L’ottava giornata del campionato italiano va in archivio.
L’Inter sbanda (di nuovo), il Milan la sorpassa grazie al successo di misura sull’ottimo Genoa. Vincono le romane, perde la Dea, sbanca la Fiorentina (terza in classifica), che batte un Napoli ripiombato nella confusione generale. Il Bologna è realtà, il Frosinone è un sogno, il Cagliari e la Salernitana un incubo senza fine. Lecce e Sassuolo non si fanno male, Empoli-Udinese è una noia mortale, ma abbiamo imparato come da quelle parti i punticini valgano oro. Il Verona s’è sgonfiato, il Torino pure.
E la Juve, zitta zitta …
Adesso tutti zitti per un po’, c’è la Nazionale. 

La mia squadra dei migliori 3-4-3

GIROUD (Milan): voto 10
Presentatosi in battaglia al posto di Achille per dare coraggio agli Achei, Patroclo provocò scompiglio nelle file nemiche, che respinse vittoriosamente, ma venne indebolito dal dio Apollo, ferito da Euforbo e infine ucciso da Ettore. 
E Olivier assunse le sembianze di Maignan, caduto sul campo di battaglia, per difendere i suoi dalla furia dei grifoni. E alla fine prevalse. Non perì e non scatenò nessuna ira altrui, bastò la sua.  Forse neanche Omero e neppure tutti i rapsodi dell’Ellade avrebbero saputo immaginare cimento più eroico dell’uscita nel finale dell’attaccante francese. È la realtà che supera l’immaginazione. È lui il miglior portiere dell’ottava giornata, provate a smentirmi. Eroe per caso

VÁSQUEZ (Milan):  voto 7,5
È vero, sul gol del Milan non è esente da colpe, ma vedere un terzino sinistro giocare così, nell’epoca calcistica in cui si registra, forse, la peggior penuria del ruolo, è godimento degli occhi.  Scappa tre volte a Chukwueze, calcia in porta, costringe Musah al giallo. È un furetto dai piedi buoni, reattivo, fluido.  Se migliorerà la fase difensiva, che non è comunque una tragedia, diventerà un top del ruolo. Fluidificante.

PONGRACIC (Lecce): voto 8 
C’è un mattone, nel muro leccese, più resistente degli altri. È un mattone che salva tre gol fatti. Liscia la chance del 2-1, ma sarebbe chiedere troppo. Del resto, i salentini avevano solo bisogno di “un altro mattone nel muro”, perché Berardi da quella parte è un ariete che fa paura e che prima o poi sfonda. Ma non l’abbatte.  Another Brick in The Wall.

GATTI (Juventus): voti 7,5
Dopo la graticola di Sassuolo, non era facile riprendersi la Juve e gli applausi dei tifosi bianconeri. Lui lo fa e sceglie la partita meno banale per farlo: il derby. Le prime battute del match sembrano risentire ancora di quell’autogol, ma basta un paio di buone chiusure per scrollarsi di dosso la timidezza. Poi, la solita presenza in area avversaria, sui calci d’angolo: è suo il gol che fa “saltare” la difesa del Toro. È il suo primo gol in A. Leone.

COLPANI (Monza): voto 7,5
Gran primo tempo, con tante buone idee e lo splendido gol (il quarto in campionato), che apre le marcature. Poi si spegne un pochino, ma la sua resta una prestazione di elevato spessore, anche per il fatto che non sbaglia nulla. L’anno scorso era una riserva, quest’anno è titolare inamovibile. Se continua così, l’anno prossimo sarà in un’altra squadra. A proposito di altra squadra, l’azzurro quando? A Spalletti l’ardua sentenza. Azzurrabile 

GAGLIARDINI (Monza): voto 7
È rinato. È il Gagliardini sbocciato all’Atalanta: forte fisicamente, discreto tecnicamente, impeccabile tatticamente. Strappa il pallone che porta al 2-0. In acrobazia, scheggia pure la traversa.  Insomma, son finiti i tempi cupi, delle panchine infinite e dei fischi ingenerosi.  Gagliardini è il nuovo signore del centrocampo brianzolo. Al fianco di Pessina, dietro la terribile trequarti dominata da Colpani, offre una prestazione di livello, mettendoci quantità e qualità. Ha la fiducia dell’ambiente e lui la ricambia totalmente. Gagliardo.

