Il collega Marco Aurelio diceva: “La maggior parte delle cose che diciamo e facciamo non sono necessarie; chi le eliminerà dalla sua vita sarà più tranquillo e imperturbato”.
Una frase molto fine e veritiera e forse, caro Mourinho, dovresti prenderne atto e provare ad applicarla.
Sette partite giocate, due vittorie, due pareggi e ben tre sconfitte con Verona, Milan e la più fresca e disastrosa col Genoa.

Prima di proseguire con l’antitesi metto in chiaro la situazione che si vive a Roma e le possibili (?) attenuanti che questo periodaccio possa avere. La Roma veniva da un mercato non strabiliante ma funzionale soprattutto in mezzo al campo, fino al 30 agosto, quando nella capitale sbarcò il generale Romelu Lukaku. Il suo arrivo ha gasato la folla giallorossa dimenticando, se vi ricordate, le due prime partite disastrose. È un nuovo inizio, il campionato inizia con Roma Milan. Sconfitta, vittoria, vittoria (in Europa), pareggio e sconfitta. Prima del Milan si nominava quasi lo scudetto e la quasi certo top 4.
Ma fermiamoci, non è ancora il momento della tesi contro l’imperatore. Va detto a favore del portoghese che la difesa dietro vacilla, Smalling è ancora infortunato e il suo rientro continua a slittare e il resto della troupe non rende come dovrebbe. Va aggiunto però come l’acquisto di Ndicka sia molto funzionale perché era necessario avere un difensore mancino per poter costruire dal basso (se fosse dentro si perderebbe un tempo di gioco ecc.).

Le attenuanti sono finite, ora arriva l’ardua sentenza. La Roma di Mourinho vede i suoi punti forti nella fase offensiva, presenta giocatori con elevatissima dote tecnica e di finalizzazione (Dybala, Lukaku, Aouar, Pellegrini, El Shaarawy). Per far sì che questa mole d’assaltatori possa rendere al meglio bisogna far si che essi possano avere il pallone il più tempo possibile.
Accade ciò? Assolutamente no, la Roma gioca con un baricentro che definire basso è utopistico, Dybala e i vari centrocampisti offensivi si ritrovano a rincorrere il pallone o a giocare sulle sponde, dopo una sciabolata lunga, di Lukaku cercando poi ti sfruttare i lampi di ripartenza. Questa continua corsa, quindi, non riesce a sfruttare bene le “truppe d’assedio” che non riescono a segnare molto. Ciò porterebbe a pensare che almeno dietro regni la solidità; invece, no, non è così. Si potrebbe percepire solidità perché si vedono molti giocatori giallorossi nei pressi della loro area che lottano con assai aggressività ma in realtà spesso viene punita con una rete. Sarebbe ora di provare ad innovarsi caro Mourinho, forse dopo aver visto che la difesa a 3 non rende così bene perché non passare a 4? Magari mettere un terzino di spinta e uno bloccato, un centrocampista di sostanza, uno di regia e uno che alimenti quel ben di dio che ti ritrovi davanti? Sarebbe bello riuscire all’alzare il baricentro di un 20 metri, mettere i piedi sulla metà campo e armare i soldati sul fronte che di precisione balistica ne hanno da vendere.

Attualmente però non si vedono grandi innovazioni in arrivo (o quantomeno tentativi) ma anzi si fa della retorica l’arma principale dell’allenatore. Dopo la disastrosa sconfitta a Genoa, dove sembrava di vedere la famosa Battaglia di Canne, Mourinho ammette di essere il suo peggior inizio di stagione ma subito deve ribadire che nessuno aveva portato la Roma due volte in finale europea consecutivamente. 

A cosa serve dire ciò? Migliora la squadra? Spiega il perché e il che cosa non funzioni? No, è una mossa fatta appositamente per sviare le grida disperate delle genti, far rigirare nelle loro menti quelle belle emozioni vissute insieme nei due anni precedenti. Sia chiaro, quelle emozioni sono state stupende e va ringraziato Mourinho ma non ci può sempre guardare indietro e gioire di ciò, il mondo va avanti e si evolve e per ridare quelle soddisfazioni bisogna cercare di migliorare nelle difficoltà.  
A me sembra che il traghettatore si sia fermato a fare una siesta. Spero per i romanisti che si riprenda la marcia verso nuove mete sempre più ambizioni portando con sé il grandissimo bagaglio d’esperienza mescolato ad idee innovative.

Ci riuscirà? Lo scopriremo vivendo.