Dopo il caso Maignan nulla potrà essere come prima. Dopo i cori "zingaro" di Firenze, cori razzisti, da altre curve italiane, di buona parte delle tifoserie italiane, purtroppo, il 20 gennaio 2024 insegna che da questo momento basteranno un manipolo di tifosi che insultano, che manifestano comportamenti razziali, perchè si possa arrivare a chiudere uno stadio! Bene così. Ok, se non fosse che siamo passati dall'estrema tolleranza, al pugno durissimo e Udine, piazza tutt'altro che razzista, rischia di passare alla storia come quello stadio dove si prendono a cinghiate quelli che invadono il campo di casa altrui, senza però che lo stadio venga chiuso... uno stadio dove un manipolo di idioti insultano in modo delinquenziale, perchè il razzismo è un crimine, un giocatore, per il colore nero della sua pelle, e lo stadio, precedente assoluto, verrà chiuso per una gara perchè il resto del pubblico, che era poi pressoché quasi tutto milanista, non ha preso le distanze da ciò che non aveva ancora percepito come fatto razzista.
Va detto che c'è da riflettere in questo insieme di cose. Ho trovato sinceramente più grave quanto detto da Cioffi a fine gara, quel famoso sorvoliamo, gli uomini di sport fanno così, anche se non ha di certo giustificato quanto accaduto contro Maignan, che il comunicato della Curva Nord, che cosa aspettarsi dal mondo della curva? Quello è.
L'esempio dovevano darli anche i protagonisti in campo prima di tutto. O chi gestiva la comunicazione. Quanto male ha fatto quel tweet dove è stato scritto che la partita è stata sospesa, senza spiegare il perchè? Perchè i giocatori non hanno seguito il Milan negli spogliatoi? Colpire Udine e l'Udinese è stato facile, Udine non è Milano o Roma e l'Udinese non è la Lazio o la Juventus, ma se da questo momento, le cose non cambieranno, significa che il caso Maignan è stata solo una fumata di ira collettiva finita nel giro di una partita di calcio.
Si son mossi tutti, dal presidente della FIFA, alla politica italiana, tutti e di tutto, mancavano solo Biden o Putin, dalla proposta di cittadinanza onoraria al giocatore milanista, che ha vissuto una situazione tremenda e non è stata la prima volta, come per sua stessa ammissione, alle sentenze unilaterali di chi pensa di saper tutto di calcio senza mai aver messo piede in uno stadio. Il caso Udine è la conseguenza di un sistema andato letteralmente in cortocircuito, un sistema che ha sempre tollerato di tutto e di più, consentendo nel tempo atti, comportamenti, che sono andati ben oltre il canonico politicamente "scorretto", accettabile, dagli adesivi di Anna Frank, agli ululati collettivi, e non solo di un manipoli di idioti sentiti da quattro gatti.
Udine è diventato volutamente un caso, un caso da cui non si potrà più tornare indietro. Da questo momento basteranno un manipolo di idioti per consentire la chiusura di uno stadio. Giusta come sanzione, un segnale ci voleva, ma che lo si faccia da questo momento sempre, e non solo contro i "deboli" come l'Udinese, perchè lo sanno tutti che in Italia ci sono curve organizzate nazifasciste che ostentano il peggio del peggio e nessuno osa mettersi contro.
Perchè? Ma da questo momento si deve cambiare, signori, anche contro questo squallore, altrimenti il caso Udine è solo vendetta ed un modo di ripulirsi la coscienza dopo non aver fatto nulla per decenni.
Da oggi, questa linea di tolleranza è finita e se così non sarà allora il caso Udine è la conferma, appunto, di uno stato di delirio incredibile!