ARTHUR (Fiorentina): voto 7,5
È ovunque! Davanti la difesa, davanti l’area di rigore avversaria, davanti a tutti. Gioca in orizzontale, gioca in verticale, gioca benissimo. Ha il compito di pressare “alto” il faro Lobotka, spegnendolo regolarmente. La Viola resta sempre corta e aggressiva, proprio come vuole Italiano, e lui è l’interprete migliore. Alla Juve era un corpo estraneo, a Firenze è Magnifico. Luminoso

SOULÈ (Frosinone): voto 8
È il millennials spacca - partite migliore di questo campionato. Spacca anche il Verona.  Due pali, il gol e tante giocate. Va a un ritmo superiore rispetto agli altri, sarà per i 20 anni, che però non sente quando si tratta di prendersi la squadra sulle spalle e fare la differenza.  Alla Juventus si sfregano le mani, averlo dato in prestito è stata l’idea giusta. E a Frosinone ringraziano. Ruggente 

LUKAKU (Roma): voto 8
Andare in rete coi malandati sardi non è, di per sé, sufficiente a meritare l’ingresso nella top eleven dell’ottava giornata; anche se sigla una doppietta.  Il merito glielo dà piuttosto l’impressionante continuità di questo inizio stagione. Segna col Cagliari, ha segnato in Coppa, segna sempre.  Big Rom è l’attaccante che abbiamo già ammirato in nerazzurro. Occhio, tifosi interisti, non vorrei che quei fischietti vi rimanessero tra le labbra, silenti: ché a ingoiarli si fa presto. Bomber

ZIRKZEE (Bologna): voto 8.
Gioca per la squadra e con la squadra; e questa è una caratteristica che fa contenti tutti gli allenatori. Quando poi ci mette anche il gol, le sue partite diventano eccellenti; e questo fa strafelice il suo allenatore.  Sigla il 2-2 con una giocata da attaccante di razza pura, lui che è nato nella Terra di Van Basten, ci mette tutta la scaltrezza e la tecnica dei più grandi. I numeri per diventare grandissimo ce li ha, se n’è accorta anche l’Inter. Top. 

Lode e menzione: PALLADINO (Monza)
Il suo Monza continua a fare ciò che fa una squadra bene allenata: buon gioco e risultati. Rivelazione l’anno scorso, si sta confermando come una delle migliori nuove leve della panchina italiana.  Ha la capacità di miscelare gioventù ed esperienza. Il suo Monza è una macchina perfetta. E se anche il Papu si ritrova … Certezza.

 

La mia squadra dei peggiori  3-4-3

MILINKOVIC - SAVIC (Torino): voto 3
Paperon dei Paperoni sarebbe orgoglioso di lui. Se la Juve segna, un buon contributo lo offre il portiere granata, uscendo male nelle due azioni d’angolo (e non solo in quelle). Le due parate non impossibili su Milik non bastano a fargli ottenere il perdono. Paperissimo.

COPPOLA (Verona): voto 4
Bruciato da Cheddira sul palo che porta al primo gol del Frosinone, regala un pallone che porta al palo di Soulé. Gli sgusciano da tutte le parti e lui lì, imbambolato, come tutta la difesa veronese. Bambolotto.

