermanno Feliciani: non ha mai la partita in mano. Richiamato dal Var, sbaglia sul secondo gol annullato a Kean: il colpo c'è ma è lieve e Faraoni esagera (anzi bluffa). Il pugno di Gatti a Djuric è ai limiti del rosso. Infelice.