Ventuno dicembre “duemilaventitre”, come l’album dei Blast Damage.
21/12/2023: Uefa si è arresa dinanzi alla giustizia. 12.21.2K23: The SuperLeague is now possible.

Insomma, sicuramente avrete già tutti letto la notizia di ieri: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sancito che l’Uefa ha abusato della sua posizione dominante sull’organizzazione delle competizioni di calcio in Europa ma ciò cosa vuol dire.
In questo articolo proverò, in poche righe, a spiegare in primis cosa è successo e cosa è questo abuso di posizione dominante, poi i possibili scenari futuri, mantenendo sempre un linguaggio volgare (nel senso buono del termine – del popolo).

LA PRIMA SUPERLEGA, RICCA MA ODIATA
La genesi di tutte queste storie è riconducibile ad una giornata ben precisa; 19 aprile 2021. Dodici club (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Tottenham, Liverpool, Juventus, Inter e Milan) avevano reso noto a tutto il mondo il loro accordo riguardante una competizione “chiusa” volta a competere con la Champions League, l’unica competizione extranazionale a cui i top club europei potevano partecipare. La loro proposta avrebbe “rivoluzionato il calcio”, offerto un continuo di sfide fra le squadre più blasonate portando nelle loro tasche introiti nettamente superiori a quelli che la Uefa distribuisce.
Ricorderete sicuramente come sin da subito, proprio le prime ore dopo la notizia di quel giorno primaverile le tifoserie dei vari club iniziarono a inveire contro accusandoli di tradimento dello spirito puro del calcio e di ripudio della storia. Uniamo a questo dramma che sorge dal basso il problema che viene invece posto dall’alto; la Uefa, in accordo con la Fifa, promette sanzioni pesanti (si parla di esclusione dalle proprie Coppe Europee) che andrebbero completamente ad alterare la programmazione dei club e soprattutto le loro entrate sia come premi sportivi sia come incassi da sponsorship.
Tutto ciò ha fatto sì che in brevissimo tempo nove club dei dodici iniziali hanno fatto marcia indietro ritirandosi dall’accordo da loro firmato; solamente più tardi (lo scorso luglio) la Juventus ha fatto il decisivo passo indietro lasciando quindi solamente Real Madrid e Barcellona dentro nel teatro (ritenuti da molti già fatiscente) della Superlega. Si è passati da un vulcano che erutta ad uno dormiente, in questi 20 mesi, circa, non si è più sentito parlare di questo “ambizioso e folle” progetto tranne qualche trafiletto qua e là.

COME LA FENICE, LA SUPERLEGA RISORSE DALLE CENERI
Tutto d’un tratto poi gli italiani (de facto gli europei) si svegliano il 21 dicembre e leggono la sentenza della Corte di Giustizia Ue la quale dice, sostanzialmente, che deve esserci la libertà di aderire ad altre competizioni. In poche parole, la Uefa non può monopolizzare il calcio, non può vincolare i club a partecipare esclusivamente nelle proprie competizioni e deve accettare nuove possibili “enti del calcio” che entrino in competizione con essa.
Attenzione, la corte di giustizia non ha emesso nessuna sentenza di approvazione alla Superlega, ha semplicemente identificato e sanzionato la posizione di abuso dominante di Ceferin & co dicendo che potranno esserci in futuro nuove “Uefe” ma non è mai stato detto quale. Ovviamente al giorno d’oggi l’unica realtà che si vede è quella della Superlega, altro a livello continentale non c’è, però ipoteticamente tutto è possibile.

Poche ore dopo la sentenza c’è stata una prima reazione del CEO di A22 (società europea di promozione sportiva collegate strettamente al progetto Superlega) Bernd Richard, il quale afferma: "Abbiamo ottenuto il Diritto di Competere. Il monopolio UEFA è finito. Il calcio è LIBERO. I club sono ora liberi dalla minaccia di sanzioni e liberi di determinare il proprio futuro. Per i tifosi: Proponiamo la visione gratuita di tutte le partite della Super League. Per i club: Le entrate e le spese di solidarietà saranno garantite."
Dopo questo primo tweet tutte le testate giornaliste europee hanno atteso riguardanti la struttura del “torneo del futuro” e da ciò che emerge saranno coinvolti 64 club suddivisi in tre leghe diverse. [se volete leggere una completa analisi della struttura nella sua interezza vi invito a leggere gli articoli scritti dalla redazione di Calciomercato.com].

