Negli ultimi giorni mi sto spesso chiedendo: “Coloro che cadono dal pero quando sentono a vari telegiornali che tantissimi italiani scommettono sul calcio e non solo i ricconi e rimangono scandalizzati, dove hanno vissuto fino a ieri? Sull’Isola di Pasqua o a Changtang a nord dell’altopiano tibetano?
Non credo se no non avrebbero potuto sentire le varie notizie nazionali.

Le schedine sono una tradizione storica del nostro popolo, l’azione di scommettere è insita nella storia da mille anni. Il gioco d’azzardo può diventare una malattia e nessuno discute ciò ma non si deve fare di tutt’erba un fascio, ce lo dice la storia. I romani scommettevo i propri sesterzi/denari su giochi molto banali come quello dei dadi, quello della moneta (testa o croce) o la morra. Poi c’erano i grandi signori che scommettano sugli scontri fra gladiatori, le sfide al circo massimo con le bighe e tante altre cose.
Vi ho riportato quest’antico fatto storico per mostrare come l’azzardo non sia una moda degli anni 2000, ma c’era già mille anni fa, c’è ora e ci sarà domani. Quante persone al giorno d’oggi, saltuariamente, giocano al “gratta e vinci” o dopo un sogno si recano al lotto sperando di sbancare col jackpot? Sono tantissime, più nel 20% riportano alcune stime; quindi, significa che ogni cinque persone una ogni tanto gioca a qualcosa che porterebbe vincite in denaro.

In questo spazio però si parla di calcio, quindi voglio sviluppare la seconda parte di questo articolo parlandovi delle schedine e di tutto ciò che si cela dietro alla singola scommessa.
In Italia, per avere un gioco a premi legato allo sport, si è dovuto attendere fino al 1946, anno in cui nacque il Totocalcio; un gioco molto semplice e conosciuto ai più. Esso consisteva nell’indovinare l’esito finale di un certo numero di partite stabilite dall’ente incaricato alla gestione, ovvero l’ADM (all’epoca AAMS). Il numero di partite agli albori era dodici, poi negli anni ’50 venne portato a tredici e dal 2003 a quattordici.
L’utente che giocava al totocalcio doveva mettere il segno (vittoria squadra 1, vittoria squadra 2, pareggio) e indovinare quindi l’esito dell’incontro. I premi erano poi suddivisi in base alle categorie in cui ci si era “classificati”: se si indovinano tutti e tredici gli esiti (prendiamo come esempio max 13 incontri) ci si collocava nella categoria 1, se quelli corretti erano dodici/undici allora si era nella seconda categoria e via calando fino ad arrivare alla sesta categoria con tre risultati esatti.
Negli anni ’70, ’80 e ’90 il Totacalcio visse l’apice del suo successo, tantissime amanti del calcio ogni weekend provavano la sbancata credendola possibile. La realtà dei fatti era che prendere tutti quei risultati secchi era davvero difficile e seppur un soggetto fosse esperto di calcio la possibilità di beccarle tutte era ridotta all’osso; resta il fatto che per quei pochi fortunati che sono riusciti a vincere il jackpot la vita, dal punto di vista economico, li abbia sorriso per anni e anni. 

Dagli anni 2000/2010 in poi il Totocalcio ha sempre di più perso il suo fascino a favore delle scommesse libere e combinate.
Che cosa intendo con questa espressione? Intendo le classiche schedine che tutti coloro che “investono” sulle partite fanno settimanalmente. Oggigiorno ogni utente può puntare una somma di denaro a sua scelta su una singola partita o su una combinazione di partite ed eventi scelti direttamente da lui e non vincolati come nel totocalcio. Questa libertà fa si che tutti coloro che scommettono vanno diretti sulla schedina perché potendola personalizzare si è più “certi” e convinti di riuscire a portare a casa il denaro. Ovviamente più alta sarà la quota della schedina più sarà complicato incassare però la possibilità di avere infinite combinazioni ha fatto si che il Totocalcio perdesse tutto il suo appeal.

Infine, nella storia del gioco a premi nel mondo calcistico c’è una transizione che ha cambiato totalmente il modo di giocare. Si è passati dal fisico al telematico. Fino a pochi anni fa, se si voleva andare a giocare una schedina, si andava fisicamente in un punto con licenza per poter “vendere” le schedine, ora invece si fa tutto su internet; infatti basta iscriversi in uno dei tantissimi siti legali (gestiti da ADM), autenticarsi mandando le foto di un proprio documento riconoscitivo, caricare sul deposito (fondo) del sito una somma di denaro a proprio piacere e si è pronti a scommettere sul calcio con le più impensabili giocate; ma non solo, questi siti hanno una varietà di sport da far invidia e per ogni sport ci sono scommesse possibili, insomma ce ne sono per tutti i gusti. Per chi è ancora legato invece all’andare sul luogo fisico e giocarla (es tabaccaio) non c’è da preoccuparsi, i siti online sono diventati un’alternativa, ma le vecchie tradizioni non sono state toccate.

Concludo con una riflessione: se il “giocare” d’azzardo viene visto come un gioco e come una possibilità di racimolare un piccolo gruzzoletto di denaro allora non ha nulla di male; mi vien da dire meglio giocare una schedina dove con la propria conoscenza calcistica si può fare la differenza piuttosto che acquistare un “gratta e vinci” e affidarsi solamente ad una fortuna che troverà molta difficoltà a palesarsi dinanzi a voi. Se invece da una semplice abitudine il gioco d’azzardo si tramuta in una smania di gioco, che va ad alterare le proprie emozioni prima ancora del proprio portafoglio, allora è giusto fermarsi a pensare e capire se ci si sta intrufolando in un tunnel oscuro chiamato Ludopatia!