Non sapevo che le università fossero aperte anche di domenica, inoltre ignoravo il fatto che, nel giorno del riposo, ci fossero studenti disposti a seguire lezioni che durano un’ora e mezza con un solo quarto d’ora a metà per poter staccare un attimo e scambiare due parole con i colleghi.

Sono pronto ad essere smentito da voi cittadini di tutt’Italia, ma non accetterò un’opposizione dai bolognesi perché, ieri, in data 17/12/2023, il docente di cattedra Thiago Motta ha tenuto una lezione, un seminario o un laboratorio (scegliete voi il termine più adatto) ad un gruppo di studenti che da Roma sono venuti con il professore di riferimento per seguire novanta minuti di puro insegnamento.

Allo stadio Dall’Ara il Bologna ha disegnato calcio per tutta la partita, i felsinei non hanno lasciato nessuna speranza ai lupacchiotti mandando anche in totale confusione o disperazione Mourinho che, dopo averlo fatto entrare in partita in corso lo toglie dopo diciotto primi per una mera scelta tattica. Se ai meno esperto una scelta del genere può essere vista come una decisione corretta se ha il fine di migliorare le prestazioni della squadra, i più appassionati sapranno che essere sostituito dopo così poco tempo (no espulsione, no infortuni vari…) è una mazzata tra capo e collo che devasta l’animo del calciatore. Se poi l’uomo in questione è Renato Sanchez, giocatore che ultimamente vede pochissimo il campo causa problematiche fisiche, capirete anche voi che questa mossa del Mister pesa ancora il doppio.  Aggiungiamo a tutto ciò la frase a fine partita di Mourinho “Senza Paulo Dybala la classe non c'è, senza Romelu non c'è fisicità”. Ovviamente è indiscutibile che la Roma senza i loro due vertici perda molto di valore ma dire che manca classe e fisicità e arrendersi, praticamente, nelle mani dell’avversario è irrispettoso nei confronti dello sport e della morale che lo sport diffonde di casa in casa.

Bando alle ciance, la ricreazione è finita; è doveroso spendere più di due parole per la masterclass, tenutasi da Thiago Motta, che i bolognesi stanno vivendo settimanalmente da almeno 4 mesi.
La partita di domenica certamente è stata dura sia dal punto di vista fisico che mentale, esprimere quel gioco perfetto semplice non era ma neanche impossibile. Novanta minuti di bel gioco non lo sono stati ma intere fasi di gioco il Bologna le ha dominate facendo splendere le proprie stelle; una su tutte Joshua Orobosa Zirkzee. Fatemi spendere due parole per il tipico studente universitario che sta all’ultima fila sì ma è bravo, ascolta, prende appunti e alla fine all’esame prende trenta. Per far capire quando il “ricciolone” sia forte vi pongo una banalissima questione: “Secondo voi quanto è alto Zirkzee?” Non prendetemi per matto, è una domanda seria a cui vi invito a rispondere al volo. Bene, ve lo dico io; è alto un metro e novantatré centimetri. Chi lo avrebbe mai detto, un attaccante con quella fluidità di movimento, quella capacità di sgusciare tra due avversari, di scivolare via dalle trattenute avversarie è alto più di un metro e novanta. Queste caratteristiche le troviamo in giocatori come Dybala, Guðmundsson, giocatori dalla bassa statura ma dal piede magico. Zirzkee è poesia in movimento, è l’incarnazione dell’arte calcistica in un uomo già artistico per il suo aspetto gioioso.

Se questa esplosione è stata possibile è stato grazie a due fattori: il primo il talento, il secondo il docente Motta, il quale dopo aver perso Arnautovic ed essere rimasto apparentemente senza un vero attaccante ha avuto il coraggio o la visione illuminata di posizionare Zirkzee lì davanti sorretto da una formazione estremamente equilibrata e piena di talento. Quest’estate oltre al loro bomber, il Bologna perse giocatori come Schouten e Dominguez ma Sartori, uno dei migliori dirigenti tecnici in Italia, ha saputo portare nella propria rosa giocatori forti, da sgrezzare ma in piena linea con il progetto tecnico guidato da Thiago Motta. Se siete tifosi del calcio vi consiglio di guardarvi una partita del Bologna e guardate bene come la squadra risulti essere un unico organo che pensa e agisce. Fase difensiva perfettamente compatta e coordinata, impostazione dal basso inattaccabile, buone gambe e buoni polmoni (si diceva così una volta) in mezzo al campo e un altruismo che permette di sopperire a dei normalissimi cali dei singoli che da mesi ormai stanno performando al loro massimo livello, se non oltre. Infine colpisce la mentalità, tanto leggiadra e spensierata quanto ben salda a terra e focalizzata nel giocare al massimo delle proprie capacità senza perdersi in sogni che la classifica ti invita a far ogni qualvolta chiudi gli occhi che rischiano poi ti farti perdere la serenità di gioco.

Insomma, una masterclass di calciomercato, unita ad un corso universitario su come si gioca a calcio, non può che portare ad eccezionali prestazioni e al fruttare di talenti come quello di Ferguson, Calafiori (futuro nazionale) o Ndoye.
Nessuno di noi saprà che cosa accadrà nei prossimi mesi; il Bologna potrà restare nella zona Champions (considerando un ipotetico quinto posto) o poi calerà tornando agli standard degli anni passati? La palla di vetro non l’abbiamo, la cosa certa che il gioco espresso è una pennellata di magia e di raffinatezza che raramente si vede quest’anno e fin quando possiamo godiamo!