Questa domanda risulterà “di casa” per i fan sfegatati del giocatore ma posso immaginare che i più di voi lettori non avrete capito bene a cosa faccio riferimento con questa domanda. Per rendere tutto il più chiaro ripercorrerò le fasi salienti della sua carriera sottolineando bene tre passaggi cruciali che vi faranno capire il concept della domanda. Stephan El Shaarawy, dopo aver militato da piccolino del U.S Legino (Savona, sua città natia) approda nel settore giovanili del Genoa fino al debutto nella massima categoria nazionale il 21 dicembre 2008 diventando il giocatore più giovane ad esordire in Serie A (16anni 1 mese e 24 giorni). Dopo la prima annata vissuta come il Caronte del suo talento traghettando se stesso un po’ in prima squadra e un po’ in primavera viene ceduto in prestito al Padova in B per farsi le ossa. Alla quarta giornata segnò il suo primo gol tra i professionisti e si mise in luce per gran parte della stagione, era uno dei talenti più promettenti del panorama italiano e non solo e i fari stavano arrivando su di lui.

Il Milan su tutte riesce a strappare il Faraone permettendogli di fare il grande salto. Nel Milan farà innamorare molti tifosi grazie alle sue giocate funamboliche e alla sua propensione a puntare l’avversario ogni qual volta la situazione glielo permettesse. Esperienza al Milan che dal 2013 al 2015 subisce delle complicazioni visti i suoi frequenti infortuni che non gli permisero di avere una continuità di rendimento. Ciò porta alla società a prendere la decisione di cederlo alla squadra francese del Monaco, non fu una cessione litigiosa, anzi è lo stesso calciatore a dire che era arrivato il momento di aria nuova. La trattativa prevedeva un obbligo di riscatto al raggiungimento di 25 presenze che però mai fece, da talento cristallino si è ritrovato prima a giocare sprazzi di partite sempre da subentrato e poi rilasciato in panchina per non far scattare l’obbligo di riscatto. Il trasferimento Milan – Monaco è uno dei due fatti che fanno riferimento alla domanda con cui ho aperto l’articolo; dopo aver giocato e brillato nel Milan, sapendo che il tuo corpo è stato spesso fermo per infortuni perché andare al Monaco in un campionato coni riflettori più spenti in una squadra che non è mai stata disposta a riscattarti? Forse questo non lo sapeva e quindi è un errore di cui la principale colpa non fu sua ma della società francese.

Dopo questa parentesi in terra francese il Faraone torna in Italia e giocherà alla Roma per tre anni con un ottimo rendimento ma poi la scelta più inspiegabile di tutta la sua carriera fino ad ora: 2019, Stephan El Shaarawy firma per Shanghai Shenhua. Certamente lo stipendio era da strapazzarsi gli occhi – 16 milioni a stagione – però nel pieno della propria carriera rinunciare a tutto per il denaro non è sembrata la scelta migliore. Se tanti ora penseranno che non si debbano fare i conti in tasca altrui e che ognuno è libero di fare quello che vuole bene, sappiate che il giocatore espresse il suo malessere nel vivere in Asia sin dai primi mesi successivi l’approdo e “casualmente” nel 2021 è tornato in Italia, di nuovo a Roma. Questa è stata la sua scelta migliore, tornare nel calcio che conta e “salvare” la carriera era obbligatorio visto anche il suo talento che mai ha perso. Alla Roma però si verifica un problema: l’allenatore. Josè Mourinho gioca con un 352 senza idea di gioco e volontà di fare la partita (mi prendo la responsabilità di ciò che dico, guardasi articolo) e per un giocatore votato all’offendere e assediare la linea difensiva rivale giocando alto non è il luogo adatto.

Nonostante ciò, si è messo umilmente a disposizione giocando da quinto di centrocampo a tutta fascia provando a difendere con tanta volontà ma è sprecato e non lo penso solo io. Estate 2023 emerge la notizia che il Faraone potrebbe non rinnovare, allora ho fatto un giochino e ho pensato dove avrebbe potuto accasarsi e tra i vari pensiero lo avrei visto bene al Milan come vice Leao, se invece voleva puntare a ritrovare la titolarità nel tridente della Fiorentina sicuramente non sfigurava anzi data quella tecnica che solo Nico Gonzalez ha. Alla fine, però la trattativa cambia e accetta il rinnovo ritrovandosi ingabbiato in quello schema tattico antico come il mobile che tutti noi abbiamo in cantina nella casa della nonna a fare il panchinaro per poi subentrare e segnare come successo contro il Monza. Ora che vi ho detto anche il terzo punto (reminder: ° Monaco; 2° Cina) sicuramente la domanda di apertura vi sarà più chiara. Ad oggi, da quando calca i campi più importanti d’Italia non ha mai preso la scelta giusta tenendo quel suo talento rilegato alla panchina o a popolazioni che il calcio d’élite non sanno neanche cosa sia.