Senza il decreto crescita il calcio italiano rischia il tracollo. Dicono. Urlano.
Si stracciano le vesti i padroni di quel calcio che ha visto l'Italia essere esclusa da due Mondiali e arrancare nel cammino europeo.
Ma cosa vuoi che importi ciò in un calcio dove la Nazionale è un fastidio? Ci si concentra più su come i giocatori, stonati, cantano, e se cantano, quando potrebbero benissimo stare anche in silenzio, che su tutto il resto! Questo siamo. 
Hai società come l'Udinese, che hanno quasi il 100% di giocatori stranieri con risultati fallimentari, ed il bello è che anche il calcio virtuale non se la passa bene. Se vai a cercare giovani talenti nel noto gioco FC24, erede di FIFA, ne troverai una manciata, mentre abbondano quelli di altri paesi, Germania, Francia, Inghilterra in testa.
Senza il decreto crescita non si possono comprare giocatori stranieri che diventerebbero una risorsa per il nostro calcio che è arrivato a giocarsi negli ultimi tempi le finali europee. Forse aumenterà il prestigio di alcune società, ma il calcio italiano ne ha tratto veramente come sistema calcio beneficio? Si lamentano sempre che non ci sono risorse, si inventano regole folli che vietano l'adesione a chi partecipa alla SerieA ad altre competizioni che non sia made in UEFA e FIFA, vogliono la concorrenza, però poi diventano ultras del monopolio degno del miglior regime comunista. Comunque, tranquilli, comunisti non lo sono, a parte forse la proprietà dell'Inter. Comunisti che dominano la SerieA, chi l'avrebbe mai detto?

Ma come ben sappiamo l'ideologia nel calcio conta come un fico secco andato a male. Nel tutti contro tutti, al solito nostro, tra chi chiede lo stop al decreto crescita perchè non incentiva i giovani, i vivai, e chi invece ne pretende il pieno regime, in questa guerra civile di noialtri, ci fosse stato solo uno che avesse proposto delle quote azzurre. Cosa su cui ritorno spesso. Comprate pure giocatori stranieri, ma ponete degli obblighi per le società, perchè senza quote azzurre, non si dovrebbe partecipare alla SerieA. Su 11 giocatori, chiedere che almeno tre siano di nazionalità italiana, è pretendere troppo? Pretendere l'obbligo di valorizzare i giovani talenti italiani, i vivai, è così ardua impresa? Il calcio italiano sta scomparendo, e di calciatori italiani che faranno la differenza, ve ne saranno sempre meno.
Non scomparirà il sistema calcio italiano, quello votato al business, ai bilanci, a fare cassa, che se ne infischia se a crescere saranno italiani piuttosto che stranieri, ma non per una questione di inutile nazionalismo, che qui non c'entra niente.

Si è sempre detto che il calcio è lo sport nazionale d'eccellenza per l'Italia. Lo è stato e lo è non solo perchè è seguito, ma anche perchè praticato. Ma con questi signori del calcio, non passeranno molte generazioni che si arriverà a dire, c'era una volta il calcio... in Italia, tanto... a vivere di nostalgia, oramai, ci siamo abituati.