Bene, ora che la situazione a livello generale è stata chiarita volgiamo lo sguardo dentro i nostri confini per capire come i club italiani si sono mossi e cosa è stato detto agli alti livelli dirigenziali.
Partiamo da Gravina, il quale aveva annunciato, pre-sentenza, che, se un club avesse appoggiato nuovamente il progetto Superlega sarebbe stato escluso dal campionato della Serie A. Questa frase era molto molto forte e già forse impraticabile ma dopo la sentenza credo di poter dire che è una via totalmente impraticabile, visto che vorrebbe dire riscontrarsi con il concetto di Abuso dominante questa volta solamente sulla nostra penisola.
Detto questo, nei prossimi giorni sicuramente la Lega Serie A dovrà chiarire molte situazioni e rispondere anche alle affermazioni fatti dai presidenti dei vari club italiani; una su tutte quella di Aurelio de Laurentiis. Il patron del Napoli ha innanzitutto approvato in toto il progetto Superlega e poi ha rincarato la dose proponendo una nuova lega nazionale, la “Serie E”, dove la E sta per Elite. Egli vorrebbe infatti formare un campionato in cui partecipato solo squadre che hanno un pubblico rilevante in termini di quantità e sano a livello finanziario (“Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla Serie D”). La Serie E vedrebbe 14 club, poi ci sarebbero due gironi di Serie A da venti squadre e il resto, come dice lo stesso Adl, è ”dilettantismo che funga da vivaio”.
Personalmente parlando mi sembra un progetto alquanto folle, visto che secondo la sua teoria il Sassuolo non meriterebbe di stare nell’élite italiano quando da anni ormai dimostra di starci veramente bene. Voglio credere che questa sua dichiarazione sia una stoccata ai piani alti del calcio italiano e servi per destabilizzare l’ambiente (proprio come l’aver detto di aver contattato 40 allenatori, cosa da lui stesso smentita ora).

Oltre il Napoli, le altre nostre come si sono mosse? La prima società che ha rifiutato la Superlega appoggiando in toto la Uefa è la Roma, seguita poi da Inter, Atalanta e anche Genoa con l’Udinese. Il Milan invece, tramite le parole di Scaroni, prende tempo sottolineando che è troppo prematuro esprimere pareri e dichiara di aver cominciato un processo per confrontarsi con tutti gli organismi. Della Juventus per ora nessuna dichiarazione ufficiale, l’ultima era quella dell’inizio del processo di uscita dal progetto ma ora non sappiamo a che punto siano arrivati. Chi parla del mondo bianconero, o ex, è Andrea Agnelli; mediante il suo profilo X ha postato le prime strofe di "Where the Streets Have No Name", (canzone degli U2) che recita: "Voglio arrivare e toccare la fiamma dove le strade non hanno nome. Voglio sentire la luce sul volto. Voglio vedere quella nuvola di polvere svanire senza lasciare traccia. Voglio ripararmi dalla pioggia avvelenata. Dove le strade non hanno un nome" ed ha concluso con il più bianconeri dei motti “fino alla fine”.
Sentenze storiche, affermazioni pesanti, esclusioni e disappunti; questi sono i temi principali trattati in ogni muro domestico e non solo. Mi auguro con questo articolo di avervi fatto un minimo di chiarezza su questa storia iniziata nel 2021, poi apparentemente sospesa e ora rimpiombata con cotanta imponenza.

Vi lascio con un quesito al quale personalmente non saprei rispondere: ipotizzando che la Superlega diventi realtà, i club giocheranno ambedue le coppe Europee? O dovranno abbandonare la storica Champions League?
E se tutti i top club decidessero di passare al nuovo corso, la UCl che valore assumerebbe, potrebbe veder cessare la sua vita?
A voi le risposte.