PIROLA (salernitana): voto 3 Malissimo. Sempre in ritardo, tante palle perse, causa anche il rigore che chiude il match. Salerno, abbiamo un problema: si chiama Pirola. In avaria. HATZIDIAKOS (Cagliari): voto 3

Continuano a prendere calciatori dai nomi strani, perché evidentemente attirano di più. Solo che a Cagliari si chiedono: ma chi è sto Hatzidiakos? Marcatore di destra, non è mai in sintonia coi colleghi, nel primo gol lascia passare la palla; viene battuto anche sul 2-0 e viene cambiato al 45’. I giovani difensori italiani, che fanno la muffa nelle serie minori, ringraziano. Mah!

BARELLA (Inter): voto 4,5
È solo l’ombra del miglior centrocampista d’Europa. Freuler lo segue ovunque e a Nicolò manca sempre lo spunto per scappargli via. Sembra cotto. Forse Inzaghi dovrebbe farlo rifiatare un po' di più.  Stanco? 

MIRETTI (Juventus): voto 4,5
Salvate il soldato Miretti dalla mitraglia di ruoli che lo tempestano di continuo. La morte di un calciatore, specie se giovane, è non sapere dove collocarlo. Lasciando stare la prestazione fantasma di questa ottava giornata, Miretti sta diventando un caso. Mezzala, trequartista, seconda punta, potenziale regista: una raffica di input e consegne, che lo sta stressando psicologicamente e tatticamente. Urge decisione, urge fargli cambiare aria o cambiare l’approccio nei suoi confronti.  Confuso e infelice.

SULEMANA (Cagliari): voto 3 Su le mani, arriva Sulemana! E il Cagliari si arrende alla sua inconsistenza. Dirimpettaio di Aouar, combina dei pasticci già in avvio e rischia anche il cartellino rosso. Arrendevole.

ZIELINSKI (Napoli): voto 4,5
Alle dipendenze del sergente Garcia è la copia mascherata del centrocampista che tutti conosciamo. Uno Zorro dalla spada spuntata, non mostra brillantezza, sbaglia diversi passaggi e non infilza mai gli avversari. Annerito. 

DIA (Salernitana): voto 3
I giornalisti più feroci gli danno del “Dialtonico”, nel senso che sbaglia i colori di maglia e gioca per gli altri. In effetti, è imbarazzante per quasi tutta la partita. Poi, anche sfortunato. Incolore.

JOVIC (Milan): voto: 4
I tirchi difensori genovesi non concedono niente; ma lui resta col piattino in mano, quasi inerte, ad elemosinare palloni ai compagni e regalini agli avversari. Insomma, ci mette poco e niente del suo. E tutti qui a chiederci: era mica il fratello, quello che anni fa fece innamorare il Real Madrid? Gemello diverso. 

LAURIENTÉ (Sassuolo): voto 4 La sua è una serataccia, di quelle che non ne azzecchi una. Ci ha abituati a ben altro.  Incupito.

Sotto la panca: Inzaghi (Inter).
E no, Simone, non ci siamo! La capacità della tua squadra di tenere un risultato è pari a quella di un marinaio di tenersi una fidanzata. Inseguire la stella vuol dire seguire una rotta ben precisa, una sola: quella della continuità. Prima Sassuolo, adesso Bologna. Erano porti sicuri, dovevano essere punti sicuri, ma qua di sicuro non c’è niente. Nemmeno lo scudetto, anzi.  Inzaghi prepara le partite in modo puntiglioso, quasi maniacale, ma evidentemente non sa leggerle in corso d’opera. È uno splendido musicista, a patto che suoni sempre la stessa melodia; se la musica cambia (e il rigore di Orsolini l’aveva cambiata), la sua squadra stona. Naufrago. 

Arbitri: il fischio maschio e quello col raschio 
Fischio maschio: Pollice in su per Federico La Penna (Napoli-Fiorentina): dirige bene, con occhio e sicurezza; dei rigori chiesti, uno c'è e lo dà.
Il fischio col raschio: Cartellino rosso per Marco Piccinini. La sua direzione di gara è di quelle che fan perdere la pazienza a un monaco tibetano. Tiene abbastanza bene fino al concitato finale, poi perde totalmente la bussola.