Sta succedendo qualcosa in questo campionato, un qualcosa non di straordinario, poiché si può dire che una fotografia simile la si può vedere, almeno per quanto concerne la lotta per un piazzamento Champions, anche negli altri campionati principali europei. 8 squadre in lotta per un posto in Champions.
In Serie A Milan, Inter, Napoli, Juventus, Atalanta, Fiorentina, Lazio, Roma giocano un campionato non a parte rispetto alle altre squadre, perché abbiamo visto che tutto può accadere in questa competizione, ma sicuramente cercheranno di rimanere agganciate alla scia Champions fino agli ultimi giri di pista. Perché le condizioni di equilibrio in cui si trova il calcio ai tempi della pandemia, lo consente.
Discorso diverso per la lotta scudetto, dove la contesa è al massimo a non più di tre/quattro squadre, anche la Juventus, che veniva data per spacciata in teoria se marciasse spedita approfittando dei passi sbagliati delle squadre di testa potrebbe quantomeno sperarci all’ultimo minuto. Non c’è alcuna certezza in questo campionato dove addirittura una squadra come la Salernitana data per spacciata da tutti spera di poter agguantare la salvezza. Altro che miracolo di San Gennaro.
Più equilibrio significa sicuramente un campionato più stimolante per i tifosi, dove non hai più i distacchi con domini assoluti, come invece continua ad accadere in Francia e Germania con PSG e Bayern che volano e si annoiano.
Finito il dominio quasi decennale della Juventus, l’Inter non ha preso il posto dei bianconeri, nessuno lo ha fatto e nessuno è in grado di farlo.
Quando in un campionato tutto è possibile, non è detto però che questo significhi che sia sul fronte europeo il massimo, perché quando vai a confrontarti con le grandi che dominano in Europa, ritorni a casa con la coda tra le gambe, tra imbarazzi e accontentarsi per averci almeno provato.  L'importante è provarci. Così siamo messi oggi. Bisogna alzare l’asticella verso l’alto, rendere il campionato più competitivo, che non significa dover giocare di più, ma aumentare la qualità, le risorse, ridurre le differenze economiche e le diseguaglianze.

Oggi l’equilibrio è evidentemente verso il basso, non verso l’alto.
D’altronde con un campionato indebitato come non mai, con società che rischierebbero di fallire se fossero delle normali aziende per come hanno i propri bilanci, che cosa aspettarsi di diverso? Probabilmente nei prossimi anni questa sarà forse la norma nella SerieA e nel calcio europeo, si sta abbassando l’asticella in modo evidente e a questo punto la SuperLeague rischierà di diventare una necessità inevitabile per le grandi che pensano solo ai propri fatturati, al proprio orticello e non alla casa di cui fanno parte.
La nave affonda, si salvi chi può, ovvero, i soliti noti.