Alla fine dei conti, l'albo d'oro della Serie A fotografa lo stato delle cose, tolte quelle eccezioni che non fanno la regola, Napoli, Roma, Lazio, Sampdoria, meteore del calcio italiano, praticamente lo scudetto viene vinto sempre dalle stesse squadre: Juve, Inter, Milan in testa, poi il resto quando capita ed è rarissimo che ciò accada.
Vincono sempre le stesse, lottano sempre le stesse per portarsi a casa lo scudetto, poco da dire. Si tratta di un fattore normale, si dirà, anche negli altri campionati la situazione non è che sia tanto diversa, anzi... in Olanda Ajax e Psv si alternano come il giorno con la notte, ogni tanto si pone di mezzo il Feyenoord, in Germania c'è lo strapotere del Bayern, seguito dal Dortmund, ogni tanto anche lì appare qualche meteora come il Werder Brema, Amburgo, in Francia, prima dell'arrivo del PSG degli arabi, c'era un po' di equilibrio tra Marsiglia, Monaco, Lione, ma anche lì, alla fine, son sempre quel gruppetto delle solite note a lottare per il titolo, in Spagna, manco a dirlo, strapotere di Barcellona e Real Madrid, e ogni dimissioni di Papa si diverse a rompere la frittata perfetta del duo Barca-Real, l'Atletico, per trovare una quarta squadra si deve andare ad inizio 2000, il Valencia, e così via dicendo.

Insomma, in tutto ciò, si pone la questione etica e morale della fantomatica meritocrazia, alla base del contrasto alla Super League, quando la meritocrazia nei campionato europei di calcio è dettata unicamente dal portafoglio, vincono sempre le stesse, si alimentano sempre le stesse, e le altre, spiccioli, poco o nulla.
In Premier League, il campionato più figo del mondo, dicono, l'unica eccezione che ha fatto sognare il mondo, per qualche giorno, è stato il miracolo di Ranieri con il Leicester, prima di essere liquidato, poi la solita sinfonia, City, Liverpool, United, Chelsea, Arsenal, per trovare una seconda meteora si deve andare in Premier ad inizio anni '90 con il Blackburn.

Insomma, forse su questo si dovrebbe interrogare il calcio europeo, il calcio che conta, sul fatto che il danaro circoli in modo vizioso sempre tra le stesse società, che i trofei se li contendono sempre le stesse società, e non può bastare certamente una vittoria del Napoli ogni trent'anni, del Leicester ogni secolo, del Valencia ogni quarant'anni per parlare di magia del calcio, perchè tutto ciò è semplicemente una strepitosa illusione che vuol far crederci che nel calcio tutto è possibile, ma così